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Credendo Vides: Istruzioni per l’uso alla Puntata 2×08 di Luxastra

Luxastra sta diventando un fenomeno di tendenza e ben apprezzato da tutta la community italiana. Ciò è probabilmente dovuto all’enorme impegno, amore e cura per i dettagli che tutto il team di Inntale mette in ogni singola puntata.

Ma in mezzo a questo ben di Dio (o Dei) è facile perdersi nell’enorme quantità di elementi con cui il Dungeon Master Matt ha inondato il mondo di Luxastra. Proprio per questo nasce questa nuova rubrica, Credendo Vides, che si occuperà di analizzare ogni episodio settimanale dello show andando a riassumere in modo rapido ed efficiente i punti più salienti della puntata, oltre che portare l’attenzione su alcuni dettagli che, magari, sono sfuggiti ai più durante la visione

Quest’oggi andremo ad analizzare l’Episodio 8, trasmesso in anteprima la settimana scorsa al Lucca Comics ma reso disponibile per il resto dei fan su YouTube proprio ieri. Vista l’estrema importanza che questo episodio ha avuto, bando alle ciance ed iniziamo subito con l’analisi!

 

Giorno 1: Rendar ancora non è tornato…

 

 

La puntata si apre con una gigantesca dose di malinconia percepibile in tutti i presenti: una delle sedie, quella occupata da Andross e dal suo esuberante Rendar, è vuota. 

Tutti gli Avventurieri sono un po’ scossi dalla partenza del loro compagno. Tutti tranne Hann che, affascinato dall’incantesimo di “teletrasporto” attuato dal druido Myrddin Wyll, inizia a spaginare il libro di incantesimi runici acquistato da Galgith il giorno prima, desideroso di scoprire qualche informazione in più.

Dopo aver recuperato le forze, il vetusto incantatore spiega al gruppo di non temere per la sorte di Rendar, e che soprattutto il suo non era un semplice incantesimo di teletrasporto, ma uno di scambio equivalente: per ogni anima che parte, deve arrivarne una seconda. Detto ciò, Myrddin affonda il braccio nel terreno e tira fuori una nuova figura.

 

Sabaku si unisce al party! *fanfara della vittoria, ora smettetevela di scrivere Sbeku ovunque*

 

 

Finalmente incontriamo Michele Poggi, aka Sabaku no Maiku, la prima guest star di Luxastra. Giocherà nei panni della misteriosa figura emersa dal terreno, e prenderà il posto di Rendar.

La figura in questione è un elfo delle Rovine, gli abitanti nomadi del deserto meridionale di Luxastra e con una stramba spada arborea sulla schiena, realizzato nella splendida illustrazione di Max Rambaldi di cui è stato anche realizzato per l’occasione uno speciale speed painting.

Appena alzato, l’elfo sembra un attimo frastornato, ma riconosce in Myrddin un volto familiare, anche se non proprio amichevole. Galgith e Letho sembrano invece titubanti e guardinghi nei suoi confronti, mentre Shiran e Dalia molto curiose. Hann, ovviamente, è troppo preso dal suo libro per accorgersi del nuovo arrivato

 

“Bisogna sempre stringere la mano agli elfi sconosciuti”

L’elfo chiede al gruppo di presentarsi, con gentilezza ma con una certa autorità. Galgith, da bravo elfo che ne ha passate tante, pretende che sia lui a presentarsi per primo. Arion rivela così il proprio nome e, sebbene con un po’ di delusione per non aver ricevuto il caloroso benvenuto che sperava, inizia a spiegare come lui sia qui per aiutare gli Avventurieri nella loro missione e guidarli in nome del Re Corvo.

Hann invece nota solo alla fine delle presentazione la nuova figura e, come una falena col fuoco, ne viene completamente attratto. L’esserino porge la mano allo stupefatto Arion, che ne approfitta per offrire ad Hann un assaggio del potere elfico. 

Con un tiro contrapposto a Saggezza vinto da Michele, Arion trasporta Hann in una sorta di piano astrale rappresentato da una foresta cangiante, colorata e piena di cianfrusaglie magiche. Al posto del corpo tarchiato ed umanoide, Hann si riscopre come un gufo completo, rimanendo stupefatto.  Arion, invece, sembra che non abbia trovato ciò che cercava.

