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Giochi di ruolo

Credendo Vides: Istruzioni per l’uso alla Puntata 2×10 di Luxastra

Luxastra sta diventando un fenomeno di tendenza e ben apprezzato da tutta la community italiana. Ciò è probabilmente dovuto all’enorme impegno, amore e cura per i dettagli che tutto il team di Inntale mette in ogni singola puntata.

Ma in mezzo a questo ben di Dio (o Dei) è facile perdersi nell’enorme quantità di elementi con cui il Dungeon Master Matt ha inondato il mondo di Luxastra. Proprio per questo nasce questa nuova rubrica, Credendo Vides, che si occuperà di analizzare ogni episodio settimanale dello show andando a riassumere in modo rapido ed efficiente i punti più salienti della puntata, oltre che portare l’attenzione su alcuni dettagli che, magari, sono sfuggiti ai più durante la visione.

Quest’oggi andremo ad osservare le (dis)avventure di Rendar, Alastor e Boris impegnati con il loro lavoro d’infiltrazione alle rovine di Oglash, mentre i Campioni di Luxastra interrogano Arion sui misteri del Mondo Onirico e scoprono nuove informazioni su Corialus.

 

“Puoi aggiustarlo? Sì, con Rendar!”

 

 

Nel mentre Alastor riesce in maniera incredibilmente fortuita a mantenere intatta la sua copertura, Boris sprona il frustratissimo Rendar a fingere di comportarsi da carpentiere, per evitare di andare troppo nell’occhio. Di tutta risposta, il burbero mezz’elfo decide di adattarsi a modo suo alla mansione da carpentiere, prendendo alla lettera ogni ordine che gli viene dato e lanciando la propria pala in giro per il campo.

Boris capisce che così il terzetto non andrà lontano, e decide di quindi di dirigersi da Ritgar, lo studioso aiutante dell’Arconte, per ottenere qualche informazione aggiuntiva sui manufatti recuperati, pensando così di fare qualche progresso sulla loro missione.

Ritgar presenta loro una lastra elfica massiccia ed apparentemente importante. Boris decide di studiarsela meglio nella tenda, ed ordina ai suoi forzuti e baldi aiutanti di sollevare il manufatto. Con una prova a Forza non superata da Andross ed un Fallimento Critico da parte di Gabrio, la lastra finisce col cadere sopra i piedi di Alastor e frantumarsi in mille pezzi. Risate assicurate, con l’aggiunta ovviamente di nomi storpiati ovunque.

 

Elfi Serpenti

Una dissolvenza nero dopo ci ritroviamo di nuovo nel Mondo Onirico, con Galgith che interroga Arion riguardo alla misteriosa elfa-pianta e sulle sorti di Corialus, mentre l’Elfo delle Rovine cerca di trovare qualche risposta interrogando Matt e cercando di fare meno meta-game possibile. Apprezzabile e condivisibile la scelta di presentare, nello stesso episodio, entrambi i gruppi di Avventurieri, smorzando un po’ il ritmo ma facendo proseguire allo stesso tempo entrambe le avventure.

Galgith riesce a richiamare i ricordi degli ultimi due giorni e del suo incontro con gli Elfi delle Macerie e Corialus, ricreando immagini tangibili nel Mondo Onirico grazie al suo retaggio elfico. Il gruppo ipotizza che Corialus stia cercando la Pietra dell’Invidia e le altre pietre sorelle per controllare il potere degli dei e rifondare l’Impero degli Elfi o, forse, fronteggiare in qualche modo i pericolosissimi Indaco.

Arion, sorpreso dall’effettiva presenza di Elfi così forti e così pericolosi, si chiede se sia giusto fermare il ritorno dell’Impero. Potete ovviamente immaginare la reazione del nostro Galgith ad un tale pensiero, comunicando telepaticamente con Arion tramite il Trucchetto Messaggio. (spoiler: non l’ha presa bene).

 

Vino Santo ed esibizioni disastrose

 

 

Giunti nella lussuosa tenda di Boris, Rendar e Alastor gettano i ciottoli della lastra elfica e si assicurano di non esser spiati. Per evitare che la conversazione venga origliata, l’orco inizia a strimpellare il proprio sitar, ma grazie al secondo 1 di fila di Gabrio, il suono che si espande nella tenda non è dei migliori.

