Dobbiamo dirlo. Anche quest’anno sparare addosso ad una intelligenza artificiale non del tutto prestante non ci ha soddisfatto pienamente, nonostante gli indiscutibili pregi della produzione che abbiamo recensito qui. Non è comunque una novità che in Battlefield, così come nel suo più acerrimo concorrente sul piano delle vendite, ciò che conta è la componentistica multiplayer, che abbiamo deciso di analizzare separatamente. Andiamo a vedere l’offerta multigiocatore della produzione DICE.
Modalità e gameplay
Particolarmente interessante s’è rivelata essere la modalità Annientamento. Scopo della sfida è innanzitutto ottenere una bomba, contesa tra le due squadre, per poi piazzarla su obiettivi nemici. A caratterizzare ulteriormente le partite sono un team ridotto a cinque componenti, e la presenza di mappe ridotte in termini di dimensioni, scelte fatte nell’ottica di dar vita a sfide meno durature rispetto a quelle che contraddistinguono il brand Battlefield, anche nell’ottica di tornei e eSports.
Non manca la canonica modalità Team Deathmatch, a Squadre e Squadroni, la cui differenza principale risiede nella presenza di quattro squadre nel primo caso, e da due grossi squadroni nel secondo.
Ultima tra le novità dell’edizione, è la modalità Comandante, accessibile solo al raggiungimento del decimo grado, abbastanza per aver appreso il gameplay base del gioco ed essere entrati nelle sue meccaniche. Nei panni del comandante, il giocatore ha una visuale tattica sull’intera mappa di gioco, ed osserva lo spostamento delle unità che si contrastano per la vittoria. Grazie ad un apposito riquadro presente su schermo, è possibile non solo seguire l’azione dal punto di vista dei team leader, ma anche osservare inquadrature tattiche utili a farsi un migliore quadro della situazione della battaglia a terra e in volo. Una modalità originale, graficamente coinvolgente, che funge da valida variante al tema classico.
Sul versante gameplay non è cambiato molto dalla formula già solida dei predecessori. Il ritmo di gioco resta perlopiù invariato, quindi più lento e ragionato di quello del principale concorrente, ma allo stesso tempo immediato e non estremamente simulativo. Resta ancora necessario valutare con attenzione i colpi sparati dalla distanza, dato che la fisica, ancora una volta, incide sui proiettili creando parabole discendenti e influenzate dal vento, pertanto resta fondamentale variare la mira in quest’ottica. L’ottimo comparto tecnico consente in ogni caso di vedere abbastanza facilmente la traiettoria presa dei colpi sparati, consentendo di adeguare la mira in quest’ottica. Novità dell’edizione è, invece, la possibilità di rispondere all’attacco di coltello subito da un soldato avversario, tramite un breve quick time event. Apparentemente un’aspetto secondario, ma che riteniamo invece di grande importanza. Grazie a questa introduzione, infatti, gli attacchi coltello alla mano portati frontalmente risulteranno più rischiosi da effettuare, consci del fatto che l’avversario possa abbastanza agevolmente contrattaccare e ottenere una kill piuttosto che subirla, il che a lungo termine dovrebbe ridurre il numero di giocatori disposti a poco realistiche azioni Kamikaze. Discorso diverso nel caso si riesca ad avvicinarsi ad un nemico alle spalle, nel qual caso l’uccisione avviene senza possibilità di difesa, ma in ogni caso con un tempo di animazione che espone a fuoco di eventuali compagni del malcapitato.
Da segnalare che il comparto multigiocatore di Battlefiled è in grado di supportare sino 64 giocatori nel caso di PC, Xbox One e PlayStation 4 nelle modalità che lo consentano, mentre su Xbox 360 o PlayStation 3 il numero massimo si conferma 32.
Armi da fuoco, classi e mezzi più disparati
La fanteria d’Assalto ha la migliore scelta sul versante granate ed esplosivi, oltre che essere l’unica ad avere a disposizione il kit medico. Il Supporto ha a disposizione sacche di munizioni, ma anche una maggiore possibilità di scelta per quanto riguarda attrezzi difensivi quali unità di intercettazione di missili nemici e mine per tutelare l’area d’azione. Il Geniere può contare su kit di riparazione dei mezzi, e su armi pesanti quali lanciamissili e lanciarazzi, mentre lo Scout su tutta una serie di gingilli tecnologici, tra i quali segnalatori laser, MAV e sensori cinetici, utili a difendere la propria posizione di tiro.
A disposizione dei soldati in battaglia, sono disponibili ben 28 armi condivise tra le differenti classi, oltre che nove specifiche per ogni categoria, con l’aggiunta di altre tre nel caso dell’Assalto. Non manca l’apprezzatissima possibilità di modificare le armi sul versante estetico, con verniciature di vario genere e colorazione, ma anche su quello funzionale. Dall’ottica avanzata al silenziatore, tutti i canonici accessori apprezzati nelle precedenti incarnazioni di Battlefield, o visti in altri titoli, sono a disposizione del giocatore amante della personalizzazione.
Buona anche la quantità e varietà di mezzi: carri armati, VTC, Caccia Stealth e d’attacco, Trasporti, Elicotteri Scout e d’attacco, contraerea mobile e imbarcazioni di vario genere, sono le possibilità offerte per coprire l’enorme chilometraggio delle mappe. Come per le armi, anche in questo caso vi sono elementi di personalizzazione dei mezzi, sebbene evidentemente ridotti, che vanno dalla tinta ad armi primarie e secondarie differenti, passando per i sistemi di contromisura, fino al potenziamento di peculiarità specifiche quali la copertura stealth per i caccia o corazze migliorate per i carri. Sebbene sotto l’aspetto dell’utilizzo dei mezzi aerei è percepibile una facilitazione nei controlli rispetto all’edizione precedente, in generale i mezzi non si dimostrano del tutto credibili in termini di realismo, rimanendo ancora piuttosto legnosi da guidare e poco avvezzi al rispetto della fisica. In ogni caso la loro presenza resta un plus divertente, ben integrato nelle meccaniche di gameplay.