Dopo due anni di intense fatiche e traguardi meritati, Luxastra è diventato un fenomeno di culto per tutta la comunità di giochi di ruolo italiana, facendo appassionare totali estranei a questo fantastico mondo così come riaccendendo la passione in qualche burbero vegliardo.
E dopo una serie di cliffhanger da capogiro che sono già entrati nella leggenda, lo show ritorna tra noi con la Terza Stagione, e con essa anche le nostre Istruzioni per l’Uso, la guida nata per analizzare nel dettaglio tutti gli episodi ogni settimana.
In questo lungo e ricco episodio concentrato unicamente sul Gruppo A scopriremo numerosi retroscena sulla Dea che è appena stata salvata!
Non appena il buco nero generato da Rugo implode, l’intera palafitta inizia a tremare. Rocca, Galgith e Shiran riescono ad uscire in tempo, mentre Dalia è ancora imbambolata di fronte al corpo morto di Jackie.
Letho prova a sollevare Dalia, ma a causa di un Fallimento critico entrambi cadono sulle assi di legno cedevole e rimangono in bilico sopra all’acquitrino. Shiran approfitta della sua agilità per aiutarli. Letho usa il suo cappuccio come sacca per tenere Jackie, mentre afferra il bastone della Strega.
Hann recupera il gigantesco uovo verde grazie all’incantesimo Capacità Aumentata, suscitando la curiosità di Rugo. Dalia chiede al ranocchio di afferrare uno strano acchiappasogni e delle daghe distorte che ha intravisto mentre recuperava l’arco.
Usciti dalla palafitta centrale, il party inizia a leccarsi le ferite. Galgith è ancora ferito dal veleno del rospo gigante, ma grazie alle cure di Hann riesce a sopravvivere per qualche minuto in più.
Dalia è fin troppo scossa dalla morte del suo compagno animale. Letho prova a convincerla di essere in grado di curarlo con la sua magia curativa, ma l’halfling decide che non è il caso. Il chierico si mette a studiare lo strambo bastone della nemica appena sconfitta.
Il ferito più grave rimane però Rocca, scosso dalle botte ricevute dal rospone ma soprattutto ancora terrorizzato dalle fiamme di Shiran che, per sbaglio, lo avevano colpito. La volpide riesce a malapena a tranquillizzarlo quando il gruppo decide di scendere dalle palafitte e ricongiungersi al resto delle truppe alleate.
Il party raggiunge Gunther, Miles, Termina e il resto della Nihil, vittoriosi nello scontro con gli uomini rana ma ancora sull’attenti per eventuali attacchi. Shiran prende Dalia con sé e cerca di confortarla, Rugo si fa idratare dal suo servo e Hann si mette a parlare col suo uovo.
Galgith e Letho si organizzano con Termina per decidere come far crollare la palla di marciume e salsedine, probabilmente la prigione della Sciamana Kailor. Letho viene designato come ingegnere capo e gli viene affidata una squadra di Nihil forzuti, tra cui Brendon, per compiere il lavoro.
Tramite un sofisticato sistema di spec-ehm perni e tagli di corde al momento giusto per far crollare e rotolare la sfera esattamente sulla spiaggia della caverna.
Galgith si lega una corda alla vita e fa per gettarsi nella melma, ma viene bloccato da Letho che è contrario a quest’idea e vuole cercare una soluzione attraverso il bastone.
Mentre il gruppo è intento ad analizzare molto approfonditamente l’arma della Strega, notando un concentrato di energia magica schermata dalla corteccia salmastra, Rugo perde la pazienza e scaglia la propria Deflagrazione Occulta alla sfera di schifo.
Gran parte della melma viene vaporizzata, rivelando una struttura simile all’uovo che Hann ha recuperato. A questo punto Letho nota la presenza di Mofos e il capovillaggio dei Kailor.
Il chierico offre il bastone allo sciamano, che discute animatamente col suo capo villaggio. Dopo un’eternità, lo sciamano avanza sul guscio verde, rimuove la corteccia del bastone per rivelarne una punta a forma di artiglio con un cristallo indaco.
Mofos, con un sommo respiro, infilza l’uovo col bastone. Immediatamente una coltre di radici nerastre iniziano a crescere sul suo corpo, ma con una formula in draconico le respinge e distrugge l’uovo, immolandosi però di fronte a tutti quanti.
