Storico come me, Ivano Piva di Arcana Domine A.C. (conosciuto anche come Grifone) non poteva mancare in questa “collection” di persone che ho selezionato per esporre il loro pensiero e il loro punto di vista sul LARP Italiano. La scelta, invero, è stata molto ponderata ma alla fine due tra tutti sono i fattori che mi hanno spinto a considerarlo adatto allo scopo. Ve li illustro brevemente, cosi da non rubare tempo al mio ospite.
Premessa: come ben sapete, LARP: A Night With… nasce si per dar voce al Gioco di Ruolo dal Vivo Italiano per bocca di alcuni dei suoi protagonisti ma anche per fornire a voi lettori uno spaccato di una realtà che, sebbene possa ancora risultare piccola se confrontata a quella di altri hobby più “mainstream”, nasconde un variegato cosmo al suo interno degno d’esser scoperto… quantomeno per/da noi appassionati del settore (augurandomi ovviamente che questa serie di interviste abbia messo le giuste pulci nel vostro orecchio, ammicco-ammicco).
E quindi, proprio in nome di questa “realtà” da scoprire, mi son detto che tra i miei ospiti non poteva mancare un collega A) autore di una tesi dal titolo “Live Action Role Play: 30 anni di storia dimenticata“, utile strumento per chi volesse approfondire genesi ed evoluzioni del LARP in Italia (e scoprire qualcosa di più su alcuni dei “padri fondatori” – concedetemi il termine – del Gioco di Ruolo Italiano dal Vivo grazie alle contenute interviste a Piermaria Maraziti, Davide La Greca, Ulisse Provolo, Luca Giuliano, Andrea M. Castellani),
B) admin di un gruppo Facebook chiamato Confronto Costruttivo tra Larper, nato per dare e avere una maggiore consapevolezza alla nostra comunità del nostro hobby e creare un tavolo permanente di confronto e dibattito, cercando al contempo di appianare le divergente tra i migliaia di larpers italiani facendoci conoscere.
Non quindi solo un ospite con un occhio rivolto al passato, alle nostre radici ma anche al presente, alla nostra comunità di amanti del LARP. Credo di essermi sufficientemente spiegato, no? Direi che è tempo di iniziare.
LA PERSONA
- Parliamo un po’ di te, presentati: chi sei?
Ivano “Grifone” Piva. Socio Fondatore di Arcana Domine A. C. e San Donà Fumetto & Games, una delle principali fiere nerd del Triveneto. Amministro il gruppo facebook Confronto Costruttivo tra Larper. Sono laureato in storia, tesi specialistica: “Live Action Role Play: 30 anni di storia dimenticata”. Liberamente consultabile.
- Qual è il tuo più bel ricordo legato al LARP?
Momento perso nel mito, finalmente avevo uno staff affiatato e dei giocatori che creavano talmente tanti guai tra loro, da ignorare le trame messe dai master. Chiusi gli occhi per un po’ e semplicemente ascoltai voci e rumori. Ero in un grande parco, da un lato c’era un combattimento, dall’altro una nobile urlava scandalizzata per qualcosa, in una radura i fondamentalisti celti pregavano i loro dei pianificando la loro vendetta sulla cosiddetta civiltà, da un’altra parte ancora un gruppo di popolani stava recuperando materie prime facendo battute sulla povertà di qualcuno. Ecco, in quel momento, avevamo veramente creato un piccolo pezzo di mondo fantasy e tutto era esattamente come doveva essere.
- Qual è l’evento di cui vai più fiero?
Più che un singolo evento direi una svolta; anni fa organizzavo la seconda campagna che mi ha visto alla regia: Arcana Domine: L’Isola Spezzata, a un certo punto, abbiamo annunciato che non avremmo più inserito una trama principale, al massimo avremmo messo una scusa per cui i personaggi si trovavano in un dato posto, puntando molto al sandbox. Funzionò.
- E quale quello di cui vai meno fiero?
I finali di campagna, ho una disgraziata sfortuna con loro.
La prima campagna Arcana Domine: Terre di confine fu chiusa da altri dopo che mi ero dimesso, con rituali che distruggevano tutti i non-morti del mondo fatti da passanti e uno stanco master in casacchina che narrava l’avvento dei demoni sul mondo e l’apocalisse.
