Quando penso a Marica Russo la prima cosa che mi viene in mente è il termine “araldo”, questo perché oltre che Fondatrice di The Living Theater (e ancor prima di Soliptica), ricopre anche il ruolo di coordinatrice di LARP Sud – network da lei fondato per far rete tra realtà le ludiche del Sud Italia – ed è tra le massime animatrici di Larpers italiane, il gruppo Facebook al femminile nato per analizzare problemi e soluzioni, e fornire consigli utili e suggerimenti a quella metà di mondo che “abita” il gioco di ruolo dal vivo italiano.
Insomma, come avrete capito Marica è una persona impegnata (letteralmente, nel senso sociale del termine) del LARP italiano. Più avanti sarà lei stessa a fornirci qualche informazione in più sulle sue attività ma, prima di cominciare, volevo porre l’attenzione sulla figura della donna che gioca di ruolo dal vivo e il gruppo Larpers Italiane.
Sarò sincero, sono un uomo e la mia visione delle cose è – giustamente – da uomo, e non potrebbe essere altrimenti. Dunque, prima di imbattermi ed approfondire alcuni degli argomenti trattati su Larpers italiane questi mi erano semplicemente sconosciuti.
Non indifferenti, non superficiali, men che meno irrilevanti. Solo e semplicemente sconosciuti, perché mancavo della contezza di questa o quella problematica che se per me, magari, era inesistente per altri è il “vivere la quotidianità”.
Faccio un esempio, sperando di riuscire a trasmettervi il messaggio di fondo che voglio comunicare: io sono pelato, dunque una delle mie massime preoccupazioni durante un evento è coprirmi la testa; questo lo sanno tutti i pelati perché è la nostra quotidianità: se non ti copri la testa in breve ti friggi il cervello. Ecco, un non pelato questo problema non se lo pone, non gli appartiene. Non è parte del suo quotidiano: lui ha i capelli; non ci pensa.
Cosa voglio dire con questo? Che Marica sta facendo un lavoro egregio nella “condivisione dell’esperienza di risoluzione di un problema”. Ecco perché la ritengo un “araldo” (e non solo lei, cito velocemente le altre admin di Larpers Italiane: Cristina Picuti, Jole Rotello, Elisa Tognari, Serena Buonanno, Chiara Tirabasso, Laura Dolla), perché ha avviato un processo di “fare rete” per dare a tutti, siano essi giocatori, organizzatori, curiosi o altro, informazioni utili al vivere al meglio un evento: delle lenti rosa da ben usare, per citare Kant.
Dopotutto non si nasce imparati e Marica fa proprio questo: informare; perché c’è sempre da imparare.
LA PERSONA
- Parliamo un po’ di te, presentati: chi sei?
Ciao a tutti, mi chiamo Marica Russo, vivo nella provincia di Napoli, classe ’81 del segno del Sagittario e faccio LARP dal 2007. Ho molto a cuore il 2007 proprio perché è l’anno della mia vera iniziazione al mondo del gioco di ruolo in generale e del LARP in particolare, sebbene nel 1986 prima e nel 1989 dopo grazie a film come Taron e la Pentola Magica e La Storia Infinita, ero già innamorata del fantasy, solo non mi rendevo conto del seme che avevo impiantato nel mio cuore, seme che poi sbocciò appunto nel 2007. Da allora ho fatto un po’ di strada fondando Soliptica a.s.d. nel 2013 insieme a coraggiosi e bravissimi organizzatori e The Living Theater col progetto LARP I Rami di Yggdrasil nel 2018 insieme alla miglior squadra che avessi mai potuto avere al mio fianco.
- Qual è il tuo più bel ricordo legato al LARP?
Come posso dimenticare la mia prima grande Adunanza del 2007? Evento targato GRVItalia, “Sfida per il Trono”. Ricordo che il cuore mi batteva a mille perché finalmente avevo trovato la mia dimensione, il mio vero mondo. Mi meravigliavo di tutto, non c’era nulla che per me fosse banale. Sebbene non fosse proprio il mio primo live, era la mia prima 7 giorni! Non ricordo una sbavatura, un singolo errore, se non mio e della mia inesperienza. Sono grata a GRVItalia e lo sarò sempre.
- Qual è l’evento di cui vai più fiero? E quale quello di cui vai meno fiero?
