Immagina: ecco quale può essere la parola migliore per introdurre qualcuno alle meraviglie che riserva il Regno di Osiride, l’ambientazione più favoleggiante e mistica di Sine Requie Anno XIII.
Immagina, perché qui le normali regole che avrebbero dovuto governare il mondo dal 6 giugno 1944 sono andare a farsi benedire ed al suo posto esiste una realtà unica in cui è ancora possibile amare, sperare, prosperare, vivere.
Voi direte “ma come è possibile che si riesca a sopravvivere con i Morti che ti braccano ovunque?“, ecco, questa frase non trova luogo qui, sulle coste di quella porzione di Nord Africa che una volta era chiamata Egitto ed oggi è il Regno di Osiride.
Come mai? Semplice, qui non si sopravvive, si prospera; qui non si è braccati da morti, si vive di fianco a loro.
Comprendo che quelli tra voi che non conoscono tale ambientazione ora siano confusi e si stiano domandando se questa sia davvero una recensione di Sine Requie.
Tranquilli, se avrete la pazienza di ascoltarmi tutto sarà più chiaro.
Iniziamo proprio da quella mattina del 6 giugno, quando i Morti di tutto il mondo si destarono dal loro torpore eterno e si riversarono per le strade del globo, strappando la carne da corpi ancora vivi di umani.
Qualcuno ammantato nelle nebbie del tempo forse sapeva ed ha agito di conseguenza, promuovendo la tumulazione di antichi, potenti ed illuminati uomini all’interno di imponenti piramidi – o in taluni casi, buie e tetre cripte – preservandone il corpo attraverso il rito della mummificazione.
Sono certo che stiate iniziando ad intuir qualcosa e del motivo per cui questo regno abbia nel nome un Dio egizio quale Osiride. Beh, al pari di tutti i morti anche coloro il cui corpo non venne disfatto dallo scorrere del tempo ritornò in vita, ma con una differenza: l’illuminazione e al convinzione di esser destinato ad un trionfale ritorno, perché scritto nelle stelle.
Ora, immaginiamo di essere un artigiano che vive al Cairo e di aver aperto molto presto la propria bottega perché si aveva del lavoro arretrato da svolgere.
Supponiamo per un attimo che sia il Giorno del Giudizio e che i Morti stiano risorgendo dalle loro tombe.
Proviamo ad immedesimarci in questo artigiano che, dalla finestrella di vetro del suo laboratorio, vede cadaveri di soldati vittime della guerra destarsi e sciamare per la città e che ora uno di questi abbia deciso di sfondare la porta e non voglia far altro che ghermirci e divorarci
Immaginiamo ora che un antico Faraone si sia liberato del suo sarcofago ed ora sia proprio li, in quel momento, per proteggerci e fare a pezzi quella “cosa” che ci sta per uccidere.
Ecco, questo è quanto successo. La popolazione locale la chiama Guerra dei Faraoni e in sostanza è lo scontro avvenuto nei primi giorni del Risveglio tra le antiche mummie fuoriuscite dai loro tumuli e che ha visto Ramesse III trionfare su tutti gli altri, elevandolo al ruolo di Faraone dell’Alto e Basso Egitto, estendendo il suo potere su tutti i luoghi toccati dal Sacro Nilo.
Ma questo non è l’unica cosa che rende magnifico questo luogo, no.
Qui i Morti, per ordine e decreto del Faraone Ramesse III Osiride Incarnato, non attaccano i vivi ed anzi, lavorano e collaborano con loro, pena l’esser scacciati lontani dalle terre abitate dagli uomini, nel deserto, dove non si può nuocere e dove il sole avrà presto ragione dei loro corpi in putrefazione.
Immaginate ora di vivere in questo mondo, dove un illuminato sovrano dispensa consigli e saggezza millenaria, circondato dai migliori uomini che la storia ha saputo consegnargli e in cui i Morti o sono Giusti Servi o sono solo Reietti scacciati dai luoghi civilizzati.