Il finale della seconda campagna: Arcana Domine: L’Isola spezzata, una trama si trascinò ben oltre l’orario di fine del live, con vari giocatori coinvolti a fare i PNG, impedendo un momento di decompressione e addio. Ero il responsabile dello staff quindi non posso che fare mea culpa. Non me la perdono dopo anni.
- Quale è la peggiore crisi che hai dovuto affrontare? Come l’hai risolta e superata?
Prima di fondare un’associazione cercai di capire come evitare i problemi che affliggevano le altre. Compresi la teoria, mancai nella pratica. Certe spinte disfunzionali colpirono e più che organizzare eventi il mio lavoro divenne evitare di trovarmi estromesso dal mio progetto da persone con bella parlantina, coltellate alle spalle e simili. Era frustrante anche perché finché non fu troppo tardi le persone corrette mi prendevano per un profeta di sventura. La soluzione per assurdo fu… perdere su tutta la linea.
A un certo punto mi dimisi da narratore e lasciai di fatto la mia prima campagna nelle mani di altri. Quando la chiusero ricordo bene la frase “in questa associazione non si giocherà mai più col tuo regolamento”. Non avevo nulla da perdere ed eravamo ancora un’associazione multi evento. Progettai una nuova campagna, la proposi e trovai un notevole sostegno, complice l’impreparazione della parte avversa. Dopo un po’ di amorevoli pressioni alla fine gli “altri” lasciarono l’associazione per fondarne una nuova, con un unico evento: il loro.
Ovviamente semplifico molto, fondamentalmente fu una vicenda per cui buttai due anni da larper. Tra i momenti più bui, mi ritrovai a fare una plenaria da tre persone. Una situazione che non dovrebbe capitare a nessuno, l’unica cosa che dovrebbe temere chi organizza è che le sue idee non funzionino o la gente le fraintenda malissimo. Quelli che restavano in Arcana Domine A.C. volevano giocare, erano stufi di questi problemi. Ci godemmo un decennio di relativa tranquillità cercando di essere “eticamente irreprensibili”. Dopo che era nata la nuova campagna, iniziarono a nascere mille progetti e idee, molti abortiti precocemente, altri hanno preso vita dandomi finalmente l’ambiente sano e creativo che avevo sempre sognato.
- Che contributo credi di aver dato al LARP Italiano in questi anni?
Sono molto orgoglioso di aver fortemente contribuito a diffondere il LARP in Veneto e Friuli Venezia Giulia e di aver creato e testato un bel po’ di idee innovative e mi piacerebbe riuscire a diffondere meglio alcune idee e innovazioni nate in seno alla mia associazione.
Ma il mio contributo principale è stato senza dubbio il gruppo Facebook che amministro e l’aver fatto da catalizzatore per qualcosa che stando a tantissimi era impossibile: avere un ambiente in cui parlare tra appassionati della rispettiva passione.
Ricordo quando tentai le prime volte a imbastire su Facebook una discussione diversa da “venite al mio evento”, non andò benissimo. La soluzione dopo lo scoramento iniziale venne da un semplice assunto: “i larper sono nerd, se trovi il giusto tema non potranno trattenersi”. Mi sembra che ci vollero circa due anni: l’8 agosto 2012 nacque il gruppo Facebook “Confronto costruttivo tra larper italiani? SI PUÒ’ FAREEE!” (Frankenstein Jr. insegna: nome poi normalizzato in quello attuale). Non pensavo il gruppo avrebbe mai superato le 150 persone, invece il 6 giugno 2019 ha raggiunto i 1001 membri, senza contare quelli che curiosano senza essere iscritti. Da quel gruppo è nato uno tsunami di dialogo, maggiore comprensione e collaborazioni che gradualmente ha demolito molti muri e ha dimostrato che non era il dialogo a essere impossibile, bastava volerlo.
IL PALCOSCENICO
- Come è cambiato il LARP da quando hai iniziato?
