Sniper Elite 3 – Provato

Articolo a cura di Marco Mancini

Milano – Dopo aver vissuto le vicende più o meno vicine alla realtà storica della Seconda Guerra Mondiale nei primi due capitoli di Sniper Elite, i ragazzi di Rebellion dovevano necessariamente inventarsi qualcosa per non riproporre un terzo gioco che fosse troppo simile a se stesso. E a quanto pare ce l’hanno fatta. Abbiamo provato un codice molto provvisorio (all’incirca al 55-60% dello stato di lavorazione secondo i nostri contatti) negli studi milanesi di Halifax. Tale prova non si può dire che fosse una beta, tanto che viene definita pre-beta, e così ci siamo salutati con i distributori con la promessa di rivederci quando la versione beta, molto più vicina a quella definitiva, sarebbe stata pronta intorno alla metà di maggio. Prima di allora però ci hanno permesso di analizzare più da vicino, e di toccare con mano, il terzo capitolo di Sniper Elite 3 concedendoci oltre un’ora con in mano il joypad della PS4. Andiamo a vedere che impressione ci ha fatto.


It’s Time for Africa

 

Il primo dato che salta all’occhio è l’ambientazione. Non più la grigia Berlino, ma la bella e assolata Africa. Il titolo si colloca infatti temporalmente durante la Campagna d’Africa (1940-41) quando Germania e Italia cercarono di conquistare il Continente Nero, ed evidentemente qualche infiltrato Alleato non era d’accordo con questa scelta. Rispetto ai primi due capitoli dunque è un prequel. Vi risparmiamo i dettagli sulla trama per cui vi rimandiamo al nostro primo approfondimento, e passiamo direttamente ad analizzare la giocabilità.
Siamo partiti infatti direttamente dal terzo livello, senza aver fatto un tutorial e con un punto della storia già piuttosto avanzato. Pensavamo di venire bersagliati immediatamente dagli avversari e metterci un sacco per avere la meglio su di loro, invece il gioco ci ha impressionati piacevolmente per la facilità nei comandi. Dopo pochi minuti infatti si prende subito la piena padronanza del nostro protagonista, il mitico Karl Fairburne (sì, sempre lui), e il sistema di gameplay si adatta facilmente a tutti i nostri stili.

Dopo aver preso confidenza con i comandi infatti abbiamo provato tre modi differenti di approcciarci alla battaglia: quello stealth, quello all’arrembaggio, e quello misto. Inutile dire che l’arrembaggio, manovrando un cecchino, non un supereroe, funziona poco. Ma può anche servire in alcuni casi. Molto meglio la tattica dello stealth grazie alla possibilità di far fuori gli avversari con attacchi silenziosi, sia sorprendendoli alle spalle che con un attacco corpo a corpo se veniamo scoperti. Molto curato il dettaglio in questo caso, con l’intelligenza artificiale che risponde a dovere. Se per esempio spariamo un colpo, i nemici danno l’allarme. Se invece veniamo scoperti e un nemico urla, ma noi lo zittiamo subito uccidendolo silenziosamente, i suoi compagni si guarderanno intorno sospettosi, ma non molto allarmati. Funziona bene anche il metodo intermedio, ovvero cercare di fare fuori i nemici silenziosamente finché si può, ma poi non darsi troppo alla fuga quando si viene scoperti (consigliatissimo!), ma attaccarli grazie al fucile a corta gittata o alla pistola. Discreta anche l’intelligenza artificiale. Abbiamo provato un livello di difficoltà non altissimo, ma abbiamo notato alcuni comportamenti “umani” come ad esempio un nemico che, quando il compagno viene ferito, si nasconde, aspetta un po’ e poi corre a soccorrerlo, sempre guardandosi attorno. Un po’ meno bene quando non viene dato l’allarme nel momento in cui un nemico scopre un suo compagno morto, ma su questo gli sviluppatori ci stanno lavorando. Apprezzabili anche alcune “finezze” come il rischio di inciampare, facendosi anche piuttosto male, quando si scendono le scale correndo, o la reazione fisica perfetta dei nemici all’impatto con il proiettile.

