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World of Warplanes – Recensione

Articolo a cura di Alessandro Arndt Mucchi
I bielorussi di Wargaming.net sono ormai una leggenda del nostro settore: le loro feste sono le più ambite, i loro stand i più ricchi di booth-babes, i loro giochi tra i più giocati ed il loro stile assolutamente unico. Dopo avere conquistato la dimensione orizzontale con World of Tanks, MMO free to play nel quale rivivere le atmosfere della seconda guerra mondiale a bordo dei carri armati più iconici dell’epoca, ecco che si passa al verticale con World of Warplanes, titolo che spicca ora il volo cercando di riprodurre il successo del fratellone terrestre. Noi l’abbiamo provato in questi giorni, per scoprire se si tratti di un altro successo annunciato, pronti a librarvi tra i cieli?
The easy way
Chiunque avesse giocato a World of Tanks sa che si tratta di una produzione tutt’altro che arcade. Certo, non è che siamo di fronte ad una simulazione in tutto e per tutto, ma le variabili tecniche da tenere presenti quando ci si lancia nella battaglia sono tante, e richiedono un approccio ragionato anziché no.
Ecco, World of Warplanes offre un gameplay sensibilmente diverso, decisamente più indirizzato verso l’arcade, pur senza scivolare nel semplicistico. Ci saranno dunque variabili da tenere da conto durante i combattimenti aerei (condizioni meteo, tipo di velivolo controllato, ecc.), ma il sistema di gioco ci è sembrato decisamente più permissivo di quello del predecessore, nel quale solo lo sporgersi da dietro una copertura poteva portare al game over, vuoi anche per il sistema di controllo a base di mouse di questo secondo capitolo che di fatto esclude un approccio completamente tattico.
Diverso anche l’approccio alla componente free to play del titolo, ora decisamente più bilanciata che nel precedente capitolo nel quale il pay to win era talvolta dietro l’angolo, e limitata all’acquisto di pacchetti per il fast-levelling o per l’accumulo rapido di risorse. Con dette risorse, poi, potremo andare a scalare i vari tech-tree presenti nelle aviazioni dei paesi disponibili in gioco (USA, Giappone, URSS, Germania e Inghilterra) per sbloccare via via nuovi aerei, partendo dagli anni trenta ed arrivando fin quasi ai giorni nostri, nuovi potenziamenti ed oggetti consumabili, ed anche prototipi di velivoli mai prodotti su larga scala, ma ricostruiti minuziosamente dagli ingegneri di Wargaming.net.
Questa progressione detta anche il ritmo degli scontri, ritmo ovviamente dipendende dalle capacità tecniche dei velivoli delle varie epoche, scontri che infatti partono più lenti e diventano via via più rapidi e concitati. Ricordiamo, poi, che il team bielorusso ha avuto la saggia pensata di collegare in un unico account le varie utenze dei suoi prodotti, permettendo così il passaggio di risorse e, di fatto, premiando chi avesse già speso tanto tempo su World of Tanks.
In cielo
Il fatto che sia disponibile una sola modalità di gioco potrebbe lasciare perplessi, ed in effetti un po’ si sente la necessità di alternative al classico team deathmatch, anche se va detto che le partite possono assumere diverse sembianze a seconda della composizione delle squadre e, soprattutto, della capacità di cooperare dei giocatori coinvolti, ferma restando la presenza di alcuni obiettivi secondari capaci di rinfrescare l’esperienza di gioco. Detto questo è vero che la maggior parte del tempo la si passa a bordo di velivoli rapidi e veloci capaci di posizionarsi sulle 6 degli avversari, e di fare incetta dei più lenti bombardieri, con sconti che quindi prendono un ritmo ben diverso da quello lento e ragionato di World of Tanks.
La velocità dell’azione, comunque, non impedisce di apprezzare l’ottimo lavoro svolto in fase di realizzazione degli aerei, decisamente curati in ogni loro più piccolo particolare, e che fanno bella mostra di se nelle dieci mappe al momento disponibili, mappe realizzate così da rappresentare un mix eterogeneo di diverse ambientazioni. Sul fronte dei terreni di gioco, però, segnaliamo un livello qualitativo sensibilmente inferiore a quello dei velivoli, anche se difficilmente ci si farà troppo caso visto che la maggior parte del tempo si è impegnati a sfrecciare veloci a centinaia di metri dal suolo.
Commento finale
World of Warplanes si presenta come un titolo sensibilmente diverso dal primo episodio della serie Wargaming: è vero che i punti di contatto non mancano, e che l’architettura su cui si fondano le due esperienze ha molto in comune, ma questo capitolo tra i cieli sceglie un approccio più arcade ed accessibile con il chiaro intento di conquistare più utenti possibile. Chi fosse alla ricerca di una minuziosa simulazione potrebbe rimanere deluso, ma tutti gli altri troveranno in World of Warplanes un arcade divertente ed immediato, con componenti a pagamento bilanciate ed una vita futura di sicuri successi.

This post was published on 20 Novembre 2013 11:52

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