Nel 2001, quando ho iniziato più o meno c’erano 4 associazioni che si definivano nazionali, compresa quella dove ho iniziato, Seconda Fondazione. Era diffusa l’idea che dovesse esserci una sola associazione con un mega evento che comprendesse tutti, come il Gathering inglese! Il Padre di tutti gli eventi grossi del tempo, che usavano regolamenti soprannominati “Lorien discendenti” (da Lorien Trust, nome dell’associazione che organizzava il Gathering). Ed essendo nazionali… si negavano l’una con l’altra il diritto ad esistere. C’era un bias cognitivo molto forte nell’ambiente, credo che per chi ha iniziato a giocare dopo il 2010 sia veramente difficile comprendere. Per questo motivo inizialmente avrei trovato insensato creare una realtà esterna a Seconda Fondazione (NdR: ad oggi è Sedicesimo Arcano a proporsi di condurre e sviluppare l’ambientazione fantasy delle “Cronache di Ea”, campagna storica di Seconda Fondazione), bisognava puntare tutto sull’unità! La cosa imbarazzante è che… era tutto basato su un falso mito, una “donazione di Costantino”. Il Gathering inglese non è mai stato il punto di ritrovo unitario di tutti i giocatori anglofoni, e soprattutto in Gran Bretagna esistevano ed esistono tutt’oggi piccoli gruppi che usano sistemi con classi e livelli stile Dungeons & Dragons! Fu una delle prime cose di cui parlammo su “Confronto Costruttivo tra larper”, stabilendo che qualsiasi progetto di evento nazionale poteva essere solo un danno, si poteva benissimo parlare tra larpers, sviluppare un senso di comunità anche se non facevamo un mega evento tutti assieme. E scoprimmo che il primo dei muri era solo una grossa bolla di sapone.
Quindi, direi che oggi l’ambiente è più sano, per quanto ci sono ancora sacche tossiche, molti muri e muretti sono stati demoliti e siano ringraziati gli dei, quando parliamo circa ci capiamo! Mentre una volta alcune parole o frasi cambiavano in realtà di significato da gruppo a gruppo con l’apoteosi nella distinzione di significato romana tra GRV e LARP, per indicare due tipi di evento diversi. Una delle cose che ci lasciò a lungo tutti perplessi e che i romani usavano con naturalezza.
E’ nato perfino un coordinamento nazionale, LarpItalia, e ha tutte le carte in regola per durare, i nuovi larpers tendono ad essere insofferenti ai vecchi attriti e… le associazioni contano molto di meno (un po’ mi spiace in realtà, sono un animale da associazione).
Altro cambiamento, i numeri di un gruppo hanno molto meno peso, ha molto più peso nella comunità consapevolezza e qualità degli eventi.
- Secondo te che direzione sta prendendo il LARP italiano?
Temo ci stiamo un po’ risiedendo su delle scene con tecniche ricorrenti come una volta c’era la scena di quelli che facevano vampiri, quella dei live fantasy e quelli che facevano LARP freeform. Non credo potranno tornare i muri che c’erano una volta in ogni caso. Inoltre si stanno facendo strada sempre di più le vie del professionismo, questo è un bene per qualsiasi settore, probabilmente nei prossimi anni il settore EDU-LARP e LARP ripetibili pensati per adulti in maniera relativamente agevole subiranno un’impennata.
- Qual è la ricetta per preparare un buon LARP?
Consapevolezza, autodisciplina, passione e un buon bagaglio tecnico. L’esperienza in realtà è sopravvalutata. Si può fare un LARP anche senza staff o trama scritta prima, solo con gli ingredienti che ho appena accennato, e non è teoria. Vassalli, una delle mie creature, è servito proprio per dimostrare questa tesi. E un giorno spero di poter finire di play testare il LARP senza master che sarà il successore di Vassalli.
- Cosa non va mai fatto per – e durante – un LARP?
Non chiarirsi su determinate questioni di design, oppure il peggio di tutto, entrare in un progetto con chiari e dedicati intenti e cercare di pervertirlo a suon di peso sociale e coltellate alle spalle.
Quando ho iniziato io era accettabile imparare sulla pelle propria e dei partecipanti perché non c’era altra scelta, nel 2019 improvvisarsi organizzatori è molto meno socialmente accettabile.
- Cosa rende un evento scadente? Cosa lo rende invece prestigioso?
Le entaconsulte, ossia quei casi in cui per muoversi lo staff ha necessità di sentire l’intero staff. In generale quando non si ha chiarezza progettuale nello sviluppo di un evento. Una volta mi hanno preso per fastidioso quando ho chiesto “cosa intendete con divertente” a un gruppo che nel regolamento aveva scritto “Lo scopo è divertirsi”. Ma se si entra in un qualsiasi negozio di giochi da tavolo o videogiochi, e ci si guarda attorno, nessuno di quei giochi ha uno scopo così generico come “essere divertente”, quelli che hanno creato quei giochi avevano idee più focalizzate.
