Sono [Andrea De Bellis] e sono un Viandante dimensionale. La mia missione? Esplorare altri mondi.
Oggi sono in quello di Brass Age per la precisione a due passi da Westminster, all’ombra del Big Ben: Londra. Impero Britannico.
Non c’è che dire, l’età Vittoriana è stata un fermento di innovazione per i cittadini della Corona Britannica a quanto giudico dal quotidiano che sto sfogliando. L’impero è all’apogeo del suo potere e nulla sembra poter arrestare la propria fame di novità. Un crogiolo di menti e pensatori, tutti indaffarati a migliorare la propria esistenza, a discapito dei milioni di sudditi che si riparano sotto la sottana della Regina Vittoria.
Eppure qualcosa striscia nell’ombra dei vicoli di questa metropoli. Londra, io lo sento mi nascondi qualcosa, ma oggi scoprirò di che pasta sei fatta. Ti ho visto nutrire i tuoi figli nelle tenebre. Individui di malaffare che si scambiano informazioni e cazzotti con una facilità che farebbe impallidire chiunque.
Limehouse li chiamate ma io preferisco il buon vecchio e caro “criminali”; un mondo che cova rancore per come tratta diversamente i suoi figli. Li ho sentiti gli irlandesi volersi ribellare, cosi come ho ascoltato i lamenti di coloro che vivono nelle fogne: l’Underworld. E che dire della Triade Cinese che con i suoi orridi prodotti ormai infesta ogni locale facendo di spezia ed oppio il suo oro?
Londra, tu sei malata più di quanto immagini. A nulla varrà l’operato di Illuminati e Massoni, poiché loro stessi tra poco meno di un secolo ti porteranno sull’orlo della rovina: Grande Guerra la chiamerete, e sarà solo l’inizio della fine di quello che credete essere un immortale regno millenario.
Solo un pugno di uomini ti ha davvero cuore ed oggi io mi incontrerò con loro, ma solo per scoprire perché quest’epoca non è ne Argento ne Ferro, ma solo di opaco ottone: Brass Age! Non è stato difficile scoprire luogo e data di morte della Regina, dopotutto per me sono nozioni basilari, ma sono certo che ai membri del Club Diogene farà piacere saperlo e cosi potersi muovere di conseguenza.
Certo, potranno fare ben poco ma questo è per me irrilevante. Tanto vale alimentare lo stereotipo che vuole una qualche macchinazione dietro ogni singola cosa e fingere che il colpevole di questo tragico avvenimento non si altro che lui: Moriarty.
Il Vecchio Ben suona, è l’ora del thé ed è bene che io mi avvii verso il sofisticato Club Diogene. Sir Wulfrick Gindergard [Simone Fini] e Lord Pemblethon [Riccardo Giuliani] ormai saranno irritati nel non vedermi arrivare ed io non ho alcuna voglia di tenerli sulle spine oltre.
Chiudo il quotidiano che stavo leggendo e varco la soglia. E’ tutto è come mi era stato descritto da Mycroft. Il vecchio maggiordomo sa perfettamente chi sono e cosa faccio qui. In religioso silenzio mi accompagna lentamente nella apposita sala dove è concesso parlare. La bizzarria di questo luogo impone di zittirmi.
Che facciano quello che gli pare questi ricchi snob. Loro il mondo, loro le regole. Consegno a lui per puro sollazzo il giornale che sto sfogliando e, con sguardo interrogativo, ne rimane confuso leggendone l’editore non di questo mondo: Limana Umanita. Avrà un bel da fare per scoprire cosa sia quando avrà terminato la sua funzione di mio accompagnatore.
Sono all’interno. E’ palese che i miei due ospiti siano contrariati ma purtroppo dovranno stare al gioco tanto quanto me. Osservo l’orrido quadro appeso sopra il camino scoppiettante, mi accomodo, accetto il tonico che mi hanno gentilmente offerto. Sorrido ed inizio: mi calo nella parte… si va in scena.