Galgith stavolta si getta a capofitto nei rimasugli dell’uovo, tirando fuori un’umanoide dall’incredibile bellezza che identifica subito come la Sciamana, o la Dea dei Kailor. Galgith la offre al capovillaggio Kailor, che li ringrazia in lingua comune.
Nel frattempo Dalia vuole salutare un’ultima volta Jackie. Sfila il cappuccio di Letho, ma al posto del cadavere del pennuto vi è un ammasso di fango e ramoscelli. Nessuno riesce a capire cosa sia, ma Shiran vi percepisce comunque della magia.
Del bastone della Strega, invece, non è rimasto che polvere per il dispiacere di Letho. Rugo condivide il loot sgraffignato nella capanna: Dalia e Galgith prendono un pugnale ciascuno, ma a catturare l’attenzione dell’elfo è l’acchiappasogni intessuto con capelli verdi.
Nel mentre il party ritorna al villaggio in festa dei Kailor, Shiran è fermata da Urian, ritornato integro dalla battaglia. Non appena la ragazza gli rivolge la parola, questi si inginocchia e porge la mano a Shiran, offrendo la propria vita al Dio delle Fiamme nascosto dentro di lei.
Mentre Hann e Rugo si dirigono alle pozze di fango, il resto del party viene invitato nella capanna del defunto sciamano dalla Dea. I quattro acconsentono al colloquio.
La Dea rivela di essere una semplice ninfa, una genia quasi del tutto estinta che però grazie ai suoi poteri è stata venerata dai Kailor. Dalia chiede il perché di tutto ciò, ed è qui che la ninfa nota Dalia.
Le prende il braccio e nota i segni sul suo braccio, simbolo del legame col Banco, per poi mostrare ai presenti gli stessi segni sul suo polso. La ninfa spiega che il suo popolo è servitrice del Banco, e vuole condividere altre informazioni col party.
Nel frattempo, Rugo e Hann cercano di capire che cosa sia l’uovo che hanno preso, e se sia legato al terribile rospo che hanno affrontato. Rugo spiega che il rospo era uno Slaan, una razza di invasori inter dimensionali che si riproducono infettando altre forme di vita col proprio sangue.
Vi sono però alcun Slaan che nascono spontaneamente da una sorta di pietra di controllo. Sono rarissimi, e sembra proprio che questo uovo possa essere verosimilmente uno di questi esemplari.
Rugo, che evidentemente stava cercando qualcosa di questo tipo, propone un’adozione a distanza con Hann: lui terrà l’uovo, amorevolmente chiamato Bruno, e Rugo donerà ad Hann le risorse necessarie per “crescerlo”. Per facilitare la comunicazione, Gunther gli passa una pergamena sospetta con l’indirizzo di Rugo, non prima di tagliare e far sgorgare un po’ di sangue di Hann, raccolto minuziosamente dal maggiordomo.
Il dialogo tra Shiran e Urian ci offre un’importantissima informazione: secondo gli studi delle rovine che il branco di Urian abitava, Rasmonidianas era il capofazione degli Dei Antichi, e la razza delle volpidi dominava, in tempi passati, su tutte le altre.
Shiran sarebbe dunque l’eletta di Rasmonidianas, la sua portavoce nonché ricettacolo del suo potere fiammeggiante, e come tale il volpide sente il bisogno di venerarla e seguirla.
Shiran, che ancora deve elaborare bene la notizia, scongiura il compagno di non andare a dire in giro questo loro segreto. Dopodiché offre a Urian di portarlo al suo branco una volta che tutto questo sarà finito, in quanto quello del volpide sembra non esistere più.
La ninfa spiega la sua relazione con la Strega, una sua conoscenza di vecchia data invidiosa del suo legame col Banco. Dalia spiega alla ninfa che il suo attuale obiettivo, o meglio obbligo, è quello di liberare il Banco, e che è stata direttamente contattata dall’entità quando ha localizzato la chiave della sua prigione nella Chiesa di Fatumastra.
La ninfa ammette che è caduta in una trappola della Strega per salvare la progenie dei Kailor, che sta allevando come figli per volere del Banco ma a cui è rimasta parecchio affezionata.
