Pine-ruolo*, anno Domini 2004.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Tutto ebbe inizio in una stalla.
No, non è quello che pensate: si trattava di una scuderia militare, precedentemente collegio di Gesuiti, ristrutturata per ospitare l’aula del liceo dove conobbi i miei compagni di party.
Due anni prima avevo avuto il mio primo approccio al GDR con Vampiri La Masquerade nel classico negozietto dove si gioca a Magic, ma fu al principio delle superiori che incappai (e rimasi intrappolato) nel magico mondo di Dungeons & Dragons.
Il primo che venne a redarguirmi pesantemente, perché non conoscevo D&D, fu Risso.
Non ricordo per filo e per segno come arrivammo a parlare di giochi di ruolo, ma ricordo perfettamente che dopo nemmeno mezz’ora ci avevano buttato fuori a calci dalla classe ed eravamo nell’ampio corridoio dell’istituto a buildare* uno stregone, mentre la gente di passaggio gettava occhiate di sdegno: sarà stato il secondo o al massimo il terzo giorno di scuola.
Eravamo agli albori della 3.5 e il mondo intero era rimasto alla vecchia concezione di nerd=sfigato. Non erano ancora esplosi fenomeni come Big Bang Theory*, che hanno successivamente riequilibrato le sorti e riabilitato i nerd.
In rapida successione, vi presento gli altri membri del party.
E fu così che arrivammo alla nostra prima sessione di D&D. Mi rincresce molto non ricordarla alla perfezione, ma sono passati quasi 14 anni e tanto di quel GDR in mezzo che a fatica rammento il mio vero nome. Farò uno sforzo per immedesimarmi e riportare alla luce i ricordi.
Siamo tutti seduti intorno al tavolo a casa di Jack, sempre a Pine-ruolo.
Sono molto emozionato di giocare il mio stregone mezz’elfo. Risso mi ha spiegato che la magia spontanea potrebbe derivare dal sangue di drago e le parole “discendenza draconica” fluttuano luminose nella mia mente. Discendenza draconica… DISCENDENZA DRACONICA!
Riemergo dai miei pensieri e guardo i miei prodi compagni d’avventura.
Mumu mangia rumorosamente alcune patatine Pay (che se non paghi non puoi comprarle) dalla ciotola comune, mentre Porpo cerca di indottrinarmi contro le forze dell’ordine.
Risso ovviamente legge e rilegge il manuale, alla ricerca del cavillo definitivo per moltiplicare ulteriormente i danni e Jack ripassa la sessione dietro il Master Screen: due quadernoni ad anelli affiancati.
Ma fermi tutti! Stavo dimenticando Lala! Ebbene sì, alla primissima sessione partecipò anche una ragazza… e all’epoca era un evento più unico che raro.
Lala, visibilmente imbarazzata, cerca di acclimatarsi in mezzo a noi feroci nerd assetati di duelli e loot.
Le patatine Pai nel loro tipico ambiente, il Dungeon.
All’improvviso Jack comincia a narrare e, se ben ricordo, si trattava del classico incipit “taverna/avventurieri/missione”. “Com’è fatta la taverna?” chiede Risso desideroso di maggiori dettagli.
“Di legno!” taglia corto Jack. Al che Risso sentenzia: “Le descrizioni dovrebbero essere più accurate!” “Di legno marrone” aggiunge Jack.
Mumu e Porpo ridono, mentre io mi accodo alla goliardia generale sputazzando pezzi di patatine e Lala prova inutilmente a smaterializzarsi per passare al piano di sotto della palazzina.
Vaghiamo per campi e foreste e montagne e valli.
Piane e conche, colline e spelonche.
Come ogni buon libro fantasy, il più dell’avventura è dedicata al trekking.
Ricordo un raid in un tempio di Pelor*, dove dei goblin si fingevano chierici devoti, mentre in realtà tramavano nefandezze ai danni del prossimo.
“Descrivici il tempio Jack!” esclamiamo tutti in coro.
“È fatto di pietra grigia” narra sapientemente il Master.
Sotto il tempio si apre il classico passaggio segreto, coperto più dai corpi dei goblin massacrati che dagli stratagemmi per nasconderlo (Classe Difficoltà infima).
Il passaggio porta a delle profondità cavernose illuminate.
Risso: “Com’è fatta la caverna?” Jack: “Di pietra grigia.” Porpo: “Da cosa proviene l’illuminazione?” Manuel: “Da Dio!” Jack: “Funghi luminosi.” Io: “Provo a mangiarli!” Lala (che giocava una druida): “Non mi sento a mio agio nelle caverne, vado sui monti a cercare delle linci per aprire un allevamento di linci.”
Da quel giorno Lala, con una brillante scusa In Game, abbandonò il party dopo la prima sessione, cambiò prima scuola, poi città ed infine stato.
Per esser del tutto sicura di non venire rintracciata, entrò nei servizi segreti e cambiò identità.
A noi piace pensare che abbia aperto il suo allevamento di linci sui monti, perché in fondo abbiamo un animo romantico.
Dopodiché abbiamo portato a termine la missione, trovando il potente artefatto e
riemergendo dal sottosuolo.
Fuori dal tempio ci aspettava quella che sarebbe diventata, nel corso degli anni e delle sessioni, la nostra nemesi: lo gnomo Fritz.
Era un mercante magico di livello epico che si teletrasportava puntualmente fuori da ogni Dungeon per truffarci di volta in volta.
Si impossessava del frutto delle nostre imprese in cambio di ciarpame e poche monete d’oro. Mi capita spesso di sognarlo di notte nei miei peggiori incubi.
Questa è la storia di come ci siamo conosciuti e di come abbiamo iniziato a giocare di ruolo insieme.
Ancora oggi, dopo due immensi scogli della vita (diploma e laurea? Ma figuriamoci… mi riferivo alla Quarta e alla Quinta edizione di D&D), ci riuniamo intorno ad un tavolo per immedesimarci in personaggi sempre nuovi e vivere mille fantastiche avventure.
Le strutture sono sempre di pietra grigia, le taverne di legno marrone e i funghi luminosi ci guidano nell’oscurità anche nei momenti più cupi e difficili della nostra vita.
*Pine-Ruolo: ovvero Pinerolo, ridente città del Piemonte, ma una volta era Francia. *Buildare: la nobile arte di fare la “build”, ovvero pensare sin da subito verso quale direzione far evolvere il PG
*Big Bang Theory: serie televisiva in cui talvolta i protagonisti giocano a D&D con regole e metodologie di gioco assolutamente errate. Ha il grande merito di aver reso “mainstream” la figura del nerd.
*PG: ovvero Personaggio Giocante, è la sigla con cui i giocatori di ruolo indicano i personaggi interpretati da loro stessi.
*Pelor: Divinità del sole nell’ambientazione classica di D&D
This post was published on 19 Luglio 2017 13:32
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