La seconda grande avventura di Arcadia è iniziata e sarò io a raccontarvela in esclusiva inserendo informazioni che non potrete trovare da nessun’altra parte!
Se vi state chiedendo di cosa si tratti, potrete trovare tutte le risposte nel mio articolo di presentazione della Season 2. Se vi sentite pronti, allora lasciate che vi prenda per mano e vi faccia vivere l’esperienza direttamente dagli occhi del misterioso protagonista della storia.
Iniziamo con la narrazione, siete pronti?
Vi svegliate.
Siete su un treno e non avete nessun ricordo. Il buio che regna nella vostra mente ha offuscato ogni cosa, persino il vostro nome. L’istinto suggerisce che vi troviate nel posto sbagliato, che per nessuna ragione dovreste essere su quel treno.
Fate presto conoscenza di un uomo molto particolare ed è proprio il tipo di approccio che costituisce la prima scelta di questa puntata. Fiducia? Sfiducia? Calma?
È proprio la calma la vostra reazione, in un tentativo di comprendere chi avete davanti. L’uomo, tanto premuroso dal rasentare il fastidio, vi soccorre, vi aiuta, si presenta: Philip Paltrow. Vi trasmette una bizzarra sensazione inquietante. Non sapete praticamente nulla, nemmeno il vostro nome, sapete solo che dovete allontanarvi da quell’uomo.
Inventando un nome sul momento, Frank Mayer, vi divincolate dalla presenza quasi opprimente di Philip Paltrow, dirigendovi nel vagone successivo alla ricerca di un bagno.
Liberi da Philip, sicuri che sia ormai uscito dalla vostra vita, vi guardate intorno e siete messi davanti a una nuova scelta: controllare il bagno, l’esterno o il treno che vi circonda?
Sicuri che il treno abbia qualcosa di intrinsecamente sbagliato, decidete di esaminarlo meglio. Ed ecco che capite: vi trovate su un treno vecchio, datato, appartenente a un’altra epoca.
Proseguite, arrivando in quella che sembra una carrozza cargo. Accompagnati da un costante monologo interiore, cercate di fare chiarezza su quello che vi sta succedendo, sul luogo in cui vi trovate. Purtroppo, una fitta nebbia continua a serpeggiare nella vostra mente, rendendovi impossibile recuperare qualsiasi ricordo.
Sorge però una prima teoria: il viaggio nel tempo. È forse possibile che l’amnesia sia un meccanismo di difesa eretto dalla vostra mente per salvaguardarsi?
Dalla porta sbarrata alle vostre spalle arriva ancora l’insistente e petulante voce di Philip. Siete determinati a sfuggirgli, a non rivederlo mai più. Quell’uomo vi parla, così viscidamente amichevole da mettervi i brividi.
Vi allontanate dalla porta, proseguendo verso la fine del vagone, solo per vedere la vostra fuga bloccata da una catasta di casse. Cosa fare? Spingerle, arrampicarcisi sopra o spostarle?
Messi alle strette, dovete prendere una decisione in fretta e optate per spostare le casse che vi sbarrano il percorso. Lo fate in fretta, facendo una fatica immane e sobbalzate quando una mano vi tocca la schiena. È senza dubbio Philip: vi ha raggiunti, non siete stati abbastanza veloci.
Il vostro istinto vi porta a far cadere una cassa di fronte a Philip, che si vede costretto ad afferrarla per evitare che gli caschi sui piedi. Approfittando proprio di questo momento di stallo, aprite la porta verso la vostra fuga.
Proprio prima di chiudervi la porta alle spalle, però, notate una particolare incisione sulla cassa di legno: “Progetto K. Alissa Taylor”.
Mentre le precedenti scelte non avevano delle conseguenze a lungo termine, questa è la prima di una serie di pericolose decisioni che dovrete affrontare.
Spingere le casse che vi impediscono la fuga provocherà il loro crollo e una pioggia di quelle che sembrano corde, ma che si rivelano essere serpenti. Oltre alla perdita di una vita, svilupperete una nuova fobia.
