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Giochi di ruolo

Guida a D&D 5 – #4 Spunti di Gioco

Questa è l’ultima parte della guida a D&D 5. Tratterà di idee, spunti e consigli su come gestire il gioco, e sarà d’aiuto principalmente ai Dungeon Master, più o meno navigati.

Qui trovate le altre parti della guida:

Mettersi d’accordo

Quindi avete comprato i manuali, siete pronti con l’avventura, in cui un gruppo di eroi in un mondo fantasy classicissimo sconfiggerà le forze del male, e poi vi ritrovate questa situazione: un monaco che fa arti marziali uscite da non si sa dove, un ladro che passa le notti a rubare gli oggetti al resto del gruppo, un necromante che sgozza i PNG, anche alleati, per rianimarli come zombie, e il povero paladino che è l’unico che cerca di agire da eroe ma non si capisce bene perché stia con il resto del gruppo.

Per evitare situazioni grottesche e spiacevoli di questo genere, è fondamentale mettersi d’accordo preventivamente sul genere e il mood che si vogliono dare alla partita. Che l’avventura sia comprata, scritta o improvvisata, che sia costruita attorno agli specifici PG oppure no, è un passaggio preliminare che vi permetterà di sintonizzarvi.

Come Dungeon Master, non fatevi problemi a mettere il veto su determinate classi, razze, allineamenti: in molte ambientazioni fantasy, il monaco ha un sapore troppo orientale ed è fuori posto, a meno che non venga intelligentemente ricolorato (si veda la prima parte della guida su come un barbaro sia diventato un inquisitore per capire cosa si intende). Spesso se si decide di giocare in un determinata ambientazione o città, ha anche poco senso avere un gruppo con dragonborn, mezzorchi e mezzodemoni: a volte per coerenza con l’ambientazione è opportuno che siano tutti umani, o che ci sia al massimo un’eccezione, e che questa avrà problemi non indifferenti sul modo in cui verrà trattata dagli abitanti del luogo.

Mentre un monaco trova poco spazio in un tipico high fantasy di stampo occidentale, potrebbe essere perfetto per una campagna ambientata nel piano di Tarkir del gioco di carte Magic. La Wizard of the Coast ha pubblicato dei supplementi ufficiali gratuiti per giocare a D&D con l’ambientazione del gioco. Ne parliamo in questo articolo.

Non c’è niente che rompa di più la sospensione dell’incredulità di un gruppo di creature ibridate con angeli, demoni e draghi che va in giro in un piccolo paese di contadini e si fa come se niente fosse.

Lo stesso vale per la religione: in D&D ci sono moltissime divinità, e non è raro gestirla con gruppi in cui ciascuno venera una divinità diversa e nei paesi è come se tutti accettassero tutte le divinità. In alcuni setting può andare bene così. Ma se voleste dare un peso alla religiosità e alla spiritualità, potreste pensare di ridurre la possibilità a due o tre divinità (o una) presenti nel luogo di partenza. Così avrebbero il potenziale per acquisire molta più profondità in gioco.

Tenete in considerazione anche il tono della partita: volete qualcosa di serio, o di caciarone? Quello che fa sempre battute potrebbe spezzare l’atmosfera.

E soprattutto: sarà un’avventura di eroi? Di mercenari? Di criminali in cerca di riscatto? Di tagliagole? O che altro? Questo va stabilito (oppure bisogna prenderne atto se è un’avventura comprata o già scritta), e i PG dovrebbero essere armonizzati di conseguenza. Non è mai una buona idea un gruppo che non ha motivo di stare insieme e in cui un PG ruba agli altri solo perché ha scritto “Ladro” sulla scheda. O un gruppo di malvagi in un’avventura pensata per degli eroi.

Inoltre: cosa volete dalla partita? Il manuale del DM (p. 6) parla degli elementi che piacciono in modo diverso ai vari giocatori: Recitare, Esplorare, Instigare (nel senso di compiere scelte che hanno conseguenze), Combattere, Ottimizzare, Problem Solving, Narrare. Discutete col gruppo dei vari gusti per trovare un punto di equilibrio. Se a nessuno interessasse il Problem Solving, ad esempio, gli eventuali enigmi nei dungeon potrebbero essere risolti con prove di Intelligenza anziché mettere alla prova i giocatori.

