Iniziando a sondare il mondo dei picchiaduro, un genere che anche solo inconsciamente ha accompagnato la crescita di tanti giocatori, iniziano ad emergere alcune lacune che l’inesperienza ha fatto germogliare in me. In questi mesi di studio di questo mondo, figure che vi sono addentro mi hanno permesso di esplorare sia lati tecnici che umani.
Il lato umano in particolare, risulta decisamente affascinante, e mi ha permesso di scoprire quanto la community dei picchiaduro, più che in ogni altro genere, sia un aspetto fondamentale per lo sviluppo del singolo gioco. Non può esistere picchiaduro senza community appassionata ed affiatata al seguito.
Ho anche scoperto come questo universo sia più stratificato di quanto si potrebbe intravedere semplicemente sbirciando dall’esterno. Esiste ad esempio, una distinzione tra i picchiaduro classici come Street Fighter o Tekken e i cosiddetti anime fighters. Questi ultimi, sono picchiaduro tratti da prodotti animati giapponesi o che presentano uno stile ad essi assimilabile.
A raccontarci in maniera più precisa cosa siano gli anime fighters e di come funzioni la community attorno ad essi, abbiamo intervistato Davide Schmidt, in arte Dannol0 del collettivo di Spaghetti Showdown.
Se volete seguire il lavoro di questi ragazzi, qui trovate tutti i link che fanno al caso vostro.
D:Ciao Davide, chi sei e cos’è Spaghetti Showdon?
R:Ciao, sono Davide, conosciuto ormai da circa cinque anni come Dannol0. Ho iniziato ad approcciarmi al genere picchiaduro, nel competitivo con Dragon Ball FighterZ, per poi passare ad essere più un gestore di community di Anime Fighters, proprio con Spaghetti Showdown. Spaghetti Showdown è un progetto iniziato con un mio amico, Federico Giuggioloni, a.k.a. Timesup. L’idea era di creare una community attorno agli Anime Fighters, giochi un po’ di nicchia, che tendono a distaccarsi dal picchiaduro tradizionale. Abbiamo iniziato creando un Discord che facesse da hub, così che la gente avesse un punto centrale per gli eventi e per la discussione riguardo i giochi. Successivamente ci siamo allargati su Twitch dove inizialmente streammavamo soltanto tornei. Da un paio d’anni facciamo live settimanali, coadiuvati da un team di sedici persone con cui gestiamo il progetto.
Stiamo cercando di creare una struttura social ampia che ci permetta di allargare il nostro focus su tutto il mondo dei picchiaduro. Abbiamo quindi iniziato ad entrare in realtà attive come eventi offline; abbiamo contribuito all’organizzazione dell’OTB (Only The Best, torneo nato da un’idea di Fabrizio”Bode” Tavassi n.d.r.) e del Red Line Fight (torneo che si svolge a Milano n.d.r.), eventi in fiere con Gamers Arena. Il tutto, sempre finalizzato a creare un contatto anche con chi non consoce questo genere, e quindi cercando di raggiungere un pubblico più casual. Il centro di tutto è sempre stato cercare di dare una casa alla community degli Anime Fighters.
D:Già dall’intervista realizzata a Geecko, si nota come parlando di picchiaduro sia inevitabile parlare di community. Come si fa a costruire una community attorno ad un genere tanto di nicchia?
R:Servono cuore e dedizione. Noi con Spaghetti siamo partiti da un Discord e poi, pian piano siamo arrivati a Twitch. Abbiamo allargato il focus sul mondo picchiaduristico anche cambiando nome da “Dragon Ball FighterZ League” a Spaghetti. Oltre gli aspetti più astratti, serve anche gente che sia in grado di gestire tante persone e coordinarle nei vari progetti che si cerca di organizzare. La communuity necessita sempre di essere spronata e quindi serve una persona (o più persone) in grado di dare la giusta spinta. In questo sta la dedizione.
Non è facile e lo notiamo. Tutti i ragazzi dentro la nostra community sono, per fortuna, sempre attivi in modo che ci sia sempre nuovo contenuto che è quello che muove i giocatori, a prescindere da quanto può essere bello il gioco del momento.
D:La socialità quindi è forse più importante che in altre tipologie di giochi
R:Fare community è fondamentale perché ci si ritrova uno contro uno, è come ritrovarsi la sera al bar con un amico a bere un drink.
I picchiaduro sono giochi individuali, non si tratta di team game. Ciò significa che va curato l’individuo ed il rapporto con questo. E proprio grazie a questo aspetto, sono riuscito negli anni a costruire tante amicizie, allenandomi e migliorando insieme a tutti i ragazzi delle varie community.