1) Bando alle ciance, voi sapete perché sono qui e io so perché voi siete qui. Volete la mia informazione e io voglio informazioni da voi… che vi sembreranno anche strane. Si, uno scambio. E’ questo quello che propongo. Lo so, vi sembrerà strano ma il mio prezzo è sapere voi cosa fate, VOI tutti intendo. Non meravigliatevi per il senso di quel che vi chiederò, voi rispondete semplicemente quello che sapete. Su, forza, non abbiamo tutto il giorno, il thé delle cinque si fredderà…
[Domanda vera: Brass Age, con le sue avventure di intrighi e misteri e ambientazioni cupe e fumose si offre bene ad un pubblico appassionato dello stile Vittoriano. Ma Brass Age, esattamente, cosa racconta? I personaggi che ognuno di noi giocherà cosa andranno ad impersonare?]
Sir Wulfrick Gindergard: Quanta irruenza! è proprio vero che ciò che ci prospetta il futuro è un imbarbarimento collettivo nei modi e nelle forme.
Comunque non eluderò la sua domanda: i nostri agenti sono persone che nella loro vita hanno sviluppato delle particolari “doti” oltre ad un certo nerbo, doti che il Club mette a servizio della causa, della corona. in definitiva non ci sono preclusioni potete essere un ex ladro o un ufficiale di alto grado, se siete utili il club farà in modo che voi diate il vostro contributo, che lo vogliate o meno.
Lord Pemblethon: a me personalmente piace vederla cosi: avete presente quei libri di avventura da pochi scellini che impazzano tra i nostri giovani? Gli scritti di quel Verne, o di quell’ italiano sempre un po depresso, Salgari mi pare che si chiami.
Ecco poniamo che questi scritti contengano una parte di verità.
Ma andiamo oltre, immaginiamoci che quel romanzzaccio della Shelley , quello sul cadavere rianimato, o le scempiaggini immaginate da Wells su macchine del tempo o isole con animali antropomorfi possano esistere realmente, ecco se tutto fosse reale, e non dico che lo sia, allora gli uomini che reclutiamo servono a fare in modo che queste cose rimangano confinate in libri di terzordine e non irrompano nel mondo reale.
[Riccardo: Brass Age è semplicemente una dichiarazione d’amore per tutta la letteratura ottocentesca, che si tratti di romanzi d’appendice, d’avventura, gialli, fantastici o fantascientifici. I personaggi saranno essenzialmente degli avventurieri coinvolti in storie di vario tipo, nelle nostre intenzioni sempre dense di mistero, azione e un velo di sovrannaturale.]
2) Va bene, va bene, tanto siamo tutti tra gentiluomini qui, nessuno ha voglia di sporcarsi le mani, vero? Come se ne fossimo in grado poi; che poi mi domando, ma qui alla Diogene, esattamente, che gente reclutate?
[Domanda vera: Il gioco non è palesemente dedicato al combattimento e questo si coglie anche leggendo le pagine che ne illustrano le meccaniche. Ma allora cosa si gioca, esattamente, quando si è ad un tavolo di Brass Age?]
Sir Wulfrick Gindergard: Ah! la vecchia cara diatriba su come è meglio catturare le mosche: se usare il miele o l’aceto.
Io sono un uomo di scienza, intelletto e ragione, personalmente aborro la violenza.
Credo che in un futuro prossimo saremo così evoluti da poter girare in città senza dover essere armati.
Quindi credo che la logica e più in generale l’uso dell cervello siano la chiave di volta per eccellere nel nostro lavoro, è così che si dipana un mistero, non prendendolo a bastonate.
Lord Pemblethon: Mio esimio collega in questo caso non mi trovi d’accordo.
Certo il Diogene ha sempre necessità di uomini di spessore, ma è indubbio leggendo con attenzione il regolamento interno del club, che ogni squadra necessità di eterogeneità.
