Con l’uscita in tutte le sale dell’atteso sequel di Blade Runner, ho pensato a come poterlo giocare da tavolo. A prima vista basterebbe prendere Cyberpunk 2020 per giocare nella Los Angeles del 2019, in realtà credo sia necessario un ulteriore approfondimento.
Blade Runner è considerato, a buon diritto, uno dei capostipiti del genere Cyberpunk ma non solo. Nel film di Scott sono ben miscelate atmosfere distopiche e futuristiche con tematiche tipiche del noir e del retrofuturismo che lo rendono ben più di un semplice film di fantascienza. Troviamo, quindi, l’antieroe solitario che combatte la sua personale battaglia per la sopravvivenza, le vie oscure, la pioggia e la tecnologia più sofisticata appannaggio solo delle persone più ricche che vedono la gente comune dall’alto dei loro grattacieli di acciaio e vetro. L’onnipresente pubblicità sui mega cartelloni al neon mostra alla gente comune un mondo di felicità fatto di colori chiari e tenui, che si oppongono ai colori cupi della loro vita all’ombra delle corporazioni.
La dicotomia tra gente comune e ricca è anche legata alla tecnologia retrò con cui i cittadini comuni si trovano a combattere. Tubi d’areazione e elettrici che come radici partono dalla strada per raggiungere le vette dei grattacieli, scenari molto simili a quelli visti in Metropolis, da cui Ridley Scott ha dichiarato di aver preso spunto, oppure le versione obsolete o difettose degli apparati tecnologici o cybertecnologici, come occhi e braccia, che vengono vendute in strada o nei negozi più a buon mercato. La stessa Rete o Matrice, tipica del genere Cyberpunk, qui non è così presente e centrale bensì marginale, al contrario di altri film come Johnny Mnemonic.
Altro interessante aspetto è la presenza delle colonie extramondo, paradisi artificiali dove solo una ristretta élite di uomini sani e abbienti può vivere, novelle divinità di questo mondo artificiale. In Blade Runner l’aspetto principale è sicuramente il rapporto tra uomini e replicanti, o più specificatamente cosa significa essere uomini e cosa distingue l’uomo dalla macchina. Qui risiede il cuore del film, il motore che muove i protagonisti della storia e ne determina le scelte più dolorose.
Questa tematica viene affrontata anche in classici come Ghost in the Shell, che si ispira
esplicitamente a Blade Runner, oppure, in modo più blando, in alcuni videogiochi tra cui Fallout 3, sia nella figura di Harkness che in Fallout 4 con l’introduzione del Commonwealth come fazione. Visto che parliamo di videogiochi non si possono non citare Deus Ex, che del film riprende essenzialmente l’ambientazione retrofuturistica e distopica, o Flashback, un videogioco che a mio avviso ogni videogiocatore degno di questo nome deve provare. Ci sarebbe molto altro da dire ma siamo qui per giocare e quindi è ora di passare agli…
Come abbiamo visto sono tanti gli elementi presenti nel film che ne definiscono una ben specifica identità che sarà necessario trasporre nelle nostre partite. Iniziamo dalla connotazione noir, forse l’atmosfera più difficile da rendere per via di una profonda caratteristica intimista che non si adatta perfettamente ad un gioco di ruolo che, per sua natura, ha il gruppo come protagonista della storia. Nonostante ciò, analizzando nel complesso la nozione di noir, possiamo trovare la chiave di volta per la nostra avventura e cioè la lotta improvvida contro il mondo e l’impossibilità di vittoria contro di esso.
I protagonisti della nostra avventura si troveranno di fronte a prove dure e alleati mutevoli, un lotta continua contro il sistema e la sorte, gli eventi si accavalleranno e travolgeranno i personaggi portandoli ad una conclusione non completamente meritata. Nell’avventura o campagna, gli indizi per andare avanti saranno dati da personaggi ambigui nelle intenzioni o dalla sorte, magari dopo che i personaggi avranno intrapreso un percorso da loro scelto e che è terminato in un vicolo cieco. Tutto sotto forma di una telefonata, un incontro più o meno fortuito o un dettaglio inizialmente sfuggito che si scopre essere determinante. Pensate ad un gioco classico come Max Payne, dove il protagonista viene trascinato negli eventi e di volta in volta guidato da dubbi alleati come Mona, o da indizi casualmente scoperti, oppure tradito da chi prima lo aveva aiutato.
