Ricordate Demon’s Souls? L’opera di From Software del 2010, ideata da Hidetaka Miyazaki, seppe attirare l’attenzione di quei giocatori in cerca di difficili sfide, in un panorama videoludico fin troppo orientato al coccolare gli utenti. L’anno seguente vide la nascita di Dark Souls, seguito spiriturale di Demon’s, titolo che ne rispettava stile delle ambientazioni, meccaniche di gioco e, soprattutto un gameplay dalla difficoltà penalizzante. Dopo due anni abbondanti d’attesa, abbiamo finalmente tra le mani Dark Souls 2. From Software sarà riuscita a farci lanciare il gamepad contro la TV anche questa volta? Decisamente sì.
Una nuova, difficilissima avventura
In Dark Souls 2 muoviamo i primi passi, da buoni giocatori della serie, consapevoli di avere davanti una delle sfide più difficli del gaming attuale. Dopo una brevissima introduzione, passiamo alla fase di creazione del personaggio, che come da canoni della serie propone ben poche capigliature e fisicità, ma al contempo un approfondito sistema di editing dei volti, che consente di creare personaggi molto differenti. Scelta la classe iniziale tra i tipici archetipi del fantasy di stampo mediavale, e un oggetto speciale con il quale partire, ci si trova immediatamente a combattere nemici. Superato il tutorial, capire quale sia la prima area da esplorare è questione di istinto. Nulla spiega la via giusta, e sta al giocatore scoprire l’ordine migliore. Tra attacchi a sopresa e trappole sparse con frequenza disarmante, abbiamo accumulato nell’arco della nostra intera avventura qualcosa come 400 decessi. Per fortuna, anche in Dark Souls 2 essere battuti non si traduce in un game over definitivo, ma ci riconduce all’ultimo falò acceso, donandoci però l’aspetto di un non morto. Essere sconfitti più volte consecutivamente, mentre si è in forma di essere effimero, significa vedere l’indicatore della vita massima scendere costantemente, sino a dimezzarsi. Ecco quindi che tornare umani di tanto in tanto, grazie a delle apposite effigi della vita, si rivela fontamentale per ristabilire tale livello. Combattendo con intelligenza e tattica, che si sia scelto di essere maghi, guerrieri, chierici o altro, si ottengono anime ad ogni uccisione nemica, da spendere per aumentare di livello parlando con l’apposito personaggio a Majula, città che funge da hub centrale in questa nuova avventura. Le statistiche a disposizione sono numerose ed ugualmente importanti. Come in passato, una build bilanciata, che veda ben sviluppato l’attacco fisico con un buon supporto magico dalla distanza, si rivela quella più versantile ed utile ad entrare nelle meccaniche di gioco, mentre quelle più orientate al potenziamento massimo di specifiche arti, sono consigliate solamente a giocatori già esperti dei Souls, e che sappiano cosa aspettarsi da questo nuovo capitolo. In merito al bilanciamento delle classi, ci resta il dubbio che personalizzazioni orientate alla stregoneria finiscano per essere penalizzate nei primi momenti di gioco, ma fin troppo efficaci di altre ad altissimi livelli. Una sensazione, lo sottolineiamo, in quanto per potervelo confermare, dovremmo ripetere da capo l’intera avventura con differenti possibili build. Solo il tempo ci darà ragione, o meno. In ogni caso, affrontare con intelligenza i nemici presenti ed i numerosi boss non è imposto ad una sola classe, ma a qualsiasi tipo di eroe. Ecco quindi che affrontare i singoli nemici con estrema attenzione, sfruttando gli spazi e le trattole a proprio vantaggio, si rivela essenziale per superare le aree piú complicate, regalando al giocatore momenti memorabili da raccontare.