D:Iniziamo con la didattica: cosa sono gli Anime Fighters?
R: Si tratta di un sottogenere del picchiaduro. Il picchiaduro classico si concentra più sul movimento del giocatore, sul punire l’avversario che va a vuoto, sulle cosiddette “antiaeree” cioè punire un giocatore che salta. L’anime fighter è un po’ più aperto, pazzo: si può spaziare il proprio gameplan dandoti opzioni assurde come dash aerei che permettono di spostarsi in area, mega salti, colpi che danno del gambling (obbligare l’avversario a parare alto o basso). Un esempio di anime fighter potrebbe essere Guilty Gear -STRIVE- con personaggi come Faust che tira oggetti da tutte le parti del campo, Ram che lancia spade, Zato che utilizza la sua ombra per combattere come una marionetta. Sono tutti personaggi esuberanti, tirati al massimo che danno un’identità totalmente fuori di testa al gioco, rendendolo diverso dai tradizionali Street Fighter o Tekken ad esempio.
D:Si ricerca quindi più spettacolarità che il tecnicismo?
R:Bhe, dipende. Prendi Street Fighter: se un avversario tira un pugno e va a vuoto, come nella realtà, si sbilancia ed hai una finestra per colpirlo. Giochi del genere sono improntati alla tradizionalità e quindi si punta a migliorare la parte tradizionale.
Giochi come Guilty Gear, Dragon Ball ecc sono più rilassanti, non hanno barriera esecutiva come quelli tradizionali. Puoi concentrarti più sul gioco, sul colpire l’avversario e metterlo in situazioni inaspettate, non c’è tutta la tradizionalità del dire “va a vuoto, allora lo punisco”. Se si cerca qualcosa di più tradizionale, si va ad esempio su Street Fighter. Questo ovviamente, non toglie la complessità al genere.
D:Come vengono visti gli Anime Fighters da chi gioca, quelli che tu chiami, picchiaduro tradizionali?
R:Per fare un esempio, ti direi che è come paragonare Counter Strike:GO a Call Of Duty.
Ci sono giocatori che preferiscono il classico, COD, più arcade. Dall’altra parte c’è CS:GO che è più realistico, statico. Sono due sottogeneri diversi dello stesso genere.
Alcuni ameranno uno, altri un altro ma tendenzialmente, se sei un picchiadurista giochi quasi tutto soprattutto in questo periodo in cui hanno inserito il Rollback che permette di giocare online tranquillamente, azzerando il fastidiosissimo lag.
Si tratta solo di gusti personali.
D:Cos’è il rollback?
R:Prima si giocava di delay based, cioè con la presenza di un delay variabile in base alle connessioni dei giocatori. In Italia, le connessioni non hanno mai brillato e negli anni di pandemia tutto ciò ha pesato perché giocare con ping di 60-80 ms rendeva tutto arduo. Noi picchiaduristi dovremmo tenerci al massimo in una soglia che va dai 20 ai 40 ms.
Il rollback ha risolto questo problema, dando la possibilità di stabilire connessioni più forti, quasi come se i due giocatori stessero giocando sulla stessa macchina. Il rollback per noi è stata la salvezza. E tra l’altro, poter giocare praticamente con tutta Europa senza doversi preoccupare della connessione, permette di alzare il livello dei giocatori italiani permettendoci il confronto con giocatori di nazioni che sono magari più avanti dell’Italia.
D:Il circuito che si crea attorno agli Anime Fighters, a livello di investimenti, com’è?
R:In realtà il discorso può generalizzarsi al picchiaduro in generale. Anche uno Street Fighter o un Tekken che sono tra i più grossi titoli, fanno piuttosto fatica. L’eSport a livello picchiaduristico non permette a molta gente di vivere solo di vincite, bisogna sempre coadiuvare con lo streaming.
Gli Anime Fighters sono solo un’altra estrinsecazione di questo mercato, un emrcato che deve crescere e che sta già migliorando. A dare una grande mano è l’arrivo dei giochi di nuova generazione come Street Fighter 6 o Tekken 8 e soprattutto Project L della Riot. Tra le grandi aziende che sono entrate di recente in questo mercato ricordiamo Warner Bros. con Multiversus
La tecnologia rollback sarà sicuramente ciò che permetterà al mercato di dare una scossa nuova a questo mondo. Serve un investimento grosso e tutti stiamo aspettando la Riot proprio per quello. Per ora gli investimenti a livello di incontri e tornei arrivano soprattutto dalle software house, Capcom o Bandai o magari da industrie collegate strettamente a questo mondo come aziende di arcade stick. Si parla però di poca roba rispetto ad altri titoli come potrebbero essere Rainbow Six: Siege o League of Legends. Siamo molto lontani.
