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Interviste

[INTERVISTA] I Videogiochi in Italia, quattro chiacchiere con AESVI

GamesCom non è solo il posto per farsi venire la bava alla gola con i titoloni AAA, ma è anche una buona occasione per sedersi a parlare con chi i videogiochi li aiuta a crescere. Abbiamo avuto la fortuna di poterci fermare allo stand italiano per scambiare quattro chiacchiere con AESVI, l’associazione degli editori e sviluppatori di videogiochi in Italia, per capire un pò come stanno crescendo le aziende italiane. Approfittando della loro disponibilità – e del loro caffè italiano che ci mancava da morire – abbiamo intervistato Giorgio Catania, responsabile dello sviluppo per AESVI, il quale ci ha fornito una solida base numerica per essere ottimisti riguardo al futuro del videogioco in Italia.  Tra una chiacchiera e l’altra, abbiamo anche avuto modo di mettere mano su alcuni dei giochi che AESVI ha ospitato nel suo stand, e dobbiamo ammettere di esserci divertiti da matti. Ecco cosa ci siamo detti!

Intervista

R: Eccoci qua! Innanzitutto grazie per averci ricevuto e per aver accettato di far quattro chiacchiere con noi. Allora, come sta andando questa GamesCom per voi?

G: Sta andando bene. Sono anni che ormai partecipiamo a questo evento che è uno dei più importanti al mondo, grazie anche al supporto dell’agenzia ICE per l’internazionalizzazione delle imprese al Ministero per lo Sviluppo Economico, che supporta molto noi e l’industria intera consentendoci di partecipare ad eventi di questo calibro. Oggi ci sono con noi 19 studi di sviluppo, un numero maggiore rispetto agli anni precedenti. Il numero di meeting che hanno avuto non ve lo so dire perché poi ognuno se li organizza per conto suo, ma so per certo che molti stanno facendo i salti mortali per fare meeting extra rispetto a quelli che erano stati messi in calendario. Come potete vedere anche voi tutti gli sviluppatori stanno avendo meeting qui o in altri stand, l’idea generale è che stia andando molto bene insomma.

R: Come va questo Made in Italy? Si conoscono i grandi nomi come Milestone, Ovosonico o Kunos Simulazioni, ma dove si collocano questi nuovi prodotti che oggi portate? Rappresentano un prodotto intrinsecamente italiano, o più qualcosa di internazionale che proviene dall’Italia?

G: Attualmente c’è un misto, ci sono prodotti italiani nati per raccontare l’italianità più nel dettaglio e che si rivolgono ad un pubblico specifico nostrano, ma negli anni si è vissuto sempre più il videogioco italiano come un prodotto internazionale. Oggi giorno i giochi non sono più qualcosa di fisico legato al luogo come accadeva anni fa, ma viene rilasciato su Steam o su altri marketplace digitali, e quindi si rivolge direttamente ad un pubblico internazionale. Gli studi di sviluppo ne sono consapevoli e stanno pensando sempre più ad un giocatore “internazionale” piuttosto che a quello locale. In Italia ci sono oltre 125 strutture di sviluppo distribuite su tutto il territorio, è una industria ancora dalle dimensioni moderate ma in gran fermento, si sta consolidando. Avete visto produzioni come Mario + Rabbids Kingdom Battle, i titoli di Ubisoft Milano, Assetto Corsa Competizione o Last Day of June, e prossimamente usciranno giochi come Daymare: 1998 o Remothered: Broken Porcelain. La produzione procede e sta salendo sempre più di livello.

Fractured, l’MMO italiano sviluppato da Dynamight Studios

R: Ottimo! Fa piacere sentirlo e vedere questo forte ottimismo da AESVI che viene supportato anche dai dati, e a cui dobbiamo e vogliamo credere. Avete di recente avuto un evento a Pisa, ti va di dirci di più?