Arrampicarsi sulle casse, in ugual modo, vi porterà a sviluppare la stessa fobia, quando vi troverete a fissare in un contenitore pieno di serpenti.
Dal greco ὄφις ophis “serpente” e φοβία phobia “paura”, è la paura morbosa degli ofidi (l’ordine dei rettili apodi che comprende tutti i serpenti) e, talora, delle forme serpentine in generale. La fobia può presentarsi con carattere irrazionale, eccessivo o persistente. Si possono generare delle condotte di evitamento come ad esempio evitare di camminare nell’erba alta o in qualsiasi zona in cui questi animali possano nascondersi facilmente, perfino nelle regioni dove è esclusa con assoluta certezza la presenza di ofidi di qualsiasi specie.
Ofidiofobia, la paura dei serpenti
Ce l’avete fatta: siete riusciti a sfuggire alle viscide mani di Philip incolumi. La vostra tranquillità, però, è ancora lontana. Vi trovate alle prese con il controllore. Temete per un istante che quell’uomo possa essere un essere ancora più terribile e disgustoso di Philip Paltrow, ma il suo sorriso gentile e gli occhi e l’aspetto decisamente umani vi rassicurano.
Venite a conoscenza, parlando con il controllore, di essere un passeggero di prima classe, che proprio per questo non correrete alcun pericolo. Da cosa lo ha dedotto? Dal biglietto che sbuca dalla vostra tasca, uno strano biglietto di un vistoso colore rosso con matrice SCP-342.
Sbuca dalla vostra tasca eppure non lo avete mai notato, siete completamente sicuri che fino a un momento prima quel biglietto non fosse nel taschino della vostra giacca.
Come se non bastasse, ora il controllore vuole verificare il titolo di viaggio. Ci mancherebbe altro, è il suo lavoro, ma inspiegabilmente quella richiesta vi manda nel panico. Potete decidere di rifiutarvi, eseguire l’ordine o temporeggiare.
Nel vano tentativo di guadagnare tempo e provare a capirci qualcosa di più, osservate per qualche istante il biglietto scarlatto una volta tirato fuori dal taschino. Purtroppo per voi, le scritte riportate sulla carta sono totalmente incomprensibili per voi.
Il controllore guarda il vostro biglietto con attenzione, definendolo “un lavoro quasi perfetto”. Perchè sì, il vostro biglietto è apparentemente contraffatto, perfetto in tutto e per tutto, se non fosse che su di esso non è riportata la destinazione.
Il controllore non vi vuole svelare quale essa sia, sostenendo che così vi permetterebbe di completare la contraffazione. Nella conversazione con questo pacifico e rassicurante individuo venite a conoscenza di qualche dettaglio in più sul viaggio che state compiendo.
È un viaggio del quale i passeggeri con regolare biglietto normalmente non conservano ricordi, in quanto addormentati per tutta la sua durata. Il mistero si infittisce, lanciandovi in un panico ancora più profondo.
Il vostro interlocutore si allontana nel vagone successivo, con la scusa di doversi occupare di un “passeggero irrequieto”, che siete sicuri sia lo squamoso Philip Paltrow.
La vostra vista si scompone in un disordinato mosaico e venire catapultati in quello che sembra un flashback.
Siete voi, presi in una discussione con una certa Alissa. Siete alle prese con un progetto che ha consumato tutte le vostre energie ed è ancora molto lontano dal potersi definire completo, eppure quella donna vuole tutto e subito, non è soddisfatta, pretende ancora di più.
Non è contenta del vostro protocollo di sicurezza SCP, perchè non fa altro che rallentare i lavori e allontanare il giorno della fine, il giorno in cui quello che state progettando potrà essere utilizzato.
Ma di cosa si tratta? Quale misterioso progetto ha assorbito così tanto la vostra vita?
È senza dubbio qualcosa di importante, ma l’unica cosa che riuscite a vedere a riguardo è una scritta: “Progetto K – Direzione Alissa Taylor”. Non è forse la stessa scritta che avete letto sulla cassa in precedenza?
