Con rischi indicibili e traversie innumerevoli, io ho superato la strada per questo castello oltre la città di Goblin, per riprendere il bambino che tu hai rapito. La mia volontà è forte come la tua e il mio regno altrettanto grande… non hai alcun potere su di me!
– Sarah dal film “Labyrinth – Dove tutto è possibile” (1986, Jim Henson)
Need Games porta in Italia il gioco di ruolo ufficiale del film Labyrinth! Pensato per essere un prodotto introduttivo e per ragazzi, il gioco strizza l’occhio agli appassionati del film e delle sue particolari, inconfondibili suggestioni e atmosfere… e lo fa con estremo successo. Ma andiamo con ordine!
È il 1986 e nei cinema di tutto il mondo esce uno strano film fantasy in cui una giovanissima Jennifer Connelly interpreta Sarah, una sedicenne costretta a fare da babysitter al fratellino in fasce, Toby. Inavvertitamente Sarah lo consegnerà al Re dei Goblin (interpretato niente meno che da David Bowie), che le offrirà di riconsegnarlo solo se Sarah riuscirà a superare il suo labirinto entro tredici ore: in caso contrario, Toby verrà trasformato in un goblin. Nella sua cerca Sarah verrà aiutata e intralciata da un vasto cast di creature fantastiche, tutte interpretate da pupazzi animati di vario tipo.
Labyrinth ebbe scarso successo al botteghino ma divenne nel corso del tempo un vero e proprio cult e un grande classico della filmografia fantasy anni ’80. La storia è una evidente metafora delle difficoltà incontrate da Sarah nel lasciare l’infanzia e accettare le sfide dell’età adulta, e c’è chi ha speso fiumi di caratteri per spiegare tutti i simbolismi legati a questo aspetto. È difficile spiegare la particolare magia del film a chi non è stato un ragazzino durante quegli anni, ma i pupazzi animati, la fotografia, le musiche, le scenografie e le interpretazioni degli interpreti hanno saputo creare qualcosa di unico e assolutamente irripetibile.
Labyrinth – il Gioco d’Avventura si presenta come un libro A5 di 296 pagine, con copertina rigida e una sovracopertina che richiama la locandina ufficiale del film. La copertina è ricoperta da un tessuto rosso con la scritta “Labyrinth”… esattamente come la copertina del libro che che Sarah tiene in mano all’inizio del film, nel parco: i due oggetti sono praticamente identici per aspetto, forma e dimensioni.
Il volume è corredato da tre segnalibri in stoffa, un segnalibro in carta con tanto di riassunto delle regole, e da due dadi che al posto dell’uno hanno il simbolo del gufo. I dadi sono ospitati in una nicchia ricavata all’interno delle pagine del libro stesso, una trovata estremamente comoda e evocativa. Nel libro, e sul sito di Need Games, sono presenti anche le schede dei personaggi e del Re dei Goblin, oltre che le mappe mute.
Il libro è composto da una breve parte iniziale con le regole, un’ampissima sezione contenente le scene, e una preziosa galleria contenente immagini tratte dal film. E’ interamente a colori e impreziosito da una enorme quantità di decorazioni e illustrazioni.
È un prodotto bellissimo. Non occorre girarci troppo intorno. La qualità dei materiali e la resa estetica sono di altissimo livello.
Uno dei giocatori interpreta il Re dei Goblin e sfoglia il libro, leggendo per gli altri giocatori le parti rilevanti, interpretando i mostri e i personaggi che i loro personaggi incontreranno; gli altri interpretano i personaggi del gioco, persone a cui è stato sottratto qualcosa dal Re dei Goblin e che devono riottenerlo.
Il gioco consiste nell’interpretare i personaggi mentre attraversano il Labirinto e la Città dei Goblin fino ad arrivare al Castello del Re dei Goblin, lo affrontano, e riescono a farsi ridare ciò che egli ha sottratto… o falliscono nel tentativo.
Le meccaniche del gioco sono davvero molto semplici: il Re dei Goblin può richiedere (di sua spontanea iniziativa, o seguendo quanto prescritto da una scena) una Prova, ovvero il lancio di 1d6: se il tiro eguaglia o supera la difficoltà della Prova, la prova è superata. Se il personaggio dispone di un Tratto utile a superare la prova, si tirano due dadi e si tiene il maggiore dei due; se ha un Difetto che lo può intralciare, si tirano due dadi e si tiene il minore dei due. Ogni personaggio che aiuti chi sta eseguendo la Prova abbassa la difficoltà di 1, fino a un minimo di Difficoltà 2. Un tiro di dado di 1 (il Gufo!) è sempre un fallimento, e il Re dei Goblin spiegherà come mai le cose improvvisamente vanno particolarmente male.
