La prossima generazione si avvicina ormai sempre più rapidamente, con le due principali console sotto i riflettori proprio in questi giorni di intenso E3. Sony ha però ancora molte frecce al proprio arco dedicate alla sua cara vecchia Playstation 3, tra cui il nuovo capolavoro di Naughty Dog, finalmente pronto per il rilascio al pubblico.
Sceneggiatura elegante
Dopo una trilogia come quella di Uncharted non dev’essere stato facile trovare gli spunti per mantenere le aspettative del pubblico, ma The Last of Us è uno di quei giochi che non ha paura di nulla ed attraversato uno sviluppo sorprendentemente silenzioso e quasi segreto, è giunto sugli scaffali senza che il pubblico sapesse praticamente nulla di storia, ambientazione e persino gameplay. Rispetteremo la volontà degli sviluppatori descrivendovi solo sommariamente il background narrativo di The Last of Us, che ci racconta di un futuro non troppo lontano, devastato da un’epidemia. La popolazione è decimata ma dopo vent’anni l’umanità si è riorganizzata e convive ogni giorno con l’orrore di un fungo in grado di trasformare le persone in zombie mossi da istinti primordiali. I due protagonisti sono Joel ed Ellie, costretti dagli eventi ad unirsi per affrontare un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti. La sensibilità con cui è stata scritta la sceneggiatura ha dell’incredibile, ponendosi tra le più riuscite mai viste in ambito videoludico. Dialoghi mai banali e personaggi caratterizzati con grande cura rendono ogni momento narrativo memorabile ed emozionante. Come fatto con la serie Uncharted, inoltre, il gameplay stesso è parte integrante dello story telling, grazie ai protagonisti che continuano ad interagire anche durante le fasi di gioco puro scambiandosi battute e commenti mai fuori posto. Ciò rende l’esperienza coesa e fluida, integrando perfettamente narrazione e videogioco puro.
La legge della sopravvivenza
Il gameplay di The Last Of Us potrebbe essere definito come un misto tra meccaniche stealth e survival, ma alla fine ogni elemento è finalizzato a creare una sensazione di vulnerabilità. Naughty Dog ha voluto proporre un’esperienza capace di farci sentire sempre in pericolo, con scarsissime risorse a disposizione e sfide insormontabili. L’istinto di sopravvivenza di Joel ed Ellie è fortissimo, e traspare da ogni meccanica di gioco. Una manciata di armi da fuoco, divise tra fucili e pistole, un arco e oggetti contundenti di varia natura, molotov e bombe di chiodi realizzate con pezzi di fortuna costituiscono grosso modo l’inventario che andremo accumulando avanzando nell’avventura. Alcuni di questi oggetti possono essere creati raccogliendo i materiali necessari, altri potenziati, ma ogni incontro coi nemici sarà sempre e comunque una sfida impegnativa e tesissima. Presto ci accorgeremo come le bande di cacciatori rappresentino una minaccia anche più temibile degli zombie. Chini dietro ad ogni riparo muoveremo Joel alle spalle della nostra vittima per strangolarla o accoltellarla, oppure potremo tentare di attirarla verso di noi per assalirla. Le situazioni proposte dagli sviluppatori sono sempre ben congegnate, lasciando ampio spazio all’improvvisazione. La brutalità degli scontri ha dell’incredibile, restituendo con impietosa efficacia la sensazione di star lottando per la propria sopravvivenza. In The Last of Us accompagnerete i due protagonisti mentre subiranno e compieranno atti tutt’altro che compassionevoli, spinti unicamente dall’istinto di preservazione e dalla volontà di raggiungere il proprio obiettivo. E’ così che gameplay e narrativa si fondono perfettamente, facendo pesare ogni uccisione, ogni terrificante incontro con i Clicker, creature che hanno perso la vista ma capaci di individuarvi al minimo rumore, mostrando i due protagonisti che si aiutano a vicenda, uccidendo senza pietà ma portandosi addosso il peso delle proprie azioni. The Last of Us riesce infatti dove la maggior parte dei videogiochi fallisce, Uncharted compreso, ovvero a mantenere una coerenza tra storia ed azioni compiute giocando. Joel e soprattutto Ellie non saranno mai immuni a quanto compieremo pad alla mano, lasciandosi scappare commenti di disgusto o stupore dopo un’uccisione cruenta o espressioni di terrore nelle situazioni più tese. Il livello di difficoltà già impegnativo a Normale esalta ulteriormente queste sensazioni, dimostrando un’ottima calibrazione tra risorse disponibili, da scovare cercando disperatamente nei livelli, e le sfide sempre diverse proposte. Non manca qualche sbavatura, comunque, come l’intelligenza artificiale non sempre precisa, bug sparsi qua e là o bizzarri comportamenti dei comprimari. Ma fortunatamente parliamo di casi decisamente rari, incapaci di intaccare un’esperienza solida e perfettamente dosata, dallo scioccante inizio fino ai titoli di coda.
Artisti videoludici
Naughty Dog era già riuscita a stupirci sfruttando probabilmente meglio di chiunque altro la potenza di Playstation 3, ma con The Last of Us è andata persino oltre all’ultimo Uncharted. Il medesimo motore grafico è infatti stato sfruttato in maniera perfetta per ricreare personaggi ed ambientazioni dal valore artistico elevatissimo. La ricchezza di dettagli ha dell’incredibile ma è proprio la cura ed il gusto estetico con cui gli scenari sono stati creati a far brillare il comparto visivo di The Last of Us. I personaggi stupiscono grazie ad una recitazione virtuale che non può lasciare indifferenti. Il lavoro di performance capture è eccellente, con modelli poligonali che ripropongono con efficacia ogni piccola sfumatura recitativa. Da lodare anche il doppiaggio italiano, senza dubbio all’altezza di quello originale, preferibile solo nel caso vogliate godervi l’ottimo lavoro svolto dagli attori che hanno interpretato Joel ed Ellie. Una colonna sonora intima e meravigliosa scritta da Gustavo Santaolalla contribuisce a dare una personalità fortissima al titolo Naughty Dog, le cui solitarie note di chitarra vi rimarranno impresse nella memoria indelebilmente.
Commento finale
Naughty Dog si è superata ancora una volta, realizzando un’opera che vi coinvolgerà ed emozionerà grazie ad una narrazione perfettamente fusa col gameplay. La capacità degli sviluppatori di creare un’esperienza cinematografica risalta ancora di più in The Last of Us, che evita sequenze spettacolari in favore di una sceneggiatura più intima, che fa quasi dimenticare degli zombie per concentrarsi sulle vicende personali dei due indimenticabili protagonisti. Non manca qualche sbavatura, ma l’insieme funziona talmente tanto bene da tenere incollati allo schermo per tutta la lunga avventura. Una componente multiplayer allunga la già cospicua longevità, mentre il comparto tecnico esalta ancora una volta le capacità artistiche del team californiano. The Last of Us è un capolavoro che non potete permettervi di lasciare sullo scaffale.