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Nessuno potrà ereditare la nostra Libreria Steam

Nessuno potrà ereditare la nostra Libreria Steam

Ogni volta che vi accingete a firmare un contratto, qual è la buona regola da rispettare sempre? Quella di leggere ciò che stiamo andando sottoscrivere. Abbiamo visto oramai centinaia i film in cui il malcapitato protagonista si ritrova impelagato in situazioni ai limiti del paradossale per colpa di firme frettolose e superficiali. Ovviamente, nonostante nella maggior parte dei casi si tratti di situazioni esagerate ad arte per fini cinematografici, il concetto è chiaro: leggere con attenzione, molta attenzione, i vincoli che stiamo per assumerci, perché potrebbero ritorcersi contro di noi. È proprio questo che è accaduto con la più nota piattaforma di gaming al mondo. Stando a quanto riportato da SegmentNext, non sarebbe possibile lasciare in eredità la propria libreria Steam.

Libreria Steam: bastava leggere bene gli accordi

Dite la verità: quanti di voi hanno realmente mai letto per intero questa schermata?

Chiariamoci subito: quello di cui state per leggere non avrà alcuna conseguenza catastrofica. È più semplicemente una sorpresa, una fastidiosa sorpresa. A differenza di quanto sta facendo Facebook, che ha predisposto delle modalità per trasmettere le credenziali di accesso di un account ad un altro utente in caso di “evento morte“, Steam sembra pensarla diversamente. La nostra libreria Steam, in caso di nostra dipartita, non potrà essere trasmessa ereditariamente, neanche qualora dovessimo fare testamento. Nonostante la vostra libreria possa arrivare a comprendere anche centinaia di titoli, magari acquistati durante gli ultimi Saldi Steam, e quindi abbia un indubbio valore economico, non potrete disporne a vostro piacimento. Tutto ciò è stabilito dai termini e condizioni d’uso stabiliti dalla piattaforma Valve, che, ovviamente, quasi nessuno si sofferma a leggere.

Stando a quanto riportato in quelle righe scritte in maniera così minuta, leggiamo chiaramente che l’accordo stipulato tra noi e Steam è strettamente personale, e non fa sorgere alcun diritto o pretesa da trasmettere ad eventuali eredi.

“Il tuo account, nonché ogni informazione ad esso pertinente (informazioni del contatto, informazioni di fatturazione, cronologia dell’account, ecc.) è strettamente personale. L’utente non potrà vendere il proprio account o dare ad altri la possibilità di utilizzare il suo account, né potrà trasferirlo ad altri in alcun modo, a meno che non sia espressamente previsto da questo accordo, o qualora sia espressamente consentito da Valve.”

Molti di voi staranno pensando che, in fin dei conti, sarebbe sempre possibile lasciare le credenziali di accesso ai propri cari, dato che la sicurezza non è mai troppa. Ebbene, in questo caso potreste passarla liscia ed ottenere il risultato sperato. Tuttavia, qualora Steam dovesse accorgersi della “magagna”, potrebbe comunque chiudere l’account e tutelarsi legalmente. Non dimentichiamoci che siamo sempre in presenza di una violazione di un accordo.

Un cambiamento è necessario

Gabe, pensaci tu!

Va da sé che Valve non ha nessuna colpa in tutto questo, in quanto i diritti sui giochi in questione sono ovviamente in mano ai loro creatori. Proprio per questa ragione, Steam non è nient’altro che un intermediario tra produttori e consumatori. Qualora si desiderasse cambiare l’accordo in essere, bisognerebbe coinvolgere in primo luogo chi detiene il copyright sui videogiochi in questione. Proprio per queste ragioni vi diciamo che, a lume di naso, l’impresa sembra essere ardua.

Tuttavia un cambiamento è necessario. Perché voler lasciare in eredità dei giochi su cui, allo stato dei fatti, non si vanta neanche un diritto di proprietà potrebbe sembrare una pretesa infantile, ma è altrettanto vero che quei giochi sono costati denaro. È veramente una pretesa dell’altro mondo chiedere una tutela per chi abbia speso soldi duramente guadagnati per dei videogame?

Restate sintonizzati per ulteriori sviluppi sulla questione.

This post was published on 7 Ottobre 2017 19:05

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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