The Shadow Theater: La Leggenda del Re Scimmia | Recensione

In quel di Torino, più precisamente all’interno della stessa Mole Antonelliana, vi è un bellissimo museo. In esso, oltre a essere custoditi decine e decine di cimeli cinematografici e oggetti di scena, vi sono anche tutta una serie di stanze che raccontano con cura l’evoluzione della settima arte, a partire da uno studio sull’ottica fino ad arrivare ai kolossal moderni, passando ovviamente per la lampada magica e il celeberrimo “L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat” dei fratelli Lumiére. Un viaggio intrigante e interattivo, che accompagna i visitatori dagli albori del cinema fino alla sua forma attuale, senza perdersi nulla in questo lungo e appassionante percorso.

Tra i temi trattati non poteva ovviamente mancare il teatro d’ombre, una sorta di antesignana forma di cinema, capace all’epoca di intrattenere e stupire giovani e adulti. Una forma d’arte che Cédric Lefebvre e Florian Sirieix hanno provato, grazie anche ad Asmodee, a replicare con The Shadow Theater: La Leggenda del Re Scimmia, board game uscito nel mese di gennaio nel quale ci siamo più volte immersi nelle ultime settimane.

Uno scrigno tutto da scoprire

La prima cosa che balza all’occhio in The Shadow Theater è sicuramente la bellissima idea alla base della confezione. Il gioco da tavolo è infatti racchiuso all’interno di una sorta di piccolo scrigno, con tanto di pannelli magnetici che si aprono svelando il contenuto al suo interno. La confezione, oltre che essere bella da vedere, funge poi da sfondo del gioco, dato che mostra una parte delle zone in cui si svolgono i match.

Tutto il necessario è contenuto in un piccolo scrigno

Di buona fattura sono anche i vari meeple e tutto ciò che consente di gettarsi in gioco. Stiamo parlando di una pedina del re scimmia, 25 pedine scimmia, 9 pietre di giada, 9 pesche, 17 carte Arma del Drago e altre tessere e segnalini vari. I pezzi in legno sono piacevoli alla vista e al tatto, così come quelli in carta sono di buona qualità.

The Shadow Theater: La Leggenda del Re Scimmia si presenta quindi bene fin da subito, racchiudendo all’interno di uno spazio ridotto ma curato tutto il necessario, arricchendolo anche con delle illustrazioni e delle grafiche riuscite e in linea con il setting del gioco.

Due teste, un vincitore

La preparazione del tavolo da gioco di The Shadow Theater è molto semplice. La scatola viene posizionata in verticale, con la plancia di fronte a essa. In tale modo si viene a formare una sorta di teatro, con le tre zone “Il giardino celestiale”, “Il palazzo dell’imperatore” e “La tana del drago” che sono ben visibili sullo sfondo. Il re scimmia viene posizionato in una zona del giardino celeste e i vari oggetti nelle relative riserve. Il giocatore che da il via alla partita prende poi tre scimmie, mentre il secondo quattro. Fatto questo, che vi ruberà al massimo un paio di minuti, la partita può iniziare.

L’unico appunto che ci sentiamo di fare in tutto ciò è sulla rigidità della confezione, che soprattutto inizialmente non rimane completamente aperta per allinearsi perfettamente con quella che è la plancia di gioco. Un qualcosa di fastidioso alla vista, ma che non inficia comunque assolutamente in nessun modo lo svolgersi della partita.

Le sfide, perché The Shadow Theater: La Leggenda del Re Scimmia è un gioco competitivo, si svolgono in particolare fino a quando uno dei due giocatori non riesce a vincere due round. Ogni round termina quando una delle varie riserve, quindi quella delle scimmie, delle pietre di giada o delle pesche, termina e si da di conseguenza il via al calcolo dei punti.

La scatola fa da sfondo al gioco

Ogni tre pietre di giada si ottengono due punti, mentre tre pesche consentono di nutrire una scimmia, che vale un punto con la pancia piena e zero se senza il cibo necessario e così via.  A completare il tutto la presenza di carte con determinati effetti, attivabili solo se il re scimmia è in una determinata zona, ma che se mantenute in mano fino alla fine del round concedono punti aggiuntivi.

Una serie di ragionamenti abbastanza arzigogolati e che rendono la conta finale non esattamente semplice, ma al contempo donano al board game un quid non indifferente, dato che costringe durante la partita i giocatori a tenere tutto bene in mente e dare vita a strategie sempre variegate.

I match a The Shadow Theater: La Leggenda del Re Scimmia sono veloci e divertenti, risultando dei veri e propri scontri tra cervelli, dove mosse e contromosse si susseguono per cercare di tarpare le ali all’avversario e, nel contempo, ottenere le risorse corrette per trionfare nel round. Una sorta di spettacolo cerebrale più che d’azione, dove è necessario prevedere ogni possibilità per avere tutto sotto controllo.

Non aspettatevi in ogni caso meccaniche oltremodo approfondite e complesse, ma un qualcosa di abbastanza semplice e immediato, capace però di stuzzicare l’inventiva dei giocatori. Un’immediatezza che, come precedentemente accennato, si perde però un po’ nella conta del punteggio, che rappresenta però del resto il punto distintivo del board game stesso.

Il re scimmia e i suoi seguaci

Giudizio finale

The Shadow Theater: La Leggenda del Re Scimmia è un’esperienza di gioco curata fin dalla sua presentazione, con la confezione che si rivela essere un prezioso scrigno che funge anche da elemento dello scenario. Le meccaniche di gioco, seppur semplici e immediate, stimolano la mente dei giocatori, che si ritrovano a dover elaborare strategie complesse per superare l’avversario. L’opera di Cédric Lefebvre e Florian Sirieix si perde però un po’ in alcune meccaniche inutilmente complesse, vedi la conta dei punti, risultando in ogni caso un ottimo board game per chi è alla ricerca di un gioco da tavolo competitivo e in grado di regalare scontri avvincenti.