Questi piccoli accorgimenti vi risparmieranno molti problemi. Il nostro articolo Molte campagne muoiono dopo poche sessioni. Come evitarlo? approfondisce la questione.

Creare / condurre una campagna in D&D 5

Ci sono vari modi diversi con cui giocare a D&D. Tra i più comuni figurano:

  • Utilizzare una campagna pre-fatta, ufficiale o meno
  • Scrivere una campagna basata su una successione di eventi
  • Scrivere una campagna cucendola sugli specifici PG del proprio gruppo
  • Improvvisare senza una campagna già scritta, basandosi sugli specifici PG del proprio gruppo
  • Scrivere una campagna sandbox, che dà grande libertà d’azione ai PG di muoversi all’interno di un vasto ambiente

Per quanto riguarda le avventure pre-fatte, vi rimandiamo alla parte 4 dell’ottima guida su Pathfinder per consigli che sono in larga parte validi anche per D&D 5. Esistono comunque guide specifiche per molte di esse: sul blog Power Score RPG, trovate delle ottime e dettagliate guide su ogni campagna ufficiale pubblicata per D&D 5 (è in inglese).

Tomb of Annihilation è la più recente avventura ufficiale pubblicata per D&D 5.

Sullo scrivere avventure, basate su eventi o sandbox, il manuale del DM a p.25 e a p.72 riporta delle procedure utili.

In questa guida, invece, ci concentreremo in particolare su dei consigli e delle procedure per costruire una campagna attorno agli specifici PG del gruppo. Fare così permette di dare molto più rilievo alla loro personalità, le loro motivazioni e le loro scelte. Questo significa creare i PG prima di scrivere la campagna, in una sorta di “sessione zero” dedicata a questo.

Se lo fate, costruite i background dei personaggi insieme ai luoghi e legate il tutto. Come?

  • Facendo domande. Ogni classe si porta dietro spunti e temi di cui come DM dovete approfittare per costruirci sopra. Con domande mirate spingerete a delineare le motivazioni e la storia dei PG, e anche a fargli ideare qualche PNG a cui sono legati, luoghi importanti, fatti accaduti, situazioni di vita quotidiana. Se c’è un guerriero, c’è un motivo per cui ha imparato a combattere, e ci sarà un insegnante che lo ha addestrato. Magari ora il fratellino nel guerriero sta seguendo le sue orme e prima o poi andrà a rischiare la vita anche lui. Se c’è uno stregone probabilmente sarà giovane, avrà una famiglia presente. C’è un luogo speciale in cui il ladro (posto che sia effettivamente un ladro) sogna di riuscire a intrufolarsi?
  • Ogni classe si porta dietro anche dei problemi: pressa con le domande anche su questi. Se c’è qualcuno che addestra combattenti è perché c’è bisogno di difendersi da qualcosa o di attaccare qualcuno. Se c’è un chierico è perché il dio o la chiesa l’ha inviato, o consacrato, per difendere il luogo da qualcosa di empio. Se c’è un druido ci sarà qualcosa che sta mettendo a rischio l’equilibrio naturale delle cose. Se c’è uno stregone c’è qualcuno che lo teme, e qualcuno che lo guarda affascinato. Coi suoi poteri potrebbe aver ferito qualcuno. E qualcuno potrebbe sapere dei suoi poteri.
  • Chiedete poi ai giocatori di legare tra loro le storie dei PG. Un modo semplice ed efficace è rubare dalle tre fasi del gdr Fate (potete trovare la procedura qui – scendete fino a “Le Tre Fasi“).
  • Ora è il momento di far scrivere ai giocatori Tratto, Ideale, Legame e Difetto dei propri PG. Se avete svolto con cura i punti fino a qui, avrete molto materiale per scrivere qualcosa con del buon potenziale: il Legame sarà con un luogo, PNG o PG con cui c’è effettivamente qualcosa in ballo e che entrerà in gioco e su cui voi DM punterete, ad esempio.

Questo è un modo per fare la “sessione zero”. Dopodiché, a casa dovrete iniziare a scrivere la campagna basandovi su questo. Avrete già vari potenziali antagonisti, minacce e PNG importanti. Ora non vi resta che definire meglio il tutto. Per creare le minacce, potete rubare a piene mani da Dungeon World e utilizzare i fronti (li trovate qui): procedure semplici per gestire gli antagonisti e i loro obiettivi.

