Anteprima di Alessandro Arndt Mucchi
Milano – Ci sono alcuni generi di videogiochi che hanno il loro habitat naturale su PC, così come ce ne sono alcuni che danno il meglio su console. Alla prima categoria appartiene la serie di
Diablo, epico trittico di avventure made in Blizzard, capace di ergersi a punto di riferimento per l’intero settore videoludico grazie ad un livello produttivo altissimo su tutti fronti. Il terzo capitolo della serie, come ci suggerisce la sempre fallibile Wikipedia, il titolo che ha venduto pi velocemente della storia dei videogiochi PC, con la bellezza di 3,5 milioni di unità vendute in sole 24 ore, e non tutto, visto che Diablo 3 anche il titolo PC pi venduto dell’anno passato. Facile intuire come un successo del genere potesse fare gola ad Activision Blizzard, che ha dunque pensato bene di convertirlo per PlayStation 3 ed Xbox 360: conversione azzardata o successo annunciato? Continuate a leggere per scoprirlo!
Pad Mon Amour
Ci sediamo nella comodissima postazione allestita da Activision Blizzard per presentarci il titolo e, appena impugnato il pad, la naturalezza dell’azione a colpirci:
non era ovvio azzeccare il sistema di controllo (anche se gli sviluppatori statunitensi non che sbaglino spesso), ma già dai primissimi movimenti ci si bea dell’obiettivo centrato, grazie ad una
disposizione dei comandi leggibile e ricca di piccoli aggiustamenti, capaci di rendere godibile e fluida l’esperienza di gioco. La prima cosa che si nota la sparizione del puntatore, ora il nostro avatar viene guidato direttamente dallo stick analogico sinistro, e le mosse vengono assegnate pi o meno a tutti i tasti presenti sul controller. In questa fase non ci sono limiti alla personalizzazione: i giocatori possono decidere liberamente di assegnare le varie azioni al tasto preferito, trovando la configurazione che più li stuzzica, ferma restando la possibilità di lasciare tutto com’è, che tanto già funziona a meraviglia.
Anche l’interfaccia dei menu e particolarmente riuscita, soprattutto per quanto riguarda l’inventario. Tramite la pressione di un direzionale, sotto alla nostra barra della vita appaiono uno per volta gli oggetti che abbiamo nell’inventario, senza complicate rappresentazioni grafiche, ma esclusivamente identificandone alcune caratteristiche fondamentali. Così, col colpo d’occhio, grazie a delle freccine verdi o rosse, si pu˜ capire se c’ qualcosa che merita di essere equipaggiato, o se quella spada che abbiamo appena raccolto possa fare al caso nostro. Non manca, chiaramente, la possibilitˆ di addentrarsi in una disamina pi approfondita degli oggetti, studiandone le statistiche, nel caso si volessero provare build particolari.
Killing Party
Quanto scritto fin qui dovrebbe già avervi rassicurato sulla bontà della conversione, ma possiamo fare ancora di più, raccontando di quanto sia divertente lanciarsi in una
partita cooperativa con altri tre amici sul divano. I quattro personaggi che compongono il party si dividono, comodamente, uno schermo, grazie ad un’inquadratura dinamica che si allarga e si stringe a seconda della distanza tra i giocatori. I combattenti melee si gettano nel corpo a corpo, per poi vedere sparire il proprio alterego sotto ad una vera e propria tempesta di incantesimi ed esplosioni,per un’esperienza che, almeno giocando ai livelli di difficoltà meno intransigenti, rasenta il caotico. Alzando la difficoltà ecco che il gioco si fa più ragionato, ed entrano nell’equazione ludica due novità in fatto di controlli: il movimento lento (importante per muoversi sul filo della portata nemica) e la schivata (ottima per superare rapidamente le malefiche pozze di acido, o schivare proiettili). L’esperienza di gioco, dunque, vira decisamente in direzione dell’action, mantenendo per la tanto amata profonditˆ delle meccaniche. Ma cosa succede se non abbiamo tre amici a giocare con noi, oppure ne abbiamo meno del numero perfetto? Niente panico, perchè non importa in quanti stiano saltando sul divano, perchè il party può essere completato senza problemi andando a recuperare un compagno di giochi grazie alle meraviglie tecnologiche dell’internet. Dal punto di vista tecnico c’è poco da dire, se non che la conversione appare fedele all’originale, e che
il gioco gira a sessanta fotogrammi al secondo, niente male.
Diablo 3, nella sua versione console, mantiene tutti tratti distintivi dell’incarnazione PC, riuscendo però nel complesso compito di dare ai giocatori un’esperienza che non risulti artefatta. Quasi si fatica a fiutare l’origine del titolo, tanto sono curati gli aspetti più critici, e tanto naturale risulta l’esperienza ludica. Il titolo Activision Blizzard ha tutte le carte in regola per convincere chi non l’avesse già apprezzato su computer, e magari stuzzicare i veterani grazie al divertente multiplayer in locale.