D:Esiste un circuito competitivo dedicato agli Anime Fighters o tutto va a confluire nei grandi tornei del settore come Capcom Pro Tour o EVO?
R:Ci sono svariati eventi in Europa, Asia e America praticamente ogni week-end, non organizzati dalle software house. Molto parte dalla community che decide di organizzare questi eventi. Questi poi, possono diventare tappe ufficiali delle varie Bandai o Capcom, se riescono a riscuotere il giusto successo di pubblico.
Quindi si, esistono circuiti dedicati a Guilty Gear o a Dragon Ball ad esempio ma manca un investimento grosso alla base.
D:Parlando un attimo di Dragon Ball FighterZ. Alla sua uscita, com’è stato recepito? Si è notata una divisione da chi iniziava a giocarci in quanto appassionata del manga/anime e tra chi, semplicemente lo giocava da picchiadurista?
R:Io ritengo Dragon Ball FighterZ il miglior esperimento picchiaduristico fatto negli utlimi anni, sia relativamente a Dragon Ball (del nuovo gioco Dragon Ball: The Breakers ne abbiamo parlato qui n.d.r.) che al mondo dei picchiaduro in generale. Arc System (software house di DB FighterZ n.d.r.) ha fatto un lavoro grafico incredibile. Sono riusciti a ricreare perfettamente l’anime nel videogioco, con un gampelay stupendo. Nella community viene paragonato a Ultimate Marvel VS Capcom 3 che è uno dei giochi più belli di sempre.
Ha creato un gameplay semplice ma funzionale. Può essere approcciato facilmente dal neofita e rendersi complesso per chi andrà a livelli più alti. Al momento si è raggiunto un apice con FighterZ, con la Francia che addirittura ne ha fatto un eSport nazionale. Senza Dragon Ball non avremmo avuto un impatto forte coi giochi usciti dopo come Guilty Gear. Anche i picchiaduro tradizionali hanno avuto influssi positivi visto che DB è riuscito a smuovere una grossa fetta di utenza casual
Io stesso, ad esempio che avevo giocato tanti picchiaduro in passato, da casual, decisi con DB di buttarmi sul mondo competitivo. E come me furono in tanti. Questo ha permesso loro di fruire del genere molto più facilmente.
Considerando quanto quel gioco ha cambiato le carte in tavola, da giocatori ci chiediamo perché non vengano fatti altri esperimenti, pensando a quanto potrebbero essere divertenti un One Piece FighterZ, un Bleach FighterZ, un My Hero Accademia FighterZ. Oro colato per i picchiaduro.
D:Chiudiamo chiedendo a voi di Spaghetti Showdown, che obbiettivi avete per il picchiaduro in Italia?
R:Con Spaghetti c’è tanta voglia di migliorare. Siamo partiti in due a dirigere la baracca ed ora siamo in sedici. Ci siamo allargati sui vari social, su Twitch, cercando di dare sempre più spazio alla community e di creare eventi settimanali.
L’obbiettivo è riuscire ad arrivare anche ad un pubblico più casual e non solo con eventi online ma arrivando fisicamente in fiere e spazi di condivisione reale. Abbiamo già avuto varie possibilità di colalborazioni grosse, come ad esempio il Pokken con Cydonia, Vking, Gianandrea Muià, Gravier e soprattutto Loci, uno dei più grandi streamer picchiaduristici in Italia.
Stiamo cercando di puntare tanto agli eventi offline, anche soltanto cercando di documentare l’esperienza torneistica, il clima che si respira, la macchina organizzativa che c’è dietro. L’intento è quello di mostrare cosa significa muoversi per andare ad un torneo e qual è la macchina organizzativa dietro tutto questo. Vogliamo permettere alla community di crescere, valorizzando le persone che la compongono.
Gli Anime Fighters si rivelano una semplice estrinsecazione dei picchiaduro classici ed è stupendo notare dalle parole di Dannol0 quanto non ci sia stupida competizione, tra chi ama una cosa piusttosto che un’altra.
Il mondo picchiaduristico continua a rivelarsi attento alle community, attento agli individui che le compongono e con una voglia matta di crescere. E noi non possiamo far altro che augurare a Spaghetti Showdown e a tutte le altre community tutto il meglio per il futuro. Ci auguriamo di sentir tanto parlare di voi ragazzi.
This post was published on 2 Novembre 2022 19:00
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