Per ogni pensatore ci vuole un uomo di nerbo e azione. Per quanto tu aspiri ad un futuro privo di violenza, viviamo in tempi bui in cui si può finire accoltellati per pochi scellini.
In tempi del genere gente capace di scuotere con vigore le ossa è essenziale per arrivare in fondo alle questioni.
E ti assicuro amico mio che sei così ansioso di avere informazioni sul Club, che chi sceglie il bastone da noi avrà le stesse soddisfazioni di chi sceglie l’intelletto.
[Riccardo: in verità il combattimento in Brass Age è presente ed è estremamente letale. Chi costruisce un personaggio il cui talento principale è nel conflitto, proverà la soddisfazione di districarsi con un certo successo nelle risse o nei duelli. Tuttavia, a differenza di molti altri giochi, il combattimento non è necessariamente ciò che risolve le avventure: se alla fine del gioco avrai ammazzato tutti i nemici, ma non sarai riuscito a recuperare i progetti che il Diogene ti aveva richiesto, i Punti Personaggio (leggi punti esperienza) che riceverai saranno drasticamente ridotti! Molto spesso, per portare a compimento i propri incarichi, i personaggi dovranno raccogliere indizi e prove, risolvere enigmi, trafugare informazioni od oggetti… In particolare, con le ambientazioni di Gran Bretagna o Italia, i personaggi potranno essere paragonati a delle spie inviate in missione. In America o Africa, invece, il cuore del gioco sarà più incentrato sull’esplorazione, la scoperta e anche sul conflitto.]
3) Ora ve la dico io una porzione dell’informazione che volete sapere: ciò che temete di più avverrà sull’Isola di Wigth nel 1901. Come faccio a saperlo? Ditemelo voi piuttosto, sono certo che conosciate benissimo il viaggio temporale cosi come conosciate anche altre epoche degne di rilievo in cui operate, o sbaglio?
[Domanda vera: Questo gioco è solo un pezzo del più ampio collage che avete creato e non può non domandarcisi perché si sia deciso di perseguire tale scelta editoriale. Meglio massimizzare le vendite, realizzando prodotti differenti e specifici godibili da differenti palati? Oppure il motivo è un altro…]
Sir Wulfrick Gindergard: La biblioteca del club è una delle più fornite di Londra, abbiamo volumi che vengono direttamente dalla Biblioteca di Alessandria, e altri che a detta degli esperti sono stati scritti in ere che la scienza ci dice non dovrebbero esistere, eppure sono li. Tutto questo materiale è servito per costruire la conoscenza del mondo in cui viviamo e in cui vivremo.
Capisce anche lei che sarebbe stato un peccato che tutta questa letteratura fosse rimasta sepolta e sconosciuta ai più.
Certo a rileggere alcuni dossier dedicati al futuro prossimo alcune cose si intuiscono ma è solo una piccola porzione di un disegno molto ampio.
Lord Pemblethon: Quando abbiamo iniziato, ci siamo posti come obbiettivo di fare il lavoro migliore possibile, e così è stato. Per fare un buon lavoro abbiamo prodotto molto materiale, materiale che potevamo tenere per noi, ma essendo un club di gentiluomini abbiamo pensato che fosse ingiusto essere gli unici a godere di tanto sapere.
Poi ammettiamolo, sapere che tutto è collegato, che nulla è li per caso, non vi fa correre un brivido lungo la schiena?
[Riccardo: Brass Age e Project H.O.P.E. sono il frutto di anni e anni di sogni a occhi aperti (e di lavoro!). Per quanto mi riguarda, in questa esperienza niente di ciò che ho fatto è mai stato frutto di un calcolo su ciò che avrei potuto ottenerne. Avevo delle cose da raccontare. In alcuni casi penso di averlo fatto egregiamente. E finché avrò qualcosa da dire continuerò a raccontarlo attraverso i nostri giochi, indipendentemente dai “trend” del momento.]