L’evento di cui vado più fiera è sicuramente la mia prima due giorni da narratrice e co/regista. Era la prima due giorni della realtà che avevo contribuito a fondare nel 2013 qui a Napoli e a causa di mille vicissitudini ci ritrovammo in tre a scrivere e organizzare un evento di due giorni in sole due settimane e mezzo, a portarlo avanti e a finirlo in maniera eccellente. Ricordo la soddisfazione nel vedere i giocatori divertirsi giocando le storie che io avevo scritto e intrecciato. Da allora capii che non avevo bisogno di nessuno, se non della mia fantasia e del mio coraggio. Di contro non c’è un evento di cui vado meno fiera: come diciamo noi a Napoli “Ogni scarrafon è bell a mamma soja!” (cit.)
- Quale è la peggiore crisi che hai dovuto affrontare? Come l’hai risolta e superata?
2017… 10 anni dopo. E’ stata una crisi profonda spirituale, psicologica e anche fisica. Sono nuovamente mutata, come il bruco che si fa crisalide, mi sono chiusa nel mio bozzolo, lavorando su me stessa diventando poi una farfalla. Ho lasciato la realtà che avevo contribuito a creare nel 2013 in mano a persone che ormai non erano più in linea stilistica e di pensiero con me, fondandone un’altra all’inizio del 2018 con persone che invece tutt’oggi mi sono vicine e di cui vado fiera: attualmente gestisco la narrazione e la regia della campagna “I Rami di Yggdrasil live action role play”
- Che contributo credi di aver dato al LARP Italiano in questi anni?
Sono una di quelle persone che non sta la a guardare, ma agisce. Insieme a Soliptica prima e adesso con I Rami di Yggdrasil sto facendo ciò che credo debba diventare un punto fermo nella cultura del Sud Italia: informazione larpistica. Il mio desiderio è quello di dare a tutti, come li chiamo affettuosamente io, i “wanna be larper” del Sud ciò che serve per essere un larper. Notizie, cultura, diversità di generi e inclusività. Per questo nel 2018 ho fondato e sono coordinatrice di Larp Sud che è un network che tenta di unire le realtà ludiche del Sud Italia espandendo appunto le informazioni su come e dove si fa il LARP al Sud. Siamo una rete nella quale sono confluite molte realtà e molti organizzatori singoli che come me hanno l’obiettivo di essere un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono fare LARP belli al SUD.
IL PALCOSCENICO
- Come è cambiato il LARP da quando hai iniziato?
La mia percezione crea uno spaccato dell’Italia: da una parte le campagne continuative che durano anche da molti anni con in ricambi generazionali fisiologici, dall’altra i live di stampo nordic o collaborativo che uniscono organizzatori di diverse associazioni e che stanno portando temi che a mio avviso declinano situazioni che effettivamente erano già state accennate anche nelle campagne continuative. I nordic o i collaborativi che dir si voglia, secondo me stanno puntando una lente d’ingrandimento su alcuni momenti emozionali e di vita vissuta che prima non erano in qualche modo visti da tutti. E’ un grosso contributo alle sensazioni umane e alle sperimentazioni del carattere di un individuo, anche se io continuo a preferire il fantasy e le campagne ad esso collegate.
- Secondo te che direzione sta prendendo il LARP italiano?
Ogni associazione sta contribuendo a dare la sua personale visione al mondo del LARP italiano, ma anche qui si parla, sempre a mio avviso, di uno spaccato: da un lato trovi le associazioni che fanno solo LARP nordic-style e one-shot, con repliche per chi non ha potuto partecipare alla prima run e dall’altra quelle che fanno campagne continuative nelle quali inserirsi sta diventando sempre più facile grazie alla bravura degli organizzatori e all’esperienza dei giocatori. Ad ogni modo la sperimentazione col buon senso, è la strada che vedo più percorsa attualmente e questo può solo influenzare positivamente il LARP italiano.
- Qual è la ricetta per preparare un buon LARP?
Il LARP è come una nave e gli organizzatori sono l’equipaggio mentre i giocatori sono i passeggeri: serve preparazione, conoscenza, buon senso, tempo da dedicarci e tanta pazienza.
- Cosa non va mai fatto per – e durante – un LARP?
La formula di base deve ricalcare una famosa canzone dei Queen: The show must go on. Ogni cosa che succede deve essere trasformata in occasione di gioco, perché nel momento in cui metti da parte una singola azione dei giocatori, hai fallito!
- Cosa rende un evento scadente? Cosa lo rende invece prestigioso?
