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Giochi di ruolo

Kosmosaurs | Recensione: dinosauri nello spazio contro melme, robot e broccoli

Sei un dinosauro. Sei un Ranger del Kosmo. Sei un Kosmosauro e proteggi la Galassia.
È così che si apre il piccolo manualetto GDR di Kosmosaurs, un capolavoro di Diogo Nogueira, un game designer brasiliano particolarmente fissato coi dinosauri – e come dargli torto? – visto che è già autore tra le tantissime cose di un altro GDR a tema, Primal Quest.

Need Games, editore che porta Kosmosaurs in Italia, ci aveva affidato un PDF pochi giorni prima di Lucca, ma vedendo le grafiche, le illustrazioni acide e sgangherate del disegnatore polacco Łukasz Kowalczuk, e soprattutto sfogliando con mano le pagine allo stand di Need Games al Lucca Comics & Games 2024, ho voluto prenderlo di mia tasca a tutti i costi.
È la minchiata spaziale di cui avevo assoluto bisogno nei miei scaffali.

OSR, piccole regole per salvare la galassia

Kosmosaurs è un OSR, acronimo di Old School Renaissance, una tipologia di giochi di ruolo che cercano di offrire esperienze come una volta: poche regole ma buone.
L’autore, supportato da Exalted Funeral e Old Skull Publishing, ha provato a convogliare un sistema rapido basato sui D6 in un’ambientazione che attinge a piene mani dall’immaginario scaturito dai cartoni animati anni ’90 come gli Street Sharks, i Biker Mice from Mars, le Tartarughe Ninja e, soprattutto, gli Extreme Dinosaurs: Squadre organizzate di bestie antropomorfe che cercano di salvare il mondo (o l’universo, a seconda dei casi).

Ovviamente, il tutto è calato in una dimensione più scherzosa, acida e sopra le righe, un immaginario comunicato tanto dalle tabelle di tiro per eventi, luoghi e nomi casuali, quanto dall’impaginazione artistica e dalle bellissime illustrazioni di Kowalczuk. Pur nelle sue dimensioni compattissime (una settantina di pagine), il manualetto di Kosmosaurs si mostra quasi come un piccolo artbook con tanto di copertina rigida e pagine dallo spessore decisamente non sottile.

Ogni giocatore crea il suo Kosmosauro scegliendo un nome a piacimento, un tipo di dinosauro e un ruolo, elementi che possono essere anche sorteggiati dalle tabelle di tiro a disposizione. Queste tre caratteristiche formano già un archetipo nella testa dei giocatori, che saranno poi motivati a inserire tratti della personalità, le specifiche “Portato Per” e “Non Portato Per“, nonché le uniche due statistiche presenti sulla scheda di ogni Kosmosauro: Kosmo, per prove legate a facoltà mentali, intellettive ed emotive, e Sauro, per le prove legate a caratteristiche più fisiche.
Il party ovviamente deve anche creare la propria astronave, peccato non ci siano tabelle di tiro specifiche a riguardo.

Da Kosmo e Sauro dipendono poi rispettivamente Conoscenze ed Equipaggiamenti, dei descrittori che possono tornare utili durante le partite per aggiungere D6 ai tiri durante le prove, o per essere sacrificati così da evitare danni fatali durante i combattimenti. Molto intrigante il fatto che non ci siano veri e propri Punti Ferita, ma che i danni nemici vadano a inficiare proprio sugli attributi Kosmo e Sauro, decurtandoli. Le prove funzionano tirando quanti più D6 possibili, ma tra i risultati si prendono in considerazione esclusivamente il dado più alto tra tutti ed eventuali 6 aggiuntivi che conferiscono dei vantaggi a discrezione di Master e giocatori, a seconda della situazione di gioco.

Dinosauri ranger spaziali si nasce, non si diventa

Kosmosaurs adotta un sistema agile e immediato da applicare, ma ovviamente ripetitivo sul lungo periodo, il quale in realtà è un po’ il “problema” generale di tutti gli OSR.
Kosmosaurs diventa quindi molto efficace per partite e sessioni brevi, occasioni in cui le situazioni che si vengono a creare non possono che divertire le persone al tavolo, coadiuvate da tabelle di tiro per eventi e nemici anch’esse un po’ sopra le righe. Basti pensare che tra gli acerrimi nemici menzionati dal manuale, con tanto di pagine e illustrazioni dedicate, ci sono pirati non-morti, melme dedite alla burocrazia, sauri opposti ai Kosmosauri che provengono dalla dimensione del Vuoto, e, soprattutto, i Broccoloidi, i n*zisti delle verdure spaziali.

