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Credendo Vides: Istruzioni per l’uso alla Puntata 2×06 di Luxastra

Luxastra sta diventando un fenomeno di tendenza e ben apprezzato da tutta la community italiana. Ciò è probabilmente dovuto all’enorme impegno, amore e cura per i dettagli che tutto il team di Inntale mette in ogni singola puntata.

Ma in mezzo a questo ben di Dio (o Dei) è facile perdersi nell’enorme quantità di elementi con cui il Dungeon Master Matt ha inondato il mondo di Luxastra. Proprio per questo nasce questa nuova rubrica, Credendo Vides, che si occuperà di analizzare ogni episodio settimanale dello show andando a riassumere in modo rapido ed efficiente i punti più salienti della puntata, oltre che portare l’attenzione su alcuni dettagli che, magari, sono sfuggiti ai più durante la visione.

Quest’oggi andremo a spulciare un attesissimo episodio che ruoterà attorno ad uno dei pilastri sacri di Dungeons&Dragons: i combattimenti e la piromania! Non perdiamoci in chiacchiere ed iniziamo ad appiccare incend-ehm, ad analizzare l’episodio!

 

Gite sul pulmino per Quelli del Riposo Breve

 

 

Ci eravamo lasciati nell’episodio scorso con il gruppo di Avventurieri pronti a salire sulla diligenza delle guardie cittadine, direzione: Bosco di Greighia. 

Come molti storytellers, psicologi, cartomanti e stalkers sanno, un ottimo modo per capire il carattere di una persona è osservare come essa si comporta durante un viaggio in pullman con amici e compagni, ed è proprio quello che andremo ad analizzare ora, Avventuriero per Avventuriero:

  • Galgith: cosa poteva fare il nostro brontolone e tsunderino preferito se non sedersi nel portapacchi esterno del carro, fumarsi le sue sigarette ed alcolizzarsi col brandy per tutta la durata del viaggio? Però in fondo la mattina è dura per tutti, figuriamoci per un elfo intrappolato in un corpo umano con l’incessante bisogno di dormire.
  • Letho: come il più saggio ed esperto dei professori sa, l’unico modo per dormire tranquilli in un viaggio è isolarsi il più possibile dalla marmaglia e lasciarsi cullare dall’aria di un finestrino aperto o di un tettuccio, come in questo caso. Il nostro vecchietto non è da meno, e sedendosi sulla cima della diligenza immagina di avere tutta la durata del viaggio per riposare le stanche membra, ignaro di ciò che potrebbe accadergli da un momento all’altro…

 

 

 

  • Hann: il casinaro per eccellenza, la peste del gruppo, il combinaguai secondo unicamente a Rendar si siede in fondo alla diligenza e…si mette a leggere. Incredibile ma vero, sembra proprio che Hann tenga molto a questa sua missione, e vuole spendere ogni secondo del viaggio per ampliare le sue probabilità di successo. Si dissocia perfino dal caos che seguirà da lì a poco, che tenero, anche se sarà la sua scimmietta a scatenarlo, indirettamente, pulendosi il cerume maleodorante dell’essere sulle veste di Shiran.
  • Rendar e Shiran: sarà perché anche per loro è mattina, sarà per la stanchezza generale, ma i due Avventurieri decidono, per una volta, di non combinare nulla di eclatante e sedersi nei classici posti di mezzo. Insomma, una scelta per chiunque veda il viaggio come un semplice spostamento da un punto A ad un punto B, anziché un’occasione per combinare qualche marachella (ma ovviamente Rendar troverà comunque il modo di infastidire l’isolato Galgith.)
  • Dalia: il male arriva quando meno te lo aspetti, e spesso sembra provenire da persone insospettabili. La piccola, dolce Dalia, seduta affianco al finestrino, decide di imbastire una campagna di terrore aviario ai danni del povero ed addormentato Letho, che purtroppo si risveglierà di soprassalto col suo amato cappuccio pregno degli escrementi di Jackie. L’orrore e lo stupore porteranno alla perdita del suddetto cappuccio, cambiando il corso dell’avventura di Luxastra per sempre…

 

“Nella Foresta e nel buio nero…”

 

 

L’entrata al Bosco di Greighia sembra tranquilla ed innocua, cosa che comunque non fa calare l’allerta a Galgith che convince le due guardie  a non separarsi per accompagnare il gruppo.

