Avete letto bene, 2019 – Anno del Futuro del LARP Italiano: è questo quanto dichiaro nella Prefazione del Larpbook 2019. Se non ci credete, andate a controllare!
Confesso d’esser molto felice d’aver curato l’introduzione a questo almanacco del gioco di ruolo dal vivo italiano (qui la pagina Facebook), nato dalla volontà di ben 17 volontari che si sono prodigati per realizzare questo quinto appuntamento.
Grazie del vostro lavoro!
In passato – con la prefazione del 2017; qui le trovate tutte – già Daniele si occupò di introdurre tutti noi alla scoperta delle differenti realtà che popolano l’Italia di eventi. Quest’anno è toccato a me e, interrogandomi su cosa avesse caratterizzato il periodo appena trascorso, ho scelto di scrivere quanto segue: con un occhio puntato sul passato, conscio del presente, e l’altro proiettato verso il futuro.
Se volete sfogliare l’Annuario del LARP italiano 2019 clickate, altrimenti proseguite.
Tra tutti gli aspetti che hanno contraddistinto l’anno che si è appena concluso, ritengo che il 2019 sia stato caratterizzato principalmente da quatto elementi: traguardi raggiunti, intensificazione della comunicazione, maggiore professionismo, approccio all’internazionalità.
L’anno che si è appena concluso, infatti, non è affatto considerabile come la sola sommatoria di 365 giorni targati 2019 con dentro sparpagliati, qui e là, una serie di eventi di questo o quel genere LARP. No, questo 2019 ha rappresentato prima di qualunque altra cosa la chiusura e la summa di un decennio ricco di avvenimenti e stravolgimenti che hanno modificato, sensibilmente e profondamente, l’approccio che l’Italia ha con il Gioco di Ruolo dal Vivo, o LARP – Live Action Role Play se preferite.
E’ successo di tutto in questi dieci anni: molte realtà hanno ristrutturato il proprio assetto, rendendosi forse conto di possedere molte più energie di quelle che credevano oppure prendendo coscienza di non essere più al passo coi tempi; altre invece hanno raggiunto importanti traguardi arrivando a spegnere dieci, se non venti candeline sulla propria torta di compleanno (e qualcuno anche di più), affermandosi come realtà “storiche” del LARP Italiano; altre ancora hanno affrontato processi di metamorfosi cosi profondi e radicali da risultare anche nell’abbandono delle proprie radici, magari per potersi adattare con più facilità alle nuove esigenze dei larpers italiani, quando non stranieri.
Insomma, il decennio appena concluso ha avviato – volente o nolente – un nuovo percorso per il LARP italiano e gli eventi organizzati nel 2019 dalle centinaia di realtà che lo compongono ne sono una dimostrazione.
Il tempo delle Guerre Associative (come viene indicato buona parte del primo decennio del 2000) sembra ormai lontano; la lotta al “socio” – quel processo tribale per cui ci si doveva accaparrare a tutti i costi un giocatore, anche a costo d’infamare altri pur d’averlo – sembra ormai il mito di un’epoca barbarica lontana e meno civilizzata, sebbene resti convinto esistano ancora focolai di tale torbido pensiero. E sono anche piuttosto convinto che oggi si viva in un’epoca più comunitaria di quella di dieci anni fa. Un’epoca dove col tempo si è saputo sviluppare un approccio più sostenibile e condiviso delle “risorse”, favorendo una serie di prassi(non dissimili dagli scambi culturali degli ambiti più letterari) che hanno portato sempre più spesso giocatori e organizzatori delle più disparate realtà italiane – e non solo italiane – a confrontarsi, cosi da condividere e apprendere reciprocamente modelli, idee, posizioni, stratagemmi e trucchetti: tutti strumenti utili a creare eventi sempre più belli e coinvolgenti; ed il 2019 è stato la summa di questo processo evolutivo iniziato anni fa, di questo Fare Rete. Un bel traguardo, direi.
È infatti indubbio che in questi anni abbiamo compreso come “l’unione fa la forza” e questo stesso libricino ne è la dimostrazione: cinque anni fa nessuno avrebbe puntato su questa “scommessa” dell’Annuario – lo racconta bene la prima edizione del 2015, nel suo testo d’apertura – eppure oggi sono qui a scrivere la prefazione per il suo primo anniversario: il suo primo lustro.
E sapete qual è la cosa bella? Questo annuario, questo LARPBook non è più l’unico elemento che sta contribuendo alla costruzione della Rete di cui parlo, bensì uno dei molti: basti pensate a LARP Italia, tra i nodi portanti di questa Rete che si occupa di diffondere il nostro hobby e di supportare chi organizza LARP in Italia; o al neo nato LARP Club, aggregatore sociale tra larpers che fa del Chamber Larp il suo propellente (iniziativa ad oggi attiva in diverse città italiane come Bologna, Milano, Roma, Cagliari, Reggio Emilia, Pescara, Savona, Pisa, Padova e a breve anche Genova); oppure LARP Sud, network che si prefigge di accrescere la cultura del GDR dal Vivo nel Mezzogiorno; e non dimentichiamo Larpers di Merda, il gruppo Facebook valvola di sfogo che, negli anni, ha disintegrato con malizia e cattiveria molti tabù del GVR Italiano, favorendo (sembra assurdo, vero?) un processo di evoluzione e innalzamento della qualità grazie allo stigma sociale terminando il suo servizio a inizio 2019, con l’uscita dall’anonimato dei suoi ideatori e conseguente spiegazione della genesi di questa curiosa, macabra (ma forse necessaria) iniziativa.