4) Direi di battere il ferro finché è caldo: come comunicate con i vostri “colleghi” oltre le nebbie del tempo? Come comunicano loro con voi? Su, se i vostri colleghi del futuro non vi hanno detto nulla è perché non sono in grado ed io rimango la vostra unica possibilità di sapere chi si nasconde dietro tutto…
[Domanda vera: Restiamo in tema tempo: Brass Age esattamente dove si colloca temporalmente tra i prodotti Limata Umanita e come è collegato a tutti gli altri?
Sir Wulfrick Gindergard: E’ vero grazie a tecnologia di cui non voglio parlare abbiamo avuto degli squarci del futuro che ci aspetta. Chi ha visto la cosa ha parlato di una guerra come non se ne erano mai viste, combattuta da tutti i popoli della terra, dove essere umani dai poteri quasi divini scorrazzano sui campi di battaglia, un futuro terribile, ma avverrà non prima di cento anni, quindi perchè preoccuparsene ora?
Lord Pemblethon: I due mondi sono collegati è vero, ciò che facciamo qui avrà conseguenze per il futuro, ma non così evidenti. Il nostro mondo è il nostro mondo, quello che verrà è il mondo dei nostri figli, ed ognuno può giocarsi la propria partita senza avere contezza dell’altro.
Però rimane la conoscenza, e io credo che tra il sapere e il non sapere, sia più auspicabile sapere.
[Riccardo: è presto detto: pur essendo stato pubblicato dopo, Brass Age è ambientato all’incirca un centinaio di anni prima rispetto a Project H.O.P.E. Siamo nello stesso mondo e ci sono legami molto forti a livello di ambientazione, ma i due giochi restano distinti, giocabili separatamente e del tutto indipendenti (non devi conoscere ciò che è successo in Brass Age per giocare a Project H.O.P.E., e viceversa, e d’altronde le regole di gioco sono molto diverse). Ci sono alcuni PNG che percorrono entrambi i giochi, ma è nato semplicemente come un divertissement di noi autori (poi ci siamo resi conto che contribuiva enormemente a rendere la trama e la sensazione di gioco più “reale” e avvincente).]
5) Questa è un’altra informazione che vi do: sapevate che molti vostri agenti sono indebitati con altre rispettabili società segrete londinesi? Non lo sapevate? Mai notato quel via vai costante di epistole fra le vostre fila? Già, dopotutto voi siete quelli che parlano poco…
[Domanda vera: Il motore di gioco è sostanzialmente diviso in due tronconi, quello meramente meccanico e quello che a me piace definire “narrativo”: mi sto riferendo a l’uso delle lettere e delle “Cospirazioni. Come nasce questa curiosa e peculiare idea?]
Sir Wulfrick Gindergard: Beh nella nostra società lo scambio epistolare è la più alta forma di comunicazione, oltre essere la più veloce. Solo oggi pomeriggio ho ricevuto ben quattro missive, due delle quali di mia moglie che mi consigliava il vestito per la cena di stasera, quindi credo che sia il modo più naturale per comunicare con e tra gli agenti, le non crede?
Lord Pemblethon: Le informazioni girano è inevitabile, solo uno stupido non lo noterebbe.
Nessun agente del club è così sprovveduto da fidarsi ciecamente degli altri, fa parte del gioco.
Dormite con un occhio solo, è questo che dico sempre ai miei agenti, a meno che non siate Jimmy il guercio, in quel caso non dormite affatto è meglio
[Riccardo: poiché il tema centrale di Brass Age sono le Cospirazioni che imperversano nell’età Vittoriana, abbiamo pensato di introdurre il sistema di debiti/crediti per rendere la sensazione che si ha leggendo molta della narrativa di quel tempo. L’idea è che i PG dovrebbero sentirsi un po’ in balia di questi soggetti occulti che operano nell’ombra, e ciononostante risultare alla fine i protagonisti delle storie, coloro che riescono a spostare gli equilibri. L’idea delle lettere per comunicare gli ordini delle varie Cospirazioni ci è sembrato che aggiungesse la giusta dose di paranoia e diffidenza fra i giocatori, che sì, sono chiamati a collaborare, ma hanno anche la necessità di salvaguardare gli interessi personali dei loro personaggi!]
