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Valve non darà più in automatico le Steam Key agli sviluppatori

Sappiamo tutti quanto grande sia il bacino di utenza di Steam. La piattaforma creata da Valve può vantare dei numeri enormi, che sembrano crescere sempre più col passare del tempo. Se a tutto questo aggiungiamo i Saldi Steam, dove è possibile acquistare giochi spesso a prezzi stracciati, ci accorgiamo di quanto la creatura di Gabe Newell sia diventata un punto di riferimento per l’utenza PC. Proprio per rafforzare questa posizione, Valve ha deciso di non concedere più automaticamente le Steam Key richieste dagli sviluppatori per i proprio giochi.

La scelta sembra essere, a prima vista, draconiana, ma si basa su delle solide motivazioni: evitare la vendita delle codici al di fuori della piattaforma.

L’assegnazione delle Steam Key ai devs si baserà su criteri diversi

Ecco il post incrimninato.

 

A molti sarà capitato di vedere che, al di là di Steam, anche altre piattaforme hanno giochi digitali in offerta. Acquistando questi giochi, a prezzi spesso ancora più bassi rispetto a quelli offerti dalla piattaforma Valve, ci viene fornita una Steam Key, in modo da riscattare il gioco e aggiungerlo alla propria libreria. Va da sé che la provenienza del codice non è sempre chiara. Tutto questo, ovviamente, è conveniente per il consumatore finale, ovvero il giocatore, ma spesso molto meno per Steam. Proprio per evitare il dilagare di questo fenomeno, non sempre legale, Valve ha deciso di non concedere più automaticamente il numero di chiavi richieste agli sviluppatori che vendono giochi su Steam.

La conferma di tutto questo è visibile sulla board riservata agli sviluppatori. In un post scritto da Sean Jenkin, un funzionario di Valve addetto al supporto degli sviluppatori, viene diffusa la nuova politica aziendale del colosso statunitense. Lo screen del post è stato diffuso da Sergey Galyonkin.

Tuttavia, quella di Valve non è da considerarsi una chiusura totale alle richieste degli sviluppatori. L’azienda darà uno sguardo più approfondito alle vendite del gioco in questione su Steam e ad altri fattori, e sulla base di questi dati deciderà il numero di Steam Key da concedere al developer. Lo scopo è quello di evitare di concedere un numero di codici eccessivo, che non rispetti le performance di vendita del gioco sulla piattaforma online. Ad esempio, il team di sviluppo di un gioco che vende poche migliaia di copie su Steam, non può richiedere 500.000 codici.

Evitare la vendita delle Steam Key al di fuori di Steam

Niente più regali agli sviluppatori.

È proprio questo quello che Valve vuole evitare. Molto spesso, infatti, gli sviluppatori chiedono un numero sproporzionato di Steam Key per poi rivenderle a siti esterni, che le venderanno in bundle. Il tutto, ovviamente, a prezzi bassissimi, ancora più bassi di quelli offerti da Steam. Quali sono le conseguenze di tutto questo? Semplicemente, la piattaforma Valve sopporta i costi della larghezza di banda e altre spese, senza però potersi rivalere completamente sulle vendite.

Per coloro che non avessero familiarità con quello di cui stiamo parlando, ogni sviluppatore con accesso a Steamworks – l’API di Steam – può generare, per i propri giochi, un numero pressoché infinito di Steam Key. Alcune di queste key sono destinate alla stampa, o ad amici, ma molto più spesso questi codici sono destinati a siti esterni. Vi siete mai chiesti quale sia natura dei bundle con cui acquistate tre o quattro giochi indie al prezzo di uno? Bene, ora avete la risposta. Ovviamente, Steam non ha alcun guadagno da tutto ciò, e questo, va da sé, è un problema non da poco per l’azienda.

Lo scopo è quello di evitare che Steam venga usata come una vetrina per giochi di bassa qualità, facendo però contemporaneamente fuoriuscire centinaia di migliaia di Steam Key, vendute poi a prezzi ridicoli. Come sempre accade, questo provvedimento di Valve potrebbe avere conseguenze anche su developer onesti e genuini, ma che hanno guadagni così bassi da potersi basare solo sulle vendite bundle per sopravvivere. Se questa decisione dovesse trasformarsi in realtà, l’unica opzione rimasta per questi sviluppatori sarebbe quella di abbassare il prezzo dei loro giochi su Steam, riducendo, però, i loro guadagni in maniera considerevole.

Restate sintonizzati per ulteriori news in merito.

This post was published on 18 Agosto 2017 15:48

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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