Di entrambe le cose credo sia un mix: come la ricetta di cui sopra. Alla base deve esserci preparazione, conoscenza, buon senso, tempo e pazienza. Se tutto è in buona dose ed equilibrio, il live sarà un buon live: diversamente, sarà scadente!
- Cosa caratterizza la tua realtà rispetto alle altre?
Siamo stati i primi che al Sud Italia hanno portato un format stile DrachenFest misto al PVE. Quando l’ho pensata mi sono detta che in effetti la letteratura mondiale è piena di cattivi d’eccellenza e per questo oltre alla contesa tra gli Ordini, i giocatori incontreranno personaggi caotici come Gmork di Fantasia e Re Cornelius di Prydain a reggere le redini del Caos: in effetti sono stati i miei primi passi nel fantasy e i primi nemici che ho voluto sconfiggere con la mia fantasia. Yggdrasil è l’albero dei Mondi e noi ci siamo prefissi di essere il crocevia delle realtà del Sud Italia, un ponte per poi giungere in altre associazioni, mondi e perché no, zone inesplorate. Auspichiamo la crescita e la nascita di nuove realtà e durante un nostro live non manchiamo MAI di far conoscere a tutti i giocatori le date e gli eventi delle realtà che vengono a trovarci e a giocare con noi intrecciando le loro storie con le storie del cuore di Yggdrasil.
IL CONTESTO
- Negli ultimi anni il LARP italiano è molto cambiato e continua a cambiare, costantemente. Quali sono secondo te i punti chiave di questa realtà Italiana?
Vivere è mutare e cambiare: se restassimo fermi in un punto non potremmo mai evolverci. Uno dei punti chiave che sono sicura andrà avanti da qui a molti anni a venire è la sperimentazione di temi mai toccati prima a definizione della declinazione di cui parlavo prima. Se volessi fare un paragone sarà un po’ come gli anni della scuola: alle elementari e alle medie sperimenti il tutto, al liceo imbocchi una strada adatta a te, all’università particolarizzi una materia a te cara e di cui ti innamori e poi ci sono i master e i dottorati che ti fanno diventare dottore e specialista nel tuo campo. Infine c’è la ricerca personale, i corsi di perfezionamento e di approfondimento! Sulla strada ci sono tanti bivi: a me piace pensare che noi esseri umani siamo persone maledettamente fantastiche e sono sicura che anche il LARP ci stupirà in maniera positiva nel futuro.
- Ti rifai ad un movimento nazionale, internazionale, o segui una via da te tracciata?
Probabile che la mia strada personale sia stata teorizzata e scritta in un qualche movimento nazionale e/o internazionale che attualmente non conosco. So solo che per me ciò che conta in un evento LARP è l’emozione: farle vivere, la mia via tracciata.
- Riesci ad individuare altre tre realtà italiane con cui senti affinità per ideologie, temi, politiche e strategie adottate?
Sicuramente Battle for Vilegis, visto che I Rami di Yggdrasil per molti versi gli si accosta. Di base mi sento vicina a tutte le realtà che fanno LARP perché tutte hanno una storia bellissima alle spalle e persone eccellenti che danno il massimo per far vivere emozioni che nella vita vera a volte viviamo raramente. A tutti sento di dover dire grazie per ciò che ci fanno sperimentare.
- Le piccole realtà, spina dorsale per decenni del LARP, stanno scomparendo: qual è la tua opinione in merito?
Credo ci sia una percezione sbagliata di questa cosa: prima di Larp Sud non pensavo che ci fossero più le realtà da 20-40 giocatori. Mi sono ricreduta in maniera positiva e anzi, specie nel mio territorio grazie anche alla divulgazione, ne stanno nascendo di nuove e interessanti. Non vedo l’ora di andare a giocare e a vivere nuove vite!
- Riesci ad individuare dei momenti storici precisi che permettano di dire “è successo qualcosa e da allora nulla è stato più come prima”?
Mi viene in mente il 2013, anno in cui Terre Spezzate ha lanciato il suo manifesto del Larp dove annunciava la rivoluzione che di li a poco avrebbe preso come associazione (NdR: le 42 Tesi per la Rivoluzione e il Manifesto 2013: la Rivoluzione d’Ottobre). Oggi a distanza di 6 anni molti si sono allineati al loro stile, quando all’inizio li avevano denigrati e giudicati male. Hanno seguito i loro principi e le loro idee e da allora tutti i cambiamenti non sono stati più additati e biasimati. Seguire le proprie inclinazioni paga bene, ognuno di noi dovrebbe farlo sempre!
- Si parla tanto di “Nordic LARP”: qual è la tua opinione in merito?
