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Interviste

Autori di Ruolo: D12 domande a… Fabio Bottoni

E’ difficile scrivere l’introduzione di una persona che si può annoverare tra le amicizie di lunga data, perché Fabio Bottoni è questo: un vecchio amico oltre che un Autore.

Gherard Von Heer, Triumviro del Patto Stellare – Star Mini; disegno di Francesca Marina Costa, Mini G4me3s Studio

Ma oggi non sono qui per rivangare i bei vecchi tempi andati in cui ci se le dava di santa ragione con spade di gomma su verdi praterie, in quel di Santallago, quando insieme si giocava di ruolo dal vivo.

No. Oggi – oltre a un dovuto ringraziamento alla Mini G4m3s Studio (la casa editrice di giochi di ruolo che Fabio ha contribuito a fondare) per aver inserito un mio alter ego in un loro prodotto, Star Mini, con tanto splendido disegno dedicato a corredo che vedete a lato (una cosa che ancora mi emoziona non poco) – sono qui per raccontarvi… anzi, per far raccontare direttamente da Fabio attraverso le sue risposte qualcosa di più su di lui e sui suoi lavori in qualità di Autore di Ruolo.

Ma ora sono certo tutti vi starete chiedendo: “Mini. Mini. Perché ripeti la parola Mini?
Beh, semplice. Perché Mini non è solo un brand di GDR ma un vero e proprio leit motiv: una firma stilistica. Un’intuizione che ha quale fulcro un setting di gioco dalle chiare identità univoche (Pirati, Western, Sci-Fi), comparti regolistici semplici e funzionale e immediato accesso al gioco. Un’idea questa che, probabilmente, vede la sua genesi nelle collane editoriali più classiche (tipo la Collana Urania), ovverosia una serie di testi pubblicati dalla stessa casa editrice con determinate caratteristiche comuni. Come sono appunto sono i Mini: tutti scollegati tra loro… eppure tutti uniti.

Ma ora basta chiacchiere, lanciamo il nostro D12 virtuale e iniziamo con le domande.

INIZIAMO!

TIRA UN D12

Andrea Zoffoli e Fabio premiano Andrea Cristoni, autore di Immagina, Real Life Superhero/Real Life Villain

Parlaci di te e dicci qualcosa dei tuoi passati lavori: come sei arrivato fin qui?

Salve a tutti, sono Fabio Bottoni, da Pisa. Dal 1989 giocatore e dal 2010 autore ed editore di Giochi di Ruolo presso la Mini G4m3s Studio, casa editrice di cui sono uno dei tre fondatori. Sono diventato autore di GDR in un momento in cui le realtà italiane attive erano poche. La maggior parte dei giochi pubblicati erano traduzioni di prodotti stranieri e salvo qualche rarissima eccezione gli autori italiani erano degli amatori che mettevano online qualche PDF. Sembrava quasi una follia all’epoca imbarcarsi nell’impresa, ma direi che il tempo ci ha dato ragione.

Cosa caratterizza i tuoi giochi rispetto ad altri?

Parlando solamente dei giochi da me scritti, la collana con cui ho iniziato si basa sul fornire ai giocatori un setting originale con regole molto semplici, velocissimo da intavolare e adatto a one shot. È nata così la linea “Mini di cui fanno parte Bullets (fantasy western, o spaghetto fantasy come molti lo definirono al momento dell’uscita), Pirates (pirati steampunk), Rock (distopico post apocalittico, di cui non sono l’autore dell’ambientazione avendo una cultura musicale pressoché nulla) e StarMini (un fantascientifico ambientato 400 anni dopo Bullets che rivela anche il legame tra tutti i giochi presenti nella collana).
Dopo sono arrivati altri lavori come TeenTales, lavoro corale della Mini G4mes Studio ambientato negli USA anni 80, dove gruppi di ragazzini si imbattono in misteri di varia natura; o Walkthrough (NdR: trovate qui una nostra recensione), scritto insieme ad Emilio Fabbri, gioco che traspone al tavolo da gioco atmosfere e meccaniche tipiche dei JRPG per console.

Hai mai avuto dei modelli di riferimento? Quali?

Sicuramente sì, ma non saprei dirti di preciso quali. Quando a Lucca Comics io ed Emilio teniamo i seminari per Game Designer diciamo sempre che per un aspirante Autore deve aver letto e provato moltissimi giochi prima di poter pensare di scriverne uno. Così ho fatto io, e direi che i modelli di riferimento sono sparsi in mezzo a centinaia di manuali. Di sicuro negli ultimi anni Monte Cook è stato un innovatore del genere, ma sto facendo torto a diversi altri autori nel citarlo.

Che contributo credi di aver dato al GDR in questi anni?

Grazie ai Mini so di aver riportato al tavolo da gioco tante persone che non avevano più tempo di giocare; con Walkthrough abbiamo fatto giocare ragazzi che fino a quel momento un GDR lo concepivano solo su console e, da editore, con Drizzit abbiamo avvicinato al tavolo centinaia di fan del fumetto di Bigio. In più abbiamo dato la possibilità ad alcuni aspiranti autori di veder realizzato il loro progetto. Direi che non posso lamentarmi!

Fabio Bottoni e Francesca Marina Costa (Mini G4m3s Studio) ad un Workshop di Vincent BakerLC&G ’12

Esistono scuole di pensiero sui GDR in Italia? E nel mondo?

