Dopo il successo del primo controverso episodio, Dead Island torna con Riptide, un seguito realizzato secondo la linea del more of the same. Il nuovo lavoro Techland, infatti, si configura come una riproposizione sostanzialmente invariata di tutti quegli aspetti apprezzati dai fan in questo bizzarro ammazza zombie che mescola sparatutto in prima persona con gioco di ruolo e free roaming.
More of the same
Come accadeva nel primo Dead Island, anche in Riptide la trama si dimostra piuttosto approssimativa. Le premesse sottintese dal famoso trailer pubblicitario diffuso due anni fa, si infransero quando il titolo mise in scena un plot superficiale e personaggi poco caratterizzati. Il seguito non si discosta di molto, riprendendo le vicende esattamente da dove le avevamo lasciate con i quattro nostri eroi fuggire dall’isola a bordo di un elicottero che verrà intercettato da una nave militare. Gli uomini in divisa non sembrano avere intenzione di salvarli, però, ed interessati alla loro immunità al virus, li chiuderanno in attesa di poter effettuare degli esperimenti. Qualcosa deve però essere andato storto ed il capitolo introduttivo ci vedrà tentare la fuga dalla nave presa d’assalto dagli zombie. Presto finiremo comunque sull’isola di Palanoi, a sua volta infetta e piena di non morti.
La formula come avrete intuito non cambia rispetto al predecessore, e così ci ritroveremo nuovamente a girovagare per giungle e villaggi alla ricerca di un modo per scappare per sempre da questo incubo. Si potrà scegliere un personaggio tra i cinque disponibili, ripresi dal primo Dead Island a parte il nuovo arrivato John Morgan. Questo è un ex-militare che predilige il confronto ravvicinato puntando sulle sue abilità nel corpo a corpo. All’inizio della partita oltre a scegliere uno tra i cinque protagonisti, è possibile importare il proprio personaggio, feature che farà senza dubbio la gioia dei fan. L’esperienza di gioco si basa ancora una volta sulla raccolta di oggetti, l’esplorazione e gli scontri con i non morti, sfruttando il medesimo sistema di combattimento con la visuale sempre in prima persona. Riptide aveva promesso un focus maggiore sulle armi da fuoco, ma alla prova dei fatti gli scontri all’arma bianca la fanno ancora da padrone, fattore che non rappresenta necessariamente un difetto. Ci ritroveremo così ancora una volta alla disperata ricerca di oggetti contundenti ognuno con le proprie caratteristiche, che andranno deteriorandosi con l’utilizzo. I banchi da lavoro ci permetteranno di fare le riparazioni del caso ed effettuare upgrade, oltre che di creare nuove armi grazie al sistema di crafting direttamente ereditato dal primo Dead Island. Il sistema di combattimento è rimasto invariato, ereditando pregi e difetti, come la scarsa precisione dovuta alla visuale in prima persona, che però a sua volta asseconda l’immedesimazione. Subentrano alcune nuove mosse, come l’attacco dall’alto, e alcune skill da sbloccare avanzando di livello, ma è difficile notare un particolare lavoro di rinnovamento da parte di Techland. Gli sviluppatori polacchi si sono concentrati più che altro sul fornire una nuova isola, più grande e varia, tonnellate di oggetti da recuperare, qualche nuovo zombie e poco altro. Possiamo ora salire su una barca per spostarci da una zona all’altra, ad esempio. Inoltre esordiscono delle fasi di gioco in stile orda, con il gruppo di sopravvissuti che cerca di resistere alle orde di zombie, fortificando alcune zone di accesso se possibile. Peccato che tale dinamica venga poi riproposta identica a se stessa in più occasioni, appiattendo l’effetto novità.
Ore e ore di gameplay, possibilmente in compagnia
Dead Island Riptide non è un titolo particolarmente raffinato: le missioni sono banali, la storia è piuttosto prevedibile, i personaggi piatti e l’impianto di gioco non è molto rifinito. Eppure, proprio come accadeva col predecessore, riesce ad intrattenere, offrendo tonnellate di contenuti e ore di gioco grazie alla vastità dell’ambientazione ed al quantitativo di cose da fare. Se aggiungete alla formula la cooperativa online fino a quattro giocatori, vera ciliegina sulla torta, la longevità e l’immedesimazione si elevano all’ennesima potenza. L’equilibrio tra RPG ed action in prima persona è rimasto fortunatamente invariato, permettendo al gameplay di divertire proprio come nel precedente titolo, mentre si fa notare una ripulitura del codice dalla maggior parte dei bug che affliggevano il primo Dead Island. Rimane evidente comunque una certa spigolosità del titolo, con dettagli degli scenari che ostacolano il tranquillo incedere del nostro alter ego, ad esempio, o qualche zombie che si incastra nelle pareti, ma nulla di trascendentale fortunatamente. Dal canto suo il comparto estetico porta avanti quanto di buono fatto due anni fa, senza comunque stravolgere il discreto motore grafico proprietario. Le ambientazioni convincono per varietà e cura, mentre si fa apprezzare anche il numero di modelli degli zombie, con tanto di sistema che gestisce il loro smembramento. Siamo lontani dai fasti degli FPS più evoluti, ma almeno su PC Riptide riesce a difendersi egregiamente, complici anche i sessanta frame per secondo costanti ottenibili su configurazioni di fascia media. Peccato che osservato da vicino, il gioco non possa nascondere diverse texture in bassa risoluzione e alcuni modelli poco dettagliati. Avremmo anche apprezzato una maggiore cura nelle scene di intermezzo, davvero elementari.
Commento finale
Se avete giocato ed amato il primo Dead Island, sapete cosa aspettarvi da Riptide, ovvero tonnellate di nuovi contenuti da godersi attraverso un’esperienza ludica rimasta invariata. Più che un seguito, il lavoro di Techland è quasi un’espansione, come anche il prezzo di vendita ridotto rispetto al solito sottolinea, Gli sviluppatori polacchi hanno capito cosa piace della propri nuova serie e per questo hanno preferito offrire un more of the same piuttosto che elaborare la struttura per migliorare un titolo dalle grandi potenzialità. Speriamo vivamente che col prossimo seguito si affrontino più coraggiosamente le evidenti criticità di Dead Island per portare sul mercato un titolo ben più ambizioso.