L’idea di H1Z1 a quanto pare ha destato molta curiosità nel mondo dei videogiocatori. Ritrovarsi in un mondo abitato dagli zombie stuzzica la fantasia di molti, specialmente se dietro ci sono nomi importanti come Sony Computer Entertainment. Una cosa certa è però che ci vorrà ancora tanto per poterlo vedere all’opera. Al momento infatti, a parte ambientazione (USA), collocazione temporale (15 anni dopo la diffusione del virus di zombismo) e modalità di gameplay, per il resto gli sviluppatori sono molto incerti su tantissimi altri aspetti di H1Z1.
Uno di questi è senza dubbio quello del guadagno. Come realizzare un gioco che possa raggiungere milioni di persone senza spennarle, ma guadagnandoci qualcosa? L’idea dalla quale sono partiti gli sviluppatori, rivelata da John Smedley di Sony, è quella di rendere il gioco un free to play. Ma nonostante questo, non si pensa nemmeno ad introdurre delle microtransazioni che, si sa, non piacciono agli utenti. Inoltre le microtransazioni rischiano di rendere la vita troppo facile a chi può disporre di una carta di credito, snaturando il gioco. Per questo si pensa ad un altro metodo per battere cassa.
Per adesso un metodo è stato individuato nell’early access che dovrebbe permettere di accedere ai contenuti del gioco almeno con un mese di anticipo, pagando 19,99 dollari. Una volta uscito il gioco però, come fare soldi? A quanto pare a questa domanda dovrà rispondere il pubblico. Sony infatti ha intenzione di testare il livello di gradimento delle persone che accederanno all’early access e poi decidere di conseguenza se sia il caso di mettere le microtransazioni, se far pagare l’accesso di 20 dollari a tutti ma mettere tutti gli oggetti subito a disposizione, o se introdurre altre tipologie di pagamento.
Quello che Smedley rivela è che, anche ammesso che ci saranno le microtransazioni, saranno fatte in modo da non facilitare troppo la vita di chi le acquista, e così le speranze di sopravvivenza tra chi paga e chi no dovranno essere le stesse. Infine un altro aspetto molto dibattuto sarà la morte del proprio personaggio. Una cosa certa è che si riprenderà a giocare, in un altro punto della mappa, sempre con lo stesso personaggio. Incertezza c’è invece sul suo equipaggiamento. Ripartirà con le stesse armi oppure no? A questa domanda, per ora, non c’è ancora risposta. Infine, Smedley rivela che il gioco non sarà un “tutti contro tutti”. Anche se gli avversari umani saranno più pericolosi degli zombie, sarà possibile decidere di stringere alleanze, avviare baratti o altre forme di mutua assistenza, perché anche con l’Apocalisse l’unione continua a fare la forza.
This post was published on 11 Aprile 2014 12:33
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