Cercando di ignorare la grande performance di Alastor, Rendar racconta i suoi ultimi due giorni a Boris, cercando di capire insieme al nano perché il Re Corvo abbia deciso di sostituire il ruolo e compito di Arion col mezz’elfo. Ancora con un po’ di dubbi sulle loro stanche spalle, il gruppo si concede una piccola degustazione vinifica gentilmente offerta dall’Arconte nanico.

Ma la festa dura ben poco, visto che bisogna organizzarsi il prima possibile con il calar delle tenebre. Boris spiega che i tre devono cercare una Prigione, ovvero un cristallo indaco di grandezza variabile in cui al suo interno è probabilmente contenuto uno Dei Primordiali. Ovviamente nessun membro della Chiesa deve sapere qualcosa al riguardo, ed è proprio in questo momento che Rendar tira fuori l’amuleto offertogli da Padre Calliano.

 

“You get a vision, you get a vision, and you get a vision!”

 

 

Nel cercare di aiutare meglio Arion a visualizzare la minaccia di Corialus e l’obiettivo dei Campioni, Dalia tenta di utilizzare il Mondo Onirico per rappresentare i suoi ricordi e le sue sensazioni provate durante il contatto con la Pietra dell’Invidia ed il Banco. L’Elfo delle Rovine è l’unico a percepire le emozioni terribili della giovane halfling, assieme anche alla visione dall’esterno dello stesso contatto divino visto da Hann. 

Arion ha come un flash, ed è riuscito a capire perché il Re Corvo lo ha sostituito a Rendar: il gruppo ha rischiato tantissimo ad avvicinarsi alla Pietra dell’Invidia, poiché secondo l’Elfo delle Rovine essa è stata “maledetta” o meglio protetta da una potente magia illusoria del vecchio imperatore elfico. A quanto pare, l’Araldo del Re Corvo può aiutare il gruppo nell’arginare questo problema.

In realtà, spiega Arion, la Pietra stessa altro non è che un’illusione per proteggere la chiave per liberare il Banco, illusione tra l’altro deformata e spiegata anche tramite i magheggi dell’Elfo nel Mondo Onirico. Dopo aver deciso tutti quanti che ottenere il prima possibile quella chiave è il vero obiettivo del gruppo, Michele ci diletta con una sua “mandrakata”. 

 

“<<Belli questi tiri>> cit. Tutti gli spettatori della 2×10”

 

 

Con una mossa un po’ da meta-game, un po’ molto nel personaggio di Arion, Michele chiede a Matt se è possibile scoprire se Corialus o altri elfi hanno attraversato il Mondo Onirico in passato. Giubilo di gruppo e ringraziamenti del Master, hola accademica per la domanda, ma purtroppo il tiro di Mike non riesce a superare l’ipotetica Classe di Difficoltà per ottenere una risposta chiara.

Alla discussione prende parte anche Shiran che, prima d’ora, era rimasta in silenzio a causa del suo aspetto da volpe rivelato. Quando Michele/Arion scopre che la ragazza ha già risvegliato un Dio Primordiale, una grossa risata di stupore lo scompone. Shiran tenta anche lei di comunicare la sua sensazione di contatto col divino ad Arion, ma l’ennesimo tiro basso non riesce a trasmettere completamente il messaggio.

Arion però intuisce che il Dio Volpe abbia scelto appunto una volpe umanoide come suo servo, perché gli Dei scelgono dei servitori simili a loro (“Stand users attract other stand users” am I right?). Dopo ciò, materializza una delle chiavi per liberare gli Dei dalle proprie Prigioni, ovvero un cristallo indaco identico a quello che ha con sé Letho, immobile e con un solo pensiero dentro la propria testa:

 

 

“Chi sono io?” chiede Letho. “Una potenziale vittima” risponde Arion. Vittima degli Indaco, forse? Che cosa rappresenta Leto? Che sia forse una sorta di esperimento macabro ideato per creare una chiave artificiale o un metodo alternativo per liberare gli Dei Primordiali? Purtroppo, abbiamo ancora troppe poche informazioni per scoprirlo.

Vi è piaciuto quest’episodio? Cosa pensate voglia rappresentare l’enigmatica scena post credit che abbiamo appena visto? Fatecelo sapere nei commenti e ricordate: Credendo Vides.

 

 

 

This post was published on 22 Novembre 2019 18:06

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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