E’ difficile scrivere l’introduzione di una persona che si può annoverare tra le amicizie di lunga data, perché Fabio Bottoni è questo: un vecchio amico oltre che un Autore.
Ma oggi non sono qui per rivangare i bei vecchi tempi andati in cui ci se le dava di santa ragione con spade di gomma su verdi praterie, in quel di Santallago, quando insieme si giocava di ruolo dal vivo.
No. Oggi – oltre a un dovuto ringraziamento alla Mini G4m3s Studio (la casa editrice di giochi di ruolo che Fabio ha contribuito a fondare) per aver inserito un mio alter ego in un loro prodotto, Star Mini, con tanto splendido disegno dedicato a corredo che vedete a lato (una cosa che ancora mi emoziona non poco) – sono qui per raccontarvi… anzi, per far raccontare direttamente da Fabio attraverso le sue risposte qualcosa di più su di lui e sui suoi lavori in qualità di Autore di Ruolo.
Ma ora sono certo tutti vi starete chiedendo: “Mini. Mini. Perché ripeti la parola Mini?“
Beh, semplice. Perché Mini non è solo un brand di GDR ma un vero e proprio leit motiv: una firma stilistica. Un’intuizione che ha quale fulcro un setting di gioco dalle chiare identità univoche (Pirati, Western, Sci-Fi), comparti regolistici semplici e funzionale e immediato accesso al gioco. Un’idea questa che, probabilmente, vede la sua genesi nelle collane editoriali più classiche (tipo la Collana Urania), ovverosia una serie di testi pubblicati dalla stessa casa editrice con determinate caratteristiche comuni. Come sono appunto sono i Mini: tutti scollegati tra loro… eppure tutti uniti.
Ma ora basta chiacchiere, lanciamo il nostro D12 virtuale e iniziamo con le domande.
INIZIAMO!
Salve a tutti, sono Fabio Bottoni, da Pisa. Dal 1989 giocatore e dal 2010 autore ed editore di Giochi di Ruolo presso la Mini G4m3s Studio, casa editrice di cui sono uno dei tre fondatori. Sono diventato autore di GDR in un momento in cui le realtà italiane attive erano poche. La maggior parte dei giochi pubblicati erano traduzioni di prodotti stranieri e salvo qualche rarissima eccezione gli autori italiani erano degli amatori che mettevano online qualche PDF. Sembrava quasi una follia all’epoca imbarcarsi nell’impresa, ma direi che il tempo ci ha dato ragione.
Parlando solamente dei giochi da me scritti, la collana con cui ho iniziato si basa sul fornire ai giocatori un setting originale con regole molto semplici, velocissimo da intavolare e adatto a one shot. È nata così la linea “Mini” di cui fanno parte Bullets (fantasy western, o spaghetto fantasy come molti lo definirono al momento dell’uscita), Pirates (pirati steampunk), Rock (distopico post apocalittico, di cui non sono l’autore dell’ambientazione avendo una cultura musicale pressoché nulla) e StarMini (un fantascientifico ambientato 400 anni dopo Bullets che rivela anche il legame tra tutti i giochi presenti nella collana).
Dopo sono arrivati altri lavori come TeenTales, lavoro corale della Mini G4mes Studio ambientato negli USA anni 80, dove gruppi di ragazzini si imbattono in misteri di varia natura; o Walkthrough (NdR: trovate qui una nostra recensione), scritto insieme ad Emilio Fabbri, gioco che traspone al tavolo da gioco atmosfere e meccaniche tipiche dei JRPG per console.
Sicuramente sì, ma non saprei dirti di preciso quali. Quando a Lucca Comics io ed Emilio teniamo i seminari per Game Designer diciamo sempre che per un aspirante Autore deve aver letto e provato moltissimi giochi prima di poter pensare di scriverne uno. Così ho fatto io, e direi che i modelli di riferimento sono sparsi in mezzo a centinaia di manuali. Di sicuro negli ultimi anni Monte Cook è stato un innovatore del genere, ma sto facendo torto a diversi altri autori nel citarlo.
