Sentita la voce dei dieci protagonisti di Autori di Ruolo è il momento di tirar giù delle conclusioni: oggi lo faccio insieme a Nicola De Gobbis, l’Editore di Need Games.
Di formazione “pubblicitaria”, nel 2017 Nicola decide di rimboccarsi le maniche e di fondare la SUA casa personale casa editrice, tramutando la “vulcanicità” che lo contraddistingue nella sua arma e nel suo scudo, ritagliandosi cosi in breve tempo uno spazio bello sostanzioso nel mondo del GDR italiano.
Siamo sinceri, non è da tutti una cosa simile. Ci vuole astuzia, ingegno, competenze e sopratutto coraggio. Ma ancor di più ci vuole “personalità”, una caratteristica che Nicola sembra possedere in abbondanza. E chi l’ha visto “masterizzare” sa perfettamente di cosa sto parlando. Ed è bellissimo.
Giovane, intraprendente e spigliato, Nicola rappresenta il “volto nuovo” del GDR. Quello che non ha paura di sporcarsi le mani e di osare, di raggiungere nuovi lidi e di sperimentare, arrivando ad aggiudicarsi in poco tempo diritti di distribuzione e localizzazione di titoli di tutto rispetto, come 7th Sea e V5 (la quinta edizione Vampiri: la Masquerade revisionata da Fabio Passamonti, già ospite di Autori di Ruolo), senza dimenticare prodotti come The Witcher e Lex Arcana (progetto che vede Andrea Angiolino quale direttore artistico e Mauro Longo curatore di alcuni moduli tra cui Aegyptus; entrambi già ospiti di questa rubrica).
Non potevo dunque lasciarmi sfuggire l’occasione di coinvolgerlo in tutto questo e di ascoltare anche la sua, di campana: quella di addetto ai lavori. Quella di uno che con gli Autori ci si confronta ogni giorno.
Se infatti da un lato della barricata vi è l’Autore che con la sua fantasia rende i sogni in giochi di ruolo concreti, dall’altro lato vi è l’Editore che poi quei GDR li tramuta in materia pronta all’uso sui nostri tavoli. E allora era giusto sentire anche loro, gli editori, con apposite domande per loro studiate. Per capire un po’ di più questo mondo che tutti noi amiamo e… viviamo.
Ma ora basta chiacchiere, lanciamo il nostro D12 virtuale e iniziamo con le domande.
INIZIAMO!
Ciao! Innanzitutto grazie mille per questa intervista.
Prima di diventare un editore ho lavorato per molti anni nell’ambito della pubblicità, della televisione e del cinema come producer, autore e consulente. Inoltre sono stato il responsabile Marketing e Comunicazione per Wyrd Edizioni. Nel 2017 ho deciso di dedicarmi a tempo pieno ai GDR: sono riuscito a prendere i diritti per 7th Sea e così ho fondato Need Games.
Nel mondo dell’editoria e del business dei giochi posso sicuramente dire di avere quattro modelli di riferimento: Luca Cattini e Massimo Bianchini, entrambi di Asmodee Italia, David Preti di CMON e Chris Lindsay di WotC.
Nella storia del GDR ci sono stati 4 precisi momenti: l’uscita di Scatola Rossa di D&d nel 1983 che ha portato nelle case di migliaia di persone in tutto il mondo il GDR (l’edizione del 1974 era alquanto complicata da giocare se non si conosceva Chainmail); la pubblicazione di Vampiri: The Masquerade nel 1991, che ha introdotto un nuovo modo di intendere il GDR; l’OGL di D&d e la D20 License System nel 2000, che hanno permesso a centinaia di autori di pubblicare le proprie opere basate su D&d e la 5a edizione di D&d del 2014 per aver letteralmente cambiato, a livello mondiale, la concezione del Gioco di Ruolo.