Ma cosa ha caratterizzato queste realtà? La comunicazione, o meglio la ricerca di nuove soluzioni comunicative al passo coi tempi per rivolgersi non più solo a larpers ma anche a chi larper ancora lo è, contribuendo cosi, attivamente e fattivamente, al quel processo collettivo di crescita, conoscenza, condivisione e inter-connettività che io, appunto, chiamo Fare Rete. E come loro anche altre grandi, medie e piccole realtà del LARP italiano stanno evolvendo le proprie strategie e i propri modelli comunicativi per essere al passo coi tempi.
Certo, nessuno fa le medesime cose: ci sono realtà che preferiscono un approccio meramente visivo, producendo materiale promozionale audio-video che certe volte non ha nulla da invidiare a trailer cinematografici o servizi fotografici professionali; c’è invece chi ha scelto di aprirsi al pubblico inaugurando tavoli di dibattito e confronto professionale nelle fiere di settore, come avvenuto al PLAY: Modena ad aprile scorso dove designer, organizzatori, giocatori e curiosi si sono riuniti per parlare e discutere delle proprie esperienze; altri ancora – come il sottoscritto, con la rubrica LARP: A Night With… – hanno invece preferito parlare di LARP a mezzo stampa, nel tentativo di conferire la giusta dignità a qualcosa che sebbene nato dall’amatorialità, oggi si affaccia al professionismo e necessita, quindi, di maggiore autorevolezza.
E visto che ho già introdotto il mio prossimo punto all’ordine del giorno, direi di proseguire spiegando perché ritengo il 2019 anche l’anno dell’affermazione del professionismo. Chiariamo subito: non sto affatto parlando di “fare come professione”, quanto piuttosto di iniziare a vedere il LARP come motore d’impresa.
Credo ormai l’abbiate notato: nel corso degli anni intorno al Gioco di Ruolo dal Vivo sono via via andate costituendosi attività di artigianato ad esso collaterali. Sarti, fabbri, pellettieri, fotografie chi più ne ha più ne metta. Stiamo iniziando a capire che il LARP può generare indotto.
Non cadiamo però nel fallo di credere che il denaro sia una cosa sporca e che guadagnare dal proprio hobby sia sbagliato. Mettere a frutto la propria passione per crearsi una stabilità, fornendo al contempo un servizio di cui c’è domanda non ha nulla di sporco, anzi: è utile avere persone a cui rivolgersi che sappiano quale può essere la soluzione più congeniale al nostro tipo di approccio al gioco.
Non dico che si sia arrivati a poter vivere dignitosamente di un lavoro incentrato solo su questo: non di solo LARP vive l’uomo. Ma, indubbio, nascita ed esistenza di tali professionisti ha aumentato notevolmente l’accesso alla qualità e alla conoscenza di questo o quel prodotto, sia esso un vestito, un’armatura, un prop, un’arma, una scenografia, un video, una fotografia o un evento.
E sempre rimanendo nell’ambito del professionismo, non si può fare a meno di notare come questi tre elementi citati sin ora – traguardi raggiunti, intensificazione della comunicazione, maggiore professionismo – abbiano aperto le porte all’internazionalizzazione del LARP italiano.
Negli ultimi anni si sta infatti affermando – piano, piano – l’idea di organizzare eventi fruibili anche da giocatori stranieri. Una formula che, sebbene circoscritta ad una manciata di realtà (è chiaro che non tutti abbiamo le stesse forze, le stesse capacità, le stesse competenze) contribuisce a “nobilitare” il LARP italiano rendendolo più Global e consentendo al tempo stesso la presenza di voci italiane nel “dibattito internazionale”, affermando la nostra identità e la nostra “visione”; e perché no, esportare noi modelli di gioco all’estero e cosi non più vivere di solo sentito dire “oh, in Germania fanno cosi; eh, il Nordic è veramente strano; ma che è sto Jeepform?”, ma contribuire fattivamente ad una evoluzione collettiva, saggia e sana, che sappia prendere quanto utile e “donare” quello che abbiamo.
Un approccio più GloCal e meno Local del LARP in grado, dunque, oggi di ideare e mettere in atto eventi anche fuori dai confini nazionali e dire cosi anche noi la nostra su come crediamo possa essere fatto un evento aperto a tutti, stranieri e non.
Il 2019 è stato un anno cerniera, pieno di soddisfazione e traguardi; un lungo anno che se con un occhio elaborava e metabolizzava il passato e generava il nostro presente (un presente inimmaginabile se ipotizzato dieci anni fa) con l’altro scrutava il futuro, per prepararsi alle nuove sfide del domani, figlio anche della coscienza di non esser soli al mondo. E quindi, a cuor leggero, posso senza timore dichiarare il 2019 – Anno del Futuro del LARP Italiano, perché abbiamo saputo mettere a frutto l’esperienza accumulata nel corso degli anni e siamo stati in grado di dar forma ad una realtà – la nostra realtà – in modo strabiliante, superando di gran lunga le nostre più rosee aspettative.
Produciamo eventi su vere navi che solcano il Mediterraneo, in veri bunker antiatomici, in veri manieri esplorabili; per i nostri giocatori noleggiamo elicotteri, edifichiamo cittadelle, programmiamo sistemi informatici realmente funzionanti, affittiamo interi borghi; gestiamo contemporaneamente centinaia, se non migliaia di giocatori, tutti con le proprie necessità; abbiamo sempre più occhio e attenzione per la sicurezza e per l’inclusività, con particolare attenzione alla sicurezza emotiva e non più solo fisica; siamo in grado di affrontare in modo professionale e maturo temi che da molti sarebbero considerati come tabù. In una sola frase: il futuro è già qui!
E non ce ne siamo nemmeno resi conto!
Ma ora basta chiacchiere e andiamo a scoprire insieme chi sono i protagonisti dell’Annuario del LARP Italiano 2019. Buona lettura, amici.