Grazie ai Mini so di aver riportato al tavolo da gioco tante persone che non avevano più tempo di giocare; con Walkthrough abbiamo fatto giocare ragazzi che fino a quel momento un GDR lo concepivano solo su console e, da editore, con Drizzit abbiamo avvicinato al tavolo centinaia di fan del fumetto di Bigio. In più abbiamo dato la possibilità ad alcuni aspiranti autori di veder realizzato il loro progetto. Direi che non posso lamentarmi!
Sì, ed in Italia si è tradotto tutto nel solito tifo da stadio. Citerò una frase che disse Vincent Baker ad un suo Workshop a cui ho partecipato: “Scrivete e giocate ai giochi che vi piacciono”. Credo sia l’unica filosofia sensata sull’argomento.
Beh qui è facile. 1974, pubblicazione di D&d; 2000 uscita di D&d 3 ed.; 2013 pubblicazione di Numenera.
Il mondo del GDR ha subito andamenti altalenanti nel corso del tempo e ultimamente la situazione è un po’ caotica. Il numero di Autori in Italia si è moltiplicato, offrendoci molti lavori interessanti, come i recenti House Hold dei Two Little Mice o Heavy Sugar della Aces Games, ma anche tanti prodotti che mi hanno reso un po’ perplesso.
Sì lo sapevo ed abbiamo inviato uno dei nostri Autori, Cristian Papi di 1300, a parteciparvi. Purtroppo per quanto potenzialmente interessante, farla durante Lucca Comics una cosa simile la rende poco accessibile alle realtà come noi che in fiera hanno molto da fare con i clienti allo stand.
A tale proposito sto scrivendo un libro insieme a Emilio Fabbri. Ma una buona partenza è avere una vasta cultura del settore, aver provato molti giochi e aver avuto un’idea buona e abbastanza “fresca”.
Prestigioso non saprei dirti, probabilmente la fortuna! Scadente una scarsa cognizione di ciò che si sta scrivendo, l’assenza di veri playtest esterni che nel 90% dei casi smontano totalmente il gioco e la testardaggine dell’Autore.
Parlando di GDR italiani (quindi non traduzioni o campagne di Kickstarter di giochi stranieri) nei famosi seminari tenuti con Emilio, abbiamo spesso sottolineato come il Crowdfunding sia il modo peggiore per proporre un gioco. Un Kickstarter fatto bene farebbe spendere in pubblicità più di quanto servirebbe per realizzare il gioco. Invece chi lancia un Crowdfunding spesso lo fa per non caricarsi del rischio di impresa, dimostrando però così di essere il primo a non credere nel suo progetto.
Nel tempo si è visto di tutto, da Kickstarter falliti malissimo dove improvvisamente la cifra viene raggiunta con palesi immissioni di fondi dell’autore/editore per non ammettere la sconfitta; giochi dove quelle che erano esclusive vengono vendute normalmente adducendo come scusa che si erano fatti male i calcoli delle spese; quelli dove il gioco viene poi prodotto quasi in segreto, con ritardi mostruosi, senza aggiornare i sostenitori. Insomma, i giochi Italiani prodotti con Kickstarter hanno spesso deluso per gestione e/o realizzazione.
Ovviamente in questo momento particolare, senza la spinta alle vendite data dalle fiere, il Crowdfunding diventa un mezzo quasi obbligato e, nonostante le passate delusioni, ho consigliato sul mio profilo Facebook il Kickstarter del nuovo gioco dei Two Little Mice – Broken Compass – che prenderà il via il 7 maggio.
C’è chi dice la storia, c’è chi si focalizza sull’introspezione del personaggio. A me in un gioco interessa trovare strumenti utili a divertirmi con gli amici!
E con quest’ultima considerazione ringrazio Fabio e ringrazio voi amici lettori che siete arrivati sino a qui.
Se quest’intervista vi è piaciuta e volete leggere le altre cliccate su Autori di Ruolo: un d12 domande a…
This post was published on 16 Maggio 2020 17:00
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