Per ciò che riguarda la mia storia personale, invece riesco a identificare tre momenti precisi: la prima volta che ho giocato a un GDR e ho iniziato subito come Master (1993), la prima volta che ho organizzato un evento della Pathfinder Society (2013) e il primo D&d Epic (2016).
Mi ricordo che eravamo a casa, stavamo facendo una sessione di Pathfinder e mi sono chiesto: “Perché dobbiamo stare chiusi in casa a giocare? Perché non usciamo e conosciamo altri membri della Community e organizziamo eventi con loro?”.
Da quel momento ho iniziato ad organizzare eventi GDR ovunque, sempre più grandi. Inoltre, non ho mai sopportato quelli che dicevano “Ah, il GdR è una cosa da nerd sfigati”. Come può un hobby che sviluppa la creatività, che ti fa incontrare centinaia di persone, che abbatte decine di barriere essere da sfigati? È la cosa più bella del mondo! Spero con il mio lavoro di aver fatto cadere questi pregiudizi e di aver fatto appassionare un bel po’ di persone al fantastico mondo dei GDR.
Noi di Need Games pubblichiamo giochi che amiamo, con la qualità che avremmo sempre voluto avere! Non scelgo mai da solo, siamo sempre io Marchino e Pedro a vagliare i giochi. Il titolo e la firma sono sempre importanti, aiutano molto con le vendite, ma non è l’unico motivo per cui vengono scelti. Ci interessa che un titolo possa raccontare qualcosa di nuovo ed essere nel contempo familiare e accessibile a un nuovo target. Teniamo sempre un occhio di riguardo su licenze crossmediali, credendo che i GDR debbano crescere a braccetto con i videogiochi e non solo. Un altro punto molto importante è il sistema di gioco: deve essere qualcosa che sia “bello” da giocare!
Faccio mia la frase detta da Mauro Longo: “Sono solo un appassionato e un giocatore che è riuscito a mettere a frutto le sue passioni”.
C’è una rinascita della “scuola Italiana”. Ci sono tantissimi autori eccellenti e prodotti di pregio scritti da Italiani. Non è una questione di branco o di lupi solitari, semplicemente alcuni autori sono più aperti di altri e si confrontano con altri autori. Alcuni invece preferiscono lavorare in completa solitudine sui loro progetti, onde evitare di essere influenzati da giudizi esterni.
Finché i giochi sono validi, entrambe le strade vanno bene.
Sinceramente è una cosa alla quale non ho mai dato peso. Se un gioco è valido non è importante l’età dell’autore. Di molti autori non conosco l’età, ho sempre valutato il contenuto.
Lavoro molto con l’estero e, a differenza dell’Italia, ci sono molte più autrici. Penso che sia solo una questione di crescita dell’hobby. Con il tempo aumenteranno anche in Italia.
Pochi autori italiani vanno in giro per fiere internazionali a presentare i propri prodotti. Di solito si va in giro per le fiere a prendere licenze. Ma le cose stanno cambiando, ci sono realtà italiane che stanno facendo un ottimo lavoro sia in Europa che in USA a livello di promozione e i risultati stanno già arrivando.
Un prodotto valido è sempre la scelta migliore. Se poi si possono unire le due cose, allora hai fatto bingo!
Kickstarter è una piattaforma incredibile per limitare il rischio di impresa o per finanziare un progetto se non si hanno i fondi. È il mezzo ideale per gli editori che vogliono puntare a progetti molto grossi e costosi o per i piccoli autori che si vogliono autofinanziare il proprio progetto.
Ultimamente però vedo alcuni KS utilizzati come delle prevendite e non dei finanziamenti. A mio avviso, se utilizzato per questo motivo, è decisamente molto meglio un preorder sul proprio sito e con il proprio distributore: molto più efficiente!
E con quest’ultima considerazione ringrazio Nicola e ringrazio voi amici lettori che siete arrivati sino a qui.
Se quest’intervista vi è piaciuta e volete leggere le altre cliccate su Autori di Ruolo: d12 domande a…
This post was published on 20 Giugno 2020 17:00
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