Questo è il Regno di Osiride, un luogo in cui il sacro potere di un Dio in terra protegge il suo popolo grazie ai suoi immensi poteri, tali da far sorgere e tramontare il sole quando è giusto che sia perché, dopotutto, se costui è in grado di comandare TUTTI i Morti rendendoli docili e inoffensivi, perché non dovrebbe essere in grado di far sorgere il sole o straripare il Nilo? Perfettamente plausibile non trovate?
Il Regno di Osiride è qualcosa di unico, in cui l’antica tradizione egizia fatta di dei antropomorfi e tecnologia si fonde, creando un unicum in cui è possibile vedere bellissime donne mediterranee agghindate di sola immaginazione e gioielli, prendere un buon thè in un bar occidentale mandato avanti da un indiano rimasto qui di presidio durante l’invasione dell’Europa. Dove un membro dell’Africa-Korps comanda di centinaia di soldati che erano al servizio della Corona Britannica e sfingi, minotauri, chimere e Dei camminano liberi per le strade delle città, venerati per quello che sono: divinità.
Il Regno di Osiride è un posto magico e nessuno può negarlo ma per poterlo anche solo lontanamente comprendere è necessario un notevole sforzo di immaginazione per un uomo che da 13 anni non conosce altro che la paura dei Morti.
Certo, non tutto è oro quel che luccica e anche qui la brutalità e la crudeltà esistono ma sono meglio tollerati, dopotutto cosa c’è di male se saltuariamente qualche uomo deve sacrificarsi volontariamente per nutrire il Dio Osiride Ramesse III e la sua corte di Immortali? Dopotutto ci protegge e ci governa con saggezza; ne varrà ben la pena, no?
E se aggiungessimo che questo illuminato monarca non è nemmeno retrogrado ma propositivo ed interessato ad assicurare il benessere ed il progresso del suo popolo, tanto da comprendere l’importanza della tecnologia e delle scienze al pari della spiritualità e della tradizione?
Ecco quindi schiere di carri armati pronti a difendere, ecco quindi treni che sfrecciano lungo i binari che costeggiano il Nilo e collegano tutte le grandi città che compongono il regno, ecco quindi enormi pozzi di petrolio che estraggono greggio per alimentare le fabbriche che producono oggetti, energia, benessere. Ecco il futuro.
Ma è davvero cosi luci e colori questo luogo? Sono davvero abbagliato dalla luce del sole che si riflette su quelle dorate piramidi che costellano il deserto? No, non è tutto rose e fuori.
Cosi come sempre al destino sembra esser legato a doppio filo Cheope che, ridestatosi quale un mostruosità più simile ad un serpente che ad un uomo, dispensa ordini al suo mai eradicato culto segreto, ed ora è reo di attentati terroristici che hanno fatto saltare in aria un treno pieno di innocenti, decretando il più grande disastro ferroviario del secolo.
E’ ormai chiaro perché questo luogo è meraviglioso, perché qui si può essere vivere ancora dignitosamente e se non vi ho ancora convinti, provate per un attimo a tornare con l’immaginazione nei panni di quell’artigiano di cui parlavamo prima che ha avuto la fortuna di essere salvato dal Faraone in persona e poter quindi lavorare ancora li, a distanza di 13 anni, nella vostra bottega.
La porta è stata riparata da tempo riparata e guardarla vi riempie di ricordi e speranza e non veder l’ora di recarvi alla grande parata ormai prossima dove lui, Osiride Incarnato, ancora una volta – come ogni anno – chiederà se qualcuno vuole mettere in discussione il suo operato e, ancora una volta, nessuno si farà avanti perché meglio di lui non vi può essere in questo mondo.
Ora immagina l’alternativa a tutto questo, al Commonwealt realizzato da Ramesse III.
Nessuna Pietà! Nessuna Tregua! Solo Cieca Ferocia!
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Se l’articolo ti è piaciuto ti suggerisco la lettura di questa interessante guida tematica dedicata a Sine Requie Anno XIII – seconda edizione.
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This post was published on 29 Ottobre 2017 17:00
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