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Credendo Vides: Istruzioni per l’uso alla Puntata 2×13 di Luxastra

Luxastra sta diventando un fenomeno di tendenza e ben apprezzato da tutta la community italiana. Ciò è probabilmente dovuto all’enorme impegno, amore e cura per i dettagli che tutto il team di Inntale mette in ogni singola puntata.

Ma in mezzo a questo ben di Dio (o Dei) è facile perdersi nell’enorme quantità di elementi con cui il Dungeon Master Matt ha inondato il mondo di Luxastra. Proprio per questo nasce questa nuova rubrica, Credendo Vides, che si occuperà di analizzare ogni episodio settimanale dello show andando a riassumere in modo rapido ed efficiente i punti più salienti della puntata, oltre che portare l’attenzione su alcuni dettagli che, magari, sono sfuggiti ai più durante la visione.

Oggi andremo ad esplorare il penultimo episodio della Seconda Stagione, privo di speculazioni importanti ma stracolmo di azione e gag esilaranti!

 

L’importanza di essere un Warlock

 

 

Mentre il gruppo è in viaggio per tornare a Fatumastra, Dalia continua il suo discorso assieme a Shiran e Han. La sua incertezza riguardo il suo futuro praticamente in mano al Banco le crea fin troppe preoccupazioni, ed i suoi amici tentano di consolarla cercando di farla riflettere sull’importanza del suo libero arbitrio, lasciando perdere il fatto che il suo attuale corpo sia effettivamente quello di un cadavere.

In un lampo di genio, Shiran ipotizza che una volta che Dalia avrà il potere della Gabbia dalla sua, potrebbe contrattare col Banco affinché la giovane halfing possa continuare la sua vita tranquillamente. Galgith s’intromette nella discussione, dicendo che solo perché il Banco sia in gabbia, non significa che il suo potere e influenza possano cessare.

Dalia, un po’ stremata e lasciata senza speranza, lascia perdere questo discorso, concentrandosi invece sul suo vero obiettivo: fermare una volta per tutte gli Indaco ed impedendo che altri villaggi ed altre famiglie incorrano al suo stesso destino. Un obiettivo condiviso vivamente da tutti i membri del gruppo.

 

“Avere gli occhi Indaco? Ci si becca una martellata”

 

 

Ritorna, ed aggiungere finalmente, un’altra sezione di combattimento con set e plance modulari sempre forniti dai ragazzi di Dungeon Nextquesta volta assieme al trio tragicomico formato da Alastor, Boris e Rendar contro l’Arconte Serse ed i suoi Inquisitori.

Il combattimento inizia subito col botto, con ottimi tiri d’Iniziativa per i nostri ragazzi, una carica incredibile da parte di Rendar che in poco tempo riesce a buttar giù un Inquisitore tutto da solo, Alastor che attira l’attenzione dei nemici con le sue Beffe Crudeli e Boris che mostra la vera potenza in combattimento di un Paladino sfidando a duello Serse, richiedendo l’assistenza della propria divinità e colpendo l’avversario con una martellata da ben 26 danni in un sol colpo.

Dopo un piccolo fendente da parte di un Inquisitore che causerà ad Alastor una piccola ernia tra due anni, l’Orco va in “Ira Bardica” e lancia un’Onda Tuonante al suo povero avversario, buttandolo indietro di tre metri e danneggiandolo. Ovviamente un incantesimo simile sotto terra rischia di far crollare tutte le rovine, ed implica anche un “Imbecille!” detto in coro da entrambi gli Arconti.

 

La Bella e la Bestia versione mignon

 

 

I Campioni del Re Corvo son finalmente tornati alla locanda del Fumo Aspro, dove attendono l’arrivo del Vice-Sceriffo per potersi organizzare meglio nella battaglia imminente contro Corialus.

Nel mentre il gruppo entra in locanda ordinando da mangiare (e Letho trova la sua tanto amata copertina sotto le chiappe della cameriera goblin), Dalia aspetta trepidante ma anche un po’ preoccupata il ritorno del Dio Procione, che non si accinge ad arrivare.

D’un tratto, l’halfling percepisce un rumore in un cespuglio: il Dio Procione ha mantenuto fede alla sua parte del piatto, riconsegnandole il cappuccio di Letho. Dalia decide però di continuare la sua alleanza con la potentissima entità animale, offrendole di rimanere nelle vicinanze del gruppo in cambio di un po’ di cibo sgraffignato dai piatti dei suoi compagni.

