Joe Dever’s Lone Wolf – Provato

Articolo a cura di Alessandro Arndt Mucchi

Milano – Il progresso dell’intrattenimento passa anche dai videogiochi, non solo dal punto di vista di spettacolarità tecnica, ma anche per la capacità del nostro passatempo preferito di reinventarsi in continuazione offrendo nuove forme di interazione, o affinando quelle vecchie. Il caso di Joe Dever’s Lone Wolf, titolo iOS e Android sviluppato dall’italianissima Forge Reply è emblematico in tal senso: prendere i librigame, ormai materia per i soli appassionati, e tradurli in videogioco senza snaturarne l’essenza. Le opere di Joe Dever, così, entrano nell’interattività digitale, e noi di Games.it abbiamo potuto mettere le mani su una build quasi definitiva del titolo.
Un universo solido
Acquisita la licenza per Lone Wolf, Lupo Solitario nell’edizione italiana dei librigame, i ragazzi di Forge Reply si sono trovati  davanti il primo dubbio: sviluppare una storia completamente nuova, oppure fare un reboot digitale del materiale già esistente? Grazie all’aiuto di Joe Dever, personalmente coinvolto nella produzione fin dai primi istanti, si è optato per una storia inedita, scritta proprio dall’autore britannico, che va a collocarsi tra gli eventi narrati nel terzo e quarto libro della saga originale. Avremo dunque un Lupo Solitario già capace di combattere, ma non ancora quel personaggio quasi imbattibile degli ultimi episodi, una scelta che permette di creare un gameplay avvincente senza sbilanciarlo in nessuna direzione.
Un ibrido vincente
Ma andiamo subito a spiegare la struttura ludica (e narrativa) di questa produzione, esaminando l’approccio utilizzato da Forge Reply: il gioco è fondamentalmente diviso in tre parti, tutte intrecciate tra loro e quasi senza soluzione di continuità. C’è il libro, con il testo che appare sulle pagine virtuali, c’è la gestione di poteri, inventario, e codex, e ci sono i combattimenti. All’inizio dell’avventura ci verrà chiesto di prendere delle semplici scelte per individuare quali poteri avrà il nostro avatar, scelte che influenzeranno poi sia il gameplay che lo scorrere degli eventi: optiamo per un’ascia o per la spada? Siamo silenziosi o puntiamo sulla forza bruta? Scelte abbastanza canoniche per il mondo dei giochi di ruolo, proposte semplicemente, ma dalle conseguenze complesse una volta avviata l’avventura.
Avventura dunque, partiamo infatti a leggere e dopo poche pagine ecco che si presenta la prima scelta da compiere: aggiriamo un grosso cumulo di neve che blocca la strada col rischio di fare brutti incontri? Lo scaliamo tramite un QTE ? Utilizziamo uno dei nostri poteri magici consumando Kai prezioso? Ovviamente si tratta di un primo rudimentale approccio, ma è chiaro che più si avanza e più le scelte saranno fondamentali.
3,2,1, fight!
Altra parte fondamentale di Lone Wolf è il combattimento: quando si incontrano dei nemici (magari a seguito di una scelta, o semplicemente per necessità narrative) l’azione si trasforma, e dalle pagine scritte si passa ad arene tridimensionali animate dai classici turni. Durante il nostro potremo scegliere se attaccare, con che attacco farlo, che potere Kai usare, se curarci o se metterci in posizione difensiva, così come gli avversari avranno più o meno lo stesso bacino di scelte da cui pescare. L’intelligenza dei nemici è parsa piuttosto buona fin dal primo incontro, l’idea è che più avanti sia fondamentale un approccio tattico agli scontri per avere la meglio, oltre che la necessaria abilità nel imbroccare tutti i QTE che vengono proposti a schermo per schivate in tempo reale ed attacchi extra.
Arte di alto livello
Rinnovare un marchio come quello di Lone Wolf non è facile, si tratta di un brand assopito da anni, legato a canoni estetici di un passato troppo vicino per essere già affascinante. Proprio per questo gli artisti di Forge Reply si sono impegnati, col benestare di Joe Dever, in un nuovo approccio a Lupo Solitario, caratterizzandolo con atmosfere dark fantasy e producendo un’interfaccia ludica di grande qualità. Il libro su cui leggeremo, i menù a scelta multipla, l’inventario, e gli artwork animati, infatti, godono tutti di un’ottima realizzazione, risultando puramente piacevoli alla vista e contribuendo a creare l’atmosfera giusta. Discorso analogo va fatto anche per le arene di combattimento composte da un buon numero di poligoni e di elementi animati, pure troppi forse, visto che il frame rate non sempre è rimasto fluido nelle situazioni più concitate. L’impressione, infatti, è che il titolo Forge Reply sia particolarmente esigente dal punto di vista tecnico, e che sia necessario un device recente per goderne appieno. 
Commento finale
Joe Dever’s Lone Wolf è una produzione di alto livello, sia sul fronte artistico tecnico, che su quello dell’offerta ludica che pare interessante e ben strutturata fin dai primissimi momenti di gioco. Certo, sarà necessario affrontare le circa 3 ore necessarie per terminare il primo atto (su un totale di quattro, in arrivo dall’anno prossimo) per dare un giudizio definitivo, ma le impressioni che ci ha lasciato la nostra visita negli studi milanesi è senza dubbio positiva, vuoi per l’effettiva bontà del prodotto, vuoi per il coinvolgimento ad ogni livello di Joe Dever che ne garantisce la fedeltà alla serie.