Per creare i luoghi, in particolare le città, un modo rapido che vi permette di avere idee e dare personalità a villaggi e città al volo lo potete sempre prendere da Dungeon World (qui).

Per creare dei dungeon, c’è il noto metodo Five Room Dungeon, oppure un sistema di generazione casuale nel manuale del DM a p.290, che vi permetterà di crearne anche al volo durante la partita se state improvvisando in base alle scelte dei PG. A p.99 trovate invece le indicazioni su come creare dungeon più curati, quando avete più tempo e volete assicurarvi che abbiano una maggiore coerenza interna e personalità.

A questo punto avrete creato obiettivi e minacce attorno ai luoghi e i PNG a cui i PG tengono. Per creare e gestire i PNG, fate riferimento al prossimo paragrafo, che è utile per qualsiasi tipo di campagna di D&D, anche non cucita sui PG.

Gestire i Personaggi Non Giocanti

Per i PNG che hanno una certa rilevanza, il manuale del DM (p.89) propone un sistema che dà loro profondità rimanendo semplice. Si tratta di scrivere una breve frase per ciascuno di questi elementi:

  • Occupazione
  • Aspetto
  • Abilità
  • Talento
  • Modi di fare
  • Interazioni con gli altri
  • Conoscenza utile
  • Ideale
  • Legame
  • Difetto o Segreto

Nel manuale sono spiegati in dettaglio e propongono anche vari esempi per ciascuno di questi (con tanto di generazione casuale se volete crearne uno al volo). A seconda delle vostre esigenze potreste voler eliminare alcune voci o aggiungerne altre: l’importante è l’idea di base, dei brevi descrittori che vi danno delle linee guida su cosa vuole il PNG, come cerca di ottenerlo, a chi è legato, cosa sa e cosa nasconde, e dei tratti peculiari che lo rendono immediatamente riconoscibile ai giocatori.

Se si vuole andare oltre, si può anche utilizzare un semplicissimo sistema per Persuasion, Intimitation e Bluff: ossia, i PG potranno convincere i PNG soltanto se faranno leva in modo sensato su uno di questi elementi. E per riuscire a scoprirli, dovranno usare Insight in un modo utile. Ad esempio, diciamo che una PG deve trovare un punto debole di una PNG. Bevono insieme, una birra dopo l’altra, e la PG inizia a sondare parlando di vari argomenti per trovare qualcosa a cui appigliarsi. Fa una prova di Insight, e ha successo. Questa PNG ha come segreto “Tradisco mio marito”. Allora il DM giocando la PNG inizierà a farsi sfuggire dettagli sulle avventure extraconiugali. A questo punto, c’è qualcosa su cui far leva. Un PG particolarmente avvenente potrebbe cercare di sedurla e utilizzare Persuasion in questo modo, oppure la PG che ha bevuto con la fedifraga potrebbe usare Intimidation dicendo “se non fai come ti dico, rivelerò tutto a tuo marito”.

A conti fatti in gioco non succede nulla di nuovo e speciale rispetto a quello che già si poteva fare senza questo sistema: ma è un utile promemoria per il DM per capire su cosa puntare coi PNG, e per costringere i giocatori ad avere qualcosa di concreto in mano quando cercano di influenzare i PNG, anziché tirare i dadi senza stare facendo niente di plausibile e realistico.

Una interessante regola opzionale a p.93 permette inoltre di gestire la Lealtà di un PNG verso il gruppo. A p.244 troviamo invece le regole sull’atteggiamento dei PNG (amichevole, indifferente o ostile) e su come modificarlo. Se siete interessati a dare maggiore profondità alle interazioni sociali, ripescare il modo in cui funziona la Diplomazia in Pathfinder (altro GDR di cui è presente una guida su Player.it) svolge bene il compito senza complicare troppo:

Trovate la spiegazione più dettagliata a questo indirizzo, su Golarion.