 

“È tutta una questione di fiducia”

 

 

Il gruppo diventa un po’ ostile nei confronti di Arion quando vede la reazione di Hann, rimasto completamente stordito ed assuefatto non appena i due smettono di stringersi la mano. Dopo un battibecco con Galgith in elfico che non fa molto piacere all’elfo delle rovine, Arion convince il gruppo ad aprirsi con lui, spiegando come il rituale compiuto con Hann servirà ad abbattere i muri tra tutti i membri ed incrementare la fiducia reciproca. 

Con tutti i presenti seduti in cerchio (inclusa la scimmietta) e tenendosi per mano, gli Avventurieri vengono trasportati da Arion e Myrddin nello stesso piano astrale di prima, dove ognuno sente di esser giunto a casa attraverso odori, visioni e sensazioni.

Ciascun membro del gruppo assume il proprio vero aspetto: Galgith il suo corpo maschile, Hann il suo aspetto da gufo, Myrddin quello di un cervo bianco, Arion immutato. Shiran si mostra come una volpe umanoide titubante, Dalia invece come un cadavere annegato e spaventato, mentre Letho si rivela esser un manichino privo di espressione e dettagli caratteristici. 

 

Il Mondo Onirico

 

 

Arion e Myrddin spiegano che questo è il Mondo Onirico, un piano astrale disponibile per tutte le razze senzienti, ma accessibile solo a coloro dotati della giusta abilità. Qui ognuno mostra il proprio aspetto e le proprie emozioni, ma questo Mondo in particolare è praticamente in rovina a causa della quasi estinzione degli elfi. Arion è l’ultimo della sua stirpe capace di entrarvi, anche grazie all’aiuto del Re Corvo.

Galgith, offeso dal fatto che i suoi compagni non hanno deciso di propria volontà a rivelare la loro vera identità, inizia a discutere con Arion riguardo l’arroganza degli elfi, che hanno sempre ignorato i sentimenti ed il confort delle altre razze, e di come ciò sia stata la rovina dell’intera razza. Arion invece è del parere opposto, in quanto solo con l’abbattimento di ogni barriera e privacy il gruppo riuscirà ad ottenere il potere necessario per salvare la città ed il mondo.

Il Mondo Onirico è abitato non solo dai ricordi e dalle conoscenze regresse della razza elfica, ma anche dagli “spiriti” di tutti gli elfi delle rovine vissuti in passato, che Arion è capace di richiamare a comando. Queste figure però non sono tangibili, ma cangianti e mutevoli. Galgith riesce ad intravedere, tra questi particolari elfi, la stessa elfa col busto collegato ad una pianta intravista nella banca quattro giorni prima. 

 

…E INVECE ECCOLO QUI!

A fine puntata il punto di vista passa a quello di Rendar, che si ritrova catapultato in un corridoio illuminato da strane fonti di luce. Guardandosi intorno, il mezz’elfo intravede la figura di Arion che attraversa la fenditura alle sue spalle, incurante dei richiami di Rendar.

Proseguendo nel corridoio in penombra, Rendar si ritrova a tastare un quadro completamente avvolto nell’ombra, ma dalla superficie fluida ed attraversabile. Senza paura, il mezz’elfo si immerge e spunta in una radura soleggiata dall’altro lato del dipinto, afferrato da una presa salda e robusta. 

Ed eccoci presentati altri due nuovi personaggi: un nano con una cicatrice molto simile a quella di Padre Calliano ed un mezz’orco molto possente dal nome di Alastor, disegnati daNekucciola e interpretati rispettivamente da Luca Occhi, regista della seconda serie di Luxastra, e Zio Gabrio, direttore sonoro della seconda stagione.

Quali saranno i loro ruoli all’interno della missione di Rendar? Saranno forse degli affiliati alla Chiesa dei Venti?

 

 

Per oggi è tutto, avventurieri. Vi è piaciuta questa puntata? Avete qualche teoria riguardo le vere identità dei nostri beniamini? Scrivetecelo nei commenti e ricordate: Credendo Vides!

This post was published on 8 Novembre 2019 13:47

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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