Durante l’avanzata verso la capanna di Mildred, grazie ad un bellissimo 20 Naturale da parte di Dalia, il gruppo percepisce che qualcosa sta pedinando le loro tracce con un avanzare lento, malandato ma costante. Quella che si pensava fosse una minaccia si è poi rivelata una sorta di “aiuto”…

Nel frattempo, Shiran va in cerca di penne di gufo, non accorgendosi che il povero Hann ne è pieno. La scena non è interessante per la naturale sintonia comica tra Sara e Simone, bensì per il fatto che la Player ha ceduto ulteriori informazioni per risolvere (in via ufficiale) il mistero più grande di tutta Luxastra che ci attanaglia dalla prima stagione: la Classe di Shiran

 

“Che paio di creature maestose”

 

 

Il gruppo fa immediatamente la conoscenza dell’accogliente ,ortjeò, la figlia del Guardia Caccia di Fatumastra la cui illustrazione è realizzata dal talentuoso Nicolò Schiatti. Senza perder tempo, gli Avventurieri chiedono consiglio su come radunare un esercito di animali del bosco alla cacciatrice, ma la conversazione è interrotta da un arrivo imprevisto.

Nella radura sono comparsi un vecchio cavallo sporco e malandato con in testa un ratto, qualcosa che insomma non si vede tutti i giorni. Il gruppo capisce che erano loro le creature che li stavano pedinando, e Rendar riconosce, a suo malgrado, il cavallo: è Acasin, un druido parecchio “in contatto” con la natura e vecchia conoscenza del mezz’elfo. Il ratto invece è Tarlo. 

Gli Avventurieri non fanno in tempo a scambiarsi i convenevoli che Mildred nota subito uno strano silenzio, seguito da oscure figure che circondano poco a poco la capanna. Il gruppo tira per l’Iniziativa e si prepara al peggio.

 

“Ah ma quindi in Luxastra ci sono anche i combattimenti?”

 

 

Potrebbe sembrarvi una novità, ma per chi ha iniziato a seguire da poco Luxastra sappiate che il gruppo ha già avuto modo di combattere nella Prima Stagione e con un sistema di gioco completamente diverso, ovvero quello di Pathfinder. 

Il combattimento che invece avete visto in questo episodio utilizza il sistema della Quinta Edizione di Dungeons&Dragons, e ci ha già regalato numerose emozioni.

Come possiamo vedere fin da subito, gli esperti Galgith e Letho tendono a dirigere le tattiche dell’intero gruppo, adottando una strategia difensiva e decidendo di rimanere all’interno della capanna di Mildred, aspettando l’arrivo dei misteriosi nemici composti da halfling e umani mentre i caster ed i combattenti a distanza iniziano a dispensare qualche danno. Sulla carta è una strategia ottima, ma purtroppo…

 

Piromania Portami Via

 

 

Cosa c’è di più bello che lanciare palle di fuoco a destra e a manca? Evidentemente niente, o gli incantesimi pirocinetici non sarebbero i più scelti dagli spellcaster come Hann, che con un bel colpo di Sfera di Fuoco inizia a dar fuoco alle polvere, colpendo alla sprovvista gli aggressori che evidentemente non si aspettavano delle magie.

Hann non è l’unico capace di utilizzare il fuoco, però: gli aggressori iniziano ben presto a lanciare delle pericolosissime molotov dentro la capanna, incendiando il legno e ferendo Letho, Shiran e Dalia.

Come se non bastasse, grazie al potere del Fallimento Critico, Hann riesce a cannare completamente uno dei suoi lanci e ad incendiare un’altra parte della capanna: i rischi del mestiere di caster, ma anche uno degli aspetti più entusiasmanti ed imprevedibili sia per gli spettatori che per i giocatori.

