Tra i più grandi fautori della diffusione della cultura nerd negli ultimi dieci anni (ed oltre), c’è senz’altro The Big Bang Theory. Nel bene e nel male, lo show classe 2007 ha inevitabilmente contribuito a diffondere terminologie, abitudini, usi e costumi che fino a quel momento erano confinati ad una specifica e piccolissima nicchia di persone nel mondo. L’idea che Aquaman sia un supereroe scadente a prescindere, le serate di gioco (celebre la puntata in cui i protagonisti giocano ad Halo), le fisse per i fumetti, le action figures, l’isteria che ci prende quando incontriamo il nostro attore preferito (spesso un nerd a sua volta), i giochi da tavolo e, ovviamente, i giochi di ruolo come Dungeons & Dragons.
Il gioco di ruolo più famoso del mondo® è apparso più volte nello show. In otto episodi Dungeons & Dragons viene menzionato, mostrato, o giocato dai protagonisti, in scenari e contesti più o meno diversi. In “The Creepy Candy Coating Corollary” e “The Plimpton Stimulation”, rispettivamente quinto e ventunesimo episodio della terza stagione di The Big Bang Theory, D&D viene solo menzionato. Per la prima partita dobbiamo aspettare “The Wiggly Finger Catalyst”, quarto episodio della quinta stagione, in cui Sheldon conduce un esperimento in cui decide di prendere tutte le decisioni più futili della sua vita usando i suoi dadi. Ancora nella quinta stagione, nel diciannovesimo episodio chiamato “The Weekend Vortex” viene menzionato.
Nella sesta stagione, Dungeons & Dragons torna nella narrazione per due volte, negli episodi 11 e 23. Nel primo, “The Santa Simulation”, Leonard crea un’avventura in cui il gruppo deve salvare Santa Claus, che giocheranno per tutto il weekend. In “The Love Spell Potential”, invece, anche le ragazze del cast giocano per la prima volta, e successivamente Sheldon ed Amy giocano una sorta di versione più intima in camera da letto. Nell’episodio ventidue della nona stagione, “The Fermentation Bifurcation”, Sheldon crea una versione particolare del gioco per Bernadette, per farla sentire a suo agio.
L’ultima comparsata di Dungeons & Dragons in The Big Bang Theory risale a pochissimi giorni fa, nel sedicesimo episodio della dodicesima stagione, “The D&D Vortex”. Alla luce dell’evoluzione di D&D negli ultimi anni, è interessante fermarsi a parlare dell’episodio in questione che, per altro, ha un cast al limite dell’incredibile.
Cultura nerd che diventa pop, Critical Role, e celebrità che giocano a D&D
Più volte abbiamo parlato di come Dungeons & Dragons, dal 2015 ad oggi, stia vivendo una seconda giovinezza. Forse una prima giovinezza, perché di fatto D&D non è mai stato così sulla bocca di tutti. Il merito “ludico” va alla quinta edizione del gioco, che grazie al nuovo approccio in termini di regolamento è riuscito a rinfrescarsi non poco, ma quello mediatico va al lavoro fatto in termini di promozione e marketing da Wizards of the Coast ed Hasbro, che hanno saputo prevedere, intercettare, e creare dei veri e propri trend riguardo il mondo del gioco di ruolo (ed i loro prodotti, ovviamente).
Prima di tutto il grande supporto a programmi come Critical Role, ed in generale tutta la scena degli actual play dal vivo (ve ne avevamo parlato in un precedente articolo), che siano su Twitch o YouTube. Poi la grande attenzione nel creare contenuti speciali, edizioni da collezione, gadget, memorabilia al passo con i tempi che segue tutte le dinamiche commerciali di altri medium di intrattenimento come il videogioco, la tv, ed il cinema. Anche creare un’edizione limitata da 500 dollari di un’avventura come quella di Waterdeep – Il Furto dei Dragoni, che fa riflettere su quante copie possa aver piazzato realmente, serve in realtà a far parlare di sé prima che ad incassare soldi, perché questi sono annunci che generano condivisioni, articoli di approfondimento, video sui social network, e così via.
Ed infine il grande supporto a tutte le celebrità che, genuinamente, supportano, amano, e soprattutto giocano Dungeons & Dragons. Che sia una campagna pubblicitaria creata ad hoc, un contenuto sponsorizzato, o semplicemente una pacca sulle spalle a chi fa qualcosa in proprio senza interessi di lucro, è tutto molto importante per far diventare D&D un brand prestigioso e riconosciuto anche ben oltre la schiera di giocatori di ruolo.
Solo su queste pagine trovate il racconto di Mayim Bialik (Amy, proprio in The Big Bang Theory) che usa D&D come terapia familiare; Deborah Ann Woll che ha da poco iniziato un nuovo show su Geek & Sundry (a proposito, è una bomba, guardatelo!) e spesso racconta di quanto insista per giocare a D&D con i suoi colleghi sui set dove lavora; il futuro di D&D nella scena eSport; il caso di Drawings & Dragons, il Critical Role “nostrano” supportato direttamente da Asmodee Italia; Joe Manganiello che va a giocare a D&D in un ospedale pediatrico.
Proprio Manganiello, la cui interpretazione in Magic Mike spingerà “improvvisamente” le ragazze di The Big Bang Theory ad interessarsi al gioco, è tra i protagonisti del cast stellare di “The D&D Vortex”. Gli altri? Whil Wheaton, William Shatner, Kevin Smith (che è già ospite di Deborah Ann Woll) ed un improbabile Kareem Abdul-Jabbar. La sinossi dell’episodio è che Wheaton ha una “D&D night” fissa con alcuni VIP suoi amici (tra l’altro, nell’episodio non si gioca neanche mai realmente per un secondo), e Sheldon, Raj, Howard e Leonard cercano in tutti i modi di intrufolarcisi.
La puntata in sé non è niente di che, ma è interessante analizzare che, nel 2019, è paradossalmente The Big Bang Theory che torna quasi ad inseguire i trend del momento, invece che lanciarli e cavalcarli. Erano infatti ben tre stagioni che D&D non veniva menzionato nemmeno una volta come battuta, proprio gli anni in cui il gioco di Wizards of the Coast è diventato un vero e proprio marchio famoso in più settori dell’intrattenimento. La puntata è stata annunciata addirittura all’inizio del mese, come fosse un grande momento da seguire assolutamente quando, in realtà, alla fine si rivela un episodio tutto fuorché memorabile.
The Big Bang Theory, dopo aver concesso alla cultura nerd di diventare incredibilmente popolare (con tutti i pro e contro che neanche una serie di saggi potrebbero analizzare completamente), torna invece a sedurre i suoi spettatori con qualcosa che già conoscono. Come a dire: “Ehi, quindi vi piace vedere Dungeons & Dragons giocato da gente famosa? Ricordatevi che l’abbiamo fatto noi per primi!”. L’avreste mai potuto immaginare, fino a qualche anno fa?