Recensione a cura di Giovanni Ferlazzo:
Assassin’s Creed 3 Liberation è stato comprensibilmente presentato come una delle killer application di PlayStation Vita di questa fine dell’anno. Una scelta che non ha mancato di scatenare qualche dubbio, sia per il posizionamento folle della data di uscita (lo stesso giorno di Assassin’s Creed 3), sia per il passato poco fortunato della serie in ambito portatile (basti ricordare il pessimo Bloodlines per PSP). In fin dei conti, almeno dal punto di vista qualitativo, quella di Ubisoft è stata per fortuna una scelta assolutamente vincente: Liberation è principalmente un bel gioco, poi “anche” un vero Assassin’s Creed in formato portatile. Con tutti i pro e contro del caso.
Lo sviluppatore Ubisoft Sofia ha avuto la capacità di affrontare al meglio tutte le sfide che si presentavano in un progetto del genere. Prima di tutto, quello di trasportare perfettamente il sistema di gioco di Assassin’s Creed in un ecosistema portatile come quello offerto da PS Vita. Il risultato è perfetto: esattamente come lo abbiamo conosciuto su PC, PS3 e Xbox 360, Liberation rispetta in pieno tutti i canoni della serie, mantenendo intatte le caratteristiche che fanno amare il franchise a milione di persone in tutto il mondo. Ma Sofia non si è limitato a questo, e ha giustamente inserito qualcosa di inedito per dare gusto a una portata già saporita.
A colpirci in positivo è stato il sistema dei travestimenti, che permette alla protagonista Aveline di utilizzare tre abiti diversi a seconda di ciò che richiede il momento o la missione in corso con differenze anche piuttosto pesanti sulle armi messe a disposizione del giocatore. Indossando un abito da signora sarà ad esempio impossibile immaginare di ripetere le stesse scalate di edifici e alberi che si farebbero con la normale veste da assassina, in compenso però l’aspetto nobile ed elegante darà la chance di sedurre le guardie e colpirle quando meno se lo aspettano, cambiando in questo senso l’approccio classico ai vari incarichi assegnati. È naturalmente solo un esempio, ma permette di cogliere in pieno quanto effettivamente è capace di offrire la struttura di gioco di Assassin’s Creed 3 Liberation.
Anche perché lo si può definire un nuovo Assassin’s Creed a tutti gli effetti. Il confronto con Revelations, Brotherhood e Assassin’s Creed 2 è vinto, perché Ubisoft Sofia è partita direttamente dalle basi del terzo episodio inserendo parte delle novità che abbiamo visto in Assassin’s Creed 3, come la possibilità di uccidere direttamente da un angolo, arrampicarsi sugli alberi e soprattutto il rinnovato sistema di combattimento che richiede un importante tempismo in fase di contrattacco, specialmente in quelle situazioni in cui si è circondati da un numero elevato di avversari. Il tutto è stato perfettamente integrato con le caratteristiche uniche di PS Vita: il touchscreen viene ad esempio utilizzato per selezionare il nemico da colpire, mentre il trackpad può servire in altre occasioni, come per aprire una busta o remare nelle palude.
Se tutto questo in fin dei conti funziona? Assolutamente sì, visto che ad accompagnare un gameplay forse non particolarmente profondo, ma sempre immediato ed efficace come ben si concede a questa serie, c’è un buon numero di missioni non particolarmente complicate o lunghe, ma che è in grado di trattenere fino al termine. Nessuna preoccupazione per la longevità, visto che impiegherete tra le 15 e le 20 ore per completare tutto come si deve, soprattutto se fate parte di quel gruppo di giocatori precisi che ha il desiderio di raccogliere tutti gli oggetti e segreti disseminati nei vari punti della mappa dagli sviluppatori. Il level design in generale non è particolarmente innovativo ma neanche da buttare. Non sorprende né delude, ma si limita a svolgere il compito per offrire ai fan di Assassin’s Creed quello che si aspetterebbero, e a chi non ha mai provato finora un episodio della serie di scoprire un gioco bello e divertente.
Appunto negativo se la merita purtroppo la trama. La vicenda di Aveline de Grandpré, assassina dalle origini franco-africane che, nonostante la vita agiata che ha la fortuna di vivere in un periodo di grandi cambiamenti per le colonie che sarebbero diventate i primi Stati Uniti d’America, decide di combattere per proteggere poveri e innocenti. Pur lodando l’indubbio fascino dell’ambientazione, la storia è molto sottotono, condizionata forse dall’essere uno spin-off e dunque di natura meno interessante rispetto i capitoli principali. Ma a prescindere da questo, a nostro parere si poteva fare di più visto che ogni cut-scene, seppur ben fatta e girata, sembra solo un pretesto per avviare una nuova missione con uno sviluppo della storia mal studiato e in fin dei conti poco coinvolgente.
Luci e ombre invece per quel che concerne il comparto tecnico. Il motore grafico colpisce in negativo all’inizio a causa di lapalissiani difetti grafici (frame-rate ballerino, pop-up alla minima distanza e aliasing in primis), ma con il passare dei minuti ci si concentra più sui pregi, e nonostante l’ottimizzazione come abbiamo visto sia tutt’altro che a livelli eccezionali, Liberation è uno dei migliori giochi dal punto di vista grafico disponibili su PlayStation Vita. Bene anche l’aspetto sonoro, con un discreto doppiaggio in italiano e una buona colonna sonora, anche se in certi tratti un po’ ripetitiva. Presente infine una modalità multiplayer, ma trattandosi in pratica soltanto di un mini-gioco è come se non esistesse.
Commento
Assassin’s Creed 3: Liberation è un titolo da consigliare sicuramente e senza riserve a tutti gli appassionati della serie che posseggono PS Vita o hanno intenzione di acquistarne una. Il gioco è senz’altro valido, longevo, divertente ed è un Assassin’s Creed portatile in tutto per tutto come mai se ne erano visti finora. Chiudendo un occhio su qualche difetto grafico e di progettazione, e su una trama piuttosto sottotono, è sicuramente una delle migliori esclusive disponibili oggi su PlayStation Vita. Ma se non avete mai amato la serie, statene alla larga.