Prima di tutto, il titolo è chiaramente provocatorio: so che molti di voi l’hanno capito subito ma meglio non rischiare. Eppure non è che sia poi tanto sbagliata l’affermazione nel titolo, vero?
Il Tempo, il tempo cambia sempre tutto; e anch’io, sebbene tardivamente, credo di aver colto che “le cose stanno cambiando”.
Avete mica notato che qualcosa di recente, intorno a noi, sta mutando?
E con recente intendo negli ultimi anni.
Riformulo: negli ultimi anni, avete mica notato qualcosa di diverso intorno a voi quando giocate un evento di gioco di ruolo dal vivo, un LARP?
Fallomuniti,
non siamo più soli!
Non che si sia mai stati soli, eh.
Il gentil sesso – non vogliatemene di questa, è solo un artifizio letterario da imbonitore e intrattenitore – s’è fatto sempre più attivo e presente nel mondo del LARP.
Nell’organizzazione, nella dirigenza e… nel gioco.
Se infatti sino a una ventina, forse anche una decina d’anni fa la loro presenza era sì assodata, negli ultimi anni sembra aumentata. E non di poco!
E voi? L’avevate notato? Io dico di si!
Foss’anche solo in questo preciso momento, vi sarete certo resi conto di non star frequentando più la solita “sagra della salsiccia” (grazie TBBT – The Big Bang Theory) ma piuttosto una nuova forma di “sagra di paese”, dove non sembra più esserci un solo piatto a base di maiale ma un’offerta più equilibrata e variegata.
Un risultato – forse – complice dello sdoganamento del “nerdismo” avvenuto negli ultimi anni, grazie a fenomeni di massa come LoTR, TBBT e GoT ed altri (anche se reputo questi tre, gli influenti maggiori) che hanno aperto e reso pop una sottocultura tutto sommato considerabile sino alla fine degli anni 90’ di quasi puro appannaggio maschile (rare eccezioni a parte).
Non storcete il muso: fermatevi, riflettete e scrivete su di un pezzo di carta ALMENO dieci nomi di donna con cui giocavate di ruolo prima del duemila; poi procedete negli anni e sono certo i numeri aumenteranno.
Tenendo a mente questo palese aumento – tanto che certe volte, in alcuni eventi ho avuto la chiara sensazione di sentirmi circondato da donne – ci troviamo in uno strano ginepraio in cui delle due, solo una delle seguenti affermazioni può esser certamente vera…
In Italia le giocatrici di ruolo sono più dei giocatori di ruolo;
In Italia i giocatori di ruolo sono più delle giocatrici di ruolo;
…e da cui io sono uscito con la calma e la logica, razionalizzando la situazione e ponendomi una semplice domanda: abbiamo dati per dire vera una delle due affermazioni di cui sopra? Non giusta: vera. Un dato di fatto.
Ebbene, ho svolto una breve indagine per documentarmi sul rapporto M/F negli ultimi anni nel LARP italiano. Non ho chiaramente raggiunto l’onniscienza. Nella Penisola è già difficile fare una stima di quanti giocatori ci siano (7000+ circa? Boh, plausibile ma non realmente documentato), figuriamoci avere percentuali precise di questo tipo. Eppure qualcosa l’ho tirato fuori…
Consultando e confrontandomi con alcune realtà e chiedendo i dati di presenza ai loro eventi ho avuto modo di togliere un po’ di dubbi e stabilire alcune “certezze” – se così le possiamo chiamare – su questo fenomeno di aumento di cui accennavo sopra; e devo dire che il dato è… strano. In alcuni casi inaspettato.
Se infatti nella prima decade del secolo e grossomodo sino alla metà della seconda le percentuali di presenza femminile siano attestate in una media, tra le realtà con cui ho interagito, tra i circa 15-20% (come ci si sarebbe potuti aspettare, con solitari picchi di 25% nei casi più “open”; anche qui, dato che mi aspettavo), oggi questi valori sembrano nella peggiore delle ipotesi raddoppiati.
Le percentuali da me raccolte suggeriscono che negli ultimi anni si sia verificato un costante e consistente aumento della presenza femminile. Oggi, infatti, questa si attesa in media tra il 30% e il 35%; con picchi – negli ultimi quattro, cinque anni anni – anche del 40-45% in alcune realtà (principalmente quelle che offrono eventi OneShot) e in altre che, nella peggiore delle situazioni, confermano una presenza comunque in crescita e di almeno il 25% circa (spesso realtà che propongono come format campagne continuative e/o che contano numeri di soci contenuti e a due cifre).
Questo vuol dire che esistono realtà, specifiche, che riescono ad avere un rapporto di forze tendente alla parità, affiancati da non-così-tanto sporadici eventi considerabili “neutri” che vedono la maggioranza assoluta a favore del “gentil sesso” (55% il dichiarato massimo da me visionato, seguono altre tre da 50%, 51%, 52% nel biennio 2020-21 della medesima realtà LARP) ed escludendo eventi “non neutri” o dedicati e in cui la presenza preponderante non potrebbe essere altrimenti per la funzionalità stessa dell’evento stesso.
A questo si affianca lo strano caso degli eventi italiani di caratura internazionale (ovverosia pensati per ospitare giocatori stranieri) che, tendenzialmente, sembrano riscontrare una presenza femminile più incisiva di quella maschile. A prescindere dalle tematiche proposte dall’evento. Un trend quest’ultimo che onestamente non mi aspettavo. Un po’ come se all’estero ci fossero più giocatrici pronte a muoversi per andare oltreconfine a giocare di ruolo, oppure come se in Italia si svolgessero eventi più affini ai loro palati. Onestamente? Boh! Mistero!
In conclusione: si, il numero delle giocatrici di ruolo in Italia negli ultimi anni è aumentato sensibilmente. Non ancora da raggiungere un certo equilibrio diffuso, quanto piuttosto a macchia di leopardo sulle diverse realtà territoriali ma pur sempre proteso all’avvicinarsi a tale risultato.
E a me questa cosa piace da impazzire.
Certo: c’è da dire che il risultato raggiunto riguarda principalmente eventi autoconclusivi e non classiche campagne continuative. Come anticipato, in quest’ultimi casi i dati sembrano confermare un aumento, sì costante ma più lento.
Ma la cosa che ancor più mi fa impazzire è il sapere per certo che lì, dietro il sipario, a tirare le fila di un evento, sempre più spesso v’è una donna. Cosa non comune sino a qualche anno fa ma che oggi suona sempre più normale. E di ruoli di vertice e dirigenziali stiamo parlando.
E lo sapete perché?
Perché questo non è un hobby né da uomini né da donne.
E’ un hobby per tutti e aperto a tutti.
Un hobby inclusivo e quindi ANCHE e NON SOLO per donne!