Nintendo vince la battaglia legale contro PC Box

La violazione del copyright e la pirateria sono sempre temi molto spinosi, tanto che si è arrivati di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito ad una questione che ha visto Nintendo denunciare il rivenditore italiano PC Box. Ecco com’è andata a finire e, a seguire, il commento dell’Aesvi alla sentenza.

nintendo-vince-battaglia-legale-pc-box

Vimercate, 16 Novembre 2015 –  Nintendo è lieta di annunciare la recente sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di un importatore e rivenditore locale (PC Box s.r.l.), per elusione di misure tecnologiche di protezione integrate nei sistemi Nintendo.

Il Tribunale aveva richiesto un parere alla Corte di giustizia dell’Unione europea in merito a due questioni inerenti l’interpretazione delle disposizioni della legge europea sul copyright, che consentono ai titolari legittimi di implementare misure di protezione al fine di tutelarsi da episodi di pirateria. L’esito del ricorso pregiudiziale presso la Corte di giustizia europea forniva ai tribunali dei singoli Stati membri un quadro di riferimento per determinare se tali misure di protezione fossero adeguate e quindi conformi alla legge. 

La sentenza emessa dal Tribunale in materia coincide quindi con la prima applicazione da parte di uno Stato membro delle norme di orientamento della Corte di giustizia UE. Il Tribunale ha disposto che l’utilizzo primario di dispositivi come game copier e mod chip, che permettono di aggirare le misure tecnologiche, è un’elusione delle misure di protezione con l’obiettivo di consentire la riproduzione di giochi pirata. Ha inoltre stabilito che le misure di sicurezza di Nintendo sono completamente adeguate e quindi tutelate dalla legge italiana sul copyright.

Nintendo è lieta che tale sentenza sia coerente con una lunga serie di precedenti giuridici stabiliti da tribunali nazionali di alcuni Stati membri, come Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. La sentenza è inoltre totalmente allineata a molteplici sentenze emesse dalla Corte di Cassazione italiana (sezione penale) a carico di rivenditori di dispositivi illegali per l’elusione di misure tecnologiche, così come a una recente sentenza della Corte di Appello di Firenze, che ha riconfermato una sentenza penale di primo grado a carico dei proprietari di PC Box.

Importare e rivendere dispositivi illegali per l’elusione di misure tecnologiche è illegale ai sensi della legge italiana e i rivenditori possono dover affrontare condanne penali, sanzioni e pesanti risarcimenti. Nintendo consiglia ai suoi clienti di “non sovvenzionare la pirateria acquistando o rivendendo tali dispositivi”.

Il commento dell’Aesvi:

Milano, 16 novembre 2015 – AESVI, l’Associazione di categoria che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, accoglie con soddisfazione la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di un importatore e rivenditore locale (PCBOX s.r.l.) di dispositivi che eludono le misure tecnologiche di protezione integrate nei sistemi Nintendo, violando i relativi diritti d’autore

La sentenza giunge al termine di un lungo iter giudiziario che ha visto il Tribunale di Milano chiedere un parere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea in merito a due questioni inerenti l’interpretazione delle disposizioni della legge europea sul diritto d’autore, che consentono ai titolari legittimi di implementare misure di protezione al fine di tutelarsi appunto da episodi di pirateria.

Il provvedimento emesso in materia dal Tribunale di Milano rappresenta la prima applicazione da parte di uno Stato membro delle norme di orientamento della Corte di giustizia dell’Unione europea, andando ad allinearsi con una serie di precedenti giuridici stabiliti da tribunali nazionali di alcuni Stati membri come Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito.

Inoltre la sentenza si rivela del tutto in linea rispetto a svariate sentenze emesse dalla sezione penale della Corte di Cassazione italiana a carico di rivenditori di dispositivi illegali creati per eludere tali misure di sicurezza anti-pirateria, così come a una recente sentenza della Corte di Appello di Firenze, che ha riconfermato una sentenza penale di primo grado a carico dei proprietari di PC Box.

AESVI esprime quindi il proprio apprezzamento per la sentenza emessa dal Tribunale di Milano. L’importazione e la vendita di dispositivi atti a eludere le misure di protezione tecnologica delle console sono un atto illecito e arrecano un enorme danno all’industria videoludica. La lotta a questo fenomeno è indispensabile al fine di favorire la legalità nel settore dei videogiochi.