Forsaken Scriptures | Recensione: Parole Creatrici per il tuo GDR

Il libricino quadrato di Forsaken Scripture con il retro del manuale

Magno guadio! È giunta una missiva dalle eminenze grigie di Nigredo Press, Zosimos, Homunculus, Trithemius e Simon Magus con il loro novo liber, Forsaken Scriptures, (scritti perduti/dimenticati) in approdo al Forum Luccae MMXXIV.

Lasciando al gioco il linguaggio arcaico, Forsaken Scriptures è un piccolo libro, scritto da Nyhur e pubblicato da Nigredo Press, che contiene 15 splendide “word maps” in inglese, ognuna accompagnata da un’illustrazione. Ogni mappa esplora in dettaglio un’avventura ambientata in un luogo specifico, progettata per integrarsi perfettamente con Mörk Borg, l’altro celebre prodotto di Nigredo Press, ma adattabile a qualsiasi contesto fantasy, inclusi i più classici come D&D.

A proposito di Mork Borg, se non l’avete ancora visto, c’è un super-metal Kickstarter per il videogioco, per il quale abbiamo appena intervistato due musicisti della colonna sonora (articolo qui). Prima di addentrarci nel dettaglio su cosa renda speciale Forsaken Scriptures, facciamo una breve introduzione su cosa siano le “word maps” e su come si utilizzino, per chi non le conosce già.

Mappa di parole

Una serie di teste messe sulle mensole di una libreria

Una word map, ovvero una “mappa di parole,” è uno strumento versatile che fornisce descrizioni e spunti rapidi per comprendere o creare un concetto. Usarla è semplice: basta seguire il flusso delle parole, e se inizio e fine non risultano chiari, fa tutto parte dell’esperienza.

Le word map di Forsaken Scriptures distillano in un’unica immagine l’architettura del dungeon e il suo contenuto, dando vita a frasi inquietanti che descrivono corridoi, cunicoli e stanze, ma lasciando i dettagli e i particolari alla fantasia del master.
Queste word map sono ideali per giochi di ruolo a bassa preparazione o come strumenti di scrittura per ispirare nuove idee e atmosfere.

Un disco-dungeon metal

La copertina a sinistra e il retro della custodia a destra, con l'elenco dei dungeon come se fosse una track list
A sinistra la copertina del manuale, a destra il retro della custodia

Forsaken Scriptures è presentato con cura in un libretto racchiuso in una custodia di cartone, con un’estetica ispirata agli album metal (persino l’elenco dei dungeon sul retro è organizzato come una tracklist) e l’interno non delude le aspettative.

Estratto dalla sua custodia, Forsaken Scriptures ci accoglie con una copertina decorata da scritte in lingue fittizie ma dal gusto antico e dimenticato, evocando immediatamente un’atmosfera arcana che fa sentire il lettore come se stesse sfogliando un manoscritto proibito.

E per rinforzare questo sentimento, sin dalla prima pagina Forsaken Scriptures accoglie con questi versi, che risuonano quasi come una maledizione o un incantamento, i suoi audaci lettori:

Lettering in black ashes
Swarming to spell words
Twisting to form shapes
Aligning to draw maps
They showed us the way
We knew the dangers
We just did not care

Angusti corridoi di amara angoscia

I dungeon di Forsaken Scriptures sono inquietanti e strani, un viaggio nelle profondità più oscure e contaminate del fantasy. Ogni mappa evoca luoghi che sembrano nati da una mente distorta, un mondo consumato dal male, corrotto fino al midollo, dove l’aria stessa sembra trasudare sofferenza e rancore antico. Le word map, con la loro fusione di font gotici, curvature sinistre, e dettagli disposti come tracce di un incubo, guidano l’occhio in un percorso distorto, rendendo anche la lettura un’esperienza opprimente e inquietante.

Le stanze e i corridoi sono descritti con parole spesso scarne e fredde, ma a che rimandano a immagini che scavano nella mente creando visioni chiare di perdizione e disperazione. Ogni curva della mappa nasconde un segreto, un suggerimento di follia o di orrore. L’atmosfera dei dungeon è pervasa da una decadenza irrimediabile.

Le parole di Forsaken Scriptures non sono solo word-map, ma aprono portali verso luoghi perduti e dannati, in cui spiriti malvagi, antichi stregoni, mari di cadaveri e sangue, non sono che un pretesto per raccontare una storia, e farlo dannatamente bene.
Storie tipo la seguente…

Un mare di corpi

Roderick e Iuvenas si avvicinarono ai Campi Insanguinati. Il villaggio li aveva già avvertiti delle pestilenze e delle minacce demoniache che infestavano quel luogo, ma lì giaceva qualcuno di importanza. La collana di Edelgarda non si sarebbe recuperata da sola dal suo cadavere.

Poco dopo aver lasciato il villaggio, incontrarono figure losche incappucciate lungo la strada battuta. Spingevano carretti ricolmi di oggetti trafugati dalle tombe. In un angolo, un piccolo palco d’asta fatto di bare incombeva sinistro. Un brivido percorse la schiena dei due avventurieri mentre gli occhi dei predatori di tombe li seguivano con attenzione.

I Campi Insanguinati onoravano pienamente il loro nome. Ovunque si posasse lo sguardo, per decine, centinaia di metri, giacevano corpi ammassati, armi e armature arrugginite, fili d’erba tinti del rosso coagulato del sangue. L’olezzo di morte e decomposizione era insopportabile, e sagome indistinte infestavano l’orizzonte, come spettri di animali corrotti dalla natura distorta di quel luogo.

Roderick estrasse la spada, mentre Iuvenas impugnava il suo bastone. Ma c’erano nemici contro cui né lame né incantesimi potevano nulla. In fondo al campo, un grande masso spaccato perfettamente a metà dominava la scena. Nessuno conosceva l’origine di quella frattura, eppure entrambi sentivano, inspiegabilmente, che ciò che cercavano giaceva oltre il masso.

All’ombra del masso, i cadaveri erano ancora più fitti, coprendo quasi del tutto il terreno. Sulla roccia grigia erano incisi ammonimenti: “PENTITEVI O PERITE,” “I PECCATORI SARANNO PUNITI,” “PREGA PER LA REDENZIONE.” Con passi incerti, i due avanzarono lungo il sentiero che divideva il masso, le scritte continuavano su ogni superficie. A metà percorso, dall’altra estremità, riuscirono a distinguere suppliche disperate, urla rivolte verso il cielo.

Oltre il masso, ai piedi di una piccola valle, apparve una schiera di lebbrosi avvolti in bende, inginocchiati e intenti a implorare perdono e redenzione verso una grande nube rossastra. La nube, densa e tremolante come fosse fatta di sangue, si avvicinava lentamente, inghiottendo i lebbrosi tra urla di dolore catartiche, come se accogliessero la punizione a lungo attesa.

Improvvisamente, Iuvenas sentì qualcuno strattonargli la tunica. Un lebbroso, rimasto indietro rispetto agli altri, giaceva a terra e gli afferrava la veste con disperazione. “PREGATE LA NUBE DEI PECCATORI PER IL PERDONO!” gridava. “PREGATE E RICEVERETE LA REDENZIONE!” Quando Iuvenas si voltò verso il suo compagno, lo vide già inginocchiato davanti alla nube, sussurrando parole incomprensibili.

Iuvenas alzò lo sguardo verso la nube, che avanzava sempre più grande, quasi a incombere su di loro. E giurerebbe, su ogni cosa cara, che quella nube aveva degli occhi.