Con l’uscita di Battle for Azeroth, la nuova espansione di World of Warcraft, i giocatori dell’ Orda si sono diretti verso Zandalar per incontrare i Loa che dominano quest’ isola.
Uno fra tutti ha conquistato la maggior parte dei fan, Bwonsamdi il Loa della morte. Alle orecchie più attente sarà subito stata familiare la voce italiana di questo personaggio ma chi si cela davvero dietro Bwonsamdi? Si tratta di Gianluca Iacono, doppiatore di tantissimi personaggi della televisione e del cinema come Gordon Ramsay, Marshall Eriksen di How I met your mother oppure il Locandiere di Hearthstone ma sicuramente tutti lo ricorderanno come la storica voce di Vegeta nella serie Dragon Ball.
Noi di Player.it abbiamo deciso di contattarlo per fargli qualche domanda sul suo ultimo lavoro ossia Bwonsambi, buona lettura.
I: Sei un videogiocatore o appassionato di videogame?
G: Ho una Ps3 e qualche gioco, tra i quali un paio doppiati da me come Skyrim e Watchdog, ma non ho mai tempo per giocare quindi per le poche ore all’anno trascorse davanti alla PlayStation non posso proprio definirmi un “videogiocatore”. Da ragazzino frequentavo spesso le sale giochi. Ma parliamo della preistoria digitale.
I: Come ti sei preparato per il ruolo di Bwonsamdi? Parlaci del lavoro che c’è dietro il doppiaggio di un personaggio così caratteristico.
G: Vi deluderò moltissimo. Il lavoro di “preparazione” nel doppiaggio in generale così come nei videogiochi è inesistente. Arrivi in sala, se ti va di lusso ti fanno vedere il personaggio in animazione se no vedi un’immagine statica, ti dicono due cose sul personaggio per capire il contesto e si incide. Non si fa mica teatro con le prove e lo studio del personaggio. Ecco perché la tecnica è fondamentale ed ecco perché tanti allievi che tentano di cimentarsi in questo campo rimangono totalmente spiazzati di fronte alla richiesta di tecnica, professionalità e velocità nell’immedesimazione. Quindi personaggio caratteristico o meno di solito abbiamo 5-10 minuti per entrare nel ruolo.
I: E’ la prima volta che doppi in napoletano? A chi ti sei ispirato?
G: No. Non è la prima volta. Avevo già doppiato Pulcinella nel film di mezz’ora che precedeva l’uscita in sala di “Totò Sapore e la magica storia della pizza” doppiato poi da Lello Arena. Inoltre ho recitato in napoletano in qualche spot radiofonico. Ho molti amici napoletani e le mie origini sono salernitane da parte di madre, per cui è un suono che non mi è estraneo. Poi quando si lavora molto con la voce e conoscendo bene la dizione, si riesce ad avvicinarsi in maniera piuttosto credibile all’originale.
Il video può contenere spoiler, apritelo solo se avete già completato le missioni di Zandalar.
I: Qual è il tuo rapporto con questo personaggio?
G: Non c’è un rapporto particolare. Ho trascorso poche ore in sala nel dare voce a Bwonsamdi. Ricordo che mi sono molto divertito nel fare un personaggio così ambiguo, arrogante ma simpatico al tempo stesso e in più con l’accento napoletano. Uno spasso!
I: C’è molta differenza tra il doppiare un videogioco e un cartone animato?
G: Abbastanza. Intanto spesso nei videogiochi non vediamo le scene perché devono ancora essere prodotte. Abbiamo una forma d’onda con il recitato inglese (o della lingua di riferimento) su cui appoggiarci per la lunghezza e a cui ispirarci per l’interpretazione. A volte doppiamo sul viso dell’attore che tramite il motion capture darà vita al personaggio digitale. Altre volte doppiamo su personaggi grigi senza bocca, su sfondo grigi, che sono ancora lontani dal prodotto finale col quale poi si gioca. Ci vogliono molta immaginazione e soprattutto molta tecnica.
I cartoni animati li puoi vedere già finiti, così come andranno in onda. L’unica differenza è la lingua. Vediamo la scena (o anello) una volta o due e poi si incide. Qualche sprovveduto che si approccia al doppiaggio chiede a volte se il cartone (o film o telefilm) non lo si può vedere prima, magari a casa. Ma la realtà è che si scopre tutto sul posto. E cartone o videogioco che sia, con le differenze di cui sopra, dopo 5 minuti bisogna essere già sul pezzo.
I: Un nostro lettore chiede: “Come descriveresti il passaggio da un personaggio fiero e orgoglioso come Vegeta ad uno più giocoso ma al tempo stesso maligno come Bwonsamdi?”
G: Sono personaggi molto diversi. In uno ho recitato in un modo nell’altro in un altro. In uno mi incazzo e tiro fuori orgoglio e tutte le caratteristiche di Vegeta e nell’altro mi adatto a tutt’altro tipo di personalità, in fondo sei un attore e cambi pelle a seconda di ciò che è necessario fare.
I: Penso che ci siamo, grazie mille Gianluca per la disponibilità.
G: Grazie a te.
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