Recensione testuale a cura di Giulia Ambrosini
L’universo di LittleBigPlanet è forse uno dei più ricchi e sostenuti dalla community di videogiocatori. La saga si è infatti sempre caratterizzata per la presenza di un particolare tool pensato per la creazione dei livelli che utilizza elementi e decorazioni raccolti nel corso dell’avventura principale. Giunto al terzo capitolo principale, LittlBigPlanet approda per la prima volta anche su PS4 con importanti novità ed un editor arricchito, rinunciando tuttavia ad una modalità storia consistente.
NUOVI ALLEATI E GADGETS PER SACKBOY
La prima novità proposta dal titolo consiste nella struttura dei mondi dell’Imagisfera che potremo esplorare nel corso dell’avventura. I livelli non sono più collegati fra loro in uno schema di avanzamento lineare, bensì assistiamo all’introduzione di tre hub principali, dove potremo accedere ai diversi livelli della storia e ad un certo numero di attività secondarie legate a personaggi che chiederanno il nostro aiuto in diverse occasioni. I tre hub sono legati ai nuovi personaggi introdotti in questo terzo capitolo: Oddsock, Toggle e Swoop, che sarà nostro compito liberare cercando delle particolari biglie nei livelli indicati. I nuovi alleati di Sackboy hanno rivelato fin da subito il loro grande potenziale e le importanti novità in termini di meccaniche. Oddsock è un cagnolino velocissimo capace di rimbalzare sulle pareti saltando da una direzione all’altra. La sua aggiunta ha permesso di ampliare le possibilità di movimento avvicinando il titolo ai platform più classici come Super Mario o il più recente Rayman, dove il doppio salto e la scivolata sono elementi estremamente funzionali. Toggle è un pupazzetto capace di mutare le proprie dimensioni e diventare più piccolo e leggero. Con il profilo standard Toggle può spostare oggetti pesanti e distruggere elementi fragili ma risulta particolarmente lento. Quando si rimpicciolisce invece può spiccare salti enormi e correre sulla superficie dell’acqua. La combinazione di due personaggi in uno ha permesso agli sviluppatori di creare livelli ad hoc dove il giocatore deve effettuare la trasformazione con un certo tempismo. Infine Swoop è un piccolo uccellino di pezza capace di librarsi in aria, sollevare in volo oggetti, e schivare agilmente gli ostacoli in picchiata. Una volta liberati questi personaggi nei tre hub, potremo continuare l’esplorazione sfruttando le loro abilità per raggiungere parti prima inaccessibili. Purtroppo in queste sequenze non potremo decidere autonomamente chi utilizzare, e saremo costretti dal gioco a cambiare personaggio per proseguire in un certo punto dello stage. L’esplorazione viene ampliata anche dai nuovi gadget, utilizzabili solo dal Sackboy, che vengono gestiti attraverso un menù circolare attivabile premendo il tasto Cerchio del Pad. Questi ultimi vanno sbloccati in maniera lineare nel corso dei livelli, e potranno poi essere utilizzati per raggiungere zone prima inaccessibili. Tra di essi abbiamo ad il Turbinator, che permette di respingere o attirare gli oggetti con due getti d’aria associati ai tasti L1 e R1, il Casco Rotella, con cui Sackboy potrà agganciarsi alle ringhiere metalliche sospese e gli Stivali Propulsori, che permettono di elevare ulteriormente il salto. I gadget si sono rivelati molto divertenti da utilizzare e aggiungono una buona dose di varietà al gameplay anche se il loro utilizzo è sempre mirato a livelli dedicati.
TUTTO QUI? E ORA?
