Pine-ruolo*, anno Domini 2006.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Oggi voglio raccontarvi di quando incontrammo Nino e del primo tentativo del nostro party di aprirsi ad un nuovo giocatore.
Eravamo al terzo anno del nostro imperterrito nerdare e il gruppo era unito come non mai.
Ormai non ci facevamo più intimorire dal malvagio gnomo Fritz (vedi gli episodi precedenti) e ci eravamo addirittura emancipati dal doversi trovare a casa di uno o dell’altro per la sessione settimanale: ora giocavamo ospiti dei numerosi negozi-ritrovo nerd della città, dove ovviamente giocavamo anche a Magic*.
Non avevamo una preferenza spiccata, quindi li giravamo un po’ tutti diventando pian piano amici dei proprietari e degli avventori.
Un bel giorno conosciamo Nino.
Nino era un ragazzone ben più grande di noi: una montagna di muscoli e barbarie con un volto incorniciato da una folta barba nera.
Appassionato di montagna ed arrampicata, mai più avremmo pensato che potesse interessarsi al gioco di ruolo.
Siamo lì con Porpo, Risso, Mumu e Jack che mangiamo da Pizza Antica, un posto dove la pizza è davvero antica. Infatti servono reperti risalenti al medioevo, ma sono davvero squisiti.
Jack sta gustando il suo wurstel ricoperto di pastella fritta, cosa che suscitava sempre una certa ilarità generale.
Porpo ed io prendiamo gli arancini unti e bisunti, pallida imitazione di quelli di giù, e stiamo sicuramente cercando di non ricoprirci di olio.
Risso ha il suo trancio di pizza bianca con le olive (il pomodoro è un segno di decadenza della civiltà) e Mumu sta addentando uno stinco al forno, ma era uno stinco di maiale, non di santo.
Il rituale della rosticceria medievale era un must prima della sessione e, ovviamente, si discuteva sempre di roba nerd e di D&D*.
Incuriosito dai nostri discorsi, un barbaro enorme si avvicina al nostro gruppetto e si presenta: è Nino.
Nino: “State parlando di D&D?”
Porpo: “Certo! Lo conosci?”
Nino: “Eccome! Una volta giocavo!”
Risso: “Classe preferita?”
Nino: “Barbaro!”
Mumu: “Quanti eravate nel party?”
Jack: “Era bravo il tuo master?”
Nino: “Eh no ragazzi… Purtroppo non ho mai trovato nessuno della mia leva a cui piacesse il gioco di ruolo. Eravamo sempre in tre al tavolo: io, Nino e me stesso.
Siete fortunati voi ad avere degli amici che condividono la vostra passione.”
Dopo alcune chiacchiere, salutiamo il barbaro un po’ tristi. Ci dispiaceva molto per lui e proseguiamo col magone* alla volta del negozio nerd prescelto. Questa è una cosa che conservo ancora oggi nel cuore: la fortuna di avere degli amici al tavolo da gioco non ha prezzo. Da qualche parte c’è sempre un “Nino” che vorrebbe conoscere qualcuno con cui giocare e penso che sia il dovere di ogni appassionato trovare questo “Nino” e portarlo al proprio tavolo.
Ma le sorprese per quel giorno non erano finite: al negozio ci attendeva Dave, il nuovo giocatore.
Non era la sua prima sessione di D&D, anzi, ma era la sua prima sessione nel nostro party.
Ci conosciamo già al di fuori delle sessioni, quindi le presentazioni non sono necessarie e cominciamo subito a giocare.
Jack: “Che personaggio hai scelto, Dave?”
Dave: “Guardia nera* malvagissima, armata di un’enorme falce.”
La sessione inizia con uno scenario diverso dal solito. Siamo convocati dal Re della città Vattelapesca e siamo nella sala del trono mentre, fuori, la folla inferocita chiede a gran voce la testa del sovrano, in stile rivoluzione francese.
