Solo pochi giorni fa parlavamo dell’indagine sulla stage di Sandy Hook e della relazione tra i videogiochi violenti e il gesto folle di Adam Lanza.
A distanza di qualche giorno l’FBI, per mezzo di Mary Ellen O’Toole – ex profiler – ha dichiarato che la colpa di tanta violenza non è affato dei videogiochi.
“In base alla mia esperienza, i videogiochi non causano violenza, tuttavia, è una delle variabili di rischio che prendiamo in considerazione quando facciamo una valutazione della minaccia di agire con violenza. É importante che io faccia notare come, nell’ambito della valutazione della minaccia e in quanto ex profiler dell’FBI, non vediamo queste cose come cause della violenza. Li vediamo piuttosto come benzina su un fuoco già ardente.”
A sostenere la tesi di Mary Ellen O’Toole arriva anche la dichiarazione del professore di Psicologia della A&M International University Christoper Ferguson. Il docente ha fatto notare come negli ultimi 40 anni ci sia stato un declino della criminalità giovanile mentre i videogiochi sono diventati sempre più violenti.
“Penso che dovremmo mettere questa discussione, in una certa misura, in una prospettiva storica. E, con l’arrivo di nuovi media, questi passano per un periodo di tempo che noi chiamiamo ‘panico morale’, in cui diventano la causa di tutti i mali della società. Il miglior esempio di questo fenomeno è rappresentato da quando, negli anni ’50, il Congresso e gli psichiatri sostenevano che i fumetti non solo erano responsabili della criminalità giovanile, ma anche dell’omosessualità. Si entra in uno stato di preoccupazione, o panico, verso questo tipo di media. Potremmo arrivare a il carro davanti ai buoi, oppure potremmo vedere alcune persone partire da una conclusione arbitraria e cercare di riunire i dati in modo selettivo per supportarla.”
Che sia forse arrivato il tempo della chiarezza?!?! Speriamo!