Venite investiti da altri ricordi, come fossero un fiume in piena. Non hanno un senso logico, ma sono semplicemente un collage di esperimenti che non comprendete, il tutto associato a un time lapse del numero sempre maggiore di computer presenti nel vostro laboratorio.
Scritte, numeri ed equazioni si susseguono, finendo col bloccarsi sulla scritta SCP-342.
Un ricordo si fa strada nella vostra mente: la stanchezza di un uomo distrutto consapevole che il suo progetto, quello per cui ha lavorato così duramente, sta per essergli strappato.
Un sistema di navigazione tutt’altro che preciso, che permette di viaggiare nel tempo e nello spazio. Quell’uomo sa che l’unico modo per salvare tutto, per impedire che Alissa porti a termine il suo piano terribile, è quello di usare il sistema SCP e viaggiare lui stesso.
Vi riprendete, sconvolti da tutto quello che avete appena appreso sul vostro passato. Comincia così un dialogo con la voce che fino a questo momento è stata la vostra unica vera amica, un appiglio razionale che vi aiuta a rimanere sani.
Il viaggio nel tempo è stato dimostrato impossibile, non è vero? E se così non fosse? Cosa conviene fare? Restare a bordo del treno o scendere? Sopravviverete a tutto questo?
C’è un interrogativo che ancora domina, spasmodico, la vostra mente: non vi ricordate il vostro nome. E cosa è un uomo privato del suo nome se non la mera ombra di se stesso? Senza nome non siamo nessuno, solamente una fugace apparizione nell’enormità dell’universo.
Non avete molte scelte davanti: potete provare a cercare un freno e fermare il treno, oppure raggiungere il tetto del vagone o ancora lanciarvi giù dal treno sfondando un vetro.
Con l’obiettivo di osservare meglio la situazione e ciò che vi circonda, decidete di arrampicarvi sul tetto attraverso un portello.
Attorno a voi potete notare le campagne inglesi e confortati dalla loro presenza, cercate un modo di scendere da quel treno lanciato a folle velocità. A interrompere i vostri pensieri arriva un violento colpo alla spalle, che trancia il vostro corpo di netto.
Tutto si fa nero.
Dal greco thanatos che significa morte, e phobos che significa paura, indica una morbosa paura della morte e dell’idea della propria mortalità, e delle manifestazioni ad essa collegate. Da non confondersi con necrofobia che indica la paura dei cadaveri. Tale fobia può sorgere in seguito a traumi subiti, per motivi emozionali o nevrotici. Nelle persone tanatofobiche tutto ciò che riporta anche remotamente alla morte è causa di attacchi di panico e profonda angoscia.
Tanatofobia, la paura della morte
Colpi fortissimi rimbombano all’esterno della porta del vostro laboratorio. Siete in pericolo, ma non potete fermarvi. Cercate di riportare la vostra coscienza in quella dimensione alternativa dalla quale siete appena stati buttati fuori. Il vostro obiettivo è quello di impedire l’inizio dei lavori per il Progetto K. Perdete i sensi.
Quando vi riprendete, non vi trovate più sul treno. Vedete in lontananza una stazione ferroviaria. Cercate istintivamente il biglietto, riposto con cura nel vostro taschino. Incredibilmente, questa volta riuscite a leggere qualcosa, tra tutti quei simboli sconosciuti. Si tratta del vostro nome: Ben Toren.
Le mie, ovviamente, sono speculazioni, dettate principalmente dal reveal finale. La Season 2, a fine della prima puntata, si rivela per essere incentrata su Ben Toren, il padre disperso di Jake, il protagonista della Stagione Pilota!
Sono certa che la prossima puntata approfondirà un po’ questo legame e mi aspetto che Ben cerchi di capire meglio dove sia davvero finito. Sarà semplicemente nel passato o in un luogo differente pericoloso almeno quanto il treno su cui abbiamo viaggiato in questa puntata?
Lo scoprirò Lunedì 2 Marzo alle 21 sul canale Twitch di Stream_NRole. Se vi perderete la diretta, troverete il mio riassunto qui!
Canale Twitch di Steam NRole per non perdere lo Stream!
This post was published on 26 Febbraio 2020 10:30
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