È un sistema che funziona persino meglio in D&D 5 che su Pathfinder, dal momento che ai livelli alti le difficoltà rimangono le stesse, mentre in Pathfinder queste CD diventano bassissime e un PG specializzato avrebbe sempre successo. Se volete si può anche combinare questa idea con quella precedente del poter usare le abilità sociali solo avendo qualcosa che faccia leva su un descrittore del PNG: la leva non sarebbe strettamente necessaria, ma darebbe un -5 alla difficoltà.

Così come “scheda” dei PNG potreste avere un foglio con i descrittori in cui scrivete una frase per ciascuno, e se li utilizzate anche il punteggio di lealtà e l’atteggiamento. Ricordate che in D&D 5 i PNG non usano le classi dei PG a meno che non abbiate davvero un buon motivo per farlo; quindi, in quasi tutti i casi vi basta una scheda così, e se occorrono all’improvviso delle statistiche potete trovarne a bizzeffe per PNG standard da p.342 del Monster Manual.

Gestire gli scontri in D&D 5

Creare scontri sempre nuovi e interessanti, e mantenerli bilanciati, non è facile neppure per molti dei DM più navigati, e i master in erba potrebbero trovarlo difficile. Innanzitutto ci sono alcune dinamiche che non sono immediatamente evidenti – meglio dunque saperle fin da subito:

  • D&D è bilanciato sull’affrontare più scontri tra un riposo lungo e l’altro (il manuale dice addirittura mediamente 8). Se fate pochi scontri grossi e vi chiedete come mai i PG riescano a superarli con facilità nonostante dovrebbero essere difficilissimi per il loro livello, il motivo potrebbe essere che hanno vita, slot incantesimi etc. al massimo. È arduo metterli davvero in difficoltà quando hanno tutte le loro risorse: se volete difficoltà e volete sfruttare il sistema, dovrete puntare sul logoramento delle loro risorse.
  • Inoltre, dato il modo in cui funzionano le azioni in D&D, è davvero molto difficile mettere in difficoltà un gruppo con un solo nemico grosso, anche se è molto più forte di ogni singolo PG. Peraltro, con un solo nemico l’ambiente perde di importanza perché si tende ad accerchiarlo.
    Quindi, meglio due draghi che uno, sembra… ma attenti a non esagerare!

    Dunque, puntate su più di un nemico (e, se possibile, diversificateli, per rendere lo scontro più interessante).

  • Sempre per il discorso numerico, se state giocando con un gran numero di PG (6, 7, 8 o anche di più) sarà davvero difficile metterli in difficoltà come gruppo a meno di non usare quantità molto elevate di nemici, oppure nemici davvero molto più forti dei PG. Questo ha però la controindicazione di rallentare il gioco, e di risultare mortale per singoli PG prima di risolvere il problema della scarsa difficoltà per il gruppo nell’insieme. Il consiglio è quindi di evitare di superare i 6 giocatori, voi DM compresi.
  • Riuscire a bilanciare gli scontri è più un’arte che una scienza. Se doveste essere in dubbio sul fatto che uno scontro potrebbe essere troppo facile o troppo difficile, sfruttate l’idea proposta dal blog Le Cronache del Gatto sul Fuoco: l’articolo vi dà i dettagli, ma in sostanza si tratta di dividere i nemici in più “ondate” e mandare solo la prima. Se effettivamente è troppo facile, allora arriverà la seconda dopo un paio di round, e poi eventualmente la terza. Questo incidentalmente rende anche gli scontri più dinamici.
  • A p.81 e 85 sono suggeriti vari modi per rendere gli incontri più vari e interessanti, con obiettivi particolari, elementi ambientali che rendono il posizionamento importante, etc.

Rendere l’Ispirazione più rilevante

È facile dimenticarsi dell’Ispirazione: il vantaggio che dà è piuttosto piccolo, ed è legata ai tratti, che in avventure non costruite sui PG rischiano di diventare irrilevanti. Se volete darle più peso, oltre a costruire l’avventura sui PG e quindi rendere importanti i loro legami, obiettivi e ideali, si potrebbe modificare un po’ il modo in cui funziona l’Ispirazione. Dovrebbe essere fornita solo quando il PG mette in scena in modo significativo un suo descrittore; e dovrebbe poter essere spesa dopo che un tiro è andato male, per ritirare, anziché fornire vantaggio. Se si vuole che i tratti siano ancora più importanti, si può vincolare anche l’utilizzo del punto al raccontare come ciò che sta facendo il PG per essere ispirato è legato ad uno dei tratti. Ad esempio se sta combattendo per salvare il fratellino, che è il suo Legame.