G: L’evento di Pisa si chiama First Playable e si è tenuto per la prima volta quest’anno, dal 3 al 5 Luglio. E’ stata realizzata da AESVI e da Toscana Film Commission, con il supporto di ICE in partnership con Game Connection. E’ stato il primo evento internazionale B2B (Business to Business, N.D.R.) dedicato al mondo del gaming in Italia, hanno partecipato oltre 70 sviluppatori e 36 tra publisher e speaker internazionali. Ci siamo focalizzati su tre aree: coaching, teaching e pitching, una per giorno. All’inizio i professionisti hanno incontrato gli sviluppatori, dando loro consigli e suggerimenti su come creare connessioni e come presentare il progetto ad un partner internazionale, il secondo giorno gli speaker internazionali hanno portato le proprie conoscenze su temi comuni come sviluppo e business, ed il terzo giorno è stato dedicato invece a mostrare ai publisher internazionali i prodotti che abbiamo al momento in oltre 300 meeting. E’ stato un evento ben riuscito che contiamo di replicare nei prossimi anni.

R: Ci hai parlato di oltre 100 studi, esiste un elenco? Ma soprattutto, chi si associa ad AESVI che benefici ha?

G: Ci sono oltre 125 studi in Italia. Abbiamo rilasciato ad inizio anno il quarto censimento sullo stato dell’industria in Italia, li sono presenti tutti i numeri su chi lavora nell’industria e su dove sono sono distribuiti gli studi di sviluppo. I dati sono raccolti online tramite un questionario che formiamo direttamente agli studi di sviluppo. I dati vengono rielaborati con l’aiuto di esperti dell’Università Bicocca, e una volta messi insieme li rilasciamo. Riguardo l’entrare in associazione, direi che serve principalmente a fare networking, visto che l’unione fa la forza soprattutto in un settore così competitivo ed in costante trasformazione. Conoscersi e sentire l’esperienza altrui è la chiave del successo e per creare bei prodotti. L’obiettivo dell’associazione è permettere la crescita dell’industria e tutelarla, e anche rappresentarla tramite eventi come il Milan Games Week, First Playable, e gli Italian Video Game Awards.

R: Una ultima domanda per non rubare troppo tempo ai meeting. Proprio gli Italian Video Game Awards stanno diventando un premio di caratura internazionale. E’ un evento non solo bello ma anche seguito non solo in Italia. State ricevendo feedback dagli studi, e quali sono le prospettive per il futuro? Dove si proietta AESVI a livello di organizzazione nei prossimi anni?

G: Le attività per gli studi di sviluppo e per l’industria sono cresciute proprio grazie a questi eventi. Ogni anno aggiungiamo qualche novità ed è bello sentire che i nostri eventi hanno un eco internazionale. L’obiettivo è consolidarli sempre di più, aumentando gli ospiti internazionali e di peso, e First Playable è nato proprio per questo. Ci sono anche altri eventi come Game Happens che non fanno parte del nostro network e con cui abbiamo avuto modo di collaborare, noi dobbiamo per una questione di risorse focalizzarci su pochi obiettivi chiari che diano come priorità la crescita per l’industria. Proprio per questo abbiamo creato First Playable, perché non tutti gli studi hanno la possibilità di recarsi autonomamente ad eventi internazionali come Gamescom o GDC, e noi gli supportiamo al meglio per crescere.

Converti gli omofobi a colpi di danza! PrideRun, uno dei giochi più divertenti che abbiamo giocato in tutta la GamesCom!

Commento

Siamo contenti di aver incontrato i ragazzi di AESVI, non solo perché rappresentano un mondo in crescita, ma perché i prodotti che hanno portato sono stati validissimi. Ci sarà spazio nei prossimi mesi per parlare dei vari giochi che abbiamo provato, ad oggi ci “accontentiamo” di vedere una industria italiana in crescita e con solide basi. Il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico garantisce una base politica, ed unita alla forza di volontà che AESVI sta dimostrando negli anni, siamo sicuri che col tempo anche i nostri giochi sapranno ritagliarsi uno spazio nel panorama videoludico mondiale.

This post was published on 26 Agosto 2019 11:42

Riccardo "The Gametist" Galdieri

Da bambino non riuscivo ad addormentarmi senza che mio padre si mettesse vicino a me a giocare al PC. Per forza di cose, negli anni, ho fatto mio questo amore, divorando tutto ciò che poteva stare su un Floppy. Crescendo, questo amore è diventato una professione: ad oggi sono un Freelance Game Developer (con esperienza nell'ambito della gamification legata ai beni culturali) e dottorando in Interazione Uomo-Macchina per ambienti virtuali immersivi alla Scuola Superiore Sant'Anna. Quando non faccio follie come guidare una vecchia macchina da Londra alla Mongolia, vivo di videogiochi. Li creo, li studio, li recensisco.

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