 

“Queste non sono armi, sono POSATE!”

 

 

Durante il banchetto, lo scarso bon ton e rumori molesti di Han danno fastidio a Galgith, che gli impone una nuova regola: imparare a mangiare e comportarsi a tavola come si deve, altrimenti zero Surcalis. Sentendo questa disputa, Lucius intende prestarsi molto volentieri come insegnante di buone maniere per Han e Shiran, trascinata in mezzo alla lezione a causa delle sue manieri culinarie “discutibili”

La lezione si rivela molto semplice da capire per l’esserino piumato, che quando c’è di mezzo il cibo e l’alcol ce la mette davvero tutta per superare le avversità. Shiran invece ha poca concentrazione e fin troppa fame, e finisce per ignorare le spiegazioni di Sir Lucius che continua a bacchettare sulle sue dita unte di pollo.

La ragazza-volpe afferma che mangia così veloce e verace perché ha paura che il suo cibo venga rubato, affermazione che il nobile Lucius rinnega immediatamente con un sorriso. Mentre ciò avviene, Dalia sgattaiola per i tavoli rubando qualsiasi tipo di pietanza disponibile per offrirle al suo nuovo Dio.

 

Hold’em Luxastra’s Poker & Vomito

 

 

Contento di aver appreso una nuova abilità, Han si ritira nelle sue stanze assieme alla sua scimmietta, curioso di sapere se anche il suo animaletto sia migliorato nel gioco delle carte.

Con sconcertante stupore (ed un ottimo tiro di dadi da parte di Simo e Matt), la scimmietta ha perfino imparato a bluffare, ripulendo Han di tutte le sue bacche magiche rimastegli.

Il Druido ha dunque un’idea: convincere la sua scimmietta di entrare nel circolo delle bische clandestine per racimolare quanti più soldi possibili. La scimmietta accetta previo pagamento in cibo. Oltre a ciò, i due decidono anche di sorvegliare le bacche rimanenti per difenderle dalle grinfie del Dio Procione. Nel frattempo, ripuliscono la borsa di Han dal vomito dell’episodio precedente, gettandolo nella strada e sopra le teste dei due poveri servi di Lucius.

 

Dream Team del Re Corvo 1, Indaco 0

 

Nonostante i terribili danni subiti ed i connotati cambiati l’Arconte non è ancora KO, e tenta il tutto per tutto iniziando a lanciare delle piccole bombe contro Boris e Rengar. Entrambi riescono però a schivare tutti gli attacchi tramite ottimi Tiri Salvezza su Costituzione e Destrezza.

Non va tutto rose e fiori per Alastor, invece, che fallisce uno Charme contro l’Inquisitore e riceve invece parecchi danni, venendo danneggiato perfino nell’animo a causa di uno strappo nel suo bellissimo cappotto.

Nonostante ciò, non vi è proprio speranza per i servi dell’Indaco: colpo dopo colpo cadono tutti ai piedi del Campione e degli Araldi, chi per mano del martello di Boris, chi per la spada di Rendar e chi per lo stocco di Alastor, grazie anche ad ottime manovre di accerchiamento che fanno guadagnare Vantaggio agli attacchi del gruppo.

Consiglio da Master e da Player: ricordatevi SEMPRE di recuperare eventuali pezzi d’equipaggiamento persi dopo uno scontro

 

Sideboobs e patti demoniaci con procioni

 

Come scena bonus per quest’episodio abbiamo un po’ di sano fan service: Shiran, convocata da Galgith per un colloquio a quattr’occhi, entra nella camera del suo compagno mentre questi (o meglio questa) si sta facendo un lungo e rilassante bagno.

Da parte della ragazza-volpe non vi è alcun tipo di imbarazzo, cosa purtroppo non condivisa da Galgith, che non si rende conto di condividere lo stesso sesso della sua compagna. Oppure è semplicemente troppo timido e pudico per un incontro simile…

Nel frattempo, Dalia porta da mangiare un intero banchetto al Dio Procione. Il Patto è finalmente stato siglato, ed ora la divinità bestiale rappresenta il vero asso nella manica dei Campioni del Re Corvo. Come se non bastasse, il Procione ha offerto anche una moneta d’oro a Dalia per la sua gentilezza. Chi trova tiene.

 

 

Vi è piaciuto quest’episodio? Scrivete cosa ne pensate nei commenti, e ricordate: Credendo Vides!

This post was published on 14 Dicembre 2019 17:51

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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