Consigli vari ed eventuali

Seguono alcuni consigli sparsi che non hanno trovato luogo precedentemente:

  • A meno che non stiate giocando una partita in cui la sopravvivenza è importante ed è messa a rischio (come in Out of the Abyss), nella maggior parte dei casi potete ignorare le razioni di cibo e il bisogno di consumarne una al giorno. Ci sono vari elementi del gioco che a seconda del dettaglio che volete dare alla partita, potrebbero essere superflui. Se vi accorgete che non stanno aggiungendo nulla all’esperienza, evitate di perdere tempo a tenere traccia di cose inutili: prendetene atto e toglieteli.
  • È opportuno concordare come ci si vuole approcciare alla possibile morte dei PG. Per alcuni il gioco è una sfida e se un PG muore, muore; per altri il DM dovrebbe evitare che ciò accada anche barando coi risultati dei dadi. Altre soluzioni potrebbero essere che quando un PG dovrebbe morire, invece subisce un qualche tipo di menomazione permanente, che potrebbe essere rappresentato dalla perdita di un livello oppure, più concretamente, di un arto o un occhio, etc. In ogni caso è bene decidere come ci si comporterà prima che succeda.
  • Tenete sempre una lista di nomi sottomano, capiterà di frequente che un PNG acquisisca importanza e debba averne uno. Sullo schermo del DM c’è un buon generatore basato sul d20.
  • C’è la regola del successo con costo per aggiungere pepe al gioco, ma è facile non accorgersene. Potreste volerla usare. Ne parliamo qui.
  • Pensate sempre a cosa può succedere con il successo o con il fallimento di un tiro. Se ci si trova in una situazione in cui un PG fallisce, allora prova un altro, fallisce, allora prova un altro, etc, finché qualcuno riesce a trovare la porta segreta, chiedetevi se quei tiri servivano davvero a qualcosa. Se il successo è necessario affinché il gioco vada avanti, prendete in considerazione due alternative: o evitate di far tirare e date per assodato il successo automatico, oppure associate dei costi al fallimento (passa troppo tempo e intanto gli antagonisti mandano avanti i loro piani, oppure vengono scoperti e attaccati, o gli si rompono gli attrezzi da scasso, etc). E ricordate che quando più PG fanno la stessa cosa, per aiutarsi tira solo uno con vantaggio, non tutti quanti a turno.
  • Date importanza ai luoghi e ai PNG, devono diventare familiari. Un errore tipico è basare l’avventura sull’andare da A a B a C etc, senza mai fermarsi nello stesso luogo o rincontrare lo stesso personaggio più di una volta. Per dare profondità è fondamentale che succedano più cose nello stesso posto, che a volte i PG possano voler tornare indietro in luoghi già noti, che i PNG siano legati a più sottotrame diverse e tra di loro. E in tutto questo potete far vedere in cosa il mondo e le persone sono cambiati quando i PG ci tornano, e cosa invece è rimasto uguale.
  • Tirare i dadi del tiro per colpire e del danno contemporaneamente velocizzerà il gioco.
  • La gente non dorme con l’armatura completa addosso!

Scrivere una guida davvero completa su D&D è un compito impossibile: c’è troppo da dire e troppo verrà lasciato fuori. Si spera che questa guida possa essere utile a tanti Dungeon Master. Per i più navigati, se ritenete ci siano altri consigli fondamentali da dare, scrivetelo nei commenti, e c’è la possibilità che vengano aggiunti.

Grazie per aver letto fino a qui! Buon divertimento con Dungeons & Dragons 5!

This post was published on 25 Ottobre 2017 8:17

Alex Grisafi

Classe '93, siciliano di origini, bresciano di nascita, a Milano per studi e lavoro. Ho iniziato con i giochi di ruolo in seconda media con D&D 3.5, arrivando a giocarne una settantina (a novembre 2019), dai più noti agli indie. Ho approfondito parecchio questioni di game design dei GDR e di come i sistemi permettono di raccontare alcune storie e non altre - e intersecando il tema con un altro che mi sta a cuore, ossia della rappresentazione e inclusività di categorie marginalizzate.

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