Se in un gioco LARP a livello progettuale ci possono essere più visioni in contrasto, verranno fuori prima o poi: se va bene in riunione staff se va malissimo, in pieno evento!
- Cosa caratterizza la tua realtà rispetto alle altre?
Il Triveneto è di fresca colonizzazione, con vaste aree in cui il LARP è una novità ancora oggi. Ricordo che per anni quando parlavano delle attività presso i nostri stand alle fiere gli utenti non usavano il termine “gioco di ruolo dal vivo” ma il nostro nome.. Questo ovviamente porta a dinamiche un po’ diverse rispetto ad altre ragioni in cui si gioca dai primi anni 90.
Arcana Domine A.C. è l’associazione di cui sono membro fondatore e prende il nome dal “gioco” Arcana Domine – In Sanguine l’attività con cui è nata. La scelta di dare a un’associazione multi-evento lo stesso nome di un gioco è un po’ problematica, ma al tempo, (e ancor oggi) non avremmo saputo trovare un nome altrettanto significativo.
E’ un’associazione vera e propria con un Consiglio Direttivo e le singole attività sono trattate come sezioni con un responsabile. Dopo un inizio con problematiche in linea con l’era oscura, siamo riusciti a farci un periodo di circa 10 anni da persone civili, con vari progetti anche se ovviamente per un progetto che partiva sei abortivano! E senza la comodità di avere già un’infrastruttura dietro, molti non si sarebbero mai visti.
IL CONTESTO
- Negli ultimi anni il LARP italiano è molto cambiato e continua a cambiare, costantemente. Quali sono secondo te i punti chiave di questa realtà Italiana?
Premettendo che la realtà italiana è tutt’altro che uniforme, una volta parlando con una persona di un’altra associazione, magari intelligente e degna di stima, era probabile ti venisse risposto “è inutile parlare tra noi, perché ciascuno penserà che il suo regolamento/stile di gioco/altro è migliore” oggi quella persona, non lo farebbe più, non sarebbe semplicemente sostenibile, ci sono stati apripista come il Larp Symposium e poi c’è stato Confronto costruttivo e una delle prime cose che abbiamo scoperto col confronto è stata Babele, con gli stessi termini spesso intendevamo cose diverse.
Capitò alcune volte che dei romani usassero la distinzione LARP/GRV con innocente naturalezza, finché un romano non si rese conto che lo stavamo prendendo per matto, e finalmente ci spiegò: si trattava di una contrazione nata con l’uso. Nel gergo romano si intendevano due modi diversi di fare LARP con il termine più usato dai due ambienti: da un lato G.R.V. Dall’altro LARP, come fenomeno linguisticamente è abbastanza comune, un po’ come nel Medioevo, in cui indicavano le varie lingue col termine che usavano per dire “Sì”. Nel nostro caso il termine solitamente usato nelle due scene romane era diventato il loro nome. Parlo di un periodo antecedente a Battle for Vilegis, oggi non credo sia più usato il termine GRV.
- Ti rifai ad un movimento nazionale, internazionale, o segui una via da te tracciata?
Via tracciata, il momento in cui ho iniziato a percorrerla è stato quando ho iniziato a studiarmi i LARP su Flyng Circus (NdR: movimento di inizio millennio di amanti dei giochi di ruolo, narrazione e interpretazione che si riconoscono in un manifesto sottoscritto nel 2009) per avere ispirazione verso il mio progetto (un live fantasy a chiamate con materiali riutilizzabili in più campagne) e spezzare gli schemi nella mia testa. Da allora la mia via è sempre stata quella di imparare il più possibile da ogni fonte e rielaborare tutto. Direi che le basi del mio pensiero sono impara, dialoga, rielabora.
La versione avanzata è “prendi degli eventi LARP a caso, falli a pezzi e rimonta i componente in modo interessante, bene, ora playtesta”.
- Riesci ad individuare altre tre realtà italiane con cui senti affinità per ideologie, temi, politiche e strategie adottate?
Per struttura “multi-evento” come ho accennato prima, gli Artefici del Fuoco di Vicenza. Chaos League, si inventano sempre cose nuove e sono molto ambiziosi e affiatati; e uno di loro, Alessandro Giovannucci che spesso è stato “l’altro tizio diplomatico del LARP italiano”. Con Terre Spezzate ho sempre visto una certa affinità elettiva nell’approccio “prendi roba altrui, smonta, rimonta, ripensa, fracassa gli schemi”.