Oltre a questo vi è ovviamente l’aspetto ambientale che deve essere cupo e pesante, fate sentire ai vostri giocatori l’odore acre dell’asfalto e della sporcizia delle strade, il sapore amaro del whisky e il peso della pioggia onnipresente. Queste componenti sono tipiche anche del più ampio genere Cyberpunk, dove l’inquinamento e le svettanti costruzioni delle corporazioni nascondono ai più il cielo, relegato ai pixel dei cartelloni pubblicitari presenti ovunque. Chiunque abbia giocato a Cyberpunk 2020, o altri giochi simili come Shadowrun, sa di cosa parlo. Una cosa importante da considerare è l’elevata tecnologica tipica del genere ma che in Blade Runner è molto contenuta. Se volete ricreare l’atmosfera del film, dovete mantenere una certa sobrietà nell’utilizzo di tecnologie come gli impianti cibernetici, le armi e la matrice. Nel film, e quindi nella vostra avventura, non esistono braccia con missili o raggi laser, né tanto meno uomini che si trasformano in cyborg grazie all’abuso di innesti bionici, per i lavori pesanti ci sono i replicanti, inoltre la purezza umana è un valore non secondario nell’ambientazione del film.
Sempre nell’ottica di un approccio retrofuturistico, anche la Matrice in Blade Runner è
praticamente assente, contrariamente a quanto accade nel canonico mondo cyberpunk. L’accesso alla Rete è più simile al nostro Internet, quindi niente realtà virtuale e arditi netrunner a caccia di dati in universi al neon. Ovviamente, essendo un aspetto poco trattato e lasciato all’immaginazione, è possibile introdurre il mondo virtuale adattandolo all’ambientazione, quindi evitate complessi attacchi ai sistemi informatici o lunghe sessioni di hackeraggio. Il punto focale dell’ambientazione deve rimanere il rapporto dell’uomo con il mondo reale e distopico, la possibilità di evadere da questo tramite il silicio, seppur tipico del genere Cybepunk, non si addice al noir e all’ambiente retrofuristico. Sarebbe più plausibile uno stile di hackeraggio meno evoluto, fatto di righe di comando e al massimo qualche ologramma, niente proiezioni di coscienza nel computer per intenderci.
Altro interessante spunto è il rapporto tra gli abitanti della Terra e le colonie extramondo. Per poter entrare nelle colonie bisogna essere sani e abbienti, lo stesso J. F. Sebastian non può accedervi per via del suo invecchiamento precoce. Questa situazione crea una netta disparità tra coloni e terrestri, e dove c’è disparità c’è conflitto ed, ovviamente, possibilità di creare trame basate sulla ricerca del “paradiso” artificiale precluso ai più.
Ho lasciato per l’ultimo l’aspetto forse più caratteristico del film ovvero la presenza dei replicanti. Questi esseri artificiali, le cui storie sono alla base dei due film, sono una presenza con cui i vostri personaggi dovranno incontrarsi o scontrarsi, loro sono l’altra faccia dell’umanità, coloro che non sono biologicamente umani ma lo sono spiritualmente, in contrapposizione a chi lo è biologicamente ma non spiritualmente. Potreste anche pensare di creare dei personaggi replicanti, tenendo presente le loro peculiari caratteristiche, ovvero l’incredibile forza e resistenza fisica a scapito di un tempo di vita limitato. Interessante potrebbe essere il rapporto tra un pg replicante e un png/pg, renderà palese la sua natura oppure preferirà celarla per timore di ripercussioni? Ricordate infatti che i replicanti sono considerati come schiavi e in caso di atti violenti devono essere ritirati, ovvero eliminati. Dopo tutti questi spunti ecco tre idee di avventura.
Ovviamente il pluri citato Cyberpunk 2020 è il candidato ideale per ricreare le atmosfere del film, l’importante è considerare quanto detto sopra, infatti, rispetto al film, l’ambientazione del gioco ha una tecnologia più spinta e una Matrice onnipresente, aspetti tipici del genere cyberpunk più puro. Sempre sul genere cyberpunk c’è Shadowrun, che mantiene delle atmosfere molto noir nonostante la presenza della componente fantasy, anche qui però c’è bisogno di un pesante controllo sulla tecnologia e sulla Rete. Per gli affezionati di giochi universali, c’è il sempreverde GURPS con il suo modulo Cyberpunk, che si può perfettamente adattare alla nostra ambientazione. In ultimo voglio citare un gioco nostrano che può essere riadattato con un po’ di lavoro, il gioco è Holy Truth, in particolare, in questo gioco, sarebbe interessante sviluppare la tematica dei replicanti, immaginate che un gruppo di replicanti si sia organizzato per liberare gli altri e magari trovare un modo per prolungare le loro vite, cosa potrebbe accadere?
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This post was published on 11 Ottobre 2017 23:39
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