Tanti oggetti e novità, ma anche tanti graditi ritorni
La trama del gioco è assai misteriosa e di difficile comprensione. Noi ci siamo convinti di una nostra versione, che collegherebbe in qualche modo il nuovo mondo di gioco a quello del predecessore Dark Souls, ma non vogliamo rovinarvi il divertimento di chiarire da soli la situazione. Che il collegamento ci sia, in ogni caso, è fuori dubbio già dai primi minuti, osservando gli oggetti dell’inventario che è possibile ottenere giocando. Alcuni sono infatti graditi ritorni dal predecessore. Il vostro anello o spada preferita potrebbe quindi essere ancora presente nel gioco, e in generale le tipologie d’armi e protezioni che si possono ottenere coprono per intero l’offerta ludica precedente, andando da katane a spadoni giganti, da sciabole a fruste e molto altro. Novità non mancano, e sono identificabili nei singoli modelli di attrezature offensive e difensive, oltre che in anelli ed oggetti magici dalle funzionalità esclusive. Senza anticiparvi troppo, tra gli oggetti essenziali spiccano le Pietre Pharros, vere e proprie chiavi utili a sbloccare meccanismi e porte segrete, ma anche torce con le quali illuminare aree buie e spaventare esseri poco avvezzi alla presenza del fuoco. Non mancano pozioni curative, anti-veleno, e dagli effetti più disparanti, comprese polveri che potenziano temporaneamente gli attacchi infondendo alle armi poteri elementali. Le armi stesse sono nuovamente modificabili presso fabbri ai quali dare una mano per ottenere il loro aiuto, e ancora una volta, presso quelli più abili è possibile sfruttare la titanite raccolta per potenziale la propria compagna di viaggio preferita, arrivando a forgiarle con l’anima di un boss abbattuto per renderle ancora più forti e letali. Tutto molto simile al predecessore, quindi… ma a parte qualche nuovo oggetto cos’altro è cambiato?
Quindi, cosa cambia da quello prima? E’ più difficile o meno?
In Dark Souls 2, molti degli elementi ricordano effettivamente il capitolo precedente, tanto che nelle prime ore di gioco è persino lecito pensare di avere per le mani un’espansione più che un nuovo videogioco. Le differenze, però, ci sono eccome. Quella che noterete sin da subito è la possibilità di viaggiare automaticamente tra i vari faló accesi in giro per il mondo di gioco sin da subito, possibilità presente in Dark Souls solo nella parte finale dell’avventura. Non nascondiamo che la cosa non ci ha emozionati, in quanto ci ha dato la sensazione di rovinare l’esplorazione del primo capitolo. Questa evidente semplificazione si affianca ad un’altra importante modifica al gameplay, che vede scomparire del tutto specifici nemici presenti nei livelli, nel caso in cui si muoia troppo, o si tenti di fare del farming di anime, eliminandoli e resettando la loro posizione ad un falò. Anche questo elemento ci ha negativamente stupiti, in quanto abbiamo trovato molto limitata la possibilità di ottenere anime, ed eccessiva la facilitazione nel superare aree senza dover affrontare tutti gli ostacoli con le proprie forze. Anche dopo quasi 50 ore di giocato, tempo equivalente al necessario per completare l’intera campagna, ci resta il dubbio che questi due grandi cambiamenti siano effettivamente pregi o difetti della produzione, ma ci rendiamo comunque conto di quanto siano state scelte legate a doppio filo al bilanciamento della difficoltà. La nostra impressione è, infatti, che dal nemico più umile, al boss più terrificante, la difficoltà degli scontri sia stata ulteriormente aumentata. Lungo il nostro viaggio non sono mancati momenti nei quali abbiamo persino sentito necesità di ricominciare tutto da capo, convinti che la scelta della classe sbagliata, o il non ottimale sblocco delle singole abilità, ci avessero messo nelle mani una build con la quale fosse impossibile pensare di vincere. Insistendo nel provare più volte, ci siamo trovati senza effici della vita o oggetti curativi, e con metà barra dell’energia a disposizione, a combattere boss che ritenevamo fuori portata. Dopo dieci o più tentativi, ragazzi, quando ce l’abbiamo fatta abbiamo sbattuto la testa sul soffitto per quanto è stato vigoroso il salto di gioia, e abbiamo capito che Dark Souls 2 è sicuramente un titolo cattivo, infame, e che fa di tutto per far piangere e disperare, anche più del predecessore, ma che quando si merita la vittoria, è capace di premiare, in termini di reward in-game e di pura soddisfazione, come nessun altro in precedenza. In questo contesto, più punitivo che in passato, mentiremmo se non dicessimo che qualche nemico in meno sulla mappa, o la possibilità di teletrasportarci, non ci abbiano regalato qualche necessario momento di relax da uno stato di tensione costante.