6) Mai pensato di permettere più “apertura mentale” ai vostri agenti? Magari se si infiltrassero nelle fila dei vostri nemici questi potrebbero sbottonarsi con loro e rivelare altri importanti segreti. Percepire il mondo da una prospettiva diversa, no?
[Domanda vera: Perché questa scelta di vincolare i personaggi giocanti ad essere necessariamente membri del Club Diogene di turno (ogni ambientazione ha la sua specifica “società segreta” di “buoni” deputati a fare il bene della nazione)? Non era meglio concedere la scelta di poter giocare, da regolamento, anche le altre “società segrete”…]
Sir Wulfrick Gindergard: Ogni meccanismo ben oliato prevede che siano rispettati alcuni limiti. Anche la nostra organizzazione per quanto brillante, deve sottostare a questo aspetto dell’essere.
Ma che sia chiaro non è un vezzo, ogni cosa è stata minuziosamente pianificata, il tutto con un unico scopo finale, la totale soddisfazione dei nostri agenti!
Lord Pemblethon: Tutto si basa sullo sventare piani orditi da altri, dipanare misteri, e sporcarsi le mani per arrivare all’ obbiettivo.
Stare nel cub è il modo migliore per farlo, essere agenti al soldo di un’altra organizzazione non sarebbe la stessa cosa.
[Riccardo: fino a Italia, ogni nazione esplorata ha la sua versione del Club Diogene; in Africa, invece, esistono solo le città perdute e i PG potranno decidere di esplorarle al soldo di qualsiasi organizzazione preferiscano o, perché no, anche indipendentemente. Quando hai a che fare con il mistero la cosa più divertente (almeno a mio modo di vedere) è riuscire a districarlo, non crearlo. Per questa ragione abbiamo preferito mettere i giocatori in una posizione di svantaggio, nel ruolo di quelli che devono sventare le trame delle varie Cospirazioni in gioco, piuttosto che idearne a propria volta. Ma in ogni caso, di fatto, i PG potranno essere ANCHE al soldo (o comunque alle dipendenze) delle varie Cospirazioni per effetto dei debiti/crediti, per cui finiranno con l’esplorare entrambi i lati del muro.]
7) Sapete cosa penso? Che dovreste aumentare gli stipendi dei vostri agenti, non correreste il rischio di vederli passare al nemico o ancora peggio, rischiare di indebitarsi con qualcuno pericoloso e rimanere uccisi in qualche puzzolente vicolo. Sapete come mi sono procurato l’informazione che volete? Proprio in questo modo e… giù le mani dalla pistola, cortesemente. Grazie!
[Domanda vera: Ma come fa ad accostarsi uno strumento cosi dinamico e regolamentato come lo scambio di favori tra i personaggi e le “società segrete” ad un avanzamento del pg cosi lento e poco profondo? Non crea forse una cacofonia?]
Sir Wulfrick Gindergard: Anche in questo caso amico mio ci fa difetto di poca lungimiranza, ma non è così.
Come dicevamo sopra, tutto è stato calibrato per uno scopo: prendete il personaggio di sir Conan Doyle, l’investigatore, quello con il cappello da caccia, anche lui che sulla carta ha capacità cognitive infinite, anche lui dicevo si serve di ragazzini per la risoluzione dei casi.
I nostri agenti non sono come Sherlock Holmes, forse lo diventeranno con il tempo, ma quando iniziano a lavorare per noi, sono solo diamanti grezzi.
Se tutto fosse facile, se le loro capacità già sviluppate, si perderebbe una parte importante del tutto.
I soldi, i debiti i propri alleati, non avrebbero lo stesso peso e finirebbero per non essere usati.
E’ la fame che aguzza l’ingegno e abbiamo ritenuto che all’inizio i nostri agenti debbano essere affamati.