Sua maestà ci ha convocati per chiedere ai leggendari eroi (ovvero noi) di proteggerlo e noi guardiamo preoccupati la guardia nera con la sua falce, temendo che da un momento all’altro decida di accontentare il popolo con una decapitazione sommaria.
All’improvviso il Re cade sotto i nostri occhi e, correndo a soccorrerlo, ci accorgiamo che è morto trafitto da una freccia scoccata da qualche tetto vicino al castello.
Cerchiamo di scovare l’assassino in fuga sui tetti, ma non facciamo in tempo ad avvicinarci alla finestra che arrivano le guardie. Tante guardie, troppe guardie.
“Freccia… finestra… aperta… noi no archi.” balbetta Porpo dall’alto della sua prova fallita nella sottile arte della diplomazia.
Risso, Mumu ed io lo guardiamo malissimo.
Cerchiamo di dar velocemente prova della nostra palese innocenza, quando a Dave viene la brillante idea di sputare in faccia al capitano delle guardie e di alzare un po’ troppo la sua falce.
Ci troviamo improvvisamente a terra immobilizzati, tramortiti e veniamo condotti alle celle.
Passiamo interi giorni a marcire in gattabuia e veniamo a scoprire che siamo in cima alla lista dei sospettati, nonostante alcune guardie presenti nella sala del trono prima dell’attentato, potessero confermare la totale assenza, nel nostro inventario, di archi e frecce o balestre e quadrelli.
Cominciamo ad elaborare teorie di complotti alle nostre spalle e facciamo la lista dei nemici ancora in vita dalle precedenti sessioni, mentre Dave si cimenta in una lotta con le sbarre della prigione, destinata a fallire.
All’improvviso si apre il classico passaggio segreto nelle mura della prigione e ne esce nientepopodimeno che lo gnomo Fritz!
Questa volta non è qui per truffarci, ma per offrirci la libertà e un passaggio sicuro fino alle mura della città.
In cambio dobbiamo “solo” affrontare una quest* per lui.
Sicuramente in futuro si sarebbe rivelata un truffa, nel complesso, ma ora ci interessa di più la libertà e la certezza di aver salva la vita.
Lo gnomo, in segno di buona volontà, fa riapparire magicamente le nostre armi e il nostro equipaggiamento nella cella e ci invita a seguirlo nel passaggio segreto ma, all’urlo di “Non sarò mai il tuo schiavo!”, Dave lo attacca alle spalle.
Peccato che Fritz fosse un mago di livello epico. Con un semplice gesto della mano butta a terra, morta, la guardia nera, mentre noi cadiamo in ginocchio implorando pietà. Ma ormai è troppo tardi: non si fida più di noi e scompare dentro al passaggio segreto, che si chiude troppo velocemente alle sue spalle.
Quella non è stata una sessione del tutto negativa, a parte per Dave, perché dopo siamo usciti puliti dal processo e non abbiamo più incontrato Fritz con quei personaggi: due piccioni con una falce!
Anche Dave non si è più visto a sessione, non per nostra scelta. Aveva deciso che in quel momento della sua vita il GDR non faceva per lui e, molti anni dopo, mi ha confidato che si pente di non aver continuato a giocare con noi.
Per fortuna, non è MAI troppo tardi per ricominciare.
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*Pine-ruolo: ovvero la leggendaria Pinerolo, dove c’è un numero di negozietti nerd pro capite decisamente superiore al capoluogo (Torino).
*Magic: gioco di carte bello come il Sole, ma che all’epoca dovevi spenderci un sacco di soldi… mica si giocava il pauper.
*D&D: recentemente gli scienziati hanno scoperto che la sigla sta per Dungeons & Dragons… Incredibile!!!
*Magone: inteso come afflizione, non come mago grosso.
*Guardia nera: il rovescio della medaglia del paladino. Praticamente un villain bello e buono.
*Quest: che non c’entra nulla con “quel”, si tratta di una missione/avventura/ricerca tipica della letteratura fantasy e del GDR.
This post was published on 9 Agosto 2017 13:21
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