Kill-cam 2.0
Il marchio di fabbrica di Sniper Elite non si smentisce, ovvero la kill-cam che avevamo già visto in V2. In questa nuova versione è stata migliorata, e va detto che l’impressione positiva è legata anche al fatto che abbiamo provato il gioco su una PS4. Resta da vedere quanta differenza ci sarà rispetto a V2 sulle old gen, ma anche per questo ci sarà tempo. Per chi non sapesse di cosa si tratta, la kill-cam è una telecamera speciale che si attiva quando riusciamo a colpire il nemico in un punto vitale. In pratica la visuale si sposta sul proiettile, effettua tutto il percorso dal fucile al corpo del nemico, e mostra, come in una vista a raggi-X, ossa, muscoli e organi interni che vengono spappolati dal proiettile. L’eccezionalità sta nel fatto che la balistica è rispettata al 100% perché non si vede semplicemente il proiettile che trapassa il cranio di un nemico, ma è anche in grado di colpirlo in più punti e prendere traiettorie differenti a seconda del punto e del modo in cui l’abbiamo colpito. La kill-cam riprende praticamente tutti gli organi vitali, dunque non solo la testa ma mostra anche i colpi al cuore, al polmone, pancreas, intestino, e persino nelle “parti basse”. Inoltre mette in mostra anche la fascia muscolare ed il flusso sanguigno, interessanti aggiunte rispetto alla vecchia versione. La novità di questa edizione è che la kill-cam viene estesa anche agli oggetti. Mentre in V2 abbiamo visto che solo in determinate missioni la kill-cam veniva utilizzata sui veicoli, adesso funziona praticamente sempre, non solo sui veicoli, ma anche su altri oggetti distruttibili come gli esplosivi.

Una pecca del vecchio gioco era la linearità delle missioni. Si doveva andare per forza dal punto A al punto B secondo un percorso più o meno già deciso e così variavano soltanto i modi di uccidere gli avversari. In Sniper Elite 3 le mappe sono molto più grandi, circa cinque volte di più rispetto al passato, e soprattutto sono in open world, cioè si può viaggiare ovunque ci piaccia. Tornando al livello del nostro hands-on, avevamo tre postazioni da distruggere. Ci veniva data la possibilità di scegliere da quale postazione cominciare, in che direzione andare, quale metodo usare per distruggerla e come liberarci dei nemici. Oltre ai tre metodi sopra elencati, c’era anche la possibilità di distruggere la postazione piazzando una carica nel covo sotto terra, oppure sparare sull’esplosivo da un terrazzino distante alcune decine di metri. Questo era solo uno degli esempi, ma i metodi per raggiungere lo stesso scopo sono molteplici e sta al giocatore decidere quale preferisce.

Tra le novità che sono state aggiunte in questa versione, ma che ci sono state soltanto spiegate senza però provarle con mano, ci sono quella del crafting, cioè realizzare armi ed esplosivi unendo più oggetti; l’upgrade delle armi, le quali migliorano accumulando oggetti speciali e XP, ed il comparto multiplayer che prevede ben 5 modalità di gioco di cui tre cooperative, compresa quella che permette di ripetere l’intera campagna in single player con un compagno.

Commento finale
Anche se i distributori hanno insistito sul fatto che questa versione appena provata fosse solo una pre-beta, a noi è sembrata già piuttosto completa. Sicuramente farà felici gli amanti degli sniper games (non basta correre e sparare, ma bisogna studiare la strategia migliore e soprattutto mantenere la calma), ma anche quelli che odiano i giochi che durano troppo poco. La durata stimata della campagna in single player è infatti di un minimo di 12 ore, il che significa che con un livello di difficoltà più elevato, e magari volendo scoprire tutti i modi più fantasiosi per sconfiggere gli avversari, la durata può essere portata persino a 24 ore! Attendiamo di vedere la versione quasi completa, libera da qualche normale problemino grafico di questa prova, e daremo un giudizio definitivo, ma già da ora possiamo dirci ottimisti.