Sì, ed in Italia si è tradotto tutto nel solito tifo da stadio. Citerò una frase che disse Vincent Baker ad un suo Workshop a cui ho partecipato: “Scrivete e giocate ai giochi che vi piacciono”. Credo sia l’unica filosofia sensata sull’argomento.

Riesci ad individuare dei momenti storici precisi che permettano di dire “è successo qualcosa e da allora nulla è stato più come prima”?

Beh qui è facile. 1974, pubblicazione di D&d; 2000 uscita di D&d 3 ed.; 2013 pubblicazione di Numenera.

Da quando hai iniziato, come senti sia cambiato il mondo dei GDR? E quello degli Autori?

Il mondo del GDR ha subito andamenti altalenanti nel corso del tempo e ultimamente la situazione è un po’ caotica. Il numero di Autori in Italia si è moltiplicato, offrendoci molti lavori interessanti, come i recenti House Hold dei Two Little Mice o Heavy Sugar della Aces Games, ma anche tanti prodotti che mi hanno reso un po’ perplesso.

Sapevi che a Lucca C&G 2018 si è tenuto un convegno sul GDR italiano? Vi avete partecipato?

Sì lo sapevo ed abbiamo inviato uno dei nostri Autori, Cristian Papi di 1300, a parteciparvi. Purtroppo per quanto potenzialmente interessante, farla durante Lucca Comics una cosa simile la rende poco accessibile alle realtà come noi che in fiera hanno molto da fare con i clienti allo stand.

Stand a Lucca Comics &Games 2018; a sinistra con Andrea Zoffoli gli autori della Serpentarium Leo&Curte

Come si realizza un buon gioco di ruolo?

A tale proposito sto scrivendo un libro insieme a Emilio Fabbri. Ma una buona partenza è avere una vasta cultura del settore, aver provato molti giochi e aver avuto un’idea buona e abbastanza “fresca”.

Cosa rende un GDR scadente? Cosa lo rende prestigioso?

Prestigioso non saprei dirti, probabilmente la fortuna! Scadente una scarsa cognizione di ciò che si sta scrivendo, l’assenza di veri playtest esterni che nel 90% dei casi smontano totalmente il gioco e la testardaggine dell’Autore.

Cosa pensi di Crowdfunding e Kickstarter?

Parlando di GDR italiani (quindi non traduzioni o campagne di Kickstarter di giochi stranieri) nei famosi seminari tenuti con Emilio, abbiamo spesso sottolineato come il Crowdfunding sia il modo peggiore per proporre un gioco. Un Kickstarter fatto bene farebbe spendere in pubblicità  più di quanto servirebbe per realizzare il gioco. Invece chi lancia un Crowdfunding spesso lo fa per non caricarsi del rischio di impresa, dimostrando però così di essere il primo a non credere nel suo progetto.
Nel tempo si è visto di tutto, da Kickstarter falliti malissimo dove improvvisamente la cifra viene raggiunta con palesi immissioni di fondi dell’autore/editore per non ammettere la sconfitta; giochi dove quelle che erano esclusive vengono vendute normalmente adducendo come scusa che si erano fatti male i calcoli delle spese; quelli dove il gioco viene poi prodotto quasi in segreto, con ritardi mostruosi, senza aggiornare i sostenitori. Insomma, i giochi Italiani prodotti con Kickstarter hanno spesso deluso per gestione e/o realizzazione.
Ovviamente in questo momento particolare, senza la spinta alle vendite data dalle fiere, il Crowdfunding diventa un mezzo quasi obbligato e, nonostante le passate delusioni, ho consigliato sul mio profilo Facebook il Kickstarter del nuovo gioco dei Two Little MiceBroken Compass – che prenderà il via il 7 maggio.

Qual è la componente più importante di un Gioco di Ruolo?

C’è chi dice la storia, c’è chi si focalizza sull’introspezione del personaggio. A me in un gioco interessa trovare strumenti utili a divertirmi con gli amici!

E con quest’ultima considerazione ringrazio Fabio e ringrazio voi amici lettori che siete arrivati sino a qui.
Se quest’intervista vi è piaciuta e volete leggere le altre cliccate su Autori di Ruolo: un d12 domande a…

This post was published on 16 Maggio 2020 17:00

Andrea De Bellis

Appassionato da sempre di gioco di ruolo, intervallo per anni la mia vita tra questi, lo studio e il lavoro. Dopo un periodo da giornalista professionista decido di laurearmi in storia, mia altra grande passione. Da qui il passo alla scrittura è breve. Comprendendo come l'intrattenimento non possa essere in alcun modo scisso dal provare emozioni, mi propongo quale recensore emozionale per Player.it, ideando e curando nel frattempo le rubriche "Italy&Videogames", "Interviste Impossibili", "LARP: A Night With...", "Autori di Ruolo: D12 domande a..." e "Spade di Gomma", scrivendo il romanzo "Il diario del dott. Flammini" e ideando e lanciando le rubriche "Venerdì Oldies" e "Recensioni Emozionali", sostenendo sempre quanto sia più interessante parlare di "cosa suscita un titolo quando lo si gioca" piuttosto che l'evergreen "cosa è e come come funziona questo gioco". Il gioco è intrattenimento, l'intrattenimento è emozione, l'emozione è vita.

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