Quello di oggi, di articolo, lo apriamo con la constatazione veritiera e totale di uno stereotipo che riguarda il Clan Tremere che non sono io a sostenere ma che è lo stesso Vampiri: la Masquerade, nel “verdone“, a proporre.
Se prendiamo, infatti, la pagina dedicata al Clan Brujah e ci soffermiamo sui vari commenti che riservano ad ogni Clan, alla voce Tremere leggiamo: “è come se qualcuno avessero abbracciato un gruppo di giocatori sfigati di D&d e gli avessero detto che le loro magie erano vere“.
Assolutamente meraviglioso, perché vero.
Perché i Tremere sono esattamente questo e nei vari manuali di Vampiri non ci sarà mai nulla che cercherà, nemmeno lontanamente, di smontare tale argomentazione, anzi, questo concetto viene continuamente ribadito dalla White Wolf, tanto da dedicare a questo tema il racconto posto in apertura del “Libro dei Clan: Tremere“, “Illuminati dalle tenebre“. Quindi iniziamo!
Il protagonista è un mago, per la precisione un Illusionista, insomma, uno di quelli che fa intrattenimento e spettacoli di magia. La cosa curiosa è che costui si dedica anche allo “smascheramento” dei “fenomeni paranormali“.
E’ chiaro fin dalle prime battute che la WW voglia ulteriormente alimentare lo stereotipo del maghetto, rendendolo il Cavallo di Troia del racconto… e devo dire che ci riesce benissimo.
Riesce a centrare il punto alla perfezione: un umano che ha fatto del suo scopo di vita il dimostrare come la magia e il paranormale non esistano.
Dopotutto, chi altri potrebbe essere il miglior candidato all’abbraccio di un Tremere, se non un individuo che ha dedicato tutte le sue forza ad analizzare la realtà che lo circonda, nel vano tentativo di rassicurare se stesso e ignorando quel piccolo tarlo che si nasconde nei reconditi della sua mente che chiede insistentemente “e se invece?“.
Insomma, una mente scientifica, proprio come i Tremere, che cerca di saziare la sua sete di conoscenza e ignora la tremenda vocina del dubbio che, puntualmente, viene zittita al grido di “Rasoio di Occam“.
Già, peccato che qui il Rasoio di Occam vada a farsi benedire con una semplice analisi che si pone lo stesso Illusionista nelle sue prime battute e che suonano più o meno cosi.
“Le persone non credono ai Vampiri, eppure questi compaiono costantemente da millenni all’interno della storie, letteratura e folklori di ogni popolo, sia esso orientale o occidentale, meridionale o settentrionale. Ogni cultura, da quando esiste la scrittura, o ancora la capacità di esprimere concetti attraverso graffiti disegnati su oscure caverne del neolitico,
Ma allora, tutto questo è frutto del “Caso” o semplicemente diviene la soluzione più logica in forza del Rasoio di Occam e, quindi, i vampiri esistono da sempre e sanno semplicemente nascondersi bene? Dopotutto alcuni di questi sono in grado di Svanire dall’Occhio della Mente, altri sanno ricorrere al Mesmerismo etc etc etc e, dunque, quale sembra alla luce di questa semplice osservazione la risposta più ovvia?
Ve lo dico io: i vampiri esistono.
Ma ricordate:
A) Non se ne deve abusare, mai.
B) Vi si deve ricorrere “cum grano salis“.
Perché? Semplice, ci vuole poco a sfruttare la mia precedente affermazione e renderla veritiera anche per il nostro mondo, sebbene con un’unica, importante, differenza. Se, infatti, lo fate nel Mondo di Tenebra è tutto ok, se invece lo fate qui qualcuno richiederà immediatamente un TSO per voi, ragione o torto che abbiate.
Bene, direi che introdotta la psicologia alla base del personaggio possiamo passare all’analisi del racconto, a mio avviso uno dei più belli scritti sui manuali e che possiede l’indubbio potere di far subito entrare nel mood giusto il lettore che si avvicina per la prima volta a questo Clan.
Avete presente quei programmi spazzatura che danno ultimamente in TV in cui un gruppo di sfigati (sfigati poi, son pagati fior di dollari) entra in una casa, prigione, cantina, condominio etc per rintracciare la presenza di fantasmi e l’unica cosa che trovano sono loro stessi che continuando a squittire “ehi, hai sentito?“, “diavolo, ho la pelle d’oca“, “eccolo, l’ho visto, tu l’hai visto?“, “questo posto mi fa venire i brividi“, “sento qualcosa” e cosi via? Ecco, il nostro Illusionista fa parte di uno di questi gruppi ma, a differenza della norma, questo adotta un minimo di rigore scientifico: sono li per screditare la nomea di “infestata” piuttosto che sostenerla.