Lord Pemblethon: che dire amico mio gliele hai cantate!
aggiungo solo una cosa: se sfruttate bene le proprie risorse, anche all’inizio della propria carriera si possono compiere gesta memorabili, di strumenti ne forniamo parecchi, basta essere oculati ma non avari.
[Riccardo: direi di no, almeno non in base ai feedback che ormai riceviamo da anni. In verità, se si sceglie di “specializzare” il proprio personaggio e di potenziare l’uso dei Trucchi, l’avanzamento non è poi così lento. Se invece si vuole diventare bravi a far tutto… lo si paga a caro prezzo.]
8) Non c’è che dire, voi della Limat…ehm.. Club Diogene avete gusto. Il mobilio è bello, molto, cosi come i quadri, anche se quello li, con il fante di marina e il beagle in braccio proprio non si può vedere. Chi è l’autore? E’ ancora in vita? Mio Dio, spero di no…
[Domanda vera: Il layout grafico del prodotto è molto interessante e nemmeno mi soffermo sulla qualità della carta utilizzata che da un senso di “massiccio” ai vostri manuali. Sfogliandoli però si colgono delle profonde differenze nei materiali, come se alcuni disegni fossero stati appositamente realizzati ed altri invece fossero semplicemente recuperati qui e li da originali del tempo. E’ solo una mia impressione?]
Sir Wulfrick Gindergard: Qui l’eleganza e il bello sono qualità che apprezziamo moltissimo e mi fa piacere che questo venga notato. Ciò che conta per noi è l’atmosfera! e chi meglio di una acquaforte o di un disegno preso pari pari da un libro di scienza possono rendere questa nostra Londra così caratteristica?
Lord Pemblethon: Anche in questo caso amico mio nulla è casuale, chiedere ad un pittore moderno, se pur bravo di scimmiottare lo stile di certi quadri, o la qualità ci certe incisioni sarebbe stata follia! Abbiamo preferito mischiare il tutto e pare che la soluzione abbia fino ad ora ricevuto numerose lodi.
[Riccardo: è proprio così: alcuni disegni sono stati realizzati specificamente per illustrare scene o personaggi raccontati nei manuali, mentre altre sono illustrazioni originali dell’epoca, il cui scopo è contribuire a creare il senso dell’ambientazione.]
9) Va bene, va bene, ci siamo quasi. Siete diventati impazienti, si sente. Quello che volete è qui. In questa lettera. Eh, Eh. Ci sono in molti che pagherebbero per averla: americani, italiani, e chissà chi altro. Io però la poso qui, confidando nel vostro buon “cuore”. Sapete, ho scelto voi solo perché siete quelli più vicini: per me siete tutti uguali ma mi domando, è davvero cosi?
[Domanda vera: Oltre la Gran Bretagna avete dedicato moduli all’America, all’Italia e al Mondo Perduto. Quali sono le differenze tra loro? Perché ad un primo sguardo sembrano solo dei recipienti di nuove società, nuove classi e nozioni storiche facilmente recuperabili da chiunque…]
Sir Wulfrick Gindergard: Hai detto bene amico mio, uno sguardo superficiale noterebbe più le similitudini che le differenze, ma come si dice Dio è nei dettagli.
Ogni organizzazione risponde a logiche diverse: i nostri cugini Americani ad esempio sono più propensi ad un approccio più muscolare che cerebrale, lo si intuisce dalla loro letteratura di genere.
Scienziati, macchine umanoidi a vapore, e tanta tanta azione anche se la letteratura è di basso livello, tra le nostre ex colonie è popolare.
Loro le chiamano le edisoniadi, e pretendono di farle passare come un genere letterario.
Come vede ogni organizzazione è un atto d’amore verso un genere letterario ben preciso, e tutto quello che lo circonda; le capacità degli agenti, le armi e il contesto servono a renderlo al meglio.
