Freedom Wars – Recensione

Recensione di Roberto Semprebene

Immaginate un futuro drammatico, in cui l’uomo ha sfruttato la Terra fino ai limiti della sopravvivenza… Incipit originale vero? Forse non molto, ma lo sviluppo di queste premesse abusate è quello che porta Freedom Wars ad essere un titolo interessante, merce rara per la bistrattata PS Vita. Nello specifico, Freedom Wars è un action rpg a missioni, in cui il protagonista è chiamato a guadagnarsi la propria libertà svolgendo una serie di missioni.



Dicevamo dunque che le risorse sul pianeta Terra sono ormai pochissime. La società si è articolata in modo tale da ridistribuire ciò che resta nel modo più efficiente possibile, strutturandosi in “panopticon”, delle “carceri-città-stato” a livelli, in cui si hanno tanti più diritti quanto più si è utili al benessere collettivo. L’ascendenza letteraria di questa strutturazione si riflette anche nelle meccaniche di gioco, là dove i diritti di cui sopra vengono acquisiti attraverso un sistema di retribuzione per missioni che vengono portate a termine dal cittadino peccatore. Queste missioni sono l’aspetto principale del gioco si distinguono grossomodo in tre tipologie: eliminazione degli avversari, salvataggio dei cittadini rapiti, conquista di risorse avversarie. Tali missioni si affrontano controllando direttamente il proprio personaggio e avendo la facoltà di dare ordini ai propri compagni – le missioni si affrontano infatti controllando generalmente delle squadre di “peccatori” accompagnati ognuno dal proprio droide di controllo, per un totale di almeno 6 personaggi.
L’approccio al gioco è piuttosto variegato, avendo facoltà sia di scegliere armi a contatto o a distanza che operando secondo ruoli difensivi, offensivi o di supporto, che si riflettono anche sul tipo di equipaggiamento, compreso il “rovo”, una sorta di frusta prensile le cui funzioni variano in base alla finalità che gli si vuole dare in fase di preparazione alla missione.



Alla fase di combattimento si alterna quella sociale all’interno del Panopticon, dove, previo il raggiungimento dei necessari diritti, acquisiti grazie ai risultati sul campo, potremo interagire con altri personaggi, acquisire materiali e armamenti, vivere delle sotto-quest, partecipare allo sviluppo delle capacità produttive della nostra società per, in ultimo, veder ridotta la nostra pena come elementi poco utili del panopticon, fino al raggiungimento della libertà. La caratterizzazione dei personaggi secondari con i quali ci relazioneremo è uno dei motivi che rende vario e interessante questo secondo aspetto del gioco, insieme a tutti gli aspetti gestionali che consentono di sfruttare le risorse acquisite sul campo per migliorare in ogni aspetto la nostra situazione, dal raggiungimento di un ranking più alto fra i detenuti, all’evoluzione del nostro equipaggiamento, caratterizzato da una varietà di armamenti customizzabili davvero notevole.
Quest’alternanza di situazioni e modalità di gioco è accompagnata da un comparto tecnico di buon livello, con un aspetto grafico buono anche se piuttosto ripetitivo in termini di ambientazioni sia all’esterno che all’interno del panopticon e delle musiche orecchiabili senza essere esaltanti.



Altro aspetto interessante è l’alto livello di interazione social potenziale offerto dal titolo: i panopticon in competizione sono infatti corrispondenti ad aree geografiche cui si sceglie di appartenere, così che le azioni del singolo contribuiscono alla graduatoria complessiva, ad esempio, del panopticon di Roma o di Rio de Janeiro – inutile dire che i panopticon in testa allo stato attuale sono quelli del Sol Levante. Anche le missioni possono essere affrontate in gruppo con i propri amici, rendendo l’esperienza molto più coinvolgente.
Nel complesso quindi, fatti salvi alcuni limiti in termini di ripetitività sia per quanto riguarda le meccaniche di gioco che le ambientazioni, Freedom Wars si rivela un titolo di pregio, che vale la pena considerare se si apprezzano gli action gdr, in particolare per l’originale interpretazione della componente narrativa e social.