Nel corso di Lucca Comics & Games 2024 è stato celebrato il quarantesimo anniversario di Tetris, videogioco conosciuto da pressoché chiunque si sia mai interessato a questo settore dell’intrattenimento. Alexey Pajitnov (sviluppatore originale) e Henk Rogers (co-fondatore della Tetris Company) hanno tenuto una conferenza per discutere la storia del brand e il suo impatto sulla cultura pop, ma successivamente ho avuto modo di parlare con loro e conoscerli meglio.
Pajitnov e Rogers sono due persone che hanno lavorato duramente ai propri progetti e sono felici nel realizzare quanto Tetris sia diventato una parte importante della storia del videogioco. Rogers aggiunge:
“Sono davvero onorato d’esserne parte. Sai, abbiamo speso molti anni lavorando sodo per creare bei giochi ed essere riconosciuti per questo è una sorta di conferma finale per quel duro lavoro compiuto.”
Parlando proprio di storia e di duro lavoro, ho voluto scoprire qualcosa sulle difficoltà affrontate nel corso del tempo. Quando si è sul mercato da così tanti decenni può essere complicato rimanere competitivi, rinnovarsi e allo stesso tempo tentare di rimanere fedeli alla propria identità.
Pajitnov mi ha parlato del momento in cui dovettero capire come introdurre la modalità multigiocatore nel Game Boy, mentre Rogers ha discusso della trasposizione dall’utilizzo tramite tasti a quello tramite touch screen. Insomma, due esempi che fanno capire bene quanto Tetris si sia evoluto di piattaforma in piattaforma. Se il multigiocatore non è certamente un problema nell’era degli smartphone, può esserlo sicuramente il cambiamento nell’interazione tattile con il gioco. Ad esempio, i tempi di reazione possono essere differenti, ma Rogers e Pajitnov ritengono d’essere riusciti a raggiungere un buon risultato.
E per rimanere freschi, ma anche fedeli alle origini, i due creatori hanno una regola d’oro: gli sviluppatori a cui viene concessa la licenza devono puntare sempre più in alto e hanno la libertà di introdurre nuove modalità e chissà quante funzioni inedite, ma il Tetris originale deve esserci sempre. L’essenza fondamentale del gioco deve rimanere affinché chiunque possa conoscerla.
In seguito, ho voluto discutere con loro delle aspirazioni. In quarant’anni di crescita e successi, ci sono ancora dei nuovi gradini su cui poggiare i piedi o si è arrivati in cima? Come è ragionevole ipotizzare, le grandi menti creative hanno sempre un nuovo obiettivo da raggiungere e la coppia Pajitnov-Rogers non fa eccezione.
Innanzitutto, è da tempo che desiderano portare Tetris allo status di sport olimpico. Non è una sfida semplice perché gli sport olimpici, per essere considerati tali, devono possedere una federazione internazionale, dimostrare d’essere sufficientemente globali e rispettare vari parametri che non sono rimasti fissi negli anni. Finora non è ancora stato possibile, ma chissà quali barriere potranno essere sfondate dagli esport.
Non è il solo obiettivo che hanno in mente, come ha avuto modo di dire Pajitnov:
“Avrei voluto essere su ogni genere di cartellone digitale. Ora si trovano ovunque e li usano per qualche stupida pubblicità. Mettete dei piccoli cabinati nelle vicinanze cosicché tutta la strada possa divertirsi guardando la tua stupenda partita di Tetris.”
Siamo poi passati ai progetti che attualmente non credono di poter ancora realizzare e Pajitnov ha iniziato a spiegare il suo incredibile desiderio di vedere un’intera partita di Tetris giocata tramite droni nel cielo. Uno spettacolo simile a quelli che vediamo in giro per il mondo in occasione dei festeggiamenti per l’anno nuovo. Grandi gruppi di droni organizzati tramite coreografie elaboratissime, ma in questo caso dedicati ad una partita in tempo reale. Rogers si è dimostrato più fiducioso, ridendo con Pajitnov e dicendogli che in futuro ci riusciranno sicuramente.
Infine, la mia ultima domanda è stata quella che potremmo definire “l’argomento a scelta”. Ho chiesto se ci fossero argomenti di cui non avevamo parlato nei minuti precedenti, ma di cui volevano davvero tanto parlarmi.
Rogers, rimasto stupito dalla mia domanda, si è quindi lanciato:
“Sai, il mondo è nuovamente diviso, quella sorta di guerra fredda, ma in fin dei conti le persone sono persone e gli amici sono amici. Dunque, noi siamo amici, io sono Americano e lui è Russo. Le nostre due nazioni stanno facendo cose folli, ma noi siamo amici e non ce ne frega nulla di cosa stiano facendo lassù, quelli che vogliono il potere o roba simile. Quelle non sono persone. Le persone sono ordinarie: ci sposiamo, abbiamo figli, mangiamo, dormiamo-”
“Celebriamo!” ha aggiunto Pajitnov.
“Sì, mangiamo del buon cibo ed è uguale in tutto il mondo mentre tutte queste sciocchezze vanno avanti. Noi due siamo amici e siamo molto diversi. A lui [Pajitnov] piace la musica classica, a me piace il rock. A lui piace pianificare, a me piace buttarmi all’avventura. Quando ci riuniamo, quando viaggiamo… è tutto davvero interessante. Facciamo a turni e, quando ci troviamo nella stessa città, prendiamo una bottiglia di vino. Siamo d’accordo sul vino.”
In conclusione, penso che si tratti di uno stupendo messaggio di unione. I videogiochi riuniscono le persone in vari modi, che sia per discuterne, per competere o per portarli a termine insieme. È davvero bello che Rogers e Pajitnov portino avanti questo spirito, questo desiderio di andare oltre le differenze e unirsi.
This post was published on 14 Novembre 2024 23:00
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