Recensione a cura di Roberto Semprebene
Oreshika: Tainted Bloodlines è un gioco di ruolo di tipica scuola giapponese, che farà la felicità di quanti amano uno stile apparentemente un po’ retro, con combattimenti a turni, party di 4 personaggi e grandi dungeon da esplorare. Quell’ “apparentemente” che avete letto però, apre le porte di un mondo estremamente variegato e a suo modo innovativo, che arricchisce il gameplay altrimenti potenzialmente ripetitivo di Oreshika con una serie di features e accortezze davvero degne di nota. Nel descrivervi questo gioco, in tal senso, è più significativo concentrarsi su tali aspetti che non su una fase di esplorazione e combattimento che è piuttosto banale in termini di meccaniche, fatta salva la generazione casuale dei labirinti che renderà l’esperienza di ogni giocatore diversa da quella degli altri e amplierà, insieme ad altri aspetti del gioco, le potenzialità in termini di rigiocabilità.
Oreshika: Tainted Bloodlines ci mette a capo di un clan maledetto, i cui membri sono stati condannati ad una vita da adulti che può raggiungere al massimo i due anni. Questa punizione è stata inflitta in un passato remoto e, per redimersi, l’unica possibilità è che i membri del clan recuperino dei magici strumenti rubati da un demone per poi ucciderlo. Il clan è anche impossibilitato ad avere normali relazioni sessuali con altri esseri umani: l’unica possibilità di riprodursi è data dal rapporto con le divinità, presenti in grande numero nel gioco.
La cosa interessante di queste basi narrative è il fatto che, con un’aspettativa di vita così breve, tanto breve che nel corso del gioco viene effettivamente misurata in mesi, si assiste, o meglio, si opera un ricambio generazionale molto frequente, con la conseguenza che ci troveremo ad utilizzare sempre nuovi personaggi. In una costante evoluzione genealogica, gestiremo fino ad un massimo di 6 personaggi alla volta, 4 dei quali utilizzabili nel corso dei raid, cercando non solo di mantenerli in buona salute, ma anche di farli evolvere nel modo più opportuno a garantire che i successivi discendenti presentino caratteristiche superiori agli antenati.
Al gioco di ruolo standard si somma quindi un aspetto “manageriale” che implica non solo attenzione all’addestramento e alla salute, ma anche un divertente meccanismo di “accoppiamento” con una serie molto ampia di divinità legate a 4 diversi elementi naturali, che influenzerà pesantemente le specifiche abilità e caratteristiche dei nuovi personaggi. Oltre all’aspetto genetico, il gioco ci consente di scegliere all’inizio del gioco 3 fra 8 classi di personaggi (spadaccino, arciere, lanciere, danzatore, esperto di arti marziali, picchiere, fuciliere, combattente col martello); i membri del nostro clan potranno specializzarsi in una delle 3 classi selezionate, ma non sarà possibile, se non nel caso dell’ottenimento di particolari oggetti, ampliare il ventaglio alle rimanenti 5. Questo implica da una parte la necessità di prestare la giusta attenzione all’inizio del gioco rispetto al mix di classi che andremo a scegliere, dall’altra una continua fase decisionale rispetto alla specializzazione da assegnare ad ogni nuovo membro del clan, senza contare la possibilità di farlo allenare con un membro anziano.
La gestione del clan è associata alla gestione della città posta sotto il nostro controllo. Da questo deriva che potremo fare investimenti in negozi e templi; migliorare la qualità degli oggetti che potremo comprare e il grado di affinità con le divinità che ci garantiranno la progenie; far realizzare armi e oggetti speciali, in grado di evolvere con il loro possessore, che sarà possibile far ereditare ai nostri discendenti. Tutti questi aspetti aumentano ulteriormente il grado di profondità di un gioco che scopre sempre nuove carte mano a mano che si procede.
La potenziale complessità che si può desumere caratterizzi Oreshika: Tainted Bloodlines è mitigata, fino quasi all’annullamento, dalla possibilità di ricorrere ai servigi di una divina assistente, cui sarà possibile demandare praticamente qualsiasi aspetto della gestione del gioco, lasciandoci liberi, se vogliamo, di dedicarci esclusivamente alla parte più tradizionale del gioco. Il livello di interazione con l’assistente permette di prendere in mano quando si vuole la gestione, e di farlo a diversi livelli, dal totalmente autonomo, al co-gestito o al totalmente demandato.
Il fattore tempo, come detto, è un altro aspetto determinante di Oreshika: Tainted Bloodlines. I “turni” di gioco fuori dai dungeon si misurano in mesi, il singolo mese all’interno di un dungeon è scomposto in 8 sub-unità scandite dallo spegnimento di otto fiammelle in un orologio, finite le quali si potrà scegliere se spendere un altro mese nel labirinto o fare ritorno a casa.
Per i patiti di giochi di ruolo, Oreshika: Tainted Bloodlines è quasi un must: un prodotto più che completo ed estremamente vario pur essendo al contempo tradizionale in modo quasi eccessivo nella fase di esplorazione e combattimento. Il grado di coinvolgimento assicurato dalle tante piccole feature che contraddistinguono la gestione del clan, veramente ben realizzate, lo rende un’esperienza originale e divertente.
C’è un aspetto potenzialmente negativo sul quale dovete essere avvisati: preparatevi a rischiare un certo grado di frustrazione rispetto ai limiti temporali imposti nei dungeon. Essendo i labirinti piuttosto grandi e al contempo caratterizzati da un aspetto randomico per quanto riguarda il posizionamento di snodi cruciali per l’evoluzione della storia, vi potreste trovare a dover aspettare vari “mesi” prima di riuscire a tentare una seconda volta una quest non andata a buon fine… In parte questo fa parte del fascino del gioco, ma per alcuni potrebbe essere fastidioso.
Complessivamente si tratta di un gioco che vi terrà impegnati per un tempo variabile, ma potenzialmente molto alto. La grafica fumettosa in cel-shading e gli FMV in stile cartoon, insieme all’ambientazione nel giappone medioevale contribuiscono ad un feeling complessivo da manga, l’aspetto strategico e gestionale sono innovativi al punto giusto, pur nel rispetto della tradizionalità di fondo che contraddistingue il gioco. Un buon acquisto per la portatile di casa Sony, sopratutto al prezzo proposto di soli 19,99 euro.