All’inizio della sessione di gioco i giocatori creano i loro personaggi, scegliendo fra le molte Stirpi a disposizione. Esse ricalcano perfettamente i personaggi presenti nel libro: abbiamo quindi Umani, Nani, Goblin, Fiammetti, Cavalieri del Tempo che Fu, Bestioni Cornuti, Vermi parlanti a piena disposizione dei giocatori! Ciascuna Stirpe ha una serie di Tratti e Difetti fra cui scegliere.
Una cosa su cui il gruppo dovrà concordare, tuttavia, sarà il motivo che lo spinge a cercare il Re dei Goblin: ciò che è stato sottratto dal Re dei Goblin. Può essere qualcosa di differente per ciascun personaggio, o qualcosa di importante per ciascuno di loro.
Sarà anche possibile per i personaggi raccogliere Equipaggiamenti durante il gioco, oggetti in grado di rendere più facili le Prove o evitarle del tutto.
Il gioco è suddiviso in Capitoli, che contengono un certo numero di Scene. Ogni Scena è presente nel libro sotto forma di due pagine, destra e sinistra, in modo da avere tutti i materiali della Scena davanti senza dover voltare pagina. A sinistra è descritta la situazione in cui sono coinvolti i personaggi, e a destra sono presenti le tabelle e le istruzioni relative al progredire della storia.
Quando una Scena termina senza precise istruzioni sulla Scena successiva, i personaggi procedono con l’Esplorazione: i giocatori tirano 1d6 e il Re dei Goblin sfoglia il libro di tante Scene quanto è il risultato del tiro, partendo dalla scena dove è posizionato il segnalibro. Alcune Scene quando superate chiedono di aggiornare il progresso, ossia di spostare su di esse il segnalibro; altre ancora invece indicano le scene logicamente successive. Se l’Esplorazione porta a superare un Capitolo, si gioca la prima scena di quel Capitolo e si sposta su di essa il segnalibro.
Questo determina una costruzione casuale della sequenza delle Scene, garantendo che ogni nuova partita affronti una sequenza di Scene in qualche modo differenti! L’espediente è davvero evocativo e ben integrato con la narrazione.
I personaggi hanno solo tredici ore a disposizione per vincere, proprio come Sarah! In varie Scene viene descritto in quale modo i personaggi possono perdere tempo, e nel caso lo facciano le ore consumate vanno segnate sulle schede del Re dei Goblin e dei personaggi. Se i personaggi raggiungono le ultime Scene e affrontano il Re dei Goblin in tempo, può essere narrato un epilogo felice e il Re dei Goblin deve riconsegnare ciò che ha sottratto; altrimenti l’impresa fallisce, ciò che è stato rubato non verrà mai più ridato, e i personaggi sono destinati a essere trasformati in Goblin o in abitanti del Labirinto.
Occorre innanzitutto ribadire che il volume è bellissimo; la stoffa della copertina, i segnalibri, la cura nell’organizzazione dei contenuti e degli abbellimenti, il vano portadadi… tutto dimostra una cura e un amore per il prodotto davvero superlativi.
Anche sul piano dell’amarcord è impossibile dirsi delusi. Il gioco non potrebbe essere “più Labyrinth” di così, citando e rievocando il film in ogni più piccolo dettaglio. Il fatto che togliendo la copertina si ha in mano una riproduzione del libro di Sarah è qualcosa che ogni fan di Labyrinth per certo apprezzerà.
Il gioco in sé è meccanicamente molto semplice, forse fin troppo per i palati fini di giocatori di ruolo esperti e adulti; tuttavia, essi non sono probabilmente il target di riferimento del prodotto.
Labyrinth – il Gioco d’Avventura è innanzitutto una grandissima celebrazione del film, un vero atto d’amore verso la Città dei Goblin, Sarah, Jareth, e tutti i loro comprimari: gli appassionati del film non potranno che essere ammaliati dal modo in cui è riportato in vita, e dall’intrigante meccanismo del Re dei Goblin che sfoglia il libro pagina dopo pagina portando il gioco verso la conclusione.
Labyrinth può essere anche un ottimo gioco di ruolo introduttivo per ragazzi, magari con il genitore che fa da Re dei Goblin dopo una visione del film: un ottimo modo per introdurre le nuove generazioni all’immaginario fantastico anni ’80 nel quale i genitori sono cresciuti, e al mondo del gioco di ruolo in generale. In realtà il gioco è così semplice, il meccanismo di progressione così avvincente, e le Scene così semplici da giocare e gestire che si presta benissimo a essere giocato da ragazzi di età scolare anche senza alcuna supervisione.
Come detto, i giocatori di ruolo più esperti potrebbero trovare semplicistiche le Prove e i meccanismi presentati, e quindi essere poco attratti dall’esplorazione del Labirinto… quindi, perché non rendere le cose più interessanti anche per loro? Abbiamo provato a giocare con qualche regola aggiuntiva, e l’esperienza effettivamente è stata effettivamente differente:
This post was published on 7 Aprile 2021 18:25
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