- Le piccole realtà, spina dorsale per decenni del LARP, stanno scomparendo: qual è la tua opinione in merito?
Quando ho fatto i primi LARP da cui sarebbe nata l’associazione Arcana Domine era un periodo in cui le grandi associazioni stavano perdendo un po’ di pezzi per strada, credo che intorno al 2006-2010 ci sia stato l’apice di associazioni, ma non ho certezze. Successivamente ho visto stabilizzazione per quando riguarda i live a chiamate, mentre per quanto riguarda i live di Vampiri locali, si sono letteralmente estinti.
- Riesci ad individuare dei momenti storici precisi che permettano di dire “è successo qualcosa e da allora nulla è stato più come prima”?
Il Larp Symposium: è stato un primo momento di aggregazione tra larpers. I libri correlati sono tutt’oggi oro.
La Rivoluzione di Terre Spezzate con le sue 42 tesi del 2013: è stata un giro di boa, in particolare il punto 12 secondo me riassume il cambiamento del panorama nazionale che poi si è diffuso: “Il Giocatore Rivoluzionario sa che esistono decine di associazioni e organizzatori di larp, ognuno con i suoi pregi, i suoi difetti e un suo preciso stile di gioco. Il Giocatore Rivoluzionario partecipa a tutti i live che solleticano il suo interesse e li vive per quello che sono, senza tentare di trasformarli in altro.”
Il nostro ambiente aveva bisogno di un tono di rottura. Dopo quelle tesi si sono fracassati vecchi schemi e sono apparsi sulla scena tipi di LARP che molti una volta non avrebbero riconosciuto come LARP. Ancora adesso ogni tanto sento usare la frase “ma quello non è larp” o “non hai capito nulla di gioco di ruolo dal vivo”, da persone che per fortuna contano sempre meno, fossili interessanti da studiare, da estinti.
Il mondo del LARP non è cambiato solo grazie a Terre Spezzate, ma sicuramente hanno fatto da catalizzatore, forse perfino troppo; la rivoluzione è finita troppo presto. Ci sarebbe voluto qualche nucleo in più.
- Si parla tanto di “Nordic LARP”: qual è la tua opinione in merito?
Dalla morte del Larp Symposium se ne parla troppo e in maniera spesso confusa.
- Il LARP si sta evolvendo verso forme sperimentali: talune intimiste, altre cinematografiche, alcune di denuncia sociale? Qual è la tua opinione in merito? Esistono argomenti Tabù?
Non dovrebbero esistere argomenti tabù, pratichiamo un’attività ludica ma anche un media interattivo: si sdoganerà esattamente come successo per i videogiochi.
I PROTAGONISTI
- Chi è il vero protagonista di un evento: la storia, il personaggio o il giocatore? Ti ascoltiamo…
Il personaggio: puoi fare un live senza una trama, senza un master, senza scenografie solo creando i personaggi. Ovviamente dipende dal tipo di evento.
- Come dovrebbe essere per te l’evento perfetto?
Credo molto nell’impronta autoriale e nelle meccaniche che creano dinamiche interessanti, non credo esista l’evento perfetto.
- Cosa rende uno staff, un buono Staff?
La telepatia. Un LARP tende ad essere un sistema complesso, e per gestire i sistemi complessi è più efficace l’intelligenza istintiva rispetto a quella razionale. Può sembrare un discorso strano, ma quando fanno i corsi anti-incendio non vi dicono di fare una riunione per decidere democraticamente cosa fare.
- Cosa rende una comunità, una buona comunità?
Comprensione e ambizione, comprensione intesa come dialogo attivo. Con ambizione intendo cercare continuamente di migliorarsi.
- Cosa rende un evento, un buon evento?
Staff e partecipanti in generale che hanno capito a che evento partecipano.
- Il gioco di ruolo è aperto a tutti ma non è per tutti: concordi? Perché?
Credo ci possa essere uno specifico GDR adatto a tutti.
Con quest’ultima considerazione ringrazio Ivano e ringrazio voi amici lettori che siete arrivati sino a qui. Se vi è piaciuta quest’intervista e volete leggerne altre cliccate su LARP: A Night With…