Nel lontano 1974 apparve in America la prima versione di Dungeons & Dragons (la famosa scatola marrone). A cinquant’anni dalla sua uscita, oggi nel 2024, Wizard of The Coast pubblica il più grande tributo alla sua nascita che D&D abbia mai ricevuto: “The Making of Original Dungeons & Dragons”, un omnibus che esplora i precursori di D&D, la nascita della sua prima versione, le personalità di spicco che hanno portato alla nascita del gioco di ruolo più famoso del mondo e la sua evoluzione successiva, fino alla compilazione della versione dopo (Advanced Dungeons & Dragons, AD&D).
Il libro è, al momento, solo in lingua inglese e approda sul mercato con il prezzo proibitivo di 100€, ma l’ammontare di contenuto al suo interno, e la dimensione del libro ne giustificano facilmente il prezzo.
Una nota a margine, la prefazione e le premesse
Prima di iniziare a descrivere cosa contiene e perché il prezzo è giustificato, il libro parte con una prefazione sul contenuto, un vero e proprio Content Warning. All’interno di questo, gli autori hanno deciso di esplicitare che la cultura e i tempi in cui D&D è nato fossero tempi con una sensibilità culturale diversa e dove molti termini erano “vera e propria appropriazione culturale”.
Questa prefazione, come prevedibile, ha polarizzato le reazioni nell’internet Italiano e non. Al di là della posizione politica presa per proteggersi dalla cancel culture americana, l’omnibus non contiene nessuna opinione o giudizio al suo interno ed è soltanto una raccolta di informazioni e documenti.
Come nacque D&D
Il primo capitolo del libro si addentra nelle origini del primo gioco di ruolo della storia: I Wargame, giochi in cui i giocatori e i loro eserciti di miniature si scontrano con obiettivi, regole e a quei tempi anche arbitri che si assicuravano che la partita seguisse le regole.
Infatti prima ancora che Gygax avesse in mente D&D, aveva non solo creato una tassonomia dei draghi, che poi sarebbero diventati chiave per il gioco di ruolo, ma frequentava la Lake Geneva Tactical Studies Association (LGTSA) con la quale studiava e creava wargame medievali accurati
Il primo successo fu Chainmail: un set di regole per un combattimento medievale tra miniature, contenente però una variante per le battaglie fantasy, in cui appaiono per la prima volta eroi, incantesimi e creature che sarebbero poi apparse in D&D.
A far scaturire la scintilla per la creazione di qualcosa di diverso fu l’incontro con Arneson e il wargame di Blackmoor (una variante medievale di Braunstein), in cui alcuni giocatori potevano ricoprire il ruolo di singoli personaggi.
In questo capitolo non solo sono portati scan dei documenti originali di tutto ciò appena citato (quindi Chainmail, la tassonomia dei draghi, Blackmoor) ma anche alcune lettere scambiate tra Gygax e Arneson. Al di là del valore storico, questi documenti sono una vera ispirazione per gli appassionati di gioco di ruolo, incarnando lo spirito di co-creazione e sperimentazione. “Hackerare” i giochi, per usare un termine moderno, era naturale ai tempi.
La prima bozza e le sue correzioni
Nel 1973, Arneson e Gygax iniziarono a compilare il primo manoscritto di Dungeons and Dragons. Durante questi mesi, i due, con l’aiuto di Megarry, concentrarono tutte le idee che avevano sviluppato con le loro partite a Blackmoor e altri wargame. Nacquero così concetti come livelli, classi, esperienza, creazione del personaggio.
All’interno vi è anche la prima bozza di D&D con tanto di appunti scritti a matita e correzioni e la sua seconda bozza corretta e compatta. Il contenuto di queste pagine non è solo prezioso per la storia del gioco di ruolo, ma per la storia del gioco moderno in generale. Questi concetti nati con D&D sono presenti ormai in moltissimi videogiochi e giochi da tavolo.
Verso la fine del 1973 la prima versione era ormai testata e pronta per essere pubblicata e venduta da TSR. Ogni set era venduto per 10$ dollari l’uno (64$ di oggi) e conteneva tre volumi: Men & Magic, Monsters & Treasure e The Underworld & Wilderness Adventures.
L‘interità dei tre volumi è presente scannerizzata all’interno del libro. Poter mettere a confronto i manuali della 5a edizione con la primissima versione e notare quante creature sono rimaste quasi identiche e quali invece hanno subito cambiamenti è una prospettiva interessante. Ad esempio sin dalla prima versione di D&D i giganti erano divisi nelle categorie classiche (Collina, pietra, gelo, fuoco e nuvole), o anche come la categorizzazione dei non morti (Wight, mummie, wraith, ghoul, zombie, vampiri ecc) sia rimasta identica negli anni.
Espansioni, Ambientazioni e il Advanced D&D all’orizzonte
L’ultimo capitolo del libro è dedicato alle espansioni e tutto ciò che seguì la prima uscita di D&D. Nel 1975 infatti TSR iniziò la pubblicazione di “Strategic Review”, un periodico dedicato a espandere il mondo e le regole di D&D.
Tra le prime uscite c’è l’introduzione dell’iconico Mind Flayer (adesso più iconico che mai con Baldur’s Gate 3) e una variante del gioco da poter giocare senza il Dungeon Master con una genrazione casuale del dungeon e delle creature.
Tra queste aggiunte vi sono anche i primi supplementi veri e propri, tra cui le prime istanze di “ambientazioni” come Greyhawk e Blackmoor che introducevano nuove spell, nuove classi e nuove idee che sarebbero poi diventate parte integrante del gioco di ruolo più famoso del mondo.
I manuali di espansione presenti in queste parti sono veri e propri approfondimenti archeologici nell’origine di D&D e sono presenti in forma integrale all’interno del libro.
Considerato il numero di supplementi rilasciati insieme al set base e quanto stava diventando complesso unirli tutti, nel 1976 dopo aver trasformato “The Strategic Review” in “The Dragon”, Gary Gygax inizio la scrittura di Advanced Dungeons & Dragons. Da lì in poi è storia.
Conclusioni Finali
The Making of Original Dungeons & Dragons è un almanacco dettagliatissimo, nonché un grandissimo tributo alla versione originale di D&D e ai suoi creatori. Non solo permette di esplorare e quasi co-partecipare alla magia della creazione e della nascita di un gioco che avrebbe poi fatto la storia, ma con tutto il materiale all’interno permetterebbe anche di giocare alla primissima versione di D&D. Se amate D&D e masticate l’inglese insomma, The Making of Original Dungeons & Dragons è imperdibile.