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Gnomageddon cancellato: Sony depenna la sua esclusiva

Nella giornata di oggi, dobbiamo dare un annuncio tutt’altro che positivo: Gnomageddon cancellato. Il gioco, forse sconosciuto ai più, rappresentava un’esclusiva Free To Play per Playstation 4, dove squadre di gnomi da giardino (si, avete capito bene) si sarebbero affrontate in varie tipologie di scontri. Attorno al titolo, il cui marchio era stato registrato da Sony nel 2015, si erano sviluppate le dicerie più strane. Tra le varie, una di queste voci di corridoio voleva che nello sviluppo del gioco fosse coinvolta addirittura Sucker Punch.

Andiamo a vedere che cos’è, o meglio, che cos’era Gnomageddon, e a scoprire le ragioni che hanno portato Sony a interromperne lo sviluppo.

Gnomageddon cancellato: niente più gnomi da combattimento

Vi siete mai imbattuti negli gnomi da giardino? Molto comuni nei film americani, e molto più sobri dei vari Biancaneve e Nani annessi reperibili negli italici giardini, questi allegri e colorati oggetti decorativi sarebbero stati i protagonisti di questa esclusiva PS4. Ma scordatevi del loro aspetto pacifico e gioioso. In Gnomageddon, questi gnomi avrebbero imbracciato il fucile e si sarebbero dati battaglia. Come scoperto da Liam Robertson, sul suo canale DidYouKnowGaming?, il gioco sarebbe stato in sviluppo fino allo scorso anno presso Sony San Diego.

Il titolo è stato in sviluppo, dal 2013 al 2016, insieme a Kill Strain, il MOBA sui mutanti, i cui server sono stati chiusi quest’anno. Il cammino di Gnomageddon è stato parecchio tormentato. Molte sono state le risorse sottratte al team di sviluppo, che, ad un certo punto, non contava più di 11 persone. Nonostante tutti i contrattempi, Robertson riporta che l’entusiasmo dello studio per il gioco era veramente alto.

Caratteristiche e modalità di gioco

Non chiamateli “Nani da Giardino”.

Così come Kill Strain, Gnomageddon avrebbe dovuto essere un MOBA Free To Play con microtransazioni, e sarebbe dovuto essere pubblicato durante quest’anno. Come il titolo suggerisce, si sarebbero affrontati, in diverse modalità, team di “gnomi buoni” e team di “gnomi cattivi”. Lo scenario di questi scontri sarebbe stato, manco a farlo apposta, i giardini recintati tipici delle abitazioni nei sobborghi americani degli anni ’50. Il gioco avrebbe attinto a piene mani dai miti e dalle leggende riguardanti gli gnomi. Oltre al folklore, gli gnomi di Gnomageddon sarebbero stati, a tutti gli effetti, dei veri e propri protettori delle case di cui erano a guardia, difendendole da pericoli costituiti, appunto dagli gnomi malvagi.

Ci sarebbero state tre modalità di gioco: una versus mode, simile ad un deathmatch, un’altra chiamata “Holdout”, somigliante ad una modalità Orda, ed una co-op mode chiamata “Raid”. I giocatori avrebbero potuto scegliere tra ben sei classi di gnomi: le classiche fighter, tank, assassin, mage, marsksman e support. Ognuna di queste classi era dotata di un proprio equipaggiamento. Sarebbe stato possibile, attraverso una modalità asincrona, accumulare gnomi e mandarli in battaglia al vostro posto.

Gnomageddon cancellato: le ragioni di una scelta

Non guarderete più gli Gnomi con gli stessi occhi.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché Gnomageddon è stato cancellato? Probabilmente la risposta è insita nel fallimento registrato da Sony con Kill Strain. Come detto in apertura, i server Kill Strain sono stati ufficialmente chiusi quest’anno. Il gioco in questione aveva richiesto molto tempo e molte risorse economiche per il suo sviluppo, e il suo insuccesso ha costretto Sony San Diego a dei licenziamenti, decurtando il personale che era a lavoro su entrambi i giochi.

Nonostante tutto, alcuni sviluppatori non avrebbero perso del tutto le speranze. Robertson afferma che la storia di Gnomageddon potrebbe non essere finita, soprattutto grazie ai feedback positivi arrivati dai game tester. Tuttavia, il buco nell’acqua registrato da Kill Strain, dovuto anche all’incapacità di trovare una solida base di utenti attivi nel gioco, potrebbe aver condannato anche Gnomageddon.

Restate sintonizzati per ulteriori sviluppi della vicenda.

This post was published on 13 Agosto 2017 12:42

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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