Il misterioso mondo dei Souls
Se c’è qualcosa in cui sia Demons Souls che i suoi due successori spirituali sanno eccellere, è l’immergere il giocatore in mondi unici, pieni di segreti. Giocare a Dark Souls 2 è un continuo scoprire finezze nascoste. La sensazione è quella di vivere in un mondo in evoluzione, dove piccoli gesti aprono varchi verso nuove grandi aree. Questa forte sensazione viene amplificata dal ritorno delle meccaniche PvP già protagoniste in passato, che ancora una volta permettono di invadere mondi altrui, o di subire attacchi a sorpresa, dovendo difendere le proprie anime a spada tratta. In merito alla cooperativa, considerata da alcuni giocatori fin troppo limitata nel predecessore, giacché non offriva la possibilità di incontrarsi con amici online in partite coordinate, Dark Souls 2 fa un piccolo passo verso l’utenza, pur non snaturandosi, grazie ad un anello studiato ad-hoc per aumentare le possibilità di incontro tra giocatori che vogliano giocare insieme. Le meccaniche del PvP sono in ogni caso qualcosa che solo numerose ore di gameplay sapranno svelarci nei dettagli, pertanto ci riserviamo del tempo per valutare se non vi siano importanti sbilanciamenti che salteranno fuori solo nel lungo corso, sicuramente dopo che la comunità di videogiocatori avrà stabilito le immancabili meta-regole e luoghi di ritrovo.
Splendido game design, ma tecnicamente…
Dire che il comparto tecnico del titolo From Software sia di scarsa qualità sarebbe ingeneroso. Il level design è splendito, ogni area si collega alle adiacenti con trovate a dir poco geniali, e lo sbloccare via via i meccanismi che consentono di procedere regala grosse soddisfazioni. Le animazioni aiutano a rendere le aree più vive: dall’erba spostata dal vento ad alcuni elementi dello scenario, tutto risultano più credibile, cosi come sono migliorate le animazioni di protagonista, NPC e nemici, grazie all’utilizzo del motion-capture. Ottima come sempre la direzione artistica, che da vita a splendidi boss e a scenografice incantevoli, in grado di far apprezzare la maestosità dello scenario, mentre lascia più di un dubbio la modellazione poligonale e la presenza di textures in bassa risoluzione. L’intera serie non ha mai fatto della grafica un suo forte, ma in questo caso ci aspettavamo qualcosa di meglio, o quantomeno di non avere a che fare con i cali di framerade dei precedenti capitoli, che si verificano ancora anche solamente colpendo dei vasi in una stanza semivuota. Alcuni scenari arrivano ad essere semplici stanze quadrate, o persino quasi del tutto incomprensibili, e va bene che un po’ è voluto per rendere tutto misterioso ed inquetante, ma sono presenti zone del tutto mancanti di dettagli grafici. Davvero. Buono il comparto sonoro, che alterna musiche evocative a tanti, lunghissimi e necessari silenzi. L’eplorazione avviene perlopiù nella totale assenza di musiche, lasciandoci ascoltare i passi dell’eroe, i suoni ambientali, ed i rumori prodotti dalle creature attorno, mettendoci sull’attenti, e facendoci saltare dalla paura con una traccia audio che parte a sorpresa proprio mentre veniamo attaccati alle spalle. Se vi siete fatti l’idea che nessun gioco ormai possa più spaventarvi, giocate a Dark Souls 2, e poi ne riparliamo.
Conclusioni
Dark Souls 2 è degno del nome che porta. Un gioco maestoso, longevo, stupefacente. Tantissime finezze nel gameplay tengono impregnato il giocatore ben oltre le circa cinquanta ore di gioco necessarie per una primissima partita, portandolo ad esplorare ogni zona ben più di quanto strettamente necessario al completamento del gioco. Punitivo come, se non più, del precedessore, il nuovo titolo di From Software sa regalare soddisfazioni più forti che mai ad ogni nemico abbattuto, granzie a premi ancora più importanti. Non manca inoltre la possibilità di ricominciare la storia da capo, una volta completata, grazie al New Game + che alza ancora il livello di sfida. Peccato per il comparto tecnico, sempre in secondo piano per la serie, e che oggi deve confrontarsi con giocatori abituati ad alte risoluzioni e a dettagli cui Dark Souls 2 dà, volutamente o meno, ben poco peso.
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