Durante il primo weekend di aprile abbiamo partecipato all’edizione 2025 del Play, la principale kermesse italiana per quanto riguarda giochi da tavolo, giochi di carte e giochi di ruolo. Un appuntamento che si è spostato da Modena, dove si svolgeva gli anni precedenti, a Bologna, con la fiera che ne ha potuto beneficiare in quanto a infrastrutture e comodità logistiche varie. La magia, fortunatamente, si è rivelata essere quella di sempre ed è stato un vero e proprio piacere immergersi nelle ultime trovate di questo magnifico mondo.
Tra i vari giochi che abbiamo provato, dei quali sulle nostre pagine potete già trovare e troverete nei prossimi giorni diversi articoli dedicati, abbiamo avuto l’occasione anche di testare Altay: Dawn of Civilization, di cui ci avevano già parlato a Lucca qualche mese fa. Un gioco da tavolo sicuramente interessante e dotato di buoni spunti, che arriverà grazie a MS Edizioni in Italia nel corso dell’anno.
Civilization da tavolo
Altay: Dawn of Civilization è un gioco che, come raccontatoci dai gentilissimi ragazzi di MS Edizioni, vuole strizzare l’occhio a tutti quei videogiochi strategici come Civilization o Age of Empires, riproponendone in modo più diretto le caratteristiche e le peculiarità all’interno di un gdt focalizzato sul preservare e integrare le proprie tradizioni e culture con l’arrivo di nuovi coloni.
Fino a quattro giocatori si mettono quindi nei panni di una diversa civiltà, ognuna delle quali dotata di punti di forza unici, per provare a condurla alla gloria eterna in svariati modi. Come succede anche su PC, infatti, si può trionfare sia militarmente che sul piano tecnologico, così come su quello dell’economia o costruendo imponenti meraviglie.
Le partite iniziano con tutti i partecipanti al gioco che possiedono un angolo della mappa, mentre tutte le altre zone sono presiedute da pedine autonome dotate di differente potenza. Per far crescere la propria civiltà ed espandere il proprio dominio bisogna usare delle carte, cinque delle quali vengono pescate all’inizio di ogni turno e con quelle non usate che vengono invece scartate alla fine del singolo round.

Tali carte possono essere usate per attaccare altri territori, raccogliere risorse e, quando possibile, costruire anche edifici su territori già sotto il proprio controllo o liberi da forze nemiche. Le risorse possono essere usate in vario modo, come per esempio per costruire edifici o per acquistare nuove carte dal mercato da aggiungere al proprio mazzo.
Attenzione però: riempire il proprio deck di sempre nuove carte potrebbe portare a ingolfarlo e a ottenere delle mani difficilmente giocabili. Così come le carte, poi, anche le risorse non utilizzate in un round vengono scartate e diventa quindi arduo progredire nella crescita della propria civiltà se non si pondera bene quella che è la propria strategia e come portarla avanti.

A onor del vero esiste qualche modo per preservare carte e risorse da un turno all’altro, ma si tratta di meccaniche o esclusive di una singola civiltà o riservate all’end-game. Le loro potenzialità, inoltre, sono ridotte e consentono solo a una manciata di item di sopravvivere alla purga di fine round. Insomma, non fateci troppo affidamento.
Sapere è potere
Molto interessante, poi, anche la meccanica delle tecnologie. Ogni giocatore può infatti sceglierne una tra quelle disponibili sul tavolo e farla propria posizionandoci sopra delle risorse. Completarla consente di ottenerne i vantaggi, come ad esempio il poter scartare una carta per pescarne un’altra o aumentare di uno la propria forza in difesa durante gli scontri.

A rendere il tutto più vario la presenza di tre differenti tipologie di tecnologie con un livello crescente, ognuna delle quali può essere ricercata solo se si ha completato lo sviluppo di quella precedente.
Davvero carino, infine, lo stile artistico adottato, con colori e illustrazioni che riescono a restituire un ottimo feedback e accompagnare alla grande le partite a Altay: Dawn of Civilization.
Giudizio finale
In conclusione, Altay: Dawn of Civilization si è rivelato un titolo molto interessante, pur non avendolo potuto esplorare a fondo. L’esperienza di gioco ci ha divertito e le partite sembrano risultare fluide e coinvolgenti. Resta qualche interrogativo sul bilanciamento delle varie civiltà e sulla gestione a lungo termine dei mazzi, che potrebbero risultare troppo ingolfati se si fa qualche scelta infelice, ma le premesse e le meccaniche mostrate lasciano presagire un’esperienza davvero appagante.