“Mi scusi“.
“Erano solo parole, ma mi spaventarono a morte“, cosi viene introdotta la nostra nuova presenza nella narrazione.
Una donna, alta, con indosso un severo abito d’affari è riuscita a spaventare il nostro Illusionista che aveva finito or ora di smitizzare una casa infestata.
Ironico, vero? Sei li a fare il gradasso, forte della tua ragione, ed ecco che una Maestrina ti fa “cacare-sotto” spaventare. riuscendo ad scuotere la vocina nel tuo cervello che ora può vagire nuovamente “e se invece?”
Purtroppo la razionalità avrà ancora il sopravvento e il racconto si dilungherà in uno scambio di battute in cui la Maestrina sonderà la sua vittima, analizzando il lavoro svolto dall’Illusionista e sottolineando come questi sia stato piuttosto approssimativo e sbrigativo nel liquidare alcuni casi che avrebbero necessitato una maggiore attenzione:
“Lei ha supposto, e sa che si dice di chi si comporta cosi“.
Colpito ed affondato, stiamo perdendo pressione nella cabina di comando.
Mayday, mayday, precipitiamo…
Che Meraviglia, fregato dalla prima Maestrina che passava di li. Poverino.
Peccato che quella li non sia affatto una maestrina ma, come ha tenuto a sottolineare lei stessa, qualcuno che “voleva discutere con lei i suoi metodi – da un mago professionista all’altro, potremmo dire“.
E quindi ovvio che non si possa proseguire il racconto se non con un “a casa, mentre beviamo qualcosa“; e cosi avviene, il tempo scorre, l’Illusionista non se ne rende conto e come ipnotizzato, o meglio, dominato da questa mistress-cerebrale vestita da Maestrina, si ritrova nella sua auto diretto verso l’hotel dove alloggia.
Scopriamo qui che se la prima parte era dedicata alla Ragione, questa seconda è invece dedicata al Sentimento, un sentimento sottile. Un sentimento come quello che anima due persone nel pieno del furore delle loro argomentazioni e che non può sfociare altrimenti se non nella nostra Maestrina che dirigere sapientemente il grande classico del “Gatto che gioca con il Topo“, distruggendo puntualmente ogni osservazione sollevata dall’Illusionista riguardo la realtà del mondo, producendo e alimentando una spirale di sfiducia totale che costui ha sempre avuto in cuor suo.
“Hai cercato le spiegazioni nel mondo che ti circonda, e questo è bene. A differenza degli scienziati, tu cerchi la verità su argomenti che la maggior parte delle persone deride o sceglie deliberatamente di ignorare. Sei disposto a impegnarti di persona per svelare i misteri che la gente preferisce non considerare. Ma alla fine ti sei sempre tirato indietro – ti è sempre mancata la volontà di conoscere la verità. Sei in bilico sul confine, cercando di scoprire qualcosa che sta la fuori ma tirandoti indietro sempre all’ultimo momento.
Sto per farti un grande favore.
Questo sarebbe stato un ottimo epilogo, ma la storia non finisce cosi.
No, manca ancora qualcosa.
Tutto moto bello ma… dove sono i Tremere?
Eccoli i Tremere.
L’epilogo è dedicato a loro e la narrazione si offre nel migliore dei modi: all’interno della grande sala della Cappella cittadina deputata all’esecuzione dei Rituali, intenti ad eseguire quello che è l’elemento cardine e primo mozzo immobile del loro Clan: il Rito della Transustanziazione dei Sette.
E’ questo, infatti, il momento in cui un Tremere diviene parte della Piramide e guadagna lo status effettivo di membro del Clan e noi, grazie a “Illuminati dalle Tenebre“, lo stiamo vivendo in diretta.
Lo viviamo in quel freddo marmo su cui il nostro Illusionista si risveglia.
Lo viviamo in quella cantilena in latino incomprensibile.
Lo viviamo nel momento in cui sperimenta l’assenza di sensazione tattile.
Lo viviamo mentre viene chiamati postulanti per la prima volta.
Lo viviamo nel momento in cui gli viene porta la coppa contenente il sangue degli Anziani.
Lo viviamo quando il sangue gli brucia la gola.
Lo viviamo mentre la Maestrina si rivela togliendosi il cappuccio e scopriamo che da questo momento e per l’eternità lei sarà solo e soltanto “il Maestro“.
Che Meraviglia! Ora le nostre magie sono davvero vere.
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This post was published on 29 Giugno 2017 22:33
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