Lord Pemblethon: Bhe se prendiamo l’ultima dispensa che parla dell’Africa addirittura ci troviamo ad avere un contesto totalmente diverso dove non ci sono nemmeno organizzazioni come il Club Diogene. Sembra più un libro di quelli che vengono definiti come genere “mondi perduti”, come vede ogni cosa è a suo posto per un motivo e per uno scopo.
[Riccardo: come ho detto all’inizio, Brass Age esprime la nostra passione per la letteratura ottocentesca. Con la prima uscita ci siamo concentrati sui gialli – sulla scia dei romanzi di Conan Doyle – ma pian piano contiamo di esplorare tutte le possibili declinazioni. Con America abbiamo raccontato quelle che venivano chiamate le “Edisonate”. Con Africa ci siamo avvicinati ai “Mondi Perduti”. Italia ha invece una storia editoriale leggermente diversa, e se vogliamo un’impronta vagamente più “storica”, essendo nata dalla collaborazione con Matteo Strukul.]
10) Bene, e ora che avete letto il nome di colui che commetterà il fatale gesto cosa farete? Ci vuole ancora molto per arrivare al tempo della fine di tutto eppure sembrate imbambolati… c’è qualche problema? O volete solo che vada via cosi che possiate rimuginare sul significato di quella lettera? E si, prima che me lo chiediate, si tratta proprio di lui: M.
[Domanda vera: Dopo tre moduli geografici ed una avventura ci si domanda quale sia il prossimo passo, eppure a Lucca 2017 non avete presentato nulla e nessuna informazione è ancora stata rilasciata per Modenaplay 2018. Non sarà mica finita cosi l’avventura editoriale di Brass Age?]
Sir Wulfrick Gindergard: I tempi cambiano e necessariamente anche il club cambia, ciò non significa che tutto debba finire, anzi il cambiamento in atto porterà enormi benefici e grandi novità.
Lord Pemblethon: Solo che come intuirà non possiamo parlarne ora, o meglio potremmo farlo,ma poi dovremmo tagliarle la gola, e questo temo incrinerebbe i nostri rapporti.
[Riccardo: la Limana sta affrontando una profonda riorganizzazione interna, che ci ha portati a sospendere per un po’ i progetti in cantiere. Non posso ancora dare anticipazioni, ma Brass Age e Project H.O.P.E. sono ancora vivi e vitali, e presto avrete nostre notizie!]
…Questa è l’ultima frase che udisco prima dell’avvento del nulla…
Non mi è chiaro questo fenomeno ma intorno a me tutto si è congelato. Lentamente mi alzo e vedo i miei interlocutori come cristallizzati. Gli ruoto intorno incuriosito, è la prima volta che mi capita una cosa simile. Sir Wulfrick che stava afferrando le manette dietro la sua schiena mentre Lord Pemblethon mi distraeva con le sue chiacchiere. Forse ci sarebbero riusciti, si, ma questo strano fenomeno li ha come… immobilizzati.
No, non sono immobili. I loro cuori battono sebbene lentamente. Acuisco i sensi e lo sento, quello scribacchiare che mi segue spesso nei miei viaggi. E’ li, c’è, ma non è lineare come sempre. Ricorda piuttosto un singhiozzo.
Ora mi è chiaro. Questo mondo è vittima di una stasi. I suoi abitanti non la percepiscono ma io che non sono di questo mondo ne ho chiara percezione. Tutto questo parla da se, più di mille conversazioni che potrei avere qui. Ormai è chiaro cosa sta avvenendo ed io non posso fare nulla in queste condizioni.
Eccolo, l’ultimo rintocco lento ed inesorabile, del Vecchio Ben, quale fosse un eterno Gong, un infinito eco che si disperde nell’aere: è il segnale che questo mondo è ancora vivo.
Che Dio salvi voi e la vostra Regina.
________________________________________________________________________[amazon_link asins=’8890623659,8890966459,8899664021′ template=’CopyOf-ProductCarousel’ store=’frezzanet04-21′ marketplace=’IT’ link_id=’5a66c240-09be-11e8-8ce1-1f18ecff6580′]