 

Violenza sugli animali, pompieri improvvisati e goblin gentiluomini

 

 

La parte fisica della strategia sembra funzionare con Galgith, Letho e Rendar trasformati in terribili macellai che colpiscono preventivamente e senza pietà i poveri cani ammaestrati che varcano la soglia della capanna. 

Nel mentre che sir Lucius e Dalia tentano di colpisce a distanza gli altri manigoldi, Akazim si improvvisa vigile del fuoco e spegne uno degli incendi con un Muro di Pietra. Gongolandosi per il risultato, una seconda molotov appicca un secondo incendio vicino a lui, ed il prode druido prontamente decide di aver fatto abbastanza e si toglie di mezzo con nonchalance.

Ma non è finita qui: il Mitico, il Supremo, l’Incredibile Ingegner Tarlo rivela un’altra delle sue amabili qualità schiaffeggiando il fondo schiena e la fronte rispettivamente di Shiran e Dalia, curandole dal danno subito in combattimento. Cosa faremmo senza di lui, piccolo dolce principe verde…

 

Shiran: Chierica? Warlock? Bardo? Decisamente Bardo

 

Ed eccoci alla rivelazione dell’episodio, ciò che ha fatto scaturire centinaia di teorie e complotti, la domanda che attanaglia le notti ed i sogni di tutti i fan di Luxastra: qual è la classe di Shiran? 

Si direbbe che dopo numerosi tentativi da parte della fanbase di penetrare nei sofisticatissimi server di Inntale ora abbiamo finalmente una risposta ufficiale, ed è quella che forse molti giocatori più esperti avevano già risposto. Ed ovviamente è il Bardo. 

Ma perché Bardo? Beh, abbiamo numerose prove a favore di questa teoria, di cui una schiacciante: Shiran ha sicuramente proficiency con Fruste e Stocchi, armi tipicamente apprezzate ed utilizzate da Bardi di qualsiasi archetipo, ha una grande capacità persuasiva, può utilizzare Ispirazione Bardica (o almeno poteva farlo nella Prima Stagione) E SOPRATTUTTO HA CASTATO RISATA INCONTENIBILE DI TASHA CHE È UN INCANTESIMO ESCLUSIVO DEL BARDO O MEGLIO IN TEORIA ANCHE IL MAGO PUÒ CASTARLO MA ANDIAMO AVETE MAI VISTO UN MAGO CASTARE UN INCANTESIMO SIMILE NON SE NE PARLA SHIRAN È PER FORZA UN BARDO e questa è l’analisi più dettagliata ed oggettiva che potrete trovare in rete.

Alcuni potrebbero dire che Shiran possa essere una sorta di Chierico o Warlock legata al Dio Volpe anche grazie all’incantesimo di Cura che ha castato pregando su di Letho, ma potrebbe esser che chiunque abbia un forte legame con un Dio Antico possa esser in grado di fare qualcosa di simile. Toccherà aspettare un altro po’ per avere risposte concrete.

 

“Colui che ha salvato/minacciato il mondo intero”

 

 

Come da programma in questi ultimi episodi, i minuti finali del girato sono dedicati al nuovo personaggio di Michele Poggi aka Sabaku no Maiku, che ora sappiamo esser un servitore diretto del Re Corvo.

Stavolta, però, Michele non sta conversando col suo padrone, ma con un personaggio non ben identificato interpretato da Matt, che conosce sia l’Araldo del Re Corvo che il Dio Antico. Oltre a ciò, sembra che i due siano in disaccordo sull’agenda ed il passato della divinità, vista come un salvatore o una minaccia per il mondo.

L’Araldo spiega come le azioni del Re Corvo fossero servite per salvaguardare il pianeta, nonostante l’idea contraria del personaggio misterioso. Infine, l’Araldo chiede un qualche tipo di aiuto, seguito da una dissolvenza a nero.

 

 

Anche per oggi è tutto, Avventurieri. Siete d’accordo con le nostre speculazioni? Ne avete altre al riguardo o avete apprezzato quanto avete letto? Scrivetecelo nei commenti, e ricordate: Credendo Vides.

 

 

 

This post was published on 24 Ottobre 2019 23:44

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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