Quando penso al IV Reich non può che aprirsi un sorriso sul mio volto. Il solo concepire una società simile mi sconcerta e mi fa riflettere su quanto sarebbe potuto essere diverso il mondo in cui avremmo potuto vivere.
Provate per un attimo ad immaginarlo: il nazismo vince la Seconda Guerra Mondiale e il suo progetto di egemonia si estende su tutto l’occidente, influenzando il resto del mondo.
Un mondo cupo, tetro, alimentato dal sospetto e dalla diffidenza, in cui gli scontri velati o meno che siano sono all’ordine del giorno tra i vari poteri che si contendono il controllo dello stato. SS contro politici, industriali contro leggi, stato contro cultura, etc. etc. etc. Un mondo dai colori più freddi, più sfuocato e più buio, dove la morale umana passa in secondo piano rispetto all’ordine, la disciplina e il controllo.
Questo e molto altro era il III Reich: non devo nemmeno ribadire le atrocità commesse da questa folle ideologia che solo male ha procurato all’uomo.
Ecco, ora immaginate che tutto questo abbia vinto la guerra, come dicevo prima, e che l’abbia vinta in un mondo sprofondato nell’orrore dei Morti. In quell’orrore che si genera nel momento in cui i cadaveri decidono di non rimanere inerti a terra ma di rialzarsi per vagare nel regno dei vivi con il solo intento di cibarsene.
Il IV Reich è la merda ragazzi: è l’iperuranio del fascismo inteso come ideologia di oppressione e, sinceramente, Leo&Curte sono riusciti a creare un prodotto che, quando lo scopri, ti lascia allibito perché ti fa comprendere quanto tu sia LA vittima di un sistema che deve funzionare e dunque non può permettersi di scendere a compromessi con la coscienza.
Quando si è finito di giocare, si prende il manuale e lo si ripone sulla mensola insieme ai suoi fratellini, consci che è solo un gioco.
Capite perché mi rende felice? Perché oltre ad essere un prodotto della fantasia, la sua sola esistenza pone la fatidica domanda “Se…” e credo che questo pensiero sia radicato anche nella mente dell’uomo che illustra questo folle stato nel manuale base. Di lui sappiamo ben poco: prende psicofarmaci, è un agente della Gestapo, ricopre un ruolo di potere, è roso dal rimorso.
E’ lui stesso a spiegarci che è un attivista del partito della prima ora, di quando ancora venivano sbattuti in cella perché ammazzavano la gente per strada a Monaco, e di come abbia goduto dei frutti del nazismo quando questo ha preso il controllo della Germania ed è sopravvissuto alla furia dei Morti.
E’ sempre lui a fornire al lettore gli strumenti per sopravvivere nel suo folle mondo attraverso lo strumento dell’epistola, in questo caso destinata ai partigiani oltre il Muro di Parigi. Si, avete capito bene, anche qui esiste un muro costruito lungo la Senna che divide quella che era la capitale di Francia in Parigi Est, in mano al IV Reich, da Parigi Ovest, in mano ai Partigiani.
Più le cose cambiano, più restano le stesse devono aver pensato gli autori.
Dalla lettera emerge il sentimento di confusione che pervade lo scrittore. E’ palese che costui non condivide quello che sia diventata la sua nazione, primo fra tutti quel sentimento di aleatorietà che volteggia sulle 9 leggi del Reich che permettono una fin troppo labile interpretazione a chiunque abbia un briciolo di autorità per imporle e farle rispettare, e lui, da uomo d’ordine quale è, non può tollerare una cosa simile… e da qui il suo male di vivere.
Per non parlare della ripartizione dei poteri del Reich nelle mani di un Quadrumvirato. Il glorioso impero non ha più una guida illuminata quale era Adolf Hitler ma è suddivisa, spacchettata, in quattro poteri ben distinti: economico, incarnato dal Borgomastro di Berlino Uwe Puch; legale, posseduto dall’Ispettore Generare Franz Heisen; sanitario, tutelato dal dott. Friedrich Wolf; politico, personalizzato dal Reichfhurer Hermann Rupert Reichmann. Le certezze che lo hanno portato ad abbracciare il partito non ci sono più ed ora è giunto il momento di fare qualcosa… qualunque cosa.
Bimbi mostruosi creati in provetta per possedere tutte le caratteristiche fisiche dell’Ariano perfetto.
Un giorno questi cosi prenderanno le redini del mondo, tutti lo sanno ma pochi hanno compreso bene quello che vuol dire: il nostro scrittore lo ha ben chiaro e, forse, è questo uno dei motivi che lo spinge a fornire informazioni ai partigiani che combattono giorno e notte contro la Wehrmacht.
Ridicolo, se non fosse che qualcosa ad est si sta muovendo. Il nemico rosso sembra essere sopravvissuto: è questo che riporta la GrossDeutchland, la divisione corazzata del Colonnello August Hausemann. Vigliacche città di metallo proteggono il nemico sovietico dalla furia nazista… ma è davvero cosi?
No, il nostro scrittore non sa tutta la storia: per lui i sovietici sono come quelli di 13 anni fa, non sa del Soviet. Mi fa quasi pena.
Quando si finisce di leggere il manuale dedicato la sensazione che si ha, o almeno quello che ho provato io, è di sollievo: il contenuto è stilisticamente impeccabile ma è il fattore umano che lo rende una perla. Cosi come leggendo le parole scritte dal nostro traditore ci si immedesima perfettamente in un mondo tutto sommato non troppo dissimile dal nostro, poiché dominato da dinamiche socio-culturali a noi familiari: il manuale ha dentro cosi tanti elementi plausibili che lasciano a bocca aperta. Vi faccio un esempio che basterà a spiegare cosa intendo.
La cinematografia nella Germania nazista è incentrata sull’esaltazione di canoni estetici Ariani e sulla discriminazione di tutto quello che non lo sia.
Da una sceneggiatura dedicata ai bambini scopriamo che tale concezione viene inculcata sin dalla tenera età attraverso cartoni animati e fumetti.
Tutti ridono! Ma il messaggio è chiaro ed esplica chiaramente la mentalità dominante della popolazione. Per loro è la normalità, tanto normale da poter essere utilizzata come manifestazione di innocenza di un bambino di pochi anni perché, poverino, è normale che abbia paura degli ebrei al pari di fantasmi e mostri sotto il letto, no?
Dopotutto nessuna di questi tre esiste.
Ecco perché posso affermare che questo manuale mi procura Gioia: il mio mondo è umanamente migliore della concreta alternativa rappresentata dalle Forze dell’Asse.
“Se…”
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Se l’articolo ti è piaciuto ti suggerisco la lettura di questa interessante guida tematica dedicata a Sine Requie Anno XIII – seconda edizione.
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This post was published on 8 Ottobre 2017 17:00
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