Un aspetto che veramente ha deluso le nostre aspettative è la lunghezza della Modalità Storia e l’eccessiva linearità con cui viene gestita. Se da una parte infatti l’introduzione degli hub permette di affrontare i livelli senza un ordine preciso, dall’altra l’utilizzo dei nuovi personaggi e dei gadget è eccessivamente guidato e finisce per rendere queste aggiunte superflue. L’avventura, che inizia automaticamente all’avvio del gioco, tedia per diversi minuti il giocatore con il racconto di una storia per nulla avvincente e personaggi a dir poco irritanti. Trattandosi in sostanza di un platform, la componente narrativa non solo dovrebbe essere assolutamente accessoria, ma non dovrebbe costringere il giocatore a subire dialoghi interminabili prima di ogni livello. Come se non bastasse i caricamenti anche nell’edizione per PS4 sono frequentissimi ed eccessivamente lunghi diventando quindi frustranti per il giocatore che vorrebbe iniziare a divertirsi. La storia si compone di una quindicina di stage che ci hanno impegnati per poco più di 5 ore completando anche buona parte dei livelli secondari. Una storia quindi che si dilunga eccessivamente nella narrazione e propone pochi contenuti, che mantengono comunque una buona qualità con alcuni stage davvero suggestivi. Il vero fulcro dell’offerta consiste infatti nel tool per la creazione dei livelli, che è stato arricchito e perfezionato con la possibilità di gestire più livelli di profondità e moltissimi elementi aggiuntivi. Il giocatore potrà imparare a conoscerlo attraverso gli Enigmi Pop it, più immediati rispetto alle vecchie lezioni, ma sempre piuttosto complessi per un giocatore che non ha voglia di cimentarsi in questo tipo di attività e vorrebbe godersi dei contenuti di qualità sviluppati dalla software house. Sumo Digital ha infatti dimostrato di avere le carte per sviluppare stage complessi e ispirati, che rivelano in questa edizione anche un livello di difficoltà maggiore sicuramente apprezzabile. Per questo motivo chi è alla ricerca di un platform completo e longevo potrebbe rimanere seriamente deluso, e si troverà costretto a bazzicare tra i livelli della community per cercare altri stage carini da giocare.
NON COSI’ BRILLANTE SU PS4
Qualche delusione riguarda anche il comparto tecnico di LittleBigPlanet 3, che risulta sottotono rispetto alle possibilità hardware offerte. La pulizia d’immagine è migliore ma la mole poligonale non sembra aver subito cambiamenti, ed è possibile notare alcuni fastidiosi cali di framerate, qualche fenomeno di popup e alcuni bug che ci hanno fatto rizzare i capelli. In un particolare stage ad esempio, effettuando la trasformazione con Toggle, quest’ultimo spariva nella versione piccola rendendo assolutamente impossibile la conclusione dello stage. Frequenti errori si riscontrano anche nel caricamento dei costumi dei personaggi, per cui capita di vedere i personaggi vestiti in modo completamente differente rispetto alle nostre scelte. Rimane infine il difetto di una fisica sempre piuttosto approssimativa nei salti e nel peso degli elementi, una sensazione di galleggiamento quando si è in volo che rende meno precisa l’azione con tutte le conseguenze del caso. Il tentativo di riavvicinarsi a meccaniche più platform e meno dispersive comunque è sicuramente apprezzato, ma il livello di qualità generale a livello artistico risulta inferiore rispetto ai precedenti capitoli curati da Media Molecule.
CONCLUSIONE
LittleBigPlanet 3 si focalizza soprattutto sulla community offrendo al giocatore un editor incredibilmente ricco e la possibilità di rigiocare ai livelli delle precedenti edizioni. Trattandosi di un gioco venduto a prezzo pieno tuttavia ci aspettavamo una componente single player decisamente più ricca e longeva, e una maggiore cura nella realizzazione tecnica dei nuovi livelli. I nuovi personaggi e i gadget sono un’aggiunta assolutamente gradita così come la maggiore complessità generale, peccato quindi che Sumo Digital abbia deciso di lasciare ai giocatori l’onere di supportare queste interessanti novità.
This post was published on 25 Novembre 2014 17:10