Insomma, avendo un messaggio così semplice e chiaro – divertire e farlo in poco tempo – è difficile riuscire a trovare una vera e propria pecca a Kosmosaurs. L’unico appunto che riesco a fare agli autori del gioco e di aver fornito poco materiale a supporto del master: avrebbe fatto comodo qualche mappa, una missione pre-generata che non fosse una frase di un elenco di una tabella di tiro, ecc… Ma insomma, per un OSR va bene tutto, basta guardarsi in giro per internet o basta spremere un po’ le meningi sui suggerimenti già insiti nel manuale.

Ho giocato Kosmosaurs sia con amici appena rientrato da Lucca, sia in solitario sfruttando l’emulatore di Game Master Mythic, un altro prodotto targato Need Games che stiamo ancora testando e di cui vi parleremo nelle prossime settimane. In entrambe le situazioni, Kosmosaurs ha saputo divertire e intrattenere con la sua follia colorata e spaziale.

Per quel che riguarda la sessione in solitario, ve ne parlerò quando sarà il momento di recensire Mythic… anche perché, dovendo hackerare il gioco tramite un altro prodotto, la sessione è irrimediabilmente più lunga e ancora in corso. Per ora, vi rendo solo noto che il protagonista, Spaccatutto, è un T-Rex iracondo armato di pistola laser, stivali di ferro per spappolare i nemici a terra, e visore a realtà mista per individuare meglio le minacce nel suo raggio visivo.

Per quanto riguarda la giocata tradizionale, invece, ho preparato una sessione al volo ai miei amici tirando qualche dado un paio d’ore prima di vederli, giusto per generare una missione con un obiettivo chiaro che non avesse bisogno di dungeon, ma solo di azione: la giocata consisteva nel portare illeso da un pianeta a un altro un prezioso artefatto misterioso, il Portaombrelli della Morte Letale, cercando di sopravvivere ai diversi incontri casuali e ai più disparati inseguimenti folli perché ovviamente se esiste un artefatto “della Morte Letale” lo vogliono tutti.

Abbiamo passato un paio d’ore tra risate sonore per diverse situazioni rocambolesche. Per esempio, coi motori in avaria in una cintura di asteroidi, il Triceratopo Muraglia ha cominciato a caricarli tutti a testate ignoranti nello spazio usando il suo jet pack, per proteggere il veicolo da collisioni mentre gli altri giocatori cercavano di riparare i motori; un altra giocata esilarante è avvenuta quando lo Stegosauro religioso Fra Casso, tramite la sua forbita e assordante arte oratoria, è riuscito a convincere un generale dei Broccoloidi di nome Adolfriariello che la sua razza vegetale, in realtà, non è eletta, ma bensì il risultato di un esperimento fallito; l’evento ha scatenato un suicidio di massa di Broccoloidi che ha permesso ai Kosmosauri di superare il settore nemico indisturbati.

Alla fine il Portaombrelli della Morte Letale è stato consegnato al mittente, la Piratessa non-morta Morte Letale: esatto, era un normalissimo Portaombrelli che però apparteneva a una tizia di nome Morte Letale.
Ora che tutti hanno acquisito questa informazione, la Galassia è salva, ancora una volta, grazie ai Kosmosauri (forse). Potete salvare anche voi l’universo prendendo Kosmosaurs dal sito di Need Games.

Rapido, divertente, matto in c***

Kosmosaurs è il gioco di ruolo perfetto per chi voglia un’esperienza senza fronzoli, tutta basata sul divertimento immediato con un pizzico di follia intergalattica. Le sue regole semplici e il tono spudorato consentono di entrare subito in gioco, senza preoccuparsi troppo di bilanciamento o dettagli complessi. Se siete fan dei dinosauri, dei cartoni anni ’90 e dell’azione sopra le righe, questo manualetto è una perla da avere sul vostro tavolo da gioco. Kosmosaurs è in grado di generare avventure incredibilmente ridicole e divertenti, facendo sentire i giocatori sempre pronti a scendere in campo come un eroico dinosauro spaziale… anche solo per portare un portaombrelli da un angolo della galassia all’altro.

This post was published on 9 Novembre 2024 23:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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