La vita è una sola, ma il LARP te ne può regalare tantissime, tant’è che grazie a conoscenze avvenute tramite canali dedicati al LARP dove sono amministratrice e fondatrice come Larpers Italiane, ho conosciuto Benedetta Pini con la quale ho instaurato un rapporto di amicizia profonda e insieme stiamo lavorando ad un progetto nordic e collaborativo:Collegio Madre Artemide, in pratica la mia prima esperienza in questo campo. Benedetta ha saputo vedere nel mio entusiasmo uno slancio verso la novità e ha saputo costruire un team di persone competenti che mi stanno aiutando tantissimo a crescere come scrittrice e organizzatrice. Devo molto ai ragazzi che con me sono dietro al “Collegio” e sono convinta che fare anche i Nordic LARP potrà sicuramente essere un vantaggio del futuro che presto o tardi le istituzioni non potranno ignorare. Che i villaggi LARP siano un lavoro del futuro ormai non più lontano?
- Il LARP si sta evolvendo verso forme sperimentali: talune intimiste, altre cinematografiche, alcune di denuncia sociale. Qual è la tua opinione in merito? Esistono argomenti Tabù?
Non esistono argomenti tabù, esistono esperienze che a causa di vissuti particolari che appartengono a noi stessi come esseri umani, non vogliono essere ripetute. Basta rispettare quest’assunto e dare ai giocatori tutte le informazioni possibili circa un tema di un evento: questo farà vivere meglio l’esperienza al giocatore che accetta di giocare quel live e darà serenità agli organizzatori.
I PROTAGONISTI
- Chi è il vero protagonista di un evento: la storia, il personaggio o il giocatore? Ti ascoltiamo…
Il giocatore! Sono convinta che solo se ti senti protagonista di un evento, alla fine lo sei davvero. Ti muovi nella storia, reagendo a ogni stimolo come lo farebbe il tuo personaggio e modificando la storia stessa perché come ho detto prima se non muta ed evolve non è degna di essere vissuta. Puoi avere una storia e dei personaggi, ma senza i giocatori non vai da nessuna parte! I protagonisti sono decisamente loro.
- Come dovrebbe essere per te l’evento perfetto?
Armonia: dev’esserci armonia su tutto. La comunicazione è alla base della buona intesa nello staff, la chiarezza d’intenti che poi si espande verso i giocatori dando loro la sensazione che tutto ciò che sta succedendo, sia alla fine il risultato di una costruzione armoniosa. L’armonia si raggiunge solo con la conoscenza, la maturità e l’esperienza: diversamente basta prendere atto che insieme non si funziona, quindi conviene preservare il buono per non avere brutti ricordi e restare scottati.
- Cosa rende uno staff, un buono Staff?
La comunione d’intenti, l’avere lo stesso obiettivo e muoversi insieme senza aver paura di percepirsi come persona che ha il diritto di esprimere sé stessa. Tutte le cose belle stanno sempre al di là della paura.
- Cosa rende una comunità, una buona comunità?
L’aiutarsi a vicenda in maniera incondizionata, conoscersi e accettarsi per quelli che si è. Tutti abbiamo pregi e difetti: una buona comunità esalta i pregi e prende i difetti solo come esempi sui quali lavorare e migliorarsi.
- Cosa rende un evento, un buon evento?
Un mix equilibrato di tutto ciò che ho già detto nel particolare: comunicazione, chiarezza, pazienza e comprensione!
- Il gioco di ruolo è aperto a tutti ma non è per tutti: concordi? Perché?
Concordo. Alcune persone non sanno distinguere la realtà dalla finzione o dalla sperimentazione, risultando a volte sgradevoli e ossessionati dal proprio personaggio. Il LARP non è una seduta di psicoterapia (anche se con The Living Theater stiamo pensando anche a questo, ma è un’altra storia 😉 ) e gli organizzatori di LARP non sono coloro che hanno discernimento su tutto e possono aiutare tutti. Vero è che chi ha problemi comportamentali simili, non se ne rende conto fin quando qualcuno con conoscenze mediche appropriate non glielo mostra. Forse nella nostra società odierna uno psicoterapeuta in un LARP sarebbe fondamentale proprio per questi casi ormai non più tanto isolati.
Con quest’ultima considerazione ringrazio Marica e ringrazio voi amici lettori che siete arrivati sino a qui. Se vi è piaciuta quest’intervista e volete leggerne altre cliccate su LARP: A Night With…