Milano – Dopo aver vissuto le vicende più o meno vicine alla realtà storica della Seconda Guerra Mondiale nei primi due capitoli di Sniper Elite, i ragazzi di Rebellion dovevano necessariamente inventarsi qualcosa per non riproporre un terzo gioco che fosse troppo simile a se stesso. E a quanto pare ce l’hanno fatta. Abbiamo provato un codice molto provvisorio (all’incirca al 55-60% dello stato di lavorazione secondo i nostri contatti) negli studi milanesi di Halifax. Tale prova non si può dire che fosse una beta, tanto che viene definita pre-beta, e così ci siamo salutati con i distributori con la promessa di rivederci quando la versione beta, molto più vicina a quella definitiva, sarebbe stata pronta intorno alla metà di maggio. Prima di allora però ci hanno permesso di analizzare più da vicino, e di toccare con mano, il terzo capitolo di Sniper Elite 3 concedendoci oltre un’ora con in mano il joypad della PS4. Andiamo a vedere che impressione ci ha fatto.
It’s Time for Africa
Siamo partiti infatti direttamente dal terzo livello, senza aver fatto un tutorial e con un punto della storia già piuttosto avanzato. Pensavamo di venire bersagliati immediatamente dagli avversari e metterci un sacco per avere la meglio su di loro, invece il gioco ci ha impressionati piacevolmente per la facilità nei comandi. Dopo pochi minuti infatti si prende subito la piena padronanza del nostro protagonista, il mitico Karl Fairburne (sì, sempre lui), e il sistema di gameplay si adatta facilmente a tutti i nostri stili.
Dopo aver preso confidenza con i comandi infatti abbiamo provato tre modi differenti di approcciarci alla battaglia: quello stealth, quello all’arrembaggio, e quello misto. Inutile dire che l’arrembaggio, manovrando un cecchino, non un supereroe, funziona poco. Ma può anche servire in alcuni casi. Molto meglio la tattica dello stealth grazie alla possibilità di far fuori gli avversari con attacchi silenziosi, sia sorprendendoli alle spalle che con un attacco corpo a corpo se veniamo scoperti. Molto curato il dettaglio in questo caso, con l’intelligenza artificiale che risponde a dovere. Se per esempio spariamo un colpo, i nemici danno l’allarme. Se invece veniamo scoperti e un nemico urla, ma noi lo zittiamo subito uccidendolo silenziosamente, i suoi compagni si guarderanno intorno sospettosi, ma non molto allarmati. Funziona bene anche il metodo intermedio, ovvero cercare di fare fuori i nemici silenziosamente finché si può, ma poi non darsi troppo alla fuga quando si viene scoperti (consigliatissimo!), ma attaccarli grazie al fucile a corta gittata o alla pistola. Discreta anche l’intelligenza artificiale. Abbiamo provato un livello di difficoltà non altissimo, ma abbiamo notato alcuni comportamenti “umani” come ad esempio un nemico che, quando il compagno viene ferito, si nasconde, aspetta un po’ e poi corre a soccorrerlo, sempre guardandosi attorno. Un po’ meno bene quando non viene dato l’allarme nel momento in cui un nemico scopre un suo compagno morto, ma su questo gli sviluppatori ci stanno lavorando. Apprezzabili anche alcune “finezze” come il rischio di inciampare, facendosi anche piuttosto male, quando si scendono le scale correndo, o la reazione fisica perfetta dei nemici all’impatto con il proiettile.
Kill-cam 2.0
Una pecca del vecchio gioco era la linearità delle missioni. Si doveva andare per forza dal punto A al punto B secondo un percorso più o meno già deciso e così variavano soltanto i modi di uccidere gli avversari. In Sniper Elite 3 le mappe sono molto più grandi, circa cinque volte di più rispetto al passato, e soprattutto sono in open world, cioè si può viaggiare ovunque ci piaccia. Tornando al livello del nostro hands-on, avevamo tre postazioni da distruggere. Ci veniva data la possibilità di scegliere da quale postazione cominciare, in che direzione andare, quale metodo usare per distruggerla e come liberarci dei nemici. Oltre ai tre metodi sopra elencati, c’era anche la possibilità di distruggere la postazione piazzando una carica nel covo sotto terra, oppure sparare sull’esplosivo da un terrazzino distante alcune decine di metri. Questo era solo uno degli esempi, ma i metodi per raggiungere lo stesso scopo sono molteplici e sta al giocatore decidere quale preferisce.
Tra le novità che sono state aggiunte in questa versione, ma che ci sono state soltanto spiegate senza però provarle con mano, ci sono quella del crafting, cioè realizzare armi ed esplosivi unendo più oggetti; l’upgrade delle armi, le quali migliorano accumulando oggetti speciali e XP, ed il comparto multiplayer che prevede ben 5 modalità di gioco di cui tre cooperative, compresa quella che permette di ripetere l’intera campagna in single player con un compagno.