Moronò, la Strega, è entrata in contatto con gli Adoratori del Cristallo per ottenere i poteri che il Banco non le ha concesso, e catturando la ninfa sarebbe arrivata al dio Antico.
Ma secondo la Ninfa gli Indaco non cercano solamente gli Dei Antichi, ma antiche magie e conoscenze legate al Sangue. Attraverso ciò gli Indaco vogliono riportare in vita il potere dei Draghi, lo stesso potere che Mosfos ha utilizzato, seppur in parte, per liberare la sua Dea.
Galgith offre poi l’acchiappasogni, che secondo la ninfa non è altro che una chiave per un portale. Domandando l’origine dei capelli, Galgith fa prima il vago, per poi mostrare il proprio aspetto e soprattutto i propri capelli.
Il party rivela il suo legame col Re Corvo, ma la ninfa non sembra interessargli più di tanto. Spiega che il Banco ha scelto come specie prediletta gli elfi, e il verde era il colore caratteristico della purezza della razza, oltre che del loro potere. La stirpe imperiale è l’unica che ancora conserva quel potere, come aveva detto Arion nella stagione precedente.
Letho preferisce indagare sulla presenza di Elfi delle Macerie nelle gallerie. Alla ninfa basta qualche secondo di concentrazione per determinare che sì, degli Indaco sono presenti, ma solo dei loro catalizzatori.
I catalizzatori non sono altro che dei lasciti degli Elfi, un unione tra magia naturale ed elfica per creare, tramite il sacrificio di una sacerdotessa, un’entità che permettesse grandi opere magiche. Galgith sorprende ancora una volta la ninfa rivelandole che, probabilmente, la donna metà elfica e metà pianta era proprio un catalizzatore.
Secondo la Ninfa le gallerie non sono che una “fermata” che i catalizzatori utilizzano per spostare grandi quantità di truppe elfiche. Ciò spiegherebbe come ha fatto Corialus ad apparire, e la stessa ninfa conferma che l’imperatore degli Elfi è in cerca della chiave per liberare il Banco per ottenerne il potere, cosa da impedire assolutamente in quanto indegno.
Con tutte le informazioni in proprio possesso, la ninfa offre un ultimo aiuto al party. È venuta a conoscenza dell’immenso lavoro che lo sceriffo Miles ha fatto addestrando i Kailor, e la Dea intende continuare questo addestramento e inviare altri Kailor nella battaglia che seguirà.
L’intero party si sente sollevato a sentire ciò. Letho chiede però un’ultima cosa: il nome della ninfa. E questa risponde di chiamarsi Riva.
In un ultimo gesto di riverenza, Dalia chiede a Riva se può aiutarla a portare in vita Jackie, ridotto in melma da Moromò. La ninfa non sembra troppo stupita della richiesta, e si mette all’opera.
Dalia sa che gli Adepti del Banco hanno questo particolare potere, in quanto lo ha già visto in azione, e chiede alla ninfa se può insegnarglielo in qualche modo. Riva ammette che c’è poco tempo per una cosa simile, ma al prossimo colloquio con il loro Dio potrebbe ricevere questa conoscenza.
Detto ciò, Riva riporta in vita Jackie con somma felicità dell’halfling, ma la intima di stare molto attenta, in quanto ogni azione ha delle conseguenze e non c’è niente di gratis nella magia.
Il party ritorna trionfante all’accampamento dei Nihil. Termina si congratula con tutti quanti per il lavoro ben svolto, ed esprime il suo desiderio di voler continuare questa relazione d’affari.
Galgith le risponde che, come da programma, informerà Fatumastra della loro presenza e che probabilmente verranno assoldati per proteggere la città da Corialus. Come ambasciatori Nihil, Termina manda Rocca, Urian e Brendon assieme al party in superficie.
Rugo e Gunther decidono di non seguire il party in quanto hanno ancora degli affari da sbrigare coi Kailor. Il gruppo saluta il loro guest character e, dopo eoni, escono finalmente in superficie e ritornano a Fatumastra.
Seguite Luxastra ogni giovedì, alle 17 sul canale YouTube di Inntale. Per i più avventurosi ci sono anche le live pre e post show, rispettivamente alle 16 e alle 18 sul canale Twitch di Inntale . E ricordate: Credendo Vides.
This post was published on 12 Dicembre 2020 18:27
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