Quello di Bureau: XCOM Declassified è uno degli sviluppi più travagliati per un videogioco che si siano visti negli ultimi anni. Presentato per la prima volta nel giugno 2010 come uno sparatutto per PC e Xbox 360 in lavorazione dal 2006, è stato continuamente rinviato e spesso finito nel silenzio più totale. Prima la conferma del debutto anche su PlayStation 3, poi la notizia del totale stravolgimento del gioco: dalla visuale in soggettiva si è passati alla terza persona in stile Gears of War, ma con una forte attenzione agli elementi tattici come ben si concede alla storia della serie XCOM tale da renderlo un prodotto dalla filosofia diversa rispetto i canonici congeneri. Abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani su un codice preview prima del lancio previsto per il 23 agosto, e, nonostante tutto, sembra che le idee, lo stile e l’ambientazione abbiano superato anche le complicazioni più pesanti nello sviluppo.
The Bureau: XCOM Declassified è ambientato all’inizio degli anni ’60 nel pieno accrescimento della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. The Bureau è un programma difensivo a cui stanno lavorando gli Stati Uniti per rispondere a una eventuale invasione del paese da parte dei sovietici, ma la progettazione si rivelerà utile quando, a sorpresa, una misteriosa razza aliena proveniente da un altro pianeta attaccherà la terra mettendo subito in ginocchio la superpotenza statunitense. Nei panni dell’agente speciale William Carter, il giocatore è incaricato di investigare per scoprire come utilizzare l’avveniristica tecnologia aliena a favore del proprio paese per sconfiggere il nemico.
La storia viene narrata attraverso classiche cut-scene di stampo cinematografico, anche se il racconto prosegue in-game con dialoghi in stile Mass Effect che permettono al giocatore di selezionare la risposta che preferisce costruendo di conseguenza dei rapporti personali ben precisi con i personaggi non giocanti. Ma aldilà del funzionamento del sistema di dialoghi che in realtà non ci è parso poi troppo profondo, è interessante come lo sviluppatore sia in grado di mettere sul piatto con dovuta attenzione alcuni elementi culturali caratteristici delle tensioni degli anni ’60. Si gioca naturalmente dalla parte degli americani e si nota quasi in ogni situazione il sentimento di odio e al contempo timore nei confronti dell’Unione Sovietica. Lo studio promette di trattare inoltre con attenzione anche argomenti delicati come l’omosessualità e le visioni politiche personali, che all’epoca suscitavano ovviamente più scalpore che ai giorni nostri.
Ma punto centrale che ci ha soddisfatto maggiormente in questa appassionante prova di XCOM Declassified riguarda ovviamente il gameplay. Ritrasformato rispetto le primissime versioni, il “nuovo” XCOM è solo all’apparenza un normale sparatutto in terza persona con le canoniche coperture rese uno standard dal primo Gears of War. Proseguendo nella storia si scopre in realtà una struttura di gioco molto più complessa, profonda e soprattutto soddisfacente. Non è più solo un normale TPS, ma aggiunge tanti elementi tattici, ai quali se ne sommano altri tratti direttamente dal sistema regolare di un gioco di ruolo. Il risultato è un videogioco che richiede più dedizione di quanto possa sembrare all’inizio per essere assaporato del tutto, quasi come fosse uno strategico.
Approcciarsi alle battaglie alla vecchia maniera, ovvero caricando a testa bassa scaricando colpi a destra e a manca, non solo è sconsigliato in XCOM Declassified ma è addirittura direttamente scoraggiato dalla struttura messa in piedi dallo sviluppatore. Bastano pochi colpi per mandare a terra il giocatore, cosa che lo costringe a studiare tattiche ben precise con i propri commilitoni per sopravvivere anche a piccole battaglie improvvisate. Il tutto funziona grazie un comodo sistema di gestione dei compagni di squadra (massimo due per volta) che permette di selezionare i movimenti da fare e le azioni da compiere non appena iniziato lo scontro con i propri avversari. Ogni protagonista è inoltre dotato di abilità specifiche che lo rendono una risorsa utile sul campo di battaglia in situazioni diverse, dunque sta al giocatore scegliere attentamente i giusti elementi per il tipo di missione a cui si sta preparando.
Abilità che si alimentano grazie a un ideale sistema di raccolta di punti esperienza che vengono guadagnati al termine di ogni missione. È un elemento da non sottovalutare, soprattutto per i compagni di squadra. Nel caso del protagonista, la gestione della abilità prosegue senza intoppi. Ma nel caso uno dei commilitoni scelti in battaglia dovesse perdere la vita durante lo scontro sarebbe una grave perdita, soprattutto per non avere più a disposizione quelle capacità che lo rendevano utile e produttivo sul campo di combattimento. Si comprende quindi che la gestione dei commilitoni è quasi la prima cosa a cui pensare in missione, perché sarebbe dura, durissima cercare di affrontare il resto dell’incarico con un solo compagno di squadra o addirittura direttamente da soli.
Pregio del gioco che in certi casi diventa un difetto. I compagni d’armi sono spesso fin troppo dipendenti dalle decisioni del giocatore e sembrano non riuscire a prendere una scelta sensata autonomamente. Nelle situazioni più caotiche diventa un problema, poiché non solo si è costretti a difendersi naturalmente dai colpi nemici, ma bisogna anche pensare che chi accompagna non faccia una brutta fine. Un sistema di intelligenza artificiale fin troppo basilare che si spera verrà corretto nella versione finale del prodotto.
A completare il quadro c’è poi la classica gestione di armi ed equipaggiamenti vari che consentono al giocatore di plasmare l’alter-ego secondo le proprie preferenze e stile di gioco. Anche in questo caso è un sistema che si rivelerà utile nelle fasi avanzate dell’avventura, quando bisognerà studiare con attenzione anche le armi ed altri eventuali oggetti da portare con sé prima di accettare un incarico.
Nonostante non si tratti di un codice completo, The Bureau: XCOM Declassified ci ha convinto anche dal punto di vista tecnico. Provato su PC, l’aspetto grafico del gioco è davvero egregio e sorprende soprattutto per un utilizzo sapiente di effetti speciali che regala momenti molto spettacolari, anche se in questi casi bisogna forse lavorare ancora un po’ sull’ottimizzazione. Bene anche l’aspetto sonoro, con una colonna sonora parsa soddisfacente, effetti ben selezionati e un doppiaggio in italiano convincente almeno per i personaggi principali, un po’ meno per qualche figura di secondo piano.
Commento Finale
Il primo incontro con gli alieni di The Bureau: XCOM Declassified ci ha decisamente soddisfatto. Nonostante si tratti superficialmente di uno sparatutto in terza persona, nelle viscere nasconde un sistema ben più elaborato che per certi versi ricorda persino gli strategici che hanno fatto la storia di questa saga. C’è da lavorare su aspetti come ottimizzazione, IA amica e naturalmente capire se la campagna prosegue sui buoni ritmi visti in questa prima parte. In quel caso, ci troveremmo di fronte a una delle ultime belle sorprese di questa generazione nonostante lo sviluppo-caos che